19/07/12

SIlvano Panunzio su Facebook

Roberto Russano, amico di lunga data nonché attivo collaboratore e redattore della rivista “Metapolitica”, ha appena aperto una pagina su face book dedicata al nostro Silvano Panunzio. E’ una buona opportunità per promuovere valorizzare e diffondere il pensiero e l’opera del maestro recentemente scomparso e soprattutto per scambiare idee  sulle questioni che più gli stavano a cuore: profezia, religione, mito, metafisica, spiritualità, tempi ultimi.  Auguriamo pieno successo all’iniziativa, invocando per essa l’assistenza e la protezione dell’Arcangelo Michele. 
Chi volesse iscriversi può farlo direttamente da qui:
http://www.facebook.com/pages/Silvano-Panunzio-Metapolitica/262653657182516


15/07/12

Una centrale “psichica” in piena Parigi



di Alain Santacreu

Sotto la pressione amichevole e un tantino ironica di Aude de Kerros(1), mi sono finalmente recato all’esposizione “blockbuster” Les Maitres du désordre, che Joan de Loisy ha proposto da aprile a luglio 2012 al museo di Quai de  Branly.
Lo spazio della mostra concepito dagli architetti Dominique Jakob e Brendan Macfarlane, è una struttura tubolare di acciaio ricoperta di lastre di gesso tenute da stoppe. Questa scenografia che inghiottisce il visitatore e lo rigetta alla fine del percorso, evoca il gigantesco colon di un “mostro-mondo” nel quale le materie si frammischiano in una defecazione genesiaca. Viene da pensare al “digestore divinizzante” di Pierre Gordon(2) che l’etnologo Bertrand Hell, consigliere scientifico di Loisy, sembra ignorare superbamente, se si fa riferimento alla sua opera Possessione et Chamanisme: les maitre du désordre, asse ideologico fondamentale dell’esposizione(3). Questo percorso labirintico è stato ispirato dal leggendario Serpente arcobaleno della mitologia aborigena australiana. E’ costituito da tre sezioni successive: il disordine del mondo, il controllo del disordine e la catarsi.
All’inizio della nostra passeggiata un’opera di Thomas Hirschhorn, Outgrowth, dà testimonianza dell’imperfezione del mondo: piccoli globi terrestri tumefatti sono allineati su degli scaffali come altrettanti occhi esorbitati, abietti; alcune fotografie illustrano il disordine terrestre: guerre, sommosse, delitti, malattie, incidenti, etc.. 
Secondo la Weltanschauung de Jean de Loisy, ordine e disordine si succedono ciclicamente e sono all’origine dei miti costitutivi delle civilizzazioni umane. La tensione di queste due forze antagoniste sarebbe indispensabile per l’equilibrio dell’universo. Le potenze del disordine sono divinità ambivalenti, inquietanti e imprevedibili, scaturite da ciò che Loisy chiama l’ “immaginario collettivo” dell’umanità. Queste entità, separate da altre divinità da un’impurità originaria, sono perturbatori divini, figure di destabilizzazione che introducono la confusone nell’ordinamento delle civilizzazioni e delle società. Il visitatore si imbatte nella statua di Dioniso, figura greca emblematica di questi dei selvaggi; scorge uno spettro rappresentante Set, il dio malefico dell’antico Egitto; o ancora, una statua della dea Sekhmet dalla testa di leone. Via via gli viene imposto un sincretismo nel quale pullulano le grandi figure delle potenze del disordine provenienti da tutta la superficie della terra: gli dei serpenti, nagam, del Kerala, in India; Exu, la grande divinità demoniaca del  candomblé di Bahia, in Brasile; i mostri naa ‘yéé, dai navajos dell’America del Nord; Rangda, regina delle streghe di Bali; Yurugu, la volpe pallida del Mali.  Ora ci troviamo accerchiati da maschere le une più orride delle altre, maschere della Guinea, della Costa d’Avorio, maschere inuit dell’Alasca.
