È piuttosto difficile che la «Poesia» venga riconosciuta come «Profezia », ed è ancora meno frequente che faccia rima con «Economia», ma è proprio quello che è appena successo sulle pagine economiche del «New York Times», un luogo scarsamente frequentato da poeti e artisti in genere. Lo scorso 10 febbraio, i celebri versi di Ezra Pound contro l’Usura campeggiavano in apertura di un articolo dedicato alla crisi dei mutui subprime, in cui veniva riconosciuta a Pound una formidabile lungimiranza, spesso scambiata per pazzia, nell’indicare la speculazione finanziaria come il vero nemico dell’uomo. Scrive Ben Stein, l’autore del pezzo, che i versi del Canto 45 gli sono venuti in mente cercando di capire che cosa significasse davvero la crisi del mercato immobiliare che sta travolgendo l’economia statunitense: «Con Usura – ammoniva il Poeta – nessuno ha una solida casa / di pietra squadrata e liscia / (…) Con Usura non si dipinge per tenersi arte in casa, / ma per vendere e vendere presto e con profitto». Riconoscimento tardivo, ma comunque gradito, ora che anche le sue teorie economiche sono studiate dalle Università, come testimonia il bel volume sulla sua «Economic Correspondence», a cura di Roxana Preda, edito dalla University Press of Florida.
(Autore: L.Gall.)
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