Sossio Giametta si presenta con un nuovo libro di
saggi filosofici dal titolo L'oro prezioso dell'essere (Mursia, pagine 392, 18)
e già da questo titolo, come dal precedente Il bue squartato e altri macelli si
capisce che l'immaginazione dell'autore, come quella del suo maestro Nietzsche,
non è soltanto filosofica ma poetica. Anche in questo nuovo libro di Giametta
si parla delle cose ultime, di quelle su cui fin dalla più remota antichità si
è fantasticato, ma se ne parla con una pacata tranquillità, senza la nevrosi
stilistica e verbale di tanti filosofi, da Nietzsche ad Heidegger. Così questo
libro che cerca di rispondere a domande temerarie è però un libro facile e
leggibile, che porta serenità e non inquietudine. I problemi ardui che affronta
insomma non ci ossessionano ma sono guardati direi con una dolce e persuasiva
fermezza che a volte può apparire anche un po' presuntuosa. Si sente che c'è
dietro l'esperienza di chi «ha letto tutti i libri» e si sente che questi libri
sono stati metabolizzati da una coscienza che coraggiosamente si espone con la
propria individualità. Per analogia ho pensato a quegli esploratori che si
addentravano nel cuore di un'Africa sconosciuta alla ricerca delle sorgenti del
Nilo. Qui le sorgenti sono quelle del pensiero e della conoscenza, ma lo
spirito di avventura e la curiosità di sapere sono molto simili. Così ho letto
questo libro come si legge un libro di avventura dove si incontrano sul proprio
cammino non belve feroci, ma idee che richiedono, per essere affrontate,
controllo della mente e cuore intrepido. Mi esprimo in questo modo e faccio
questi paragoni perché io non sono un filosofo e non ho una mente filosofica,
ma i problemi ultimi mi appassionano come appassionano ogni uomo che vuol
«seguir virtute e canoscenza». E lo dico anche per sottolineare che questo
libro può leggerlo anche chi non è un addetto ai lavori. Nel retro di copertina
ci sono gli interrogativi cui Giametta cerca di rispondere: ne consiglio la
lettura perché è una buona introduzione.Giametta si muove nel vasto mare della
filosofia, percorso dalle correnti dei grandi pensatori, come un provetto
nuotatore, con un suo stile e capacità di resistenza. La cosa più riuscita del
suo libro è la scelta delle citazioni, che sono come tanti punti di appoggio al
suo ragionare, quasi che ognuno dei grandi filosofi da lui consultati, da
Nietzsche a Schopenhauer, da Spinoza a Kant, gli desse una mano per venire in
suo aiuto, e non solo per sostenere una sua tesi ma anche per portare a buon
fine un lavoro comune. E qui la voce dell'autore si unisce alle altre e «porta
la sua pietruzza». Che però a volte è una pietruzza che si insinua
temerariamente nell'ingranaggio del pensiero altrui ? anche se appartiene a uno
dei grandi maestri ? e lo fa inceppare scoprendone le contraddizioni e
rivelandole senza timore. Sente di poterlo fare perché spesso i sacri vasi di
erudizione quando si tratta di capire le cose della vita e quindi della
«filosofia sostanziosa» cadono nel «filosofese». Quella voce dice anche di
considerare Spinoza il creatore del sistema filosofico dell'Occidente, e lo
difende dall'incomprensione e dalle ingiurie dei suoi pur amati Nietzsche e
Schopenhauer. Dice che sei sono i suoi maestri, ma non si sottrae alla
tentazione di criticarli e di proporre soluzioni diverse ai problemi da essi
affrontati. Nel saggio «Come fu che intuii quello che avevo capito» racconta
come scoprì che Nietzsche non era solo un filosofo, un moralista, un poeta, un
profeta, uno psicologo, un diagnostico e un trasfiguratore della crisi europea
(il «tramonto dell'Occidente»), ma anche un genio religioso accomunabile a
Lutero.Ma Nietzsche, secondo Sossio Giametta, sviò la sua creatività religiosa
sulla strada sbagliata dell'eterno ritorno di tutte le cose, cadendo in un
fatalismo deprimente. Sono queste «alzate di testa», insieme a tante altre, quelle
che ho definito «pietruzze nell'ingranaggio», pietruzze che fanno però
risaltare i tratti originali e a volte fin troppo personali di un «critico dei
filosofi» come appare in questo suo ultimo libro Sossio Giametta.
La Capria Raffaele
Pagina 43
(29 marzo 2013) - Corriere della Sera
(29 marzo 2013) - Corriere della Sera
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