29/01/16

Nuccio D’Anna e la Porta Ermetica di Roma

Nuccio D’Anna, La Porta Ermetica di Roma.
Un itinerario spirituale fra simbolismo e alchimia, 110 pag., ill.b/n, Simmetria, Roma 2015,18 euro

Nei suoi multiformi interessi Nuccio D’Anna è ritornato ad occuparsi delle dottrine ermetiche con un piccolo, ma prezioso libro appena edito per la casa editrice romana “Simmetria”. Il titolo del nuovo saggio è La Porta Ermetica di Roma. Un itinerario spirituale fra simbolismo e alchimia con l’aggiunta di alcune illustrazioni d’epoca barocca. Molti sono i libri che sono stati scritti su uno dei resti più misteriosi ancora presenti nell’Urbe, non sulle antiche vestigia classiche, ma su ciò che rimane di un ben più complesso sito che era la villa secentesca del marchese di Palombara e che noi oggi conosciamo come “La Porta Ermetica” di Piazza Vittorio, ma il volume di Nuccio D’Anna ne tratta in maniera più esaustiva e particolareggiata di tanti altri e con più di un excursus attraverso le varie declinazioni dell’Ermetismo e dell’Alchimia, dalla più remota antichità a quel particolare momento che fu la Roma barocca, dove agì il Marchese e il cenacolo di Cristina di Svezia, tra il Papato controriformista e le eresie, le guerre tra ugonotti e cattolici e gli intrighi di palazzo. È da poco tramontato l’astro alchemico del Cardinal Francesco Maria Del Monte, il protettore artistico di Caravaggio, il suo mentore in un gioco di spie come raramente se ne videro nel teatro europeo che percorre la Londra elisabettiana di John Dee fino alla Malta dei Cavalieri di San Giovanni, dalla Praga del rabbino Loew – quello del Golem - all’Inquisizione spagnola e al rogo di Giordano Bruno. Sono trascorsi alcuni decenni ma il panorama dove opera il Marchese Ermetista è ancora un elaborato e complesso labirinto nella Roma barocca; e la Porta Magica di Piazza Vittorio è stata edificata proprio in quell’irripetibile tempo nel quale cardinali, nobili e uomini di lettere, si incontravano e confrontavano sul mistero dell’Alchimia operativa e spirituale al tempo stesso. È il periodo aureo di straordinari gesuiti come Athanasius Kircher e di artisti come Salvator Rosa e le sue streghe, sabba e “dimoni”. Magia, Alchimia e Scienza fluiscono l’una nell’altra senza limiti ben precisi in un milieu che raramente ha avuto pari in una città che pari non ha.
Si costruiscono in molti luoghi, sia nei paesi sia nel resto della penisola, giardini alchemici progettati sapientemente con l’ausilio di famosi architetti; luoghi destinati a vere e proprie dispute filosofali tra i dotti dell’epoca e talvolta teatro di misteri di corte tra le nobili casate. Uno tra questi posti misteriosi e affascinanti sarà proprio quello voluto dal  marchese Palombara all’interno della cui villa erano contenute sei strutture ermetiche comprendenti il Casino di Caccia e quelle dell’ingresso secondario, oggi tutte perdute. L’unica rimasta è proprio la notissima Porta Magica della quale tratta il libro di D’Anna che ci conduce perciò in un viaggio attraverso i segreti ed i misteri delle Soglie e i loro Sigilli Magici, le “parole di passo” ed i loro terrifici Guardiani che essi siano Dei, santi, angeli o démoni presiedenti alla guardia dei passaggi tra i Mondi, in un gioco di riscoperta dell’immenso e variegato mondo degli alchimisti e degli spagiristi e – anche – dei “soffiatori di carbone”.
Puntualmente descritto e analizzato con dovizia e precisione ogni simbolo nelle sue declinazioni magiche, astrologiche ed ermetico-alchemiche, il saggio suggerisce senza azzardi ma con intelligenza cosa realmente potesse essere il luogo custodito dalla Porta Magica. È l’antichissimo simbolismo della “porta” stessa ad essere il centro fondamentale dell’opera, il suo locus terribilis che segna il passaggio tra i Mondi e attraverso il quale soltanto l’Eroe, l’Iniziato, colui che ha conseguito la dignità di poter passare, osa porre l’orma del proprio piede, pena la perdita della sua stessa vita e forse anche della sua anima. Luoghi di transito come quello descritto nel libro sono diffusi in molti posti del mondo, in templi e “dimore filosofali”, occultati o esposti allo sguardo pubblico, ognuno con le proprie caratteristiche uniche e irripetibili.
Così è la Porta di Piazza Vittorio, vestigia della Villa del Marchese Massimiliano Palombara della quale struttura originaria ci rimangono soltanto la cornice, l’architrave e la soglia, mancando del tutto i gradini, il luogo ove essa conduceva e nulla possiamo dire della natura del suo portone, facendo sì che il suo ideatore si ponga al fianco di numerosi altri Signori del suo tempo, come i Farnese o gli Este in una sorta di gara a chi creava le maggiori “meraviglie”. La selva incantata di Bomarzo, il Palazzo di Caprarola, i giardini estensi e tanti altri – come la Casina dell’Aurora del già nominato cardinal Del Monte e - sì anche loro sebbene non lo si dica in giro – una parte dei Giardini Vaticani, partecipano della medesima geografia magica ove compare l’inusitata Villa del Marchese Massimiliano Palombara. Il Seicento sfumerà  poi a Napoli, con gli ultimi bagliori d’un crepuscolo alchemico, nella Cappella voluta da Raimondo di Sangro, il Principe di Sansevero, prima che tutto o quasi vada perduto nella follia giacobina che ha distrutto tutto o quasi ciò che era sacro agli dèi.
L’Autore riesce così ad offrirci nel suo testo un documentato e ricco apparato astrologico e alchemico, ancora riscontrabile da parte del visitatore – non del banale turista – in Piazza Vittorio, tra una colonia felina e i numerosi piccioni, a dimostrazione ancora una volta di come i gatti riconoscano sempre e amino i luoghi ove la Magia sia ancora attiva e potente. Inoltre da Nuccio D’Anna viene esaminata la quasi totalità esistente di testi e scritti vari su questo tema, confrontando differenti fonti sul senso riposto dei glifi incisi sugli stipiti della Porta che lasciamo però scoprire al fortunato e coraggiosamente avveduto Lettore, ricordandogli di presentarsi “armato” innanzi al Guardiano della Soglia, nell’ora propizia e con il cuore puro d’un bambino.
Dalmazio Frau

