10/09/12

Il decalogo secondo Baharier Haim

Le dieci parole. Il decalogo come non lo hai mai sentito raccontare
di Baharier Haim,
Ed. San Paolo, 2011.

Descrizione

Il rabbino più noto d'Italia, "il pensatore che fa volare": molte sono le definizioni per Haim Baharier, che da anni riempie i teatri d'Italia con i suoi spettacoli, a metà strada tra lezioni e dialoghi filosofici. In questo nuovo libro Baharier offre un'originale rilettura del Decalogo, operata con la verve, l'arguzia e la profondità della grande tradizione ebraica. "Parlare di Dieci Comandamenti mi pare ingiusto. Non ci sono imperativi, nessuna imposizione. Quei verbi portano promesse che si realizzano". Quindi non imperativi, ma promesse; ecco la tesi di base su cui Baharier sviluppa un percorso di lettura personale che ribalta la concezione classica dei dieci comandamenti e ci propone una rilettura del decalogo come non lo abbiamo mai sentito raccontare.


11 commenti:

  1. Molto interessante, non conoscevo questo "rabbino" ermeneuta e consulente, sarei tentato di vederlo dal vivo se fa degli spettacoli con una certa frequenza...

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  2. Sono stufo dell'ironia ebraica... mi pare a volte un umorismo snob, di chi si sente superiore agli altri e alla realtà banale che lo circonda.
    Propongo la serietà cristiana, forse meno snob , glam e cool
    ma certo più profonda ed autentica.

    Renè

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  3. Le azioni umane, caro René, non vanno derise, compiante o detestate, ma capite: Sedulo curavi humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari, sed intelligere. Lo ha scritto quel marrano di Spinoza e Silvano Panunzio mi ricordava continuamente questa massima di saggezza.
    Personalmente trovo interessante e valida la proposta ermeneutica di Baharier Haim sui Comandamenti.
    Circa l'umorismo ebraico invece, ricordo il nesso molto stretto con la tradizione chassidica a cui Haim in parte si rifà. Dietro quell'umorismo c'è una vicenda spirituale intensa e anche una storia di sofferenza e dolore che merita rispetto. Penso che per tutta quella sofferenza e quel dolore patiti si possa chiudere un occhio e forse tutti e due di fronte a quel presunto o vero "snobismo" denunciato da René.

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  4. Ciao a tutti. Effettivamente quanto scritto da Renè mi fa riflettere, anche se trovo interessante questo Haim Baharier che prima non conoscevo.
    E' vero però anche quanto dice Aldous, trovo interessante che aldilà di tutte le nostre opinioni personali ci si debba sforzare di conoscere e capire prima di criticare a oltranza.

    Personalmente questa pratica dell'insegnamento con basi spirituali e filosofici a metà strada tra pratiche di consulenza e lezioni universitarie mi ha fatto sempre un pò storcere il naso o comunque portato a sospettare dell'interlocutore.

    Mi sono chiesto più volte perchè queste cose debbano rientrare nella "consulenza", molto spesso manageriale. Da quanto ho letto infatti Bahaier ha anche fondato un centro per la formazione manageriale(l'ho letto qui: http://www.wedocare.eu/it/i-protagonisti/5-prof-haim-baharier).
    Oggi anche i preti cattolici fanno corsi di aggiornamento per il "counseling" pastorale. Forse per parlare agli altri di certe cose, in questo mondo, bisogna adattarsi al contesto in cui ci si muove? Certamente preferirei avere un manager educato ai comandamenti che uno senza leggi e senza onore.
    Ma faccio sempre fatica a figurarmi ipotesi di questo tipo.
    Probabilmente anche io fatico a liberarmi delle mie opinioni per sforzarmi di capire e basta.

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  5. Caro Fabrizio,
    solo le idee ci interessano. Le idee per approfondire le questioni che più ci stanno a cuore.

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  6. Accetto la lezione di Aldous, per me sempre fonte di crescita umana e spirituale.
    Risento di un'esperienza diretta dell'ebraismo, inizialmente molto forte e carica di speranza, alla fine, nel profondo, deludente. D'altronde perchè cercare la Verità nel tempio squarciato... l'ebraismo, per me, rimarrà sempre un mistero insondabile, troppo grande.
    Porto,ci mancherebbe,(ho pure una nonna dal cognome ebraico) profondo rispetto per il popolo ebraico, ma sono libero di dire la mia sull'ebraismo, antico e attuale.
    Senza generalizzare, ritengo che gli ebrei dovrebbero "ascoltare" di più , specie i cristiani, senza voler fare sempre i paladini e detentori della società civile. Per un cristiano il novus Israel è la Chiesa, il nuovo popolo eletto quello cristiano, la sinagoga ha ormai esaurito la sua missione e non ha più niente da dire al mondo. Ma questa è solo la mia opinione e rispetto quelle altrui.


