Il "Namuncura" di Río Bueno (Cile), riprodotto nel volume
“Construyamos arcas” (1965) di Oscar Fonck Sieveking
Grande è stata la mia sorpresa quando sono stato messo al corrente da un amico giornalista di una notizia di cui ha dato conto in questi giorni il quotidiano nazionale “Las Últimas Noticias”: si tratta della scoperta di due presunti “moai” ... in Cile.
L'articolo in questione contiene tre immagini della misteriosa scultura e riporta le opinioni di alcune persone collegate e non al mondo accademico. Come al solito, ogni volta che ci si trova di fronte a una qualche scoperta che sembra mettere seriamente in crisi la cosiddetta storia ufficiale, gli archeologi si affrettano, senza neanche andarla a verificare, a smentirne l’autenticità. Infatti, un reperto archeologico che non sia coerente con l’ambiente o con il contesto nel quale viene ritrovato, o è un falso o è stato messo lì da qualcuno in tempi recenti. Nel caso specifico ci si appella al fatto che nella zona del ritrovamento non esista proprio nulla di simile e in più in generale che lì non vi siano mai state trovate sculture di nessun tipo. Confessiamo di non condividere affatto le affrettate conclusioni degli archeologi intervistati. La scultura a noi sembra effettivamente antica e per di più ci ha ricordato, prima ancora di una presunta somiglianza con i “moai” dell'Isola di Pasqua, sculture simili che abbiamo visto nel Cile meridionale.
Un esempio è il Namuncurá di Rio Bueno (forse appartenente alla cultura mapuche) di cui si può apprezzare un’immagine scoperta dal ricercatore Fonck Oscar e inclusa nel suo libro “Construyamos arcas” (Editorial Orbe, Santiago, 1965).
Se confrontiamo le due sculture noteremo molte somiglianze nelle fattezze del viso, nell’espressione e anche nelle dimensioni (circa un metro di altezza). Pertanto, consiglieremmo agli archeologi di non affrettare soluzioni o conclusioni, e di svolgere le doverose e necessarie indagini che l’interessante ed enigmatico caso richiede.
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