E' lecito parlare di religione nell'opera di Giacomo Leopardi, anche se il grande poeta di Recanati e' stato spesso dipinto dalla critica unicamente come l'assertore del nulla e dell'''infinita vanita' del tutto''. Nel pensiero di Leopardi Dio e' sempre presente anche se non lo riconosce oppure non lo nomina affatto. Lo afferma padre Ferdinando Castelli, critico letterario della Compagnia di Gesu', autore di un articolo che uscira' sul prossimo fascicolo della rivista ''La Civilta' Cattolica''.
Sulla scorta di due volumi di don Divo Barsotti, teologo e scrittore fiorentino morto nel 2006 all'eta' di 92 anni, padre Castelli condivide il giudizio che vuole quella di Leopardi ''una religione priva di contenuto dogmatico, dunque priva di Gesu'''. Eppure, negli idilli Leopardi mostra ''l'aspirazione a una realta' trascendente; cio' che la vista provoca, il silenzio indica e il ricordo suscita e' l'esistenza di un altro mondo che attrae tutta l'anima a se' e gia' in qualche modo misteriosamente si fa presente nel cuore''. Di qui il carattere ''eminentemente religioso, piu' che filosofico'' del pensiero leopardiano. Dio dunque, nell'analisi di padre Castelli, rimane il soggetto della poesia e del pensiero di Leopardi ''perche' tutto in lui rimanda a quello che e' oggetto e fine del desiderio, tanto piu' presente e vivo, dolorosamente, quanto meno e' creduto, quanto e' piu' negato''.
Se nei ''Canti'' e nelle ''Operette morali'' e' vano trovare un'adesione a Dio, nell'epistolario questo rapporto e' ricorrente, soprattutto nelle lettere al padre Monaldo. Il poeta ringrazia Dio per la salute, spera che Dio gli dia la possibilita' di rivedere i suoi, lo chiama a testimone di quanto dice, si rassegna alla sua volonta'. ''Nella lontananza infinita di Dio, il poeta senti' che la sua parola si perdeva soltanto nel silenzio'', scrive Barsotti, e la sua religione divenne rivolta. Contro chi? Contro l'autore dell'empieta' della natura, responsabile del dolore del mondo e dell'umiliazione dell'uomo. Non e' il Dio della rivelazione cristiana, non e' la natura, non e' un fantasma, poiche' l'ansia d'infinito e' reale, come reale e' l'aspirazione all'immortalita'. E' Dio? Chi e' Dio? Di fronte a queste domande, afferma tuttavia padre Castelli, ''Leopardi resta muto''.
Fonte: AdnKronos Cultura
Sulla scorta di due volumi di don Divo Barsotti, teologo e scrittore fiorentino morto nel 2006 all'eta' di 92 anni, padre Castelli condivide il giudizio che vuole quella di Leopardi ''una religione priva di contenuto dogmatico, dunque priva di Gesu'''. Eppure, negli idilli Leopardi mostra ''l'aspirazione a una realta' trascendente; cio' che la vista provoca, il silenzio indica e il ricordo suscita e' l'esistenza di un altro mondo che attrae tutta l'anima a se' e gia' in qualche modo misteriosamente si fa presente nel cuore''. Di qui il carattere ''eminentemente religioso, piu' che filosofico'' del pensiero leopardiano. Dio dunque, nell'analisi di padre Castelli, rimane il soggetto della poesia e del pensiero di Leopardi ''perche' tutto in lui rimanda a quello che e' oggetto e fine del desiderio, tanto piu' presente e vivo, dolorosamente, quanto meno e' creduto, quanto e' piu' negato''.
Se nei ''Canti'' e nelle ''Operette morali'' e' vano trovare un'adesione a Dio, nell'epistolario questo rapporto e' ricorrente, soprattutto nelle lettere al padre Monaldo. Il poeta ringrazia Dio per la salute, spera che Dio gli dia la possibilita' di rivedere i suoi, lo chiama a testimone di quanto dice, si rassegna alla sua volonta'. ''Nella lontananza infinita di Dio, il poeta senti' che la sua parola si perdeva soltanto nel silenzio'', scrive Barsotti, e la sua religione divenne rivolta. Contro chi? Contro l'autore dell'empieta' della natura, responsabile del dolore del mondo e dell'umiliazione dell'uomo. Non e' il Dio della rivelazione cristiana, non e' la natura, non e' un fantasma, poiche' l'ansia d'infinito e' reale, come reale e' l'aspirazione all'immortalita'. E' Dio? Chi e' Dio? Di fronte a queste domande, afferma tuttavia padre Castelli, ''Leopardi resta muto''.
Fonte: AdnKronos Cultura
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