13/07/10

Il falso "induismo" di Alain Daniélou


di Aldo La Fata

Che Alain Daniélou (Neuilly-sur-Seine, 4 ottobre 1907 – Lonay, 27 gennaio 1994), fratello del cardinale Jean Daniélou, saggista, musicologo, sanscritista, filosofo, storico delle religioni e uno dei più noti adepti occidentali dello Śivaismo, fosse uno pseudo-maestro avevamo sospettato già da tempo, ma quello che ignoravamo è che fosse anche un impostore e un millantatore. Ne troviamo le prove in un imponente, avvincente e ben documentato saggio del suo ex estimatore e allievo Jean-Louis Gabin dal titolo L'hindouisme traditionnel et l’interprétation d’Alain Daniélou (Les Éditions du Cerf, 2010, 590 p., 45 €).

Gabin che da molti anni si è trasferito in India avrebbe scoperto, diciamo un po' suo malgrado, cose assai imbarazzanti sul conto di Daniélou. Arrivato in India nel 1993 con l'intento di scrivere una summa sull'opera del suo venerato maestro, a un certo punto il Nostro si è dovuto scontrare con una triste e squallida verità. Si ricorderà di come Daniélou si vantasse di essere uno dei portavoce autorizzati dell'India tradizionale al seguito dell'onorato sapiente indiano Swami Karpâtrî. A suo dire quest'ultimo sarebbe stato il fondatore del partito ultra-nazionalista Jana Sangh. Una menzogna. Ne dà conto nella prefazione Veer Mahant Bhadra Misra, professore universitario, ingegnere idraulico e sommo sacerdote del tempio di Sankat Mochan che di Karpâtrî sa davvero tutto quello che c'è da sapere. Ora ci si chiede quale razza di discepolo possa avere l'ardire di raccontare menzogne sul conto del proprio maestro. Tanto più che il povero e ignaro swami Karpâtrî non solo non aveva fondato quello specifico movimento politico, ma ne era addirittura un acerrimo oppositore e un feroce critico. La qual cosa rende ancora più intollerabile la falsità messa in giro da Daniélou. Forse costui voleva che si accreditasse l'idea di un induismo tradizionale fanatico e fondamentalista? E' assai probabile. Un'altra confusione di cui Daniélou si fece paladino, anche in questo caso non per imperizia o ingenuità, ma per vera e propria malafede, fu quella di promuovere in Occidente la visione di un induismo apparentato con il politeismo greco-romano. Quest'ultima era la tesi sostenuta nel suo famoso libro “Shiva e Dioniso” dove, altro fatto grave, si utilizzavano a proprio profitto e travisandoli gli scritti del certamente più serio e onesto René Guénon.

Continuando sulla strada della deformazione sistematica delle dottrine indù,
in "L'Érotisme divinisé" Daniélou propone per il termine “linga” la traduzione di “fallo” (la parte anatomica, traduzione aberrante per qualsiasi indù ortodosso), riducendo così lo Shivaismo tantrico tradizionale a una banalissima forma di edonismo occidentale.

Insomma, siamo di fronte a uno pseudo-maestro che ha cercato in tutti i modi di svuotare le grandi verità, dottrine e vie dell'India tradizionale dalla loro autentica dimensione spirituale e metafisica. Legittime dunque le doglianze di Jean-Louis Gabin che si pone poi tutta una serie di interrogativi ai quali poi cerca di dare delle risposte convincenti. Ad esempio: perché Daniélou avrebbe deliberatamente distorto e deformato il vero pensiero di Swami Karpâtrî? Perché avrebbe sostenuto di essere un emissario autorizzato dell'India tradizionale (cosa di cui cercò di convincere lo stesso René Guénon in più di un'occasione)? E ancora: per quale vera ragione Daniélou si trasferì nel 1953 da Benares a Adyar? E perché fu così reticente nel dare spiegazioni a questo proposito? E infine: quale circostanza lo indussero ad aderire all'aggregato sincretistico e "pseudo-religioso" della Società Teosofica?
Nelle 500 e passa pagine del ricco volume che consigliamo, ci sono tutte le spiacevoli risposte (pars destruens) insieme a una ricchissima pars costruens che erudisce sulla vera tradizione indiana.

