GIOVANNI DE LUNA – PROFESSORE DI STORIA ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO
Mi perdoni il Professor Giovanni De Luna se mi permetto di interferire nella sua scienza; ma, a mio modo di vedere, la storia del suo recente articolo su Il Messaggero del 25 aprile scorso non l’ha approfondita, almeno in alcuni particolari. E questo ad esser buoni.
Mi riferisco al titolo del citato articolo, che attesta: “LA STORIA HA GIA’ GIUDICATO (???) – Senza Salò non ci sarebbero state le deportazioni degli ebrei italiani”. Chiedo:che c’entra Salò che è un paesino? Forse il Professor De Luna voleva scrivere: Senza la Repubblica Sociale Italiana non ci sarebbero state ecc., ecc..
Tempo fa terminai un mio precedente lavoro con queste parole: “Anche il più sprovveduto dei miei lettori comprenderà bene i motivi per i quali quell’uomo viene ogni momento, da più di sessant’anni dalla morte (dal suo assassinio), crocifisso da questa masnada di ladroni. E se qualcuno ancora non ha preso conoscenza di ciò, allora, da buon cristiano, l’avverto: si faccia curare”.
Il professor De Luna inizia con queste parole: <Il 25 aprile non ha bisogno di rivisitazioni e di puntualizzazioni, perché la ricerca e il giudizio storico su quel periodo sono ormai consolidati (…)>.
E no, caro professore, è il solito bla…bla…bla che sa tanto di vulgata resistenziale. E ancora una volta no, perché il Suo asserto che “la storia ha già giudicato” è completamente privo di senso: infatti, quando mai la Storia GIUDICA? E ancora una volta “no” perché fra le “libertà” che vi vantate di aver “riconquistato” c’è anche quella che riguarda l’informazione. Prendo ad esempio la più potente forma dell’informazione di oggi, cioé la televisione, e la sfido, Professore, a indicarmi una sola, fra le mille e mille volte, che trattando del tema Mussolini e fascismo, si sono messe, anche una sola volta a confronto le due parti. Mai. E’ sempre stato un monologo. E’ l’attuale sistema. LA STORIA SI PERMETTE DI CONDANNARE: ma è la vostra storia, che non ha nulla a che vedere con la VERA STORIA, quella basata su documentazioni e fatti.
E veniamo agli ebrei e a Salò.
Dopo la fuga (8 settembre 1943) di Vittorio Emanuele III e dell’illegittimo Governo Badoglio (illegittimo, perché tale era), fuga nelle braccia dell’ancora nemico anglo-americano, venne lasciata ai tedeschi, in verità un po’ incacchiatelli, buona parte della Penisola. Forse il Professore sosterrebbe che sarebbe stato preferibile se i tedeschi avessero governato l’Italia con i loro metodi – tipo Polonia – anziché avere un Governo italiano?
Forse il Professor De Luna non ricorda quanto ha scritto Renzo De Felice nel suo Mussolini l’alleato, pag. 60: <Se Mussolini non avesse accettato, Hitler avrebbe fatto dell’Italia terra bruciata, come, del resto, dopo il suo tradimento essa meritava>. Avrebbe preferito questa soluzione il Professor De Luna?
E andiamo ai fatti.
Ho scritto diversi articoli sull’argomento Ebrei-Fascismo ed anche un libro, Uno schermo protettore, ma, grazie alle libertà riconquistate, sia gli uni (gli articoli) che l’altro (il libro) hanno trovato solo coraggiosi giornali, ovviamente limitati nella tiratura, ed editori con scarsa diffusione. E questo, ripeto, grazie alla riconquistata libertà.
La Storia, almeno dal mio punto di vista, diventa scienza esatta quando vengono fissati i quattro cardini di base: fatti e date da una parte, cause ed effetti dall’altra. Al di fuori non c’è Storia, ma fantasia.
Sia nei miei articoli che nel mio libro ho raccolto una massa di documenti che dimostrano come Mussolini e il Fascismo non solo non perseguitarono gli Ebrei, ma li salvarono. E questo si ripeté anche nella Repubblica Sociale Italiana (altro che “Salò”), anche se, grazie alla coraggiosa fuga dell’illegittimo Governo Badoglio, le cose si fecero un pochino più difficoltose per la presenza tedesca che divenne ingombrante proprio dopo l’8 settembre.
I documenti dimostrano - e lo ripeto – che, prima di quell’infausta data, nonostante le pressanti richieste dei tedeschi, nonostante le vigenti leggi razziali, MAI UN EBREO FU CONSEGNATO AI TEDESCHI, né quelli in Francia, né quelli in Jugoslavia o in Grecia, né, tanto meno, quelli italiani.
La storica ebrea Rosa Paini (I sentieri della speranza) attesta: <L’8 settembre ’43 segnò per l’Italia l’inizio del dramma che nessuno aveva immaginato e voluto (…). Per gli ebrei stranieri e italiani incominciava una nuova tragedia>.
E allora, quando avvenne che i tedeschi entrarono nel ghetto di Roma portandosi via un migliaio di ebrei? Egregio Professore, il 16 ottobre 1943, quando Mussolini era stato appena liberato ed il suo Governo non era, quindi, ancora in condizione di operare.
Ecco quanto ha scritto Werner Neulen: <La resistenza italiana alla ‘soluzione finale’ assunse la forma di un sabotaggio ufficioso. Si ebbero, inoltre, ripetuti tentativi di liquidare le bande fasciste che collaboravano con le SS alla caccia degli ebrei (nell’ottobre 1944 Pietro Koch, uno dei peggiori protetti di Kappler, fu arrestato e imprigionato su ordine di Mussolini>.
