L’«Osservatore Romano» rilancia l’idea che il Vangelo sia giunto agli indios prima dello sbarco dei «conquistadores».
«Bartolomeo de Las Casas – ricorda il giornale – registrò notizie sulla presenza di croci in Yucatan e di culti trinitari in Chiapas, nonché sulle orme di san Tommaso in Brasile, lamentando la mancanza di testimonianze dirette sull’evangelizzazione previa, che avrebbe costituito un argomento a favore della sua tesi della naturale religiosità indigena. In Brasile, il gesuita Manuel de Nobrega nel 1549 raccolse testimonianze dal Paraguay. Anche in Perù i racconti indigeni riferivano di un predicatore presso il lago Titicaca». Secondo lo storico Luigi Guarnieri Calò Carducci, «le testimonianze tracciavano così un possibile itinerario pastorale in tempi preispanici di un apostolo attraverso il continente: Viracocha, questo il suo nome, era descritto come un uomo alto, vestito di bianco e con un libro in mano».
Addendum
Viracocha (o Con Tiqui Viracocha) era una delle principali divinità inca. Era considerato come lo Splendore Originario o Il signore, il Maestro del Mondo. In realtà era la prima divinità degli antichi Tiwanaku, popolazione proveniente dal Lago Titicaca. Si narra che fosse sorto dalle acque e che avesse creato il cielo e la terra. Secondo un mito, Viracocha non solo avrebbe creato gli umani, ma li avrebbe anche distrutti per poi ricrearli dalla roccia e gettarli ai quattro angoli del mondo. Dopo aver insegnato agli uomini a sopravvivere, avrebbe preso il mantello, ne avrebbe fatto una barca e avrebbe salpato l'Oceano Pacifico. Il culto rivolto al dio creatore supponeva concetti astratti e intellettuali, per questo era destinato solo alla nobiltà. Viracocha, come altri dei, era un dio nomade ed aveva un compagno alato, l'uccello Inti, una specie di pennuto magico, conoscitore del presente e del futuro. Come viene descritto in alcuni resoconti dati ai primi conquistadores spagnoli, Viracocha aveva la pelle chiara e gli occhi azzurri, era alto di statura e aveva capigliatura e barba bionde o bianche, indossava una lunga tunica bianca con una cintura in vita.
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