19 commenti:

  1. Caro Aldo, già il noto cardinale fu pizzicato col sorcio in bocca, in un lupanare parigino e ivi morì. Alain, in virtù - si fa per dire - delle sue tendenze oblique sessuali, non poteva seguire una via tradizionale, retta per definizione. Nessuno è esente da peccati, ci mancherebbe, ma chi vuole mettersi a fare la guida spirituale, dovrebbe avere il coraggio della coerenza e non far passare per autentica una corrente di pensiero che è solamente personale. Ho letto una sua autobiografia, e basta e avanza a delinearne la personalità ambivalente, e non solo sessuale. La mia, caro Aldo, non vuole essere una crociata contro il gaysmo spirituale (corrente modaiola di un mondo in rovina), bensì una precisazione: le opinioni sono consentite purché non si spaccino per leggi assolute.
    Mi risulta che Danielou abbia sostenitori e seguaci per il mondo, non c'è da stupirsi: una tendenza eterodossa nella spiritualità contemporanea è diffusa e non sempre è dannosa. È dannosa invece la direzione di marcia impressa da alcuni, verso un processo interiore che ebbro di dottrina raffazzonata orientale porta alla destabilizzazione dell'unità biopsicofisica del malcapitato. L'eros non ha nulla a che vedere con gli amplessi contro natura, potrebbe invece se canalizzato, orientato verso l'alto, diventare propellente formidabile per l'ascesi. Ma questo Alain Danielou non lo poteva capire.
    Angelo Ciccarella

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  3. Caro Angelo, innanzitutto grazie per il tuo puntuale commento.
    Sul “povero” cardinale Danielou vorrei però invitarti a un giudizio più pacato e rispettoso e soprattutto meno anticlericale (riconoscilo caro Angelo: l'anticlericalismo è un tuo punto debole). E' chiaro che la vera versione dei fatti probabilmente non la conosceremo mai. A me non sembra possibile che un uomo intellettualmente avveduto, spiritualmente formato e per giunta in una età così avanzata (69 anni), potesse frequentare un “lupanare”. Aggiungo che il mio rispetto per la di lui opera e anche per l'uomo che so di vera carità cristiana è assoluto. Sulla questione ha scritto un libro definitivo Paolo Giuntella: “La fedeltà, trasgressione e follia per il mondo” (Il Margine). In esso si fa giustizia di tutte le falsità e le volgarità messe in giro soprattutto dalla stampa scandalistica d'Oltralpe sul nobile principe della Chiesa. Questo naturalmente non significa che gli uomini di Chiesa siano automaticamente impeccabili (nessuno lo è) o che lo fosse il nostro Danielou. Ma dargli del “puttaniere”, come fanno disinvoltamente certuni, oltre che offensivo per la sua memoria e probabilmente falso, a me sembra anche di cattivo gusto.
    Sul fratello Alain aggiungo: come musicologo e studioso di arte indiana ha tutto il mio rispetto, come sivaita proprio no. Non lo dico io, ma lo sostengono gli stessi indù. Ergo, io non condanno nessuno (e ci mancherebbe), né ci tengo a svolgere il compito di custode dell'ortodossia (compito che assolvono benissimo i rappresentanti ufficiali delle rispettive religioni e tradizioni spirituali), ma mi limito a fornire un modesto contributo al discernimento. Su questo punto però mi pare che siamo d'accordo.
    Sullo yoga sessuale, non nego che esistano e che siano esistite nell'ambito stesso delle grandi tradizioni dell'India e dell'Asia delle “vie” adeguate, ma francamente ho serissimi dubbi su quanto siano fruibili da un occidentale. Mi potresti suggerire che ne esistono anche in Occidente, ma tu sai bene, caro Angelo, che le scuole “esoteriche” che le propongono hanno perso letteralmente la bussola. Quindi, a mio giudizio, non se ne parla.
    Naturalmente ci saranno sempre le eccezioni, ma queste ultime non hanno alcun bisogno di ricevere qui patenti di legittimità “tradizionale”. Quanto alla generalità degli uomini, direi che è buona norma non aiutarli in nessun modo a ritenersi “eccezioni”. Su una metafisica del sesso di orientamento cristiano ho suggerito a suo tempo e lo confermo il buon libro di Hadjadj Fabrice: “Mistica della carne. La profondità dei sessi”.

