11/02/13

“Questa mia gioia è piena, io devo diminuire perché lui deve crescere”

Venne un uomo mandato da Dio:
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.

3 commenti:

  1. Tra le parole pronunciate ieri:
    "so bene che questo ministero, per la sua natura spirituale, dev’essere esercitato non solo agendo e parlando, ma non di meno anche soffrendo e pregando."

    ...

    Paolo M.

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  2. L'immagine di Giovanni Il Battista è forte ed evocativa e forse...di grande attualità?

    Che Benedetto XVI in cuor suo, abbia compreso che, per adempiere alla sua missione, debba 'diminuire' Lui stesso per permettere a Gesù di 'crescere' in seno alla Chiesa?

    Che questa possa essere la vera interpretazione delle dimissioni del Santo Padre? Alla faccia di chi (come anche il sottoscritto) ha inizialmente pensato a tale scelta come ad una scelta un pò paurosa e vile (e di 'morettiana' memoria?)?

    Il riconoscersi deboli è qui davvero segno di forza come dice S. Paolo?

    Che la Chiesa debba essere consegnata nelle mani di qualcuno più 'forte' per poterla guidare in tempi (i prossimi) che si preannunciano come i più duri mai vissuti dalla Chiesa?

    Che la testa del Battista, sia in qualche modo il simbolo delle dimissioni di Benedetto XVI?

    Che Benedetto XVI abbia voluto dirci e fare tutto questo, segnando la fine del suo pontificato? Diminuire per permettere a Gesù di crescere, riconoscendo il proprio limite e lasciando la guida della Chiesa a qualcuno che la sappia guidare nell'ultimo e più periglioso periodo della Sua storia?

    Non mi restano che queste domande, mentre rimango in attesa, ma vigile, dei prossimi eventi.

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  3. In tivvù come sul web, in buona parte, si è alzato un coro di sostegno e giustificazione per l'abdicazione del Santo Padre. Si sono usati toni forti, si sono usati aggettivi come "coraggioso", "umile" etc. etc.. Se uno si sente fiacco e vecchio, molla tutto... La vecchiaia non è più un tabù e quindi ben vengano le dimissioni se un'alta carica istituzionale lascia la cadrega. Già, già. La Chiesa, però, non è una istituzione come le altre, o sbaglio? La Chiesa è il corpo mistico di Cristo e il Papa è il ricettacolo dell'influenza spirituale e trascendente di Gesù: da persona a persona. Il suo non è un mandato qualsiasi, che dopo un numero relativo di anni scade. Non sono un teologo e non mi esprimo con un lessico adeguato, ma ci siamo capiti. La missione di un pontefice non è facile, certo, se compiuta con fede e intelligenza. Dio colma le lacune, ripara gli effetti delle cadute, di ogni uomo che sale sul soglio petrino. Come del resto un buon padre di famiglia, che di fronte ai problemi quotidiani, ai pochi soldi a disposizione, alle malattie dei figli, insieme alla madre affrontano con coraggio e forza le prove della vita. A volte non ci si fa, e io in quanto padre so quello che dico, non ci si fa ad arrivare alla fine del mese, eppure si deve pur apparecchiare la tavola, comprare le scarpe ai figli, fare a meno pure del necessario pur di non far mancare nulla alla famiglia. Tante volte mi son trovato ad invocare Cristo per avere luce, il coraggio e la volontà ce le mettevo io. Tiremmo innanzi, mi diceva mia mamma, fino al 13 Luglio scorso, quando è passata a miglior vita dopo una malattia durata sette anni, malattia che non perdona. Mi diceva: quando vedi tutto buio, senti Gesù che accende Lui la luce.

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