Il Gran Maestro del Grande Oriente
Democratico Gioele Magaldi racconta le alchimie che si agitano
dietro le quinte del nostro governo e le vere ragioni della crisi.
Lo sapevate
che Enrico Letta, il nostro presidente del consiglio, è un para-massone? Non un
massone. Non è affiliato alla massoneria. Però, in qualche modo ne fa parte,
seguendone gli schemi, i ragionamenti e le strategie. Che cosa vuol dire, che
le decisioni che prende sono eterodirette?
Per capirne
di più, partiamo da una società para-massonica, la cui tradizione deriva
direttamente dalla fine del XVIII secolo: il Council on Foreign Relations o
Cfr.
Questo tipo
di associazioni possono essere definite para-massoniche in quanto sono sempre
fondate da un nucleo ristretto di Liberi Muratori, i quali poi coinvolgono
nelle loro attività sociali anche non-massoni (cosa che non potrebbero fare in
Loggia, dove si può accedere soltanto dopo un lungo percorso preparatorio e una
iniziazione ufficiale di tipo misteriosofico) per finalità più direttamente
politiche, diplomatiche, civili, culturali o economiche di quanto
(ufficialmente) può concedersi di fare una singola officina libero-muratoria o
una federazione di logge (Comunione o Obbedienza che dir si voglia), vincolate
a determinati principi rituali e sapienziali che limitano l’intervento diretto
nelle questioni della Polis nazionale, inter-nazionale o globale.
È un po’
come il noto principio ecclesiastico cattolico in uso fino a secoli recenti,
secondo cui “Ecclesia abhorret a sanguine” (“La Chiesa aborre lo spargimento di
sangue”) e dunque, anche quando prescriveva di fatto la condanna a morte di
qualcuno, essa veniva ufficialmente eseguita da una qualche forma di potere
civile che recepiva le indicazioni superiori di matrice ierocratica.
Alcune
organizzazioni massoniche si comportano analogamente, con non minore ipocrisia,
per quello che attiene a questioni di politica, religione, diplomazia, economia
e finanza.
Esse, cioè, dichiarano la loro trascendenza esoterico-spirituale rispetto a
questo tipo di interessi, e tuttavia delegano con minuzia strategica ad
associazioni specifiche l’esecuzione dei propri desiderata.
Rimane il
fatto, però, che, immancabilmente, queste società (segrete o palesi)
para-massoniche sono sempre dirette (in modo riservato e più o meno velato) da
una ristretta cerchia di massoni: i non-massoni vi figurano come comprimari
subalterni, compagni di viaggio, semplici ospiti occasionali, anche se si
tratta di personalità ragguardevoli, a livello nazionale o internazionale,
della politica, dei media, della diplomazia, dell’industria, della finanza,
della cultura.
Nella prima
parte dell’Ottocento, le principali società-paramassoniche (in questo caso, in
gran parte segrete, dovendo lottare contro regimi assolutistici, tirannici,
illiberali e anti-democratici) furono gli Adelfi, i Filadelfi, i Sublimi
Maestri Perfetti, la Filikí Etería, la Giovine Italia, la Giovine Europa, il
B’nai B’rith (società non segreta) e naturalmente la Carboneria, organizzazione
inter-continentale (diffusa in Sud e Nord America, oltre che in tutta Europa),
che costituì il più poderoso braccio armato del circuito massonico
progressista.
Tra fine XIX
e XX secolo vengono fondate nuove tipologie (non più segrete, ma solo riservate
nella struttura, nel funzionamento e nelle finalità più importanti) di
associazioni para-massoniche.
Nascono così il Bohemian Club (1872, a San Francisco), la Fabian Society
(costituita a Londra nel 1884), la Pilgrims’ Society britannica (1902) e la
Pilgrims’ Society statunitense (1903), il Round Table movement (1909, con il
cerchio interno della Society of the Elect), il Royal Institute of
International Affairs o Chatam House di Londra (1920), il Council on Foreign
Relations (1921) con sedi a New York e a Washington, il Lucis Trust (1920-22,
attualmente con sedi a New York, Londra e Ginevra, è anche membro del Consiglio
economico e sociale dell’Onu), il Tavistock Institute of Human Relations
(1947), la Mont Pelerin Society (1947), il Bilderberg Group (1954), la Ditchley
Foundation (1957), la Trilateral Commission (1973), il Group of Thirty (1978),
il Bruegel (2005) ed altre ancora.
I
partecipanti tecnicamente non massoni a queste società paramassoniche sono
considerati dei “profani utili”.