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  4. Caro Aldous, ho è vero una punta di antipatia per le alte gerarchie vaticane. Chissà poi perché? Un lieve fastidio per certi comportamenti e tenori di vita da nababbi, quando non addirittura infami. Sai, provengo dal mondo cattolico, acr per intenderci. Conobbi tanti anni fa fratel Carretto, uomo e cristiano esemplare. Lo incontrai ad un ritiro spirituale in Umbria. Ho stima, apprezzamento, per donne e uomini siffatti. Ostie che si immolano. Il grande Panunzio mi ha riconciliato attraverso i suoi scritti e l'esempio di vita col mondo cristiano. Un conto le anime eccellenti che seguono Cristo, una centomila milioni, non saprei contarle; altra cosa il potere ecclesiastico, sì, potere. Ogni potere caro Aldous, corrompe e corrode. Non si scappa. Di papi e di re empi ne è piena la storia umana. Non ti sto' facendo la solita menata critica alla Chiesa, ma guardare in faccia la realtà e prendere coscienza di quanta sozzura circola nella casa di Pietro, andrebbe pure fatta, oppure tutti ad applaudire papi cardinali vescovi monsignori, sol perché c'hanno il vestaglione lungo e benedicono. Padre Amorth in un suo ultimo libro, ha addirittura affermato che alcuni cardinali in Vaticano, sono coinvolti col satanismo; non sono io a dirlo ma un esorcista, magari poco ascoltato nei piani alti, ma che non è uomo di potere, credo. Non si attacca Cristo, denunciando le porcate immonde che alcuni consacrati hanno inferto ad anime innocenti col silenzio colpevole delle autorità vaticane; non sono certo anticristiano se mi schifo dei soldi che circolano in certe stanze porporate, soldi per affari profani non certo per beneficenza. Dai, Aldous...
    Sul cardinale Jean Danielou, c'è poco da dire, magari era andato a redimere una pecorella smarrita, ed ha avuto un attacco cardiaco quando...ho motivo di credere che le cose siano andate così come certa stampa - anticlericale sicuramente - ha descritto i fatti. Nella mia stessa città di Viterbo, un vescovo (anni 70), diversi parroci, hanno frequentato prostitute, e anche trans. Sembra che come la droga anche il sesso ha le sue mode, oggi politici e imprenditori, preferiscono i transessuali. Non mi stupisco, ma mi rattrista che certi sacerdoti sbrachino (in senso pure letterale). Sì, la carne è debole, bla bla bla. Forse dovrebbero essere dei modelli, ma quando i preti bazzicano proprio i modelli omosex, be' che vuoi che ti dica. Tempi bui.
    Angelo Ciccarella

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  5. Caro Angelo, io non sono mai stato un clericalista e non difendo nessuna “tonaca” per partito preso. Ti segnalo una mia notarella su “Vaticano SpA” e un pezzo al formicotone dello psicoterapeuta Gigi Cortesi che volentieri ho inserito tra le note. Ultimamente anche una riflessione dell'amico Gambescia sul cardinal Martini che ha suscitato le ire di qualche amico troppo “filo-curiale”. Quindi non sono tra quelli che applaudono “a prescindere”. Anzi! Io dico solo che “sparare nel mucchio” non serve a niente, ma rischia solo di metterti dalla parte dei tanti nemici della Chiesa e di Cristo. Giacché io non credo che si possa essere contemporaneamente amici di Cristo (o innamorati di Cristo come era Panunzio e come anche tu ti definisci) e nemici della Chiesa (le gerarchie vaticane e il cosiddetto “potere ecclesiastico” sono la Chiesa, anche se la Chiesa è in sé assai di più delle sue singole parti). Credimi Angelo, proprio non è possibile. Tu a un certo punto del tuo percorso hai scelto di non essere cattolico e sta bene, ma giustificare questa tua opzione assolutamente rispettabile con la motivazione che quell'ambiente è tutto uno schifo, beh, che vuoi che ti dica?, non mi sembra proprio una gran cosa. I cardinali e i chierici che si comportano in modo immondo se la vedranno con Dio o con la loro coscienza se ne hanno una. Denunciare “le porcate” va senz'altro bene, ma si devono anche difendere i chierici che fanno il bene e fanno bene. Altrimenti, come si suole dire, si rischia di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Io ho invece l'impressione (ma puoi smentirmi) che tu sia troppo sbilanciato in senso critico. Sbaglio?
    Sul povero e da te assai bistrattato Jean Danielou, confermo la mia opinione: credo nella sua innocenza. Vorrei solo farti notare, sempre in amicizia caro Angelo, che la tua posizione non è equiparabile alla mia, ed è invece gravemente manchevole da un punto di vista della giustizia umana e ancor più spirituale. Tu sai bene che anche in sede giuridica, fino a prova contraria, c'è la “presunzione di innocenza” e che nel caso specifico ci sono solo supposizioni e dicerie (ti concedo al massimo qualche indizio). E aggiungo che la documentazione raccolta da Giuntella è assai cospicua (ma tu evidentemente non hai letto il libro e non puoi saperlo), mentre le “dicerie” della stampa sono solo illazioni malevoli e interessate. Trovo strano che una persona come te, di solito così critica nei confronti della cosiddetta stampa allineata ai “poteri forti”, in questo caso specifico si trovi d'accordo.
    Ti abbraccio.
    p.s.
    Bada bene Angelo che io ti considero un sincero amico e che il tono delle mie risposte e “vivace”, ma senza il benché minimo astio.

