01/10/12

Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso


Fausto Gianfranceschi,  
Aforismi del dissenso  
(I libri del Borghese, pagg. 176, Euro 16,00)
Fausto Gianfranceschi, scrittore e giornalista ancorato per sempre ai valori della destra, è scomparso a febbraio 2012. Aspettava la morte come estremo atto di dignità, lui che tante volte si è scagliato contro chi la trattava un tabù, un turpe accidente da negare. E mentre le forze cedevano, le riservava a correggere, con l'amata figlia Michela, le bozze di questo «Aforismi del dissenso», ora uscito ne «I libri del Borghese». Il titolo dice bene dell'autore, raffinato intellettuale, tagliente saggista e polemista. Il motto breve e paradossale l'aveva già spesso praticato, Gianfranceschi. Nel libro postumo rivela ancora di più i fari della propria vita. Tra i quali, oltre alle idee, gli affetti. «Tutto è perduto fuorché l'amore» è il sottotitolo del libro. La dedica suona «A chi amo. A chi mi ama». Ne esce il Gianfranceschi campione dell'«amore paterno» come sottolinea nella prefazione chi è stato suo discepolo nelle idee, Marcello Veneziani. È l'innamorato forever della moglie Rosetta ma anche il cultore della bellezza femminile, uno degli aspetti entusiasmanti del Creato («In certe voci femminili, in certe inflessioni, puoi ancora percepire che una volta la parola era canto». Oppure: «Malgrado gli anni, non rinuncio a tenere accesa la polarità uomo-donna»). E poi c'è l'innamoramento per Roma, che assurge a città per antonomasia di lui orgoglioso civis romanus, devoto di Sacra Romana Chiesa, cantore del Rinascimento, del Barocco, delle ruine. Con vette tanto ragguardevoli quanto sono icastiche: «La morte mi preoccupa. Sarò all'altezza?»; «Vivi o morti, che differenza c'è? I vivi saranno morti, i morti sono stati vivi»; «Ogni morte è un sacrificio che tiene in vita il mondo». E con guizzi di sarcasmo contro le mode che svuotano di senso: «Oggi si fanno i pellegrinaggi per sgranchirsi le gambe»; «La liberazione di Vienna dall'assedio dei turchi fu un evento. Oggi un evento è la recita di questo o quel buffone». Quello che ci lascia è il coraggio di sostenere le proprie idee, anche se perdenti: «L'onore, un oggetto smarrito». La parola di Gianfranceschi ancora lievita.          

di Lidia Lombardi (Il Tempo, 03/05/12)

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