28/04/17

Mother of all bombs

Nangarhar, scorcio panoramico


.. madre: che dà la vita. Principio, impulso, grembo, cuna. Madre, dal sanscrito matr  da cui, restando in ambito, le indoeuropee: il latino mater, il persiano o farsi o dari, mâdar da scriversi ادر. 
 Madre che diventa maan, appena oltre il confine di quella terra su cui, nefanda, una madre si è abbattuta, che è mother nella lingua di chi ha azionato la caduta. Madre il cui primo suono consonantico in pronuncia, coincide col suono della parola morte. Ed è in questa forma, secondo il suono M di questa versione, che la provincia di Nangarhar ha incontrato la parola "madre". Che le sue spoglie fossero quelle di una madre di tutte le bombe, questo non ha importanza, passa in secondo piano, come in secondo piano passa la verità di quest'ulteriore atto di violenza, ulteriore crimine perpetrato da un'ormai certa umana follia contro la stessa umanità. Non è vero che l'attacco con la MOAB, Massive Ordnance Air Blast, ribattezzata appunto mother of all bombs, dal peso di oltre 10 tonnellate, con una potenza distruttiva di centinaia di metri entro il suo raggio d'azione, sia stato mirato, non è vero che abbia colpito solo un sistema di grotte e tunnel nelle viscere delle montagne, ritenuti base operativa dei miliziani del Daesh o Isis,  non è vero che la zona "remota" non fosse abitata da civili inermi. Non, è, vero! In quell'area vi sono, ma dobbiamo dire vi erano, decine di piccoli villaggi abitati le cui case sono ora ridotte in briciole, i cui abitanti, quelli superstiti, non sanno dove andare né comprendono perché, perché così. Accanto a questo va detto che tutta la provincia di Nangarhar, zona orientale afghana, in un tempo storico parte dell'India e dei suoi imperi, compreso il distretto di Achin, luogo dell'attacco, è, ma anche qui dobbiamo dire era, una delle poche province rimaste in Afghanistan, fonte di economia, piccola ma funzionante, basata sul settore agricolo e zootecnico. La provincia esporta, molti tipi di frutta e verdura ai paesi vicini ed è prolifera anche la coltivazione dello zafferano. Vi sono piccole industrie casearie, allevamenti di pollame e così via. Le valli, protette dai monti, sono verdeggianti e ben irrigate anche con sistemi moderni, il che rende l'area ancor più fertile. E cosa fanno i fautori della pace? Distruggono. Distruggono anche uno dei pochi luoghi rimasti fuori dalle loro grinfie e poco inquinato per via della presenza di foreste lungo le catene montuose. E distruggono per colpire il "nemico" in nome della pace. 
Ma non è una novità questa bomba, l'abbiamo detto e ridetto nelle nostre pagine, che siano sul web o stampate sui libri, in Afghanistan, la Nato, e chi sotto il suo comando, ovvero la Coalizione, ha già usato questo tipo di bombe, ora è cambiata la potenza, a questo livello non si era mai giunti sul pianeta, la novità è nel suo essere "madre". Ma anche l'uso proviene sempre dallo stesso ambito, quello dei portatori di pace. Sono sempre loro ad agire e mentire. Fanno sempre tutto, come per le atomiche su Hiroshima, Nagasaki e... Certo, la MOAB, in termini tecnici GBU-43, non è a carica atomica, ma non fa una grande differenza perché anche armi nucleari sono state usate in quel paese e questa "madre", come potenza è una piccola atomica senza radiazioni, questa "madre" fa parte della famiglia delle BLU-82 Daisy Cutter, usate per disboscare i campi in Vietnam e far deflagrare i campi minati in Iraq dopo il 2003. Usata ora, però, sotto gli attuali scenari di guerra, la MOAB può assumere anche altri significati, non ultimo, quello di avvertimento agli impianti sotterranei di Pyongyang così come avvertimento agli impianti nucleari, sotterranei o nei fianchi delle montagne, di Tehran, così come a vari paesi limitrofi ed ex sovietici, e si potrebbe continuare. Certo è che si presenta sempre a stelle e strisce questo genere di primato, e lo sarà finché qualcuno, o qualcosa, non fermerà, ammainando e sotterrando la bandiera dell'umana inciviltà. Altro che false flag, è a stelle e strisce la falsa flag che ritiene di sventolare su Civiltà e Democrazia, mentre sventola su ipocrisia e menzogna. 
"Un'altra missione di successo", la prima essendo i 59 missili lanciati sull'aeroporto siriano motivati dalla menzogna dei gas usati da al-Assad in realtà a favore dei ribelli e del terrorismo dal Daesh ad al-Nusra, e ancora: "sono molto orgoglioso dei nostri militari" e ancora: " totale autorizzazione" ovvero carta bianca ai militari, s'intende. Parole di Trump. Così, il presidente degli Stati Uniti, mentre in un lapsus indicativo della propria assenza di consapevolezza, confonde Iraq con Siria nell'annunciare l'attacco missilistico di sei giorni fa, ci dimostra come e fino a che punto sia rientrato sotto l'ala dello zio Sam, o forse vi sia sempre stato. Motivo: evitare defenestrazione? Altro? Chissà!
Ci sarà una Resurrezione da tutti questi venti di guerra? Si spera.
Marika Guerrini
 

