Primo Siena
LA PERESTROIKA
DELL'ULTIMO MUSSOLINI
Dalla dittatura cesariana
alla democrazia organica
Presentazione di Giuseppe Parlato
Nell’ultimo Mussolini vi è un anelito di libertà responsabile che motiva la sua perestroika rovesciando l’accusa d’essere stato Egli un becchino della libertà italiana per aver denunciato e sostituito il conformismo gregario e livellatore delle democrazie illuministe precipitate nel male oscuro della partitocrazia.
In effetti il fascismo non era nato come dittatura, essendosi svolto in essa solo dopo il 3 gennaio 1925 in seguito alla crisi politica succeduta al delitto Matteotti, e sviluppatasi via via in una dittatura cesarista che cadde per implosione il 25 luglio 1943. La Rsi rappresenta un processo di transizione dal mussolinismo cesarista al suo legato politico: una democrazia organica ed olistica di radici greco-romane che va articolando un regime rappresentativo dove, accanto alla democrazia pluralista dei partiti, si colloca quale entità integrativa la società civile dei corpi intermedi. Con la tragica uscita di scena del suo massimo protagonista, il fascismo cesarista si volge in una democrazia fascista, organica e presidenzialista, puntualmente configurata nel progetto costituzionale di Carlo Alberto Biggini, posto giustamente a confronto con un progetto analogo concepito da Duccio Galimberti, eroe nazionale della resistenza antifascista.
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