18/06/08

La Cappella Sistina ha codici ebraici?


Gli straordinari affreschi della Cappella Sistina, opera del genio di Michelangelo, non sarebbero tanto straordinari solo per la loro unica bellezza: nascosti tra le oltre 300 figure che affollano la Cappella, infatti, vi sarebbero 'messaggi nascosti' e significati secondi che, una volta decifrati, cambierebbero la lettura sino ad oggi attribuita alle pitture. Questa sorta di 'Codice di Michelangelo' è l’ultima tentazione esoterica in materia di storia dell’arte. È dunque in arrivo sui banchi dei librai «The Sistine Secrets: Unlocking the Codes in Michelangelòs Defiant Masterpiece» - «I Segreti della Cappella Sistina: Decifrare i Codici dell’Insolente Capolavoro di Michelangelo» - di Benjamin Blech e Roy Doliner. Secondo gli autori, gli affreschi della Cappella Sistina andrebbero letti come un messaggio «sovversivo» che trasforma la dottrina cattolica in una proposta di «amore mistico universale» - da raggiungersi attraverso la fusione del cristianesimo con la religione ebraica. Blech - rabbino e professore di Talmud alla Yeshiva University di New York - e Doliner ­scrittore esperto di cose vaticane residente a Roma - avrebbero 'scoperto' lettere ebraiche nascoste tra le figure degli affreschi. Per quanto suggestiva, l’ipotesi enunciata da Blech e Doliner - che fanno risalire l’erudizione di Michelangelo nelle dottrine ebraiche ai suoi anni passati alla corte dei Medici, dove si tolleravano studi non prettamente canonici - non è la prima ad aver insinuato il dubbio di un’interpretazione diversa da quella classica. Cosa credere, dunque? «In realtà», ha detto al 'Sunday Times' il professor Charles Hope, del Warburg Institute di Londra, «queste teorie non si possono provare con certezza e sono spesso frutto di una lettura moderna dei dipinti».
«Perchè - domanda Hope - il Papa fu soddisfatto del lavoro di Michelangelo? Perchè era coerente con il messaggio cattolico». D’altra parte, come fa notare Waldemar Januszczak, critico britannico, «la Cappella Sistina era, e rimane, il più importante santuario dell’universo cattolico: vi si eleggono i Papi in conclave e là si ritirano in preghiera i Pontefici. È davvero plausibile che Michelangelo abbia potuto dipingere indisturbato effigi giudaiche?».

(Fonte: Avvenire del 18/06/2008)

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