06/05/17

Tra vera gnosi e gnosticismo eretico. Colloquio con don Ennio Innocenti

DOMANDA: Don Ennio c’è molta confusione circa il concetto di “gnosi”. Quasi sempre è connotata negativamente in ambito cattolico, ma occorre fare chiarezza: tu distingui la gnosi pura dalla gnosi spuria. Puoi spiegarci la differenza?

RISPOSTA: «È vero che l’uso prevalente, in ambito cattolico, è di significato negativo, ma è giusto riconoscergli anche un significato positivo, quando la conoscenza (gnosi) è rivolta al mistero di Dio Trascendente e libero Creatore con la consapevolezza che l’accesso possibile a tale mistero è solo con la benevolenza (grazia) divina, come Gesù ha sottolineato: “Io sono la porta, nessuno va al Padre se non per me”. La gnosi pura è mistica, ma la mistica è segretamente accessibile a tutti, è una vita spirituale che cresce in collaborazione tra libertà e grazia».

D. La gnosi spuria contemporanea è presente in ambito cattolico anche fra personaggi di grande notorietà come De Lubac, Maritain, Rahner, Von Balthasar, Del Noce. Cominciamo da De Lubac, sospettato di modernismo ed esagerato estimatore dell’umanesimo rinascimentale. Secondo vari osservatori l’influenza del teologo francese al Concilio è stata decisiva.

R. «De Lubac, con altri gesuiti, era in contatto con un centro lovaniense che intendeva conciliare il tomismo col trascendentalismo. La sua apologia del cabalista Pico della Mirandola è in realtà la difesa di se stesso e di quelle tesi per le quali egli fu sospettato e anche seriamente accusato dai suoi superiori. Quanto alla sua influenza in Concilio, essa è solo mediata, non diretta, in quanto egli faceva parte, insieme a Rahner, della ampia Commissione Teologica, la quale filtrava i documenti da presentare alla decisione dell’Assemblea Conciliare. Bisognerebbe studiare i verbali di quella Commissione e ben pochi ne hanno avuto accesso. Per calibrare la personalità e ridimensionare il valore di De Lubac basta leggere la sua “Memoria intorno alle mie opere” edito da Jaca Book nel 1992. La difesa che Balthasar fece di De Lubac nel 1978 (Jaca Book) non è meno compromettente».

D. Don Ennio, tu scrivi che Von Balthasar, sembra dedicarsi all’impresa di “aprire al nemico” e tessere l’elogio di ciò che non è cattolico. Egli infatti afferma di proporsi di “demolire gli artificiosi muri d’angoscia che la Chiesa aveva innalzato intorno a sé contro il mondo” e di abbattere i bastioni di “una Chiesa che si deve aprire indifesa verso il mondo”. Tutto ciò che non è cattolico, scrive il teologo svizzero, esiste per ricordare alla Chiesa ciò che ancora deve essere incluso. In base a questo postulato non c’è il rischio di integrare nel cattolicesimo ciò che con esso non è conciliabile come il marxismo, il darwinismo o il freudismo?

R. «L’ex gesuita Balthasar, proveniente da studi di storia letteraria, era influenzato dal filotrascendentalismo che aveva coinvolto anche De Lubac e Teilhard. Gli errori moderni che tu nomini hanno tutti la stessa matrice: il razionalismo che si incrocia con il trascendentalismo da cui provengono sia il filone positivista sia quello idealista e poi esistenzialista. Le buone intenzioni di Balthasar vanno vagliate nelle sue voluminose opere (ciò che io ho fatto nel mio lavoro “La gnosi spuria”) indicandone le debolezze».

D. Karl Rahner ha elaborato l’idea dell’identità cristiana fondata su coscienza ed esperienza, cioè la cosiddetta “svolta antropologica”. Quali sono le sue fonti?