27/01/16

SIMMETRIA: Prossimi Appuntamenti

CONVEGNO

"Il silenzio cristiano e il silenzio pitagorico"

 Sabato 6 febbraio 2016
ore 16:00
Sala Conferenze
Via S. Lucia, 5 (fronte Hotel Clodio)
Roma
 
Il silenzio, quell'ineffabile e misteriosissima fessura tra le vibrazioni del suono, quella modalità dell'anima che a volte spaventa e a volte folgora la coscienza di chi è alla ricerca di se, ha sempre affascinato mistici, ermetisti, filosofi; primi fra tutti i padri del deserto che, come i Pitagorici dell'esichia andavano a cercare la Vera solitudine dove incontrare se stessi. Il silenzio, perciò, come modalità dell'essere è così lontano dal suono e dalla musica? Su questi temi si incontreranno una teologa (Roberta Simini), uno storico delle religioni (Enrico Montanari) e un ingegnere (Claudio Lanzi).

 


21/01/16

"Tempi ultimi e Restaurazione finale": pubblicati gli atti del convegno

Un’opera unica, un saggio affascinante che mette insieme, per la prima volta, contributi di studiosi cristiani e musulmani sul tema della fine dei tempi. La crisi finale e i segni della Fine, l’allontanamento dal Divino e la Grande Apostasia, l’attesa del Mahdi e il ritorno di Cristo, la resurrezione dei corpi in chiave teologica e nell’ottica metafisica. Contributi di Paolo Rada, Nuccio D’Anna, Gianluca Marletta, Alberto Perani, Demetrio Giordani, Eduardo Ciampi, Mario Polia, Giuseppe Aiello, Ali Reza Jahali, Ghorban Alì Pourmarjan.