Quelli che vengono invitati una tantum alle riunioni
esterne dei club para-massonici come il Bilderberg Group, la Trilateral
Commission, il Cfr, il Riia, non rivestono una grande importanza nell’ambito di
questi consessi e la loro utilizzazione (da parte dei Fratelli Muratori che
controllano rigorosamente i citati club para-massonici) è contingente e
limitata.
Coloro che
invece vengono convocati stabilmente e utilizzati con qualche frequenza per
qualche operazione politico-diplomatica, economico-finanziaria o mediatica,
godono di una più ampia considerazione e ricevono benefici maggiori di quei
profani che solo una o due volte siano stati invitati.
Quei
soggetti, maschi e femmine che, pur senza avere compiuto il rito d’iniziazione
massonico propriamente detto, vengono cooptati come membri a tutti gli effetti
di queste società para-massoniche sovra-nazionali, sono considerati dei
Para-Massoni, una specie di fratellastri, i quali non avranno mai un ruolo di
indirizzo gestionale o strategico in capo alle varie associazioni mondialiste
di cui sono parte (tale ruolo è riservato esclusivamente a Massoni passati per
il gabinetto di riflessione e tra le colonne Jachin e Boaz), ma vi manterranno
comunque un ruolo servizievole e utile (per sé e la propria carriera/sorte
personale; per gli altri, specie per i danti causa/mandanti in grembiulino),
ancorché subalterno.
Ma c’è modo
e modo di essere subalterni: alcuni rimangono per tutta la vita dei “camerieri”
(anche se di rango elevato), altri possono arrivare ad essere dei “caposala”,
qualcuno più fortunato può persino trovarsi ad impersonare un ruolo di
“maggiordomo” o “gran ciambellano”.
Tuttavia, i
ruoli veramente direttivi e strategici sono riservati ai Fratelli Liberi
Muratori propriamente detti, che non solo sono all’origine di tali società
para-massoniche (avendole costituite), ma ne mantengono sempre il ferreo
controllo, di generazione in generazione, attraverso un lascito che non è
familiare in senso profano, ma di precipua ascendenza spirituale-iniziatica.
Il perfetto
Para-Massone, in questi contesti, solitamente deve essere una persona
ambiziosa, ma anche servile e cosciente dei propri limiti e della propria
subalternità rispetto a chi sia Massone a tutti gli effetti; una persona furba
e sveglia più che veramente intelligente, piena di spirito di iniziativa ma
senza grandi idee o principi troppo radicati.
Il perfetto Para-Massone non deve
avere una Weltanschauung troppo complessa e raffinata, ma in compenso deve
essere un infaticabile collettore e/o organizzatore di visioni e proposte
(tanto teorico-intellettuali che pratico-operative) semplificanti e
trasversali.
Naturalmente,
stiamo parlando di para-massoni e massoni che costituiscano l’élite globale
sovra-nazionale.
Tutto ciò
premesso, dichiariamo e riconosciamo ufficialmente e pubblicamente che Enrico
Letta è quasi un perfetto Para-Massone.
Ciò, a differenza di suo zio Gianni Letta, che non è
mai stato direttamente cooptato in seno ad associazioni para-massoniche
sovra-nazionali, ma che ha comunque ottenuto a suo tempo la sua peculiare
iniziazione libero-muratoria, ottimo viatico per mediare da par suo fra
interessi massonici conservatori e altrettante istanze di matrice reazionaria e
ascendenza curiale e opusiana (cioè di ambiente Opus Dei).
Nel caso del
giovane Enrico, Letta Junior, gravitante nell’area delle associazioni
para-massoniche Bilderberg Group e Trilateral Commission. Abbiamo dunque a che
fare con un individuo che, proprio in virtù della propria mediocrità
intellettuale, dell’assenza di idee che non siano del tutto banali, conformiste
e rabberciate nel solco del pensiero politico ed economico mainstream, del
proprio carattere diplomatico, servile e opportunista (rispetto ad ogni potere
forte e costituito), è stato da anni prescelto come uno dei più promettenti
allievi Para-Massoni per l’Italia, da parte di coloro che fanno “girare la
ruota” in Europa, in Occidente e nel Mondo, da qualche decennio.
Questi
attuali “volgitori della ruota” (“chakravartin”), dopo circa due secoli e mezzo
di ininterrotta egemonia della Libera Muratoria progressista (creatrice delle
moderne società aperte fondate su stato di diritto, parlamenti rappresentativi,
laicità delle istituzioni, trinomio Libertà, Fratellanza Uguaglianza, diritto
al lavoro e alla dignità personale per ogni cittadino), sono alcuni estesi e
influenti gruppi di Massoni contro-iniziati, reazionari e conservatori,
desiderosi di realizzare una graduale ma inesorabile involuzione illiberale,
anti-democratica, tecnocratica e neo-oligarchica nella gestione della res
publica occidentale (fuori dal sistema politico occidentale non è ancora mai
esistita né la democrazia né la società aperta laica, libera e pluralista).
