17/04/11

La fisica soprannaturale di Simone Weil

SABINA MOSER
La fisica soprannaturale. Simone Weil e la scienza,
San Paolo, Cinisello Balsamo, 2011, pp. 172, 13€.

di C. Dobner

Simone Weil è una pensatrice ben nota e tutta la sua travagliata vita è stata scandagliata per comprendere la profondità delle sue elaborazioni filosofiche e la sua testimonianza di donna partecipe della sorte degli ultimi, dei deboli, dei più deboli.

Sabina Moser, docente di religione al liceo Michelangelo di Firenze, è bene introdotta negli studi weiliani e, soprattutto, nell’ammirazione per il lascito della ebrea francese e per l’impronta che la storia continua a rimandarci.
Il saggio presentato in questi giorni verte su di un punto che potrebbe, a prima vista, sembrare una disquisizione, una sorta di bizantinismo, se non suscitasse un interesse che deve essere colmato, per giungere a più matura riflessione cogliendo quanto in nuce l’autrice vuole trasmettere: «L’elaborazione di una “fisica soprannaturale” dell’anima rappresenta uno dei frutti più importanti della meditazione weiliana, che unisce l’antica sapienza greca alla moderna mentalità scientifica» (p. 158).
Il colpo d’ala è dato! Si intuisce allora che, seguendo l’autrice nel dipanarsi della sua esposizione si entra, quasi in punta di piedi, nella contemplazione religiosa che, di fatto, tronca ogni forma di contrapposizione fra scienza e fede.
La saggista avverte: «… un messaggio che può suonare come una sfida, ma sul quale vale comunque la pena di meditare».
Simone respirò fin da bambina aria di scienza: il padre medico trasmetteva la sua mentalità e le sue cognizioni ai figli e la madre era bene attenta a favorire il loro sviluppo umano e intellettuale. André, il fratello di Simone, si rivelò ben presto un genio matematico e fu di notevole impulso per la sorella, indubbiamente meno dotata di lui in questo ambito, tanto da indurla a studi soprattutto di geometria.
La temperie positivista della prima metà del ‘900 è inquadrata chiaramente nella presentazione di Marco Vannini che ne traccia traiettorie, guadagni e …pericoli.
Aria di scienza quindi in casa e fuori casa e Simone seppe rispondere, come sempre, a suo proprio modo: il valore conoscitivo dell’intuizione, rivolto non solo al pensiero ma a tutta la vita, la condusse all’unitas spiritus che unisce i valori della storia e dell’eterno, a sviluppare l’occhio di Dio senza perdere il proprio e altrui presente.
Quindi la giovane filosofa respirò ma elaborò e giunse a conclusioni personali. Tenne in mano il rigore scientifico, conobbe i criteri della scienza positivista eppure approdò altrove, ma senza perdere il suo bagaglio: fisica soprannaturale indica appunto il sapere dell’anima, tutta la ricchezza della geometria greca, tutto il suo rigore assoluto ma insieme toccò le sponde della saggezza, della religione e della salvezza.
Simone affermò di sé: «La mia vita per me personalmente non ha, né in fondo ha mai avuto, altro senso che l’attesa della verità», questo il portale d’ingresso dei sei capitoli che costituiscono il saggio considerando la scienza come idolatria, la scienza greca e la scienza moderna, il conflitto tra scienza e religione, l’architettura dell’anima ed infine la proposta della fisica soprannaturale. Percorso chiaro e chiarificatore, esposto con padronanza di linguaggio e semplicità di forma.
L’invito è ad entrare nella …quarta dimensione che, curiosamente sottolinea l’autrice, sembra coincidere con la dimensione dello spazio-tempo della fisica relativistica citando le parole di Simone Weil: «Dio e l’umanità sono come un amante e una amante che si sono sbagliati circa il luogo dell’appuntamento. Ciascuno è lì prima dell’ora, ma sono in due posti diversi e aspettano, aspettano, aspettano. Lui è in piedi, immobile, inchiodato al posto per la perennità dei tempi. Lei è distratta ed impaziente. Sventurata se ne ha abbastanza e se ne va! Perché i due punti in cui si trovano sono lo stesso punto nella quarta dimensione…».
La lettura di questo saggio potrebbe trattenere l’amata sul luogo dell’appuntamento e farle incontrare l’Amato, vediamo di non perderne l’occasione.


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