R. «Anche Rahner faceva parte del circolo filotrascendentalista. Anche lui, come De Lubac e Balthasar, non veniva da studi teologici. I superiori l’avevano destinato alla filosofia e per questo egli incrociò Heidegger, da Rahner esaltato come il suo “unico maestro”. Ma anche Heidegger era sotto ipoteca trascendentalista. Messosi, poi, a scrivere di Teologia, suscitando immediatamente serie riserve da parte dei suoi superiori, vi riversò il suo soggettivismo filosofico. Egli entrò nella Commissione teologica del Concilio senza speciali meriti teologici e Ratzinger se ne accorse solo dopo che fu respinto un lavoro che aveva redatto insieme a lui».

D. Affermi che la gnosi rahneriana sembra consistere nell’attingere la scienza di Dio non più dalla trascendenza soprannaturale e dalla rivelazione, ma dalla vitalità della storia: possiamo concludere che la conseguenza più importante di questa dinamica sembra essere la desacralizzazione e la dissacrazione del sacro? Deriva da ciò una certa socializzazione della religione?

R. «Sì, Rahner è uno gnostico come il suo vantato “unico maestro”. La deriva storicista, sociologista e politica fu manifesta nei suoi prediletti discepoli che ebbero peso nella teologia della liberazione, poi bloccata da Ratzinger».

D. Don Ennio ne “Influssi gnostici nella Chiesa d’oggi” riporti brani dell’epistolario fra Karl Rahner e la sua discepola e devota Luise Rinser; quest’ultima così scrive al suo mentore nel maggio 1965: «Sai qual è la maggior difficoltà che mi viene da parte tua? Che tu sei un “relativista”. Da quando ho imparato a pensare come te, non oso più affermare nulla con sicurezza. (…) Sento che tu mi togli il terreno sotto i piedi». Questa destabilizzazione del pensiero è alla base delle incertezze e dei dubbi di fede già denunciati da Paolo VI?

R. «Luise Rinser è stata l’amante di Karl Rahner come prova il suo epistolario. L’accusa che gli rivolge la Rinser è la stessa che gli rivolse, per ordine di Ratzinger, il padre (Daniel) Ols, O.P., dalla prima pagina de L’Osservatore Romano».

D. Nella tua imponente opera sulla storia della gnosi indichi come fattore decisivo della penetrazione gnostica nel pensiero cattolico la sostituzione della teologia tomista con l’antropologia trascendentalistica, il situazionismo gesuitico e l’adozione di categorie psicanalitiche. In particolare affermi che la “svolta antropologica” della teologia risente di chiari condizionamenti gesuitici. Puoi approfondire questo aspetto?

R. «Questo è un discorso troppo complesso per una intervista. Bisognerebbe partire dal molinismo e dal suarezismo per analizzare il cedimento gesuitico al cartesianesimo e poi al trascendentalismo. Tutta questa linea è già stata studiata, ma forse sarebbe utile un libro ad hoc. Io mi accorsi che la metafisica gesuitica era erronea, non tomista, quand’ero studente, e mi confrontai per questo con Garrigou-Lagrange che mi confortò pienamente. Poi ritrovai le tesi di Garrigou-Lagrange in Fabro, il quale è uno degli autori che identificò la linea erronea dei gesuiti, ma tardi, quando i gesuiti erano già in pieno marasma e perdettero quasi la metà dei loro “militi”».

D. Scrivi che anche Maritain non seppe sottrarsi a un certo secolarismo laicista. La sua idea di “umanesimo integrale” è alla base dell’impegno politico dei cattolici del dopoguerra, ma ha anche provocato la permuta del magistero col pensiero liberale. In che modo il catto-liberismo può considerarsi una forma di gnosi?