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  6. Grazie caro Aldo per la tua schiettezza, che denota chiarezza di pensiero e amicizia. Consentimi un'ultima chiosa. La mia acrimonia nei confronti delle alte gerarchie - che non necessariamente sono comunque Chiesa, quando tradiscono Cristo, o sbaglio? - non ha nulla a che vedere con scelte personalissime che mi hanno fatto allontanare, attento, dal liturgismo e la precettistica. I sigilli dell'anima, i sacramenti, rimangono, questi sì, a prescindere. Io non ho tradito Cristo e mai lo tradirò, e se vedo sento conosco il pastore che anziché condurre il gregge per pascoli abbondanti, lo guida verso il burrone, se permetti mi indigno assai. Non sostengo certo quei fanatici di Sodalitium che sentono puzza di zolfo dappertutto, tranne che a casa loro (tra i ricercati per eresia, mettono pure il nostro Panunzio); e tantomeno mi sento vicino alle posizioni ambigue e moderniste di un cardinal Martini. Il monaco Benedetto Calati, mi pare che non sia stato troppo indulgente con le gerarchie, eppure criticava da cattolico - buon'anima. Don Divo Barsotti, tanto per citare un mistico, ebbe parole di fuoco nei confronti di papi e cardinali per la loro conduzione della Nave senza luce della fede. Potrei citartene altri, ma sei più che al corrente del dibattito-scontro in seno alla Chiesa. Quando i preti fino ai gradi più alti, tradiscono, non fanno un danno alla istituzione formale - poco ce ne cale - ma ai cristiani tutti, i quali hanno bisogno di guide che ci vedono bene, non dei ciechi in tutte altre faccende affaccendati. Aldo, ho intrapreso una strada che se mi allontana per certi versi dal confessionalismo cattolico, ciò non toglie che la ricerca di Dio e il bene del prossimo non siano al primo posto della scala valoriale della mia vita. La conoscenza, per me, è mero strumento, che mi aiuta a discernere, discriminare. Ho imparato con gli anni prassi interne, che al confronto quelle dei gesuiti sono dilettantistiche; queste potenze dell'anima, mi hanno permesso di percepire il marcio, il velo isiaco che circonda questo mondo. E dietro questo puzzo infernale si celano personaggi e potentati mascherati da ordini religiosi e corporation economico-finanziarie. Forse hai capito di chi parlo. Fondatori di congregazioni che rispondono solo al papa, movimenti spirituali, protestanti e cattolici, conventicole come quelle dei dervisci, mandei riveduti e corretti,etc.etc.. Insomma, non ci vuole la paranoia per accorgersi che ci stanno f....... Solo Cristo ci può salvare; ma almeno non appoggiamoci alle rovine.

    P.S.
    Mi affido alle tue fonti circa il cardinale Danielou. Non è raro che i nemici di Cristo adottino campagne diffamatorie per distruggere la reputazione dei buoni cristiani.
    Angelo Ciccarella

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  7. Grazie davvero Angelo. Accetto di buon grado la tua chiosa. La tua correttezza e onestà intellettuale ti fanno onore e piacere a me di averti come amico.

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  8. Un saluto a tutti. Grazie per il vostro scambio

    d.

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  9. Ricambio il saluto e ringrazio Lei per averci letto.

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  10. Solo la Verità può salvare. E tale Verità è UNIVERSALE e non ascrivibile ad una sola Religione o ad una sola figura storica, sia pur grande.
    Quanto ai due fratelli Danielou : lasciamoli in pace, invece di gettare fango inutile e livore. Forse hanno sbagliato entrambi o forse entrambi sono vittime di scellerati scribacchini. Compreso il sig."Gabin"...a cui aggiungerei un italico.."etto" !

