Il mese di Settembre inizia con tre contributi straordinari.
In questo periodo, economicamente così disastrato, nel quale gli stati (non
più molto "sovrani"), cercano di riunire le persone intorno a delle
emissioni di carta straccia, altrimenti chiamata "euro", è assai
interessante l'articolo di Nuccio D'anna che ci ricorda come "battere
moneta" fosse un evento sacro, affidato alle classi sacerdotali. Ciò
avveniva in tutte le società tradizionali e D'anna ci parla soprattutto di
quella greca.
Per
dipingere bisogna saper disegnare, per scolpire bisogna avere il senso delle
proporzioni, per fare Arte bisogna avere delle regole. Il bello non s'inventa
con il "fai da te" ma si crea studiando e copiando e, tra
inventarselo e crearlo c'è un abisso. Di questo abisso di parla qualcuno che sa
dipingere e sa disegnare molto bene.
L'entusiastico
viaggio in Iran di un giovane uomo che ama la tradizione può essere fin troppo
appagante. Approdare in un paese tradizionalista proveniendo da un mondo come
il nostro, che ha stravolto e mortificato le sue radici culturali e religiose
fa un certo effetto. E Mario Tilgher ci parla appunto dell'effetto che fa, e
dello stupore (ahimé purtroppo ci è rimasto solo questo) nel vedere la gente
pregare "sul serio".
Dell'articolo di "Impara l'Arte(di D.Frau)" trovo particolarmente interessanti questi due estratti/concetti:
RispondiElimina"Nessuno mai che dica che per diventare un Artista, sì bisogna avere l’innato talento, sì bisogna avere il sacro fuoco della passione, ma soprattutto bisogna avere un Maestro. Un Maestro vero. Perché nessuno, mai, né Fidia né Prassitele, né Simone Martini né altri si è “fatto da sé”. Nulla è più riprovevole per gli Antichi dell’essere senza “ascendenti”, il “figlio di nessuno”, il “figlio di madre ignota” che i romani ben citano nel loro sapido linguaggio, è sempre, come Merlino, “figlio del Diavolo”.
"L’Arte è porre Ordine nel Caos primordiale, non liberare le proprie pulsioni più o meno represse come si vorrebbe oggi."
Con entrambe le citazioni sono assolutamente d'accordo. L'arte contemporanea pone solo l'estro e il sentimento al primo piano, c'è solo il soggettivo e tanto meglio quando rompe "convenzioni".
Peccato che senza regole non ci sia più nessuna convenzione da rompere e quindi senza tecnica non possa esserci "rivoluzione". Ricordo di averne parlato anni fa con persone interessate all'arte nei suoi vari aspetti. L'idea che si parta da un tecnica e solo dopo la sua si eluda pareva una "costrizione" inaccettabile, io invece ritengo che non ci sia niente di più stimolante per la creatività di avere delle regole a cui (almeno inizialmente) attenersi.
Sul discorso del Maestro, invece, condivido altrettanto anche se ahimè, con un pò di malinconia poichè si sa che oggi, il "Maestro" in qualsiasi campo (anche con la 'm' minuscola) è difficile trovarlo...
Che dire? Sottoscrivo. Grazie Fabrizio per i tuoi sempre puntuali interventi.
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