Indice dell’opera:  

Paolo Rada
Regressione delle caste e dissoluzione finale


Edoardo Ciampi
Orizzonti ecumenici di fine Kali Yuga


Nuccio D’Anna
La IV Egloga di Virgilio e il rinnovamento del mondo


Gianluca Marletta
Fine dei Tempi e Resurrezione dei morti nella Rivelazione cristiana


Alberto Perani
Cieli e Terra Nuova: l’escatologia cristiana in Silvano Panunzio


Demetrio Giordani
Il Mahdi e Gesù figlio di Maria. I segni della fine dei tempi nelle fonti dell’Islam sunnita


Ghorban Alì Pourmarjàn
La dottrina del Mahdi nella storia politica contemporanea dell’Iran


Mario Polia
Apocalissi e libero arbitrio


Giuseppe Aiello
L’Attesa dell’Alba: l’uomo e la società alla fine di un mondo


Recensioni:
Ali Reza Jahali, I fanatici dell’Apocalisse (di Maurizio Blondet)
Eduardo Ciampi, L’ultima Notte del mondo (di C.S. Lewis)

19/01/16

Il "Ponzio Pilato" di Aldo Schiavone: un libro da leggere


Aldo Schiavone: Ponzio Pilato. Un enigma tra storia e memoria
Einaudi, pp. 184 € 22,00

«Due figure si fronteggiano, rischiarate dalla luce del primo mattino. Sono vicine, si parlano, condividono il medesimo spazio. L'una è quella di un prigioniero, forse in catene; l'altra, del suo inquisitore. La scena è sospesa ed elettrica - tutto deve ancora accadere - ma i rapporti di forza appaiono sbilanciati e schiaccianti: si capisce che la situazione può degenerare in un niente, la violenza esplodere in ogni momento; come infatti sarà. Non è un colloquio. È un interrogatorio». Il racconto di Schiavone in questo libro è in gran parte un viaggio nella prima memoria cristiana, condotto rimanendo sempre nell'orbita del suo punto culminante, la morte di Gesú, che è anche quello dell'intersezione fra ricordo evangelico e storia imperiale. Un viaggio che ha l'intento di descrivere e spiegare ciò che potrebbe essere accaduto: di districare ed estrarre un filo di trama ragionevolmente solido da quel labile e frammentario amalgama, insieme aggrovigliato e lacunoso, in cui sembra annegare ogni ricostruzione plausibile. Pilato è l'unico personaggio storico cui la memoria evangelica abbia attribuito un lungo dialogo con Gesú. Avrebbe pronunciato (e ascoltato) parole, e compiuto (e assistito a) gesti che ci hanno accompagnato per duemila anni. Schiavone si accosta a questa figura cercando di rinnovare l'intatta freschezza di un'attenzione coltivata senza obblighi, per il solo piacere del racconto e dell'interpretazione, in solitudine e libertà.


 

18/01/16

L'archivio della rivista "Spiritualità e Letteratura" è on-line

E’ con vero piacere che segnaliamo ai nostri lettori che la rivista amica “Spiritualità e Letteratura” che ebbe tra i suoi collaboratori anche Silvano Panunzio è finalmente on-line. Si ricorderà che la rivista fu fondata e diretta da Pietro Mirabile e Giulio Palumbo e che con quest’ultimo Panunzio pubblicò l’aureo volumetto “Inno a Maria Corredentrice” (Ed. Thule, Palermo 1994) e vergò la presentazione alla sue liriche “La luce del Graal” (Thule, Palermo 1995). A Tommaso Romano che dirige la rivista dal 2000 va il merito di questa iniziativa.