Julius Evola, I testi del Roma. A cura di Vincenzo Campagna, pp. 568, Edizioni di Ar, euro 60,00
"Gli scritti che, tra il 1934 e il 1973, Julius Evola, compone per il Roma manifestano - nota Piero Di Vona nella sua introduzione - l'evidente volontà di comunicare con il popolo. Negli auspici dell'Autore, il popolo era il ricettacolo della tradizione; era una energia di carne e voci e nervi latente, in attesa dell'ideale che l'animasse e della decisione che lo muovesse; era il compendio, sovente inconsapevole, di una spontanea resistenza alle oligarchie che hanno pervertito la storia ultima; era infine un contingente di riserva, capace talora di forza e fervore, pur rudi. Aristocrate magnanimo e vigoroso, per essenza e non per polverosi echi araldici, Evola rivolse al popolo parole accensive e pensieri divampanti: le parole dell'anima e i pensieri dello spirito universale, supremo e intimo, ineffabile e istintivo, che, per la propria causa (né buona né cattiva, ma la semplice e sola), non distingue tra guerra e pace, non discrimina tra odio e amore".
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