Non ho avuto il privilegio di scorgere l’effimero altare allestito in alcuni giorni dal sacerdote vodun Azé Kokovina.  Costui è al tempo stesso attore e bokono, identità duplice che facilita l’assimilazione della cerimonia magica ad una “performance” artistica. In qualche modo annuncia l’Albero Sciamanico” che il visitatore incontrerà più avanti, coi suoi quattordici rami ciascuno dei quali regge uno schermo video dove si vedono e si ascoltano direttamente alcuni signori contemporanei del disordine, sciamani, streghe e sacerdoti vudù, ma anche Anna Halprin, danzatrice di fama internazionale le cui coreografie si ispirano alla gestualità esorcista di liberazione del corpo.
Nel ritualismo animico l’incarico normativo di streghe e sciamani, che sono i “signori del disordine”, è quello di mantenere l’equilibrio tra ordine e disordine. Sciamanesimo e culto di possessione sarebbero, secondo gli ideatori della nostra esposizione, i due principali sistemi elaborati dalle società umane per definire il quadro del contatto diretto, deliberato, controllato, con gli spiriti. Un tale partito preso elimina in un sol colpo la mistica cristiana poiché se la magia è una tecnica, la mistica è una grazia. L’alleanza del signore del disordine con ciò che Loisy chiama “contro-mondo” non è un’alleanza d’amore, come il rapporto tra il Dio biblico e la Sua creazione, bensì un’alleanza contabile da creditore a debitore: l’intercessore si comporta come un vero procuratore e la sua tecnica è imparentata all’arte del negoziare. “Negoziatore” deriva dal latino negociator che designa il “banchiere”, colui che si dà a un’attività commerciale. E’ perché il disordine è Usura, come avrebbe detto Ezra Pound, che è possibile negoziare con esso. Ma una tale dimensione non verrà mai presa in considerazione da Jean de Loisy, precisamente perché essa spiega in gran parte il motivo per cui l’arte contemporanea è intrinsecamente legata alla speculazione finanziaria.(5)
Così, i tecnici della sacralità magica si confondono con la figura mitica del trickster, briccone, burlone malizioso, imprevedibile, oscillante dal bene al male in tutte le cose. Tre qualità lo caratterizzano: l’ambivalenza, la trasgressione e il fai-da-te; queste tre espressioni, secondo Loisy, sarebbero perfette per descrivere l’artista contemporaneo. Poiché l’idea centrale di questa esposizione consiste nel far “dialogare” sciamanesimo e arte contemporanea.  
Le istallazioni degli artisti contemporanei introducono scenograficamente ogni sala tematica. Ai lati, oltre trecento oggetti etnografici, una ventina di opere d’arte contemporanea danno così testimonianza della eco nella nostra società di un’unica questione trasgressiva. Bertrand Hell parla, nella sua opera(6), di un “principio di adattabilità” che sarebbe “una caratteristica fondamentale dello sciamanesimo e della possessione”: l’arte contemporanea, adattatore ideologico multiculturale, si fonda su questo stesso principio.
Sarò sincero: ho attraversato il tratto finale dell’esposizione a passo di carica, l’atmosfera psichica di quei luoghi essendomi divenuta irrespirabile. Artaud lo diceva, nei suoi momenti di divinazione folgorante: siamo circondati da demoni, stregati, ammaliati dal diavolo. Attorno a me sfilavano feticci, sacchetti magici, recipienti inquietanti, tutta un’eteroclita panoplia di amuleti, costumi e oggetti sciamanici che non hanno cessato di affascinare, durante tutto il XX Secolo, gli artisti avanguardisti eunuchi dello spirito –il Dio biblico essendo per loro biasimevole- in cerca di una potenza “sacra” assente dal mondo occidentale moderno.
