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Otto le spedizioni realizzate prima della guerra attraverso l'Europa (sui siti rupestri della Svezia, della Francia, della nostra Val Camonica), ma anche l'Asia (dai templi dei Parti in Iraq sino ai monasteri del Tibet). Altre quattro quelle pianificate - in Iran, alle Canarie, sulle Ande sudamericane e in Islanda - e rinviate al deflagrare della guerra quando l'Ahnenerbe si vide assegnare altre missioni segrete. In una di queste, la follia varcò ogni limite: l'istituto moltiplicò orrendi esperimenti su soggetti umani per pretesi studi razziali e ricerche abominevoli furono usate per alimentare e giustificare l'Olocausto. Un passaggio spaventoso ben messo in evidenza nel nuovo libro di Heather Pringle tutto dedicato alla vicenda dell'Ahnenerbe (Il Piano occulto. La setta segreta delle Ss e la ricerca della razza ariana): un'opera densa che esce in libreria la prossima settimana e nella quale la nota saggista canadese ci indica quanto basta per rileggere una storia spesso solo associata a pura ciarlataneria o sciocco misticismo, ma che, in realtà, ebbe un ruolo non secondario nei piani himmleriani per lo stato nazista.
Le spedizioni promosse dal Reichsführer-Ss, spiega l'autrice, non dovevano solo impossessarsi di un passato lontano, ma impadronirsi del suo futuro. «Himmler, l'architetto della Soluzione finale», sostiene la Pringle, «aveva in mente di usare uomini alti e biondi delle Ss e donne selezionate per rigenerare in modo scientifico una stirpe ariana pura. Con la conoscenza raccolta dagli scienziati dell'Ahnenerbe, intendeva indottrinare le Ss al sapere, alla religione e alle pratiche di coltivazione delle antiche tribù germaniche, istruendoli a pensare come i loro antenati…». E per raggiungere questo scopo, era disposto a sacrificare le vite di milioni di persone. Gli ebrei, ma non solo. Si pensi al caso degli omosessuali. La semplice ipotesi che già i germani dell'età del ferro giustiziassero i membri della tribù accusati di omosessualità forniva a Himmler il tipo di giustificazione ricercata. «Gli omosessuali furono annegati nelle paludi», affermò al pubblico di Ss a Bad Tölz nel '37. Subito dopo moltissimi di quelli del suo tempo finirono in prigione, e almeno quindicimila - invece - nei campi di concentramento: sulle uniformi triangoli rosa per contraddistinguerli dagli altri. La loro sorte? La castrazione, esperimenti indescrivibili, la morte.
Sono molte le pagine che invitano a riflettere in questa ricostruzione monumentale che ha alla base l'esplorazione di una ventina di archivi tedeschi, tra i quali il Bundesarchiv di Berlino, ma anche in Norvegia, Finlandia, Svezia, Polonia, Gran Bretagna, Islanda e Russia. Una paziente ricerca accompagnata dalla caccia agli ultimi testimoni: inevitabilmente riluttanti. Sostando su alcuni fatti, come la ricerca segreta di Bruno Beger sull'identificazione dei tratti fisici degli ebrei culminata in uno dei più famigerati crimini del '900 (la Collezione di scheletri di ebrei, con migliaia di crani umani e di maschere mortuarie in gesso oggetti di business) si resta sconvolti. Vien da dire: ecco Satana. E invece i carnefici erano uomini. Come i tanti nominati in questo volume: capaci di varcare ogni limite di crudeltà, ogni confine morale, insensibili al grande Male che respiravano. Perché? Come fu possibile? Le domande non cessano di tormentare. Scrive Pringle: «Benché molti storici abbiano scritto delle tremende conseguenze di tali mancanze personali nel III Reich, credo che il terribile potere della scienza, e il modo in cui fu manipolata per giustificare alcune delle peggiori atrocità dell'Olocausto, sia un elemento ancora poco conosciuto di questa storia... Non possiamo permetterci di dimenticare questa lezione».
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