19/04/17

Le radici sacre della monetazione

La nascita della moneta costituisce un momento fondamentale della storia umana in grado di orientare non solo le strutture politiche, ma anche l’organizzazione della società.
Questo saggio si occupa non solo della formazione delle prime forme monetarie, ma soprattutto del processo culturale, mentale e spirituale che ha portato alla formazione della moneta come noi la conosciamo. Inoltre, studia quali sono state le “forme monetarie” prima che venisse creata la moneta strictu sensu, le basi sociali e culturali che alimentavano il più antico conio, la funzione dei simboli religiosi che alle origini permeavano totalmente le monete, il motivo del loro primitivo valore come fine dello scambio e non, come oggi, quale strumento primario di transazione.
Questo libro intende illustrare anche un momento particolare della storia culturale dell’Occidente, quello che attraverso la nascita della primitiva moneta ha contribuito a spezzare le relazioni della società antica con la sfera del sacro cancellando ogni riferimento al simbolismo tradizionale.

Pagg. 176 - € 14,00, Edizioni Solfanelli, Chieti. 

Abbiamo chiesto al Prof. D’Anna di spiegarci in cosa il suo libro si differenzia da altri dello stesso genere. Ed ecco la Sua gentile risposta: 

Caro Amico,
La differenza del mio libro rispetto agli altri è fondamentale.
1.sono stato aiutato, cosa assolutamente insolita, da alcuni fra i migliori storici della monetazione antico-ellenica (soprattutto dal prof. Nicola Parise);
2. Tratto delle condizioni spirituali del mondo ellenico che ha usato le forme “pre-monetarie” nel periodo arcaico;
3. L’analisi  si incentra soprattutto sulla mentalità e sul sostrato spirituale che ha determinato i cambiamenti;
4. La nascita del nomisma è vista come un cambiamento epocale in stretta relazione con le forme spirituali, culturali e politiche della Grecia arcaica;
5. Non è possibile pensare ad un cambiamento delle “forme monetarie” senza pensare alla scomparsa delle primitive corporazioni dei minatori, delle confraternite sacre dei fabbri e allo spegnimento delle monarchie sacre che garantivano il valore dei metalli preziosi come l’oro, l’argento, il rame, ecc.
6. I cambiamenti monetari chiedono anche un cambiamento del diritto. Dal primitivo diritto sacro si passa ad un diritto “laico” vigente sino alla fine delle pōleis elleniche;
7. Si studiano le “forme–premonetarie” utilizzate dagli antichi elleni .
Ecco. Credo di aver sintetizzato l’essenziale del libro. Non ho elencato le “forme pre-monetarie”: ascia, vasi, vestiti, armature, ecc., ma il lettore troverà quanto cerca nel libro.
Nuccio D’Anna