R. «Il liberalismo è gnosi spuria perché le sue radici sono nel soggettivismo moderno (inglese, francese e tedesco). Il cedimento dei cattolici al liberalismo è già evidente nell’800. Maritain proveniva da matrice protestante e atea, era un frequentatore di rivoluzionari. Poi si convertì e divenne maurrassiano. Ma se ne staccò e passò alla sinistra progressista che valutava positivamente la rivoluzione francese e anche quella comunista di cui sperava un recupero (proprio mentre era in atto la persecuzione spagnola). Al momento opportuno cambiò aria e andò in USA donde venne con un giudizio positivo della democrazia dei vincitori, che è liberale. L’assoluta perversità del liberalismo è dimostrata da Leone XIII nell’enciclica Libertas. I democristiani non ne tennero conto e, contro l’avvertimento di Pio XII, si consegnarono progressivamente ai liberali, finché De Mita, segretario DC, proclamò spudoratamente il liberalismo della DC».

D. Uno degli aspetti più sottili e insidiosi della gnosi contemporanea è l’ontologismo tra i cui seguaci ci sono stati cattolici di indubbio spessore come Rosmini e Del Noce: puoi spiegare in termini semplici in cosa consiste e perché presenta inserzioni gnostiche?

R. «L’ontologismo malebranciano fu espressamente condannato dal Magistero. Esso era una imprudente derivazione del razionalismo del rosacrociano Cartesio. Era una gnosi spuria che non salvava la trascendenza. Del Noce non seppe tener conto di questo avvertimento e perciò giudicò positivamente anche l’ontologismo di Gioberti, anch’esso irrimediabilmente condannato. Ma quanto a Rosmini, è indubitabile che costui avesse fatto una esatta diagnosi dell’intera linea che va da Cartesio a Hegel, cercando anche di trattenere Gioberti. Pur essendo amico personale di liberali, Rosmini era certamente esatto nella diagnosi dell’errore radicale del liberalismo. Il suo ontologismo parve equivoco, ma Pio IX lo difese e lo assolse. Dopo la morte di Rosmini l’equivoco riemerse a causa di scritti suoi precedentemente non pubblicati. Il Magistero mise in guardia contro questi equivoci. Solo in epoca recente l’equivoco è stato dissolto. Secondo il mio personale parere solo Ottonello è stato capace di mostrare soddisfacentemente limpidezza e merito del tentativo di Rosmini. Ma Del Noce accreditava Rosmini mentre ancora era sotto sospetto e non sarebbe stato capace di rivendicarne la purezza perché non era un metafisico, ma piuttosto uno storico, acuto peraltro nel disvelare genesi e connessioni del pensiero filosofico sia idealista sia marxista. Politicamente ondeggiò dal filosinistrismo giovanile al filodemocraticismo della vecchiezza. Finì i suoi giorni tutto concentrato sul sessualismo contemporaneo (la cui radice è gnostica, per la mediazione di De Sade)».

D. Alcuni psichiatri sedicenti cattolici utilizzano la psichiatria come mezzo per interpretare fenomeni soprannaturali o insoliti; tuttavia questa modalità spesso ha il fine di “medicalizzare” chi sperimenta fenomeni mistici e di attribuire significati simbolici ad alcuni episodi evangelici. Com’è possibile che una pseudoscienza come la psichiatria possa godere di tanto credito presso la comunità scientifica o addirittura in alcuni settori della Chiesa?

R. «Vuoi scherzare? La psichiatria è una scienza come la fisiologia e la genetica. Purtroppo è vero che molti psichiatri si son lasciati influenzare dalla moda psicoanalitica. La psicoanalisi non ha niente della scienza, perfino quella freudiana, sebbene Freud fosse un neurologo che proveniva dalla scienza positivista. Ma Freud era anche un cabalista, ideologo, drogato… ecc. Peggio di lui fu Jung. Il mio libro “Critica alla psicoanalisi” è stato presentato in Roma, in sesta edizione, dal Presidente degli psichiatri cattolici, uomo di sicura scienza e sicura dottrina e fede cattolica. Purtroppo vari ambienti ecclesiastici hanno aperto alla psicoanalisi accreditandola perfino nei seminari. Di qui il disastro clericale noto. Quanto al Vangelo non c’è divieto di vedervi anche dei simboli, ma non è permesso ridurre i fatti storici verificati da testimoni oculari a meri simboli».

