I Pensieri a Giulia sono stati pubblicati come opera postuma nel 1978-81 presso l'editore Giuffrè, che aveva in catalogo tutti i volumi editi e inediti dell'opera filosofica, a completamento delle Opere di filosofia giuridica. Capograssi infatti respira, per usare una nota metafora, con due polmoni: quello dello scienziato e quello dello scrittore. I Pensieri a Giulia sono un grande diario, nel solco della tradizione diaristica tra Otto e Novecento. Gli autori amati e più spesso citati da Capograssi sono Agostino, Dante, Pascal, Leopardi, Amiel, Kierkegaard. La pagina di Capograssi regge il confronto con la pagina dello Zibaldone. Quanto al contenuto, nei Pensieri si svolge da foglietto in foglietto il messaggio quotidiano di un uomo che celebra l' ordo amoris.
Pensieri a Giulia (1918-1924), Bompiani, 2007.
Addendum
La vita. Nato a Sulmona (Aq) il 21 marzo 1889 (da una antica casata della provincia di Salerno trasferitasi nella cittadina abruzzese nel 1319, al seguito del vescovo Andrea), Giuseppe Capograssi è stato un filosofo del diritto di fama internazionale. Iniziò la carriera accademica a Macerata, dove venne nominato rettore; quindi si trasferì a Padova, Napoli e, infine, a Roma, dove ricoprì l'incarico di consigliere superiore della Pubblica istruzione e di giudice presso la Corte costituzionale (3 dicembre 1955 – 23 aprile 1956). Fu tra i fondatori dell'Ugci (Unione giuristi cattolici italiani) di cui fu anche primo presidente.
Evento centrale nella vita del giurista fu l'incontro e il matrimonio, nel 1924, con Giulia Ravaglia che condivise con lui la cura, nelle varie sedi universitarie, di una cerchia di discepoli riuniti intorno al maestro - "Socrate cattolico", secondo la definizione di Arturo Carlo Temolo -; un "sodalizio che educò molti futuri giuristi alla scienza giuridica, ai valori cristiani (sant'Agostino, Pascal, Vico e Rosmini) e alla civile religione della libertà". Durante i 5 anni del fidanzamento, Capograssi scrisse ogni giorno a Giulia, comunicandole pensieri, riflessioni, idee scaturite dalle molte letture, per annullare le distanze che separavano i due giovani.
Il risultato sono circa 2000 foglietti, piegati in quattro, che sono stati raccolti nei 3 volumi dei "Pensieri a Giulia, in cui, tra l'altro, scriveva: "Il mondo chiama spesso uomo fortunato colui che ha molte fortune. Come sempre il mondo è in errore. Fortunato è colui che riesce a trovare rispecchiato il proprio essere nell'essere di un altro spirito. Si vive solo quando si ama". Capograssi morì il 23 giugno 1956.
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