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  11. Per dirla con Totò: Signori si nasce, e Lei, evidentemente lo nacque'. Complimenti davvero per la squallida battuta finale che la qualifica o meglio la squalifica senza bisogno di ulteriori analisi sociologiche o psicologiche. Tra l'altro, Lei è alquanto contraddittorio: dice a noi di lasciare in pace i Daniélou, ma Lei se la prende con Gabin. Visto che è così “saggio” lasci in pace anche Gabin, o no? Senza contare con tutta evidenza che non ha neppure letto il libro. Per fortuna la Sua tanto decantata “verità universale” ha un ben diverso stile dal Suo e non conosce il turpiloquio, altrimenti saremmo tutti spacciati.
    Sul merito (ma non per Lei, per carità!, Lei è il solito saputello che se ne va in giro col suo improbabile carico di verità mal digerite e che non ha mai niente da imparare da nessuno): Gabin ha scritto un gran libro, paragonabile per i contenuti a “Le Théosophisme, histoire d'une pseudo-religion” e a “L'erreur spirite” di René Guénon. Si è sforzato con ciò di ristabilire alcune verità storiche indiscutibili (nel testo non ci sono illazioni o chiacchiere da cortile, ma “fatti” ben precisi e tutti invariabilmente documentati) e dottrinarie di primissimo momento. Poi ha inquadrato in una luce nuova l'opera e il messaggio di Alain Daniélou che, se ci è consentito dirlo, ha presentato all'Occidente un falso induismo e ha mandato letteralmente in rovina certi poveri giovani che a lui si erano rivolti con fiducia. Si tratta di fatti assai gravi e di vite umane irrimediabilmente compromesse. Ma comprendiamo bene che questa “operazione verità” infastidisca più d'uno.

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  12. Dalla Sua esagerata reazione , dal tono del libro di gabin e dei suoi post qui sopra, si evincono molte cose. Il primo a cui darebbe fastidio una "Operazione Verità" è proprio Lei. Ma in senso generale, mi creda.
    Per il resto gli scribacchini non "vergini di codardo oltraggio" restano e bastino le loro opere a qualificarli come tali. Poi ai loro simili il compito di propagandarle a 4 crampi ambulanti auto-definitisi "Tradizionalisti"...
    Ma per cortesia....

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  13. Siamo dunque all'apoteosi del vago.
    Lei, signor anonimo, me lo lasci dire, è un carnefice approssimativo. Abbia il coraggio di esprimere le Sue idee, vada fino in fondo nel dissenso; se li ha, usi argomenti soprattutto, dia prova di intelligenza o di pensiero. Insomma: sia serio e sia uomo. Io non temo proprio alcuna verità mi creda e sono sempre ben disposto a ricredermi su qualsiasi cosa. E Lei invece?, oltre all'ipse dixit o alle battute da cabaret, è disposto a rivedere o correggere il suo punto di vista?

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  14. Vorrei rilevare una questione tecnica, aldilà del fatto, che si sia o meno seguaci dell'ortodossia tradizionale... Io per lo meno non segue estrmismi guenoniani, tanto più che sulle correnti spirituali dell'India Guenon prese delle belle cantonate: la prima negare l'etodossia del buddhismo, del che per fortuna sua si corresse dopo le critiche di un grande tradizionalista come Coomaraswamy; altra cantonata fu il non considerare ugualmente autentica una via tradzionale come il Tantra.E anche sul sincretismo teosofico, non ha saputo riconoscere, quanto di autentico vi fosse nel divulgare certe dottrien sia buddiste che induiste che non furono affatto distorte come vole far credere all'inizio.
    Solo ora stanno venendo fuori le lettere di apprezzamento che l'allora Panchem Lama scrisse alla Blavatksy per comlimentarsi della traduzione in lingau inglese edel corretto commento di alcuni Sutra.
    Ciò detto, a parte alcuni errori di giudizio, l'approccio "tradizionale" credo resti ancora uno dei più validi per le ricerche spirituali.