D. Don Ennio, la Chiesa cattolica sembra avere decisamente imboccato la via del declino: la fede è sempre più ridotta a simbolo o, come sosteneva Nietzsche, a un residuo emozionale progressivamente sospinto nei recessi dell’inconscio. Il cardinale Ratzinger in una celebre intervista ha dichiarato che i cristiani del futuro costituiranno una sparutissima minoranza, Paolo VI si domandava se non fosse prossima la fine e Giovanni Paolo II ha parlato a più riprese di “umanità al bivio”; infine Francesco ha recentemente stipulato una sorta di alleanza col patriarca di Mosca, Kirill, forse con l’obiettivo di erigere una barriera contro il dilagare del laicismo militante e dell’islamismo. Che cosa è lecito attendersi in un prossimo futuro ? È ragionevole ritenere che il peggio è alle nostre spalle o siamo solo all’inizio della via crucis?

R. «La Chiesa Cattolica è stata sempre nella tempesta ma il Risorto è presente, questa presenza è garanzia migliore di ogni alleanza temporale. È lecito attendersi dal futuro un grande crollo dell’intera civiltà liberale, ma non un naufragio completo della Chiesa perché la missione apostolica deve arrivare all’intera umanità. Credo anch’io che ci attendano durissime prove, ma non dubito mai che la presenza maligna verrà sconfitta. Adesso ho saputo che la Corte Suprema Canadese ha dichiarato lecito il rapporto sessuale umano con le bestie! Sono coerenti, ma autodistruttivi. L’Apocalisse avverte che il Logos Vincitore annienta i suoi nemici con la spada che gli esce dalla bocca: è la verità che annienta l’assurdo. L’assurdo svelato è annientato».
a cura di Marco Sambruna (04-07-2016)

46 commenti:

  1. Interessante. All'ultima, ingenua domanda dell'intervistatore Don Innocenti risponde con una "petitio principii". Sul resto, note significative seppure generali, qualche giudizio temerario buttato qua è là, un certo ondeggiare democristiano mascherato da tradizionalismo moderato, troppa indulgenza verso Ratzinger (che presenziò al Concilio in giacca e cravatta, e scrisse cose abominevoli, mai ritirate, sul rapporto tra fede cristiana e valori rivoluzionari [francesi], ed anzi approfondite con le note "liaisons dangereuses" intrattenute con M. Pera). Insomma, un bel papocchio. Oltretutto, Don Innocenti, che è toscano e quindi va preso con le pinze, celebra secondo il nuovo rito. Non expedit.

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  2. Ma per favore! Questo Innocenti se la piglia con tutto il meglio del pensiero cattolico novecentesco e non solo(Jung peggio di Freud!). In questo bisogna dire che ha fiuto, quindi a questo punto bisogna leggerlo rovesciandone però il segno da negativo a positivo! Gnosi ereticale nella <>? Allora che dovremmo dire di Panunzio e sodali, che sono andati ben aldilà? Lo dice lui stesso: "Si deve sottolineare che la stessa <> dei Daniélou, De Lubac, Balthasar- che verrà da noi incontrata e assimilata senza <>- non si era ancora spinta a tal segno, né l'avrebbe fatto in seguito, limitandosi a resuscitare-merito immenso- la gnosi cristianissima e niente affatto ereticale dei Padri greci". ("Cristianesimo giovanneo", p. 10. Frecce perdute contro un fantasma denominato "gnosi" quelle di Innocenti!