    Renè

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  7. Caro René,
    il tuo pensiero è sempre ben accetto anche quando non mi trova d’accordo. Certo, un cristiano non ha bisogno di nulla, può fare tranquillamente a meno di insegnamenti e dottrine che non gli appartengono per tradizione e per cultura. Un cristiano così può dire: solo Gesù basta. Ma noi per formazione e studio non siamo quel tipo di cristiano che pure ammiriamo sovranamente. Per noi il confronto con le altre religioni, ebraismo incluso, è fonte di ispirazione e di intelligenza spirituale. E’ un punto di vista che ci sentiamo di rappresentare ed è anche un carisma che vogliamo difendere fino in fondo. Speriamo solo di non sbagliare e di fare veramente la volontà del Padre che è nei Cieli.

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  8. Chesterton è stato il Cyrano cattolico per eccellenza: su ogni cosa discettava, criticava, rideva gioioso, per poi tutto ricondurre al messaggio di Cristo. Usava fioretto ma pure sciabola se occorreva. Presentava in forma nuova cose antiche, per trasmetterle ad uomini un po' irrigiditi e cinici dei suoi tempi. Oggi, il grande Chesterton, sarebbe capito dai cattolici?
    Diversi rabbini, oggi, presentano la dottrina in modo rinnovato, con linguaggio moderno senza tradirne lo spirito, anzi confrontandosi con la scienza e la filosofia attuale. Sono vicino a questo modus operandi. Tradurre senza tradire, difficile, certo. Haim è un saggio, cosa ben diversa dal "nostro" teologo spretato Mancuso, che vorrebbe cambiare la Chiesa dall'interno, in favore del nuovo che avanza, usando teilhardismo invecchiato in botti crepate, accompagnandosi ad atei tanto cari al defunto cardinal Martini, il cattolico piacione alla sinistra intellettuale italiota. Buddha rinnovò l'induismo con linguaggio e metodo originale (originario?), iniettando nuova linfa ad un albero stagionato. Esempio, quello di Buddha grande uomo e grande spirito, eccellente e riferimento per i nuovi saggi. Cristo, uomo-Dio, è ancora più moderno di tutti, perché presente e senzatempo. Ecco, Cristo è il grande innovatore, perché parla all'uomo di sempre e lo trasforma.

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  9. Grazie Aldous per un'ulteriore indicazione.
    Sì, è proprio così: Cristo al centro e i raggi delle altre tradizioni viventi intorno. Ma penso che da cristiani, dobbiamo dialogare di più con quella/e tradizione a cui ci sentiamo più affini. E credo proprio che, nel mio caso, non sia più l'ebraismo come pensavo inizialmente(ho fatto pure una tesina sull'argomento). Confesso che è stata un'amara e dolorosa sorpresa, ma importante per il discernimento del mio cammino.
    Sono più affine al puro Oriente (leggi Vedanta,taoismo,buddismo tibetano) e , più vicini all'Occidente, al sufismo e a certi aspetti della libera muratoria.
    Lascio ad altri il compito e la missione di "vivere" la sinagoga e dico a loro: buona fortuna!!!
    Ultima nota: cerchiamo di volare sempre alto, leggiamo, studiamo il Cardinal Martini e scopriremo che egli è ben oltre le misere categorie politiche affibbiate da giornalisti ignoranti che cercando il successo con articoli ad effetto...

    Renè






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  10. Cari Amici, mi sembra di non dover aggiungere niente ai due ultimi interventi di Angelo e di René. Solo un grazie a nome di tutti per averci esposto con franchezza e sincerità il loro pensiero ricco di interessanti spunti di riflessione.

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  11. Un' ulitma considerazione generale. In certi casi trovo l'ironia veramente inopportuna. Ridicolizzare il sacro è blasfemo, in questo sono d'accordo con la tendenza purista dell'Islam, ovviamente condannando fermamemte ogni atto di violenza sia mai.
    Possiamo essere in disaccordo, ci manncherebbe, con i principi di altre tradizioni, ma perchè ridicolizzare, denigrare (Ad esempio Maometto, Gesù Cristo?). Rispettiamo nel profondo le altre fedi e vi saranno solo frutti buoni, al contrario aumenterà l'odio e l'incomprensione reciproca.

    Renè

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