    Rimane l'affair "Danielou". Su Alain sia chiaro che la sua deformazione dello shivaismo, corrente tantrica, tecnicamente eterosessuale, è ormai destituita di fondamento.
    L'iniziativa era quella di un uomo di cultura strutturalista (pensate un po') che ha volutamente stravolto il tantrismo in chiave omosessualista. Capisco che quei sadhu shaiva che vivono nudi in luoghi appartati con altri maschi possa aver solleticato la sua sessualita "obliqua", ma si tratta di un travisamento, appunto.
    O il culto dello Shivalingam che non è certo una icona gay... ma tant'è che qualcuno gli ha pure prestato fede.
    Danielou stravolse totalmente lo shiavaismo che non è certo una via spiituale gaysta, e ci mancherebbe. Nessun asceta shaiva pratica sesso omosessule nè nella vita profana, nè per scopi mistici, una simile idea è stata ampiamente smentita dalle stesse autorità in materia, dal mondo accademico, edai fatti.
    L'accostamento a dioniso non è del tutto incongruo, ma lo è senz'altro il travisamento del Ardanarishvara, mito dell'androgino universale, dell'unione di maschio e femmina, dunue ristultato di una sintesi in senso tecnico eterosessuale. Del resto shiva aveva nel mito una compagna, non certo un efebico compagnuccio.
    Del resto un travismento del genere Danielou lo compì in malafede. Non potè farlo con analoghe iconografie o mitologhemi occidentali (il Rebis o androgino alchimico, o simili), in quanto la presenza di testimoni autorevoli di quelle vie che si servono di certi simboli in occidente lo avrebbe facilmete smentito. Lo fece prendendo simboli da una tradizione relativamente pocco accessibile e non ben conosciuta come lo shivaismo. E il giochetto gli è durato qualche tempo in più. Ma attualmente la sua interpretazioe è stata ampiamente screditata.

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  15. Gentile Signore, La ringrazio molto del Suo commento che arrichisce il tema e che in massima parte condivido.
    Purtroppo, con certi cultisti della Tradizione (in verità “idolatri” mascherati da “universalisti”) è assai difficile intendersi. Lei invece dà prova di intelligenza, obiettività e stile, il ché non è poco e la fa onore.

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  16. accidenti! E io che volevo comprarmi un libro di Danielou ... non lo faccio più!

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  17. Un circolo di commari dal parrucchiere che passano il tempo a giudicare e far gossip leggendo un rotocalco senza conoscere nulla di reale; leggete Daniélou prima di Gabin che è stato solo uno dei suoi detrattori. Tutti i grandi uomini sono stati infamati e traditi, anche dai più stretti discepoli. Comunque Daniélou non ha mai avuto discepoli perchè non si è mai posto come guru o autorità religiosa e non ha convertito nessuno. Per definizione l'Induismo non prevede proselitismo nel suo modus operandi. Induisti si nasce per eredità familiare e di casta, con qualche rara eccezione. L'Induismo non è una religione, è un insieme, che a noi può apparire contraddittorio, di religioni, tradizioni, credenze, superstizioni, filosofie, pratiche. Lo Shivaismo, a cui ha aderito Daniélou è a sua volta diviso in correnti, sètte, che manifestano caratteristiche opposte.
    Se vivevate nel '600 avreste mandato al rogo tutti quanti sulla base di voci, chiacchiere, invidie. Ieri pericolosi, oggi squallidi. Che strumenti avete per verificare le affermazioni di Gabin?
    Quanto al fratello cardinale morto sul pianerottolo di una prostituta, non dovreste nemmeno giudicare questo. Non eravate lì e non ne conoscevate le ragioni. Jean Daniélou ha lasciato un segno fondamentale nelle storia della Chiesa cattolica del tempo. E' stato un uomo buono. Se poi ha avuto un cedimento di coerenza, o forse era andato a fare qualcosa di più nobile, chi siete voi per giudicare?
    Come vi chiamava Gesù? Farisei?
    Chi sarà la prossima adultera che lapiderete?

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  18. Gentile (?) Signore, il fariseismo qui non c’entra proprio nulla. Mi spiace per Lei, ma Gabin non inventa affatto, ma DOCUMENTA e Le sue affermazioni sono quasi tutte verificabili. Faccia dunque anche Lei lo sforzo di documentarsi o di leggere con attenzione il libro di Gabin. Quanto al fratello cardinale, mi sembra di averne difeso la memoria, come si suol dire, “a spada tratta”. Ma vedo che anche questo Le è sfuggito. Come dice l’antico proverbio: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere.

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  19. Pur quotando certi interventi bisogna però ammettere che il libro "miti e dei dell'india" di Alain Danielou è uno dei più completi ed esaustivi in circolazione, si critica lui e ci sta ma come fatto notare sopra da altri anche il Guenon ad esempio fece degli errori piuttosto grossolani, non ultimo affermare che l'idea della reincanrazione è rpettamente moderna e inesistente nella cultura indiana. Oggi gli esempi che contraddicono questa idea sono fin troppo numerosi. L'errore forse è nel volerlo vedere come guru ma avendo letto solo il libro che ho citato posso dire che questo è un testo eccellente per quanto riguarda la mitologia indù.

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