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  3. Ringrazio Antonello e Luigi (?) per i commenti. Era importante rappresentare la posizione di Don Ennio, che conosco personalmente e a cui voglio bene, perché essa è a metà strada tra conciliarismo e anticonciliarismo. Dunque una terza posizione. In barba a quanti hanno sempre pensato a un dualismo monolitico. Quella di Panunzio è addirittura una “quarta posizione” e sono pronto a scommettere che, scava scava, se ne possono rintracciare almeno altre due di tipo altrettanto diverso. Sottigliezze, giochi di prestigio, sfumature si dirà! Forse.
    All’amico Antonello faccio solo presente che l’idea di uno Jung peggiore e più pericoloso di Freud ha attraversato la testa anche di un saggio come Titus Burckhardt: ne parla diffusamente nel capitolo “Psicologia moderna e saggezza tradizionale” in “Scienza moderna e saggezza tradizionale”. Ma mi pare che anche Evola ed altri la pensassero allo stesso modo. Non c’è da scandalizzarsi o prendersela per così poco. L’importante è riflettere e far riflettere, poi discriminare. Tenersi ben strette le proprie convinzioni come il signor Luigi (??) a me non pare molto saggio. Anche perché non è una faccenda di algebra o di geometria euclidea. Ma vallo a spiegare ai forcaioli del “sì sì no no!”.

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  4. Davvero 'fine' la concezione di Aldous, il quale sa conciliare il pensiero tradizionale con altre correnti, senza complessi di superiorità, leggi ignoranza, che caratterizzano spesso il milieu tradizionalista... Proprio i puristi sono coloro che danneggiano la ricezione del pensiero tradizionale (guenon, evola, schuon, coomaraswami etc.) chiudendosi in sistemi totalmente aridi e infecondi. La Tradizione significa 'trasmissione': se la corrente si secca, come l'acqua di un fiume, tutto muore e si imputridisce. Per renderla 'viva' dobbiamo continuare a fare circolare l'acqua, nel nostro tempo e per coloro che ci succederanno. Ahimè, forse sarò eccessivo, caro Aldous, ma credo che margini di dialogo vero con i puristi non ce ne sono più ormai... : il bambino rimasto infante on cede alle proprie puerili convinzioni e non cresce, non si sviluppa, non progredisce... Un caro saluto, Eugenio


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  5. Conosco bene i pregiudizi di tanto perennialismo verso la psicanalisi ("I misfatti della psicanalisi" titola Guénon!), ma su Jung forse ci ha visto meglio Mircea Eliade.

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  6. Il problema non è solo e tanto l' antropologia psicanalitica,quanto quello costituito dalle sue pratiche nefaste. Le quali oltre a perpetuare i vari problemi che vorrebbero risolvere,ne creano volentieri altri ( che l'individuo non sapeva neanche di avere) richiamandoli dalla latenza dove giacevano indisturbati. Questo,per me,in estrema sintesi.A testimonianza di ciò le tante vicende terminate in tragedia a margine di queste pratiche che a esser buoni chiamerei illusorie. E la società psicanalitica americana,anni fa,fu persino commissariata,visti i numerosi scandali -specie a sfondo sessuale- che si sono potuti registrare tra i protagonisti delle dubbie relazioni che sempre si instaurano tra stregone.... volevo dire terapeuta..... e allocco....Volevo dire paziente.

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  7. In tutte le relazioni profonde sono spesso possibili esiti...non previsti! Dobbiamo ricordare quelli fra sacerdoti e fedeli? Tutti stregoni e allocchi?
    Forse...

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  8. Arvo aggiunge il seguente commento:
    "Quanto alla psichiatria personalmente preferisco la psicanalisi,che ritengo meno pericolosa. Basterebbe solo un salto nel blog del maresciallo Pietro Bisanti per rendersi veramente conto dei disastri tragici causati da questa pseudo scienza che pretende di intervenire nei delicati e complessi meccanismi dell' animo umano somministrando droghe sintetiche dall' esterno. Drammi umani continui costituiti dalle tristi e tragiche vicende di chi è incappato nelle maglie dell' iter farmacologico così tanto caro a questi operatori della salute. Tutto ciò, naturalmente,non esime alcun individuo dalle responsabilità costituite dalle conseguenze delle proprie scelte".

