di Mario Iannacone
Abbiamo un’altra 'inchiesta' di Corrado Augias sui
misteri del Cristianesimo, questa volta su Maria. 'Inchiesta', termine
giornalistico, poliziesco-inquisitorio, poco adatto a un tema come questo,
tanto delicato, che tocca teologia, spiritualità, sociologia, filosofia e i
sentimenti più profondi.
Inchiesta su Maria è
stato firmato con Marco Vannini. L’inquirente Augias domanda e lo studioso
'indipendente' risponde. L’introduzione affastella episodi di devozione che
dovrebbero dimostrare la natura 'pagana' del culto mariano. Poi il primo
capitolo miscela abilmente captatio
benevolentiae (tema
«difficile», «carico d’immense valenze affettive » ecc.) con un’ironia appena
raffrenata: Maria, creatura terrena, è madre di un Dio «triplice » composto da
tre Persone che «ha scelto per ragioni imperscrutabili un certo tempo e un
certo pianeta tra miliardi» per prendere corpo nel ventre di un’ebrea
adolescente. Questa sottile canzonatura cosmologica non sfugga: è una chiave
del libro. Augias chiede a Vannini di voler «capire come e perché sia stata
costruita un’immagine come quella di Maria sulla quale sono state concentrate
un’inverosimile quantità di funzioni, qualità e prerogative simboliche ».
Quella parola, «costruzione», accostata a «inverosimile » dà una seconda
chiave. Se «costruzione», in ambito storico, può avere la sua ragione, in un
libro 'divulgativo', che si muove tra teologia e psicanalisi, storia sociale e
cospirazionismo teologico, la stessa parola si legge «falsificazione». Il libro
si sviluppa in una serie abbondante (horror vacui ?)di
percorsi saltando dalla verginità perpetua alla nascita senza macchia, al
racconto di Matteo e Luca, a maldicenze (Maria figlia di un soldato romano), al
'misterioso' Giovanni, la nascita di Gesù (uomo, non Figlio di Dio) e poi le
apparizioni, i dogmi (come l’Immacolata Concezione) sino a piombare
frettolosamente sul tema della Grande Madre che oggi non può mancare in certa
divulgazione. In fin dei conti la parte che si sofferma sulla Maria del
Cristianesimo, prima di passare ad altro, è composta da 160 pagine. Poche per
un’onesta e approfondita 'inchiesta', abbastanza per chi vuole riconfermare i
proprio pregiudizi. Sono libri comodi, da questo punto di vista, però il
segmento di mercato è saturo e non si comprende perché preferire questo ad
altri (più seri? Ma sì, qui si torna a parlare di Dan Brown…). L’intera storia
della Salvezza dal punto di vista di Maria viene trattata troppo velocemente.
In una corsa frenetica vengono sollevati e liquidati argomenti capitali, sui
quali le migliori menti del pensiero credente si sono interrogate per secoli,
escludendo le mille sottigliezze della mariologia e le concordanze, i misteri
di cui la storia è disseminata. Un sunto asfittico, insomma, dove anche qualche
pagina interessante (il capitolo legato all’iconografia) è ficcata in un
impianto concettuale frettoloso, superficiale, che poco spiega, tanto
ingarbuglia e tralascia. Si cita san Giovanni della Croce che affermava che la
vera fede è «notte oscura», cioè non necessita di supporti e mediazioni. Per
ogni Natale Giovanni inscenava nei monasteri andalusi la nascita di Gesù, con
la Vergine e il bambinello. Uno dei massimi mistici cristiani scelse l’Ordine
dedicato alla Madonna, nel quale si coltivava la devozione dell’Immacolata
Concezione: ecco, nella fretta si tralasciano particolari importanti.