Questi
attuali “volgitori della ruota” (“chakravartin”) stanno mettendo in atto non
già un complotto o una cospirazione occulta, bensì un progetto che è
potenzialmente sotto gli occhi di tutti, salvo per coloro che si rifiutino di
guardare.
Del resto, come insegna un vecchio motto di matrice iniziatica, non c’è
verità fattuale meglio occultata di quella che sia esposta in bella evidenza,
in un contesto in cui i potenziali osservatori siano distratti da svariati
giochi d’artificio, collocati sapientemente da chi sappia come sviare
quotidianamente l’attenzione.
L’Europa è
un laboratorio a cielo aperto di questo progetto di involuzione tecnocratica,
illiberale, anti-democratica e neo-oligarchica nella gestione della res publica
occidentale.
La Grecia (e
con essa Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia, ciascuno a suo modo) è un
laboratorio nel laboratorio, onde sperimentare fin dove ci si possa spingere
nell’imporre, tramite la manipolazione mediatica diuturna, reiterata e
pervasiva, una macelleria sociale inesorabile e assoluta. Qualcosa che possa
trasformare gradualmente i cittadini europei, orgogliosi e consapevoli dei
propri diritti, in sudditi depressi, frustrati e rassegnati al proprio destino
di subalternità ad una nuova aristocrazia dello spirito (e non del lignaggio,
come era ancora nel XVIII secolo) che è anche oligarchia nel controllo della
finanza, dei media, dell’eurotecnocrazia, della casta di piccoli cortigiani
insipienti e vili che costituiscono gli attuali ceti politici (di destra,
centro e sedicente sinistra) del Vecchio Continente tutto.
Laboratori
per creare la de-industrializzazione sistematica di questi Paesi, per far fallire
aziende e licenziare lavoratori, far crollare i consumi e dunque far crollare
la domanda di merci e servizi e, con tale crollo, come in un diabolico circolo
vizioso, far fallire ulteriori aziende, che non sanno più a chi vendere i
propri prodotti sul mercato interno.
Crisi delle
aziende e dei lavoratori, ma crisi anche dei liberi professionisti, che
lavorano sempre meno e i cui clienti diminuiscono a vista d’occhio o non hanno
più soldi per pagare i servizi richiesti.
E il circolo diabolico e vizioso continua, perché
anche i liberi professionisti, al pari di ex imprenditori o ex lavoratori (ora
disoccupati) sono costretti a consumare di meno.
A chi giova
tutto ciò? Giova a chi ha speculato per mesi e mesi sulle differenze tra i
rendimenti dei vari titoli di Stato delle nazioni europee (sarebbe bastato
creare degli eurobond, cioè dei titoli di stato europei unificati, per far
cessare all’istante qualsivoglia speculazione sul famigerato spread); giova a
chi ha i mezzi per acquisire aziende dei vari Paesi in crisi a prezzi di saldo;
giova a chi si accinge ad acquistare a prezzi vantaggiosi e stracciati beni e
aziende di Stato messi in vendita a quattro soldi per fare cassa e favorire
amici e amici degli amici di amministratori pubblici corrotti e infingardi; giova
a chi si accinge a speculare sulla privatizzazione di servizi pubblici
essenziali per la vita quotidiana; giova a chi desidera avere, nel cuore
dell’Europa e dell’Occidente, una massa enorme di disoccupati disperati,
rassegnati a costituire una manodopera a buon mercato per i nuovi padroni
sovra-nazionali dei mezzi di produzione locali, acquisiti a prezzo di favore
proprio grazie alla crisi; giova a chi ha progettato una de-strutturazione
sociale e politica delle lande europee, ri-trasformando i cittadini in sudditi
con gli occhi rivolti al basso e solleciti soprattutto della propria
sopravvivenza materiale, in modo tale che la sovranità, dal popolo, venga
dirottata de facto (salvando le forme esteriori della democrazia, ma
svuotandole di senso e contenuti) verso nuovi aristoi, padroni e sorveglianti
elitari di un nuovo perimetro concreto del Potere, in cui la stessa politica
rappresentativa dei partiti-movimenti sia decisamente subalterna ad ambienti
altri, esterni e sopra-elevati rispetto ad essa.
Fonte
: popoff.globalist.it
Nel leggere questo pessimistico, quanto probabilmente, realistico scenario, mi viene quasi da rimpiangere che col finire del 2012 non ci abbia travolto un bel cataclisma...
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