E veniamo al 16 ottobre 1943, quando a seguito di un Dispaccio telegrafico dal Westfalen, del 9.10.1943, n° 1645 i tedeschi (per la verità erano austriaci) entrarono nel ghetto di Roma. Le testimonianze più valide vengono da coloro che quelle tristissime esperienze le vissero. Chi incontrarono le SS nel ghetto a difendere quei disgraziati? Gli eroici partigiani? Ma quando mai! Un uomo in Camicia nera, Ferdinando Natoni che <si fece avanti verso i tedeschi con decisione e mostrando la sua divisa, li invitò con fermezza ad andarsene: cosa che fecero scusandosi per il disturbo arrecato>. Questa è una testimonianza che abbiamo raccolto ed è contenuta, con maggiori particolari, nel mio libro. Essa proviene da quanto mi hanno dichiarato due sorelle, le signore Marina e Mirella Limentani, ebree salvate, appunto dal fascista Natoni, morto a 96 anni e, come ci ha riferito la figlia, signora Anna
C’era anche la milizia fascista accanto alle SS nell’operazione del Ghetto? Chi lo dichiara, attesta un falso. E c’è un documento, il rapporto ufficiale inviato da Kappler a razzia conclusa a Wolff, comandante delle SS in Italia, che attesta : <In vista dell’assoluta sfiducia della polizia italiana qualora impiegata in azioni del genere, non si è ritenuto opportuno invitarla a partecipare>.
Il caso Natoni non fu davvero isolato. A parte alcuni fascisti fanatici antisemiti come Interlandi, Preziosi, Koch e pochissimi altri, i fascisti, anche nella difficilissima situazione che la defezione di Badoglio aveva creato nell’Italia del centro Nord, si prodigarono nella salvezza degli ebrei. Per motivi di spazio posso ricordarne solo alcuni: Guelfo Zamboni, console a Salonicco, Giorgio Perlasca finto diplomatico spagnolo a Budapest, Giovanni Palatucci, questore di Fiume, Guido Leto, già capo dell’Ovra e tanti altri che dimostrano che sia Mussolini che tutti i fascisti si adoperarono per fare da “Scudo protettore” degli ebrei. Il professore De Luna sa che il fascistissimo Roberto Farinacci nascose nella sua tipografia due ebrei: Emanuele Tornagli e la signora Iole Foà? Sa che Giorgio Almirante, ex Capo di Gabinetto del Ministro Mezzasoma e futuro Segretario del Msi nel periodo 1944, aprile 1945 nascose la famiglia dell’ingegner Emanuele Levi? Sa che fra le centinaia di migliaia di giovani e meno giovani che si arruolarono nelle file delle Forze Armate della Rsi, c’erano tanti ebrei? Come è stato scritto da Bruno Casalbono, sul periodico Oltre, del febbraio 1993: <Va subito detto che gli italiani, nei riguardi del popolo ebraico, non hanno alcuna colpa da farsi perdonare (…). Nella mia Compagnia, in Rsi, composta da 110 Granatieri di Sardegna, tre erano ebrei, in divisa come noi, armati come noi, che combattevano come noi e con noi>. Casalbono ricorda anche: <Gli ebrei che hanno dimenticato il bene ricevuto dalle Autorità fasciste, stanno al gioco soffiando sul fuoco acceso da chi ha molto da perdere>.
La stessa testimonianza ci è stata rilasciata da Gregorio Misciattelli, ex ufficiale della Legione ‘M’ d’assalto Tagliamento, composta dai più convinti giovani fascisti, ebbene, nella Compagnia c’erano alcuni ebrei.
Un caso davvero singolare riguarda un ebreo austriaco rifugiatosi in Italia dopo l’Anschluss, il tenente Karl Reier che chiese e ottenne la nostra cittadinanza. Allo scoppio del conflitto si arruolò nell’aviazione italiana:
Mi auguro che queste poche righe risultino sufficientemente chiare per dimostrare quanto fosse trascurata e di nessuna importanza per i fascisti la questione ebraica. Nel contempo, risulti chiaro che quegli infelici ebrei italiani – e non solo italiani – che vennero trasportati nei lager dell’Est, furono di fatto consegnati ai tedeschi dal primo Governo antifascista.
Mussolini stesso si distinse nell’opera di condanna e lo scrive uno storico israeliano, Meir Michelis (Mussolini e la questione ebraica, pag. 377): <Parlando con il professor George Zachariae, il suo consulente medico, nel febbraio 1944, Mussolini deplorò la follia razzista di Hitler: “Io non sono un antisemita e riconosco che scienziati e tecnici ebrei hanno dato al mondo alcune individualità eccezionali. Non posso approvare la maniera con cui è stato risolto in Germania il problema ebraico, perché i metodi adottati non sono conciliabili con la libera vita del mondo civile e ridondano a danno dell’onore tedesco>.
Chi scrive queste note si riconosce su quanto disse il Duce. Però, faccio un appello ai vari, tanti, troppi Professori De Luna: smettete di fare la storia su misura, così come ordinato da questa classe di disonesti e incapaci. Smettete di ingannare il popolo italiano e non solo quello italiano: Mussolini non era Hitler, il fascismo non era né nazionalsocialismo né comunismo.
Caro professor Luna, a detta di tanti studiosi non allineati, il fascismo era portatore di un nuovo Rinascimento.
Altro che male assoluto.
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