Se dopo un tale pellegrinaggio il visitatore sente di avere febbre, mal di testa, crisi di pianto ed altri sintomi classici di un attacco di possessione, sappia che, secondo le alte considerazioni etno-estetiche di Jean de Loisy, vuol dire che egli stesso è divenuto un eletto dagli spiriti, un signore del disordine, un artista contemporaneo!
Gli sciamani hanno a che fare con due tipi di influenze psichiche, quelle benefiche e quelle malefiche; e poiché, evidentemente, non vi è nulla da temere dalle prime, è soprattutto con le seconde che devono “negoziare”. Certo, non si tratta di un culto reso a queste influenze malefiche  ché sarebbe una sorta di “satanismo” cosciente; si tratta solamente, in principio, di impedire loro di nuocere, di neutralizzare o di sviare le loro azioni. Tuttavia, qualunque possa essere l’intenzione originaria, il maneggiare influenze di questo tipo in assenza di influenze di ordine superiore, propriamente spirituali, sfocia in una vera stregoneria la cui vitalità magica rappresenta qualcosa di temibile. Il contatto costante con queste forze psichiche è dei più pericolosi in primo luogo, per lo stesso sciamano, ma anche su un altro piano più diffuso. In effetti può accadere che certe “potenze”, avendo conoscenze più vaste, utilizzino queste stesse forze per tutt’altri fini, all’insaputa degli sciamani sedicenti “signori del disordine” i quali, allora, hanno solo un ruolo di semplici strumenti d’accumulazione delle forze in questione. Queste centrali psichiche sono dei “serbatoi” di influenze la cui localizzazione spaziotemporale nulla ha di fortuito. Di conseguenza, per quanto concerne l’esposizione di Jean de Loisy,  bisognerebbe prestare la giusta attenzione alle diverse date e ai luoghi dove viene presentata la mostra; ovvero, in Francia, a Parigi, Musée du Quai de Branllly, dall’undici aprile al 29 luglio 2012; poi al Kust-und Ausstelllungshalle der Bundesrepublik Deutschland, A Bonn, in Germania, dal 31 agosto al 2 dicembre 2012; e, infine, a “La Caixa” Foundation, a Madrid, in Spagna, dal 7 febbraio al 19 maggio 2013.
Quindi, sotto l’apparenza dell’arte contemporanea, Jean de Loisy ha fabbricato una vera centrale psichica avente finalità contrarie a ogni spiritualità. D’altronde, il commissario dell’esposizione parla spesso dei due mondi, visibile e invisibile, corporale e psichico, accontentandosi apparentemente dell’antropologia dualista che è quella di Bertrand Hell, suo mentore in etnologia all’università. Il rifiuto, per non dire l’odio, della tradizione spirituale, segnatamente cristiana, è una costante dell’ideologia dell’arte contemporanea, come ha magistralmente dimostrato Christine Sourgins in un libro fondante (7). In quanto appartenenti al mondo intermedio, le forze psichiche manipolate dai signori del disordine, ben lungi dall’elevare gli uomini, possono solo aprire loro la via verso l’ “infra-umano”.
                                                                                         
Note
1)Raccomando molto calorosamente l’ultima opera di Aude de Kerros, “Sacré art contemporain. Eveques, Inspecteurs et Commissaires”, apparso recentemente per le edizioni Jean-Cyrille Godefroy.
2)L’opera di Pierre Gordon è edita dalle edizioni Arma Artis.
3)Bernard Hell, “Possession et Chamanisme. Les maitres du désordre”, Champs-Flammarion, 1999.
4)Per ragioni facili da comprendere non ho voluto illustrare questo articolo con le immagini degli “oggetti etnici” magicamente caricati.
5)Cfr. l’articolo di Aude de Kerros in “Les Echos”.
6)Bertrand Hell, op. Cit. Pag. 9.
7)Christine Sougins, “Les mirages de l’Art contemporain”, Edition de La Table Ronde, 2005.