Con il nome di “Sibilla” si è soliti indicare nel mondo antico (greco e romano, pagano e cristiano) e sino al Medioevo una tipologia di profetessa invasata che, annunciando “tristi cose”, per volere del dio e in preda alla possessione divina, fa udire la sua voce varcando ogni limite di tempo e di spazio. Nel contesto della letteratura pseudoepigrafa dell’Antico Testamento la raccolta degli Oracula Sibyllina occupa un posto rilevante, amalgamando diverse tradizioni: una straordinaria miscellanea il cui contenuto rispecchia una varietà di dottrine, inglobando le caratteristiche della letteratura profetica orientale e della cultura ellenistica. Nella raccolta - 4.230 esametri greci suddivisi in 12 libri - si distinguono due nuclei principali: gli oracoli di matrice giudeo-ellenistica e quelli di matrice giudeo-cristiana. I primi rispecchiano il mondo della religiosità giudaica, i secondi - gli oracoli cristiani - scaturiscono da un riadattamento della tematica giudaico-sibillina finalizzata tuttavia alla propaganda cristiana. Infatti, come già le profezie sibilline romane venivano utilizzate a scopo politico-propagandistico, così anche gli Oracula Sibyllina fondono insieme propaganda politica e tensione apologetica, sferrando un attacco serrato contro Roma e i suoi imperatori e preannunciandone la futura distruzione. La Sibilla degli Oracula, come la prima Sibilla, profetizza poiché posseduta da un Dio; i suoi oracoli contengono l’annuncio di catastrofi e prodigi che colpiranno l’umanità che ha tradìto il volere divino, sia esso il volere dei membri di un pantheon o il disegno dell’Unico Dio. Un corpus variegato sia dal punto di vista formale che contenutistico, in cui si scoprono linee di sviluppo di motivi profetici, temi dottrinali e teologici, concezioni escatologiche e apocalittiche.
MARIANGELA MONACA
(introduzione, traduzione e note)
ORACOLI SIBILLINI. Città Nuova Editrice, Roma, 2008, pp. 254, euro 18.
(Fonte:www.aseq.it)
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