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  9. Al pirandelliano Mario-Luigi-Armando ecc., rispondo che non è lecito intervenire sotto mentite spoglie e che tutti i commenti di tal fatta vengono semplicemente cassati, salvo il caso di contenuti apprezzabili nel merito che come tali appariranno ma d’ora in avanti in forma anonima. A proposito del modus agendi et operandi di don Ennio che conosco bene, non commento, per il semplice motivo che non è nel mio stile parlar male delle persone che conosco, che ho frequentato o che mi hanno ricevuto e accolto in casa propria. Se Lei lo fa, dimostra per ciò stesso di essere una persona inaffidabile, profondamente scorretta e temo dall’animo alquanto meschino. Certo è frustrante vivere pensando di avere sempre ragione, me ne rendo conto.
    A proposito del “sì sì no no” dei cattolici reazionari a cui mi riferivo con ogni evidenza, esso nulla ha a che vedere con il “sì sì no no” di N.S. che non è mai stato un invito ad essere “dottrinariamente ortodossi”, ma semmai ad essere “veri” e “sinceri” nel profondo di sé e con gli altri.
    A proposito della psicanalisi vorrei ricordare all’amico Arvo che certe critiche ad essa da parte di esponenti del pensiero tradizionale (si badi da non confondere questi ultimi con chi fa parte a tutti gli effetti di una Tradizione viva) non colgono nel segno e non avrebbero alcun motivo di esistere, in quanto la validità di qualsiasi trattamento psicoterapico non trae origine da alcun elemento di origine metafisica. Più in generale, il discorso è assai complesso e personalmente non credo di avere le competenze necessarie per un giudizio strettamente tecnico. Posso solo ricordare che Emilio Servadio, collaboratore e amico di Julius Evola, era uno psicanalista e che Claudio Risé che ha prefato la nuova edizione di “Metafisica del Sesso” è professionalmente uno psicoterapeuta. Entrambi hanno fornito molti argomenti a difesa e contro l’opinione dilettantesca di Evola o di altri tradizionalisti. Sui danni della “psichiatria farmacologica” in parte non posso che condividere, ma anche lì non bisogna fare di tutt’erba un fascio.
    Per finire, ringrazio il sig. Eugenio il cui intervento pienamente sottoscrivo e l’amico Antonello che ha giustamente rievocato Eliade che dell’impianto concettuale di Jung seppe fare un buon uso. Certo, trascinandosi dietro anche qualche errore...

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  10. Molto opprtuno il richiamo di Aldo ad Emilio Servadio, vero studioso indipendente, che peraltro notoriamente prediligeva Freud e non Jung, ma questo dimostra solo una volta di più che le possibilità sono davvero infinite, in barba ai dualismi monolitici, come scrive ancora Aldo. E per fortuna!

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  11. L’amico il cui nome è Legione tira ora fuori il nome di Marco Vannini per dirci che costui muove una critica assai severa alla psicanalisi pur non essendo costui né un guénoniano, né un lefebvriano, né un nazista. Ma cosa ne sa veramente Vannini della psicanalisi? Ha fatto studi accurati in proposito? Ma lo si vuol capire una buona volta che la psicanalisi (quella vera, non quella immaginata da chi non sa di che parla) non è né una filosofia né una metafisica e che si occupa di curare le nevrosi da cui siamo afflitti soprattutto noi abitanti delle città? Tanto vale mettersi a criticare pure la fisiologia e la biochimica! Detto questo io non “rivaluto” proprio nulla, ma mi sforzo semplicemente di non dire corbellerie. Per parafrasare il solito Wittgenstein, su ciò che non si conosce è meglio tacere.

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  12. Evidentemente molti non sanno fin dove la psicanalisi (e affini) è riuscita a giungere. C'è, se a qualcuno interessa,pure un bel libro di W. Reich sull' interpretazione delle vicende del Cristo in chiave sessuale..... non mettiamo limiti alla provvidenza ( invertita, ovviamente).
    Per fortuna c'è chi dice NO e a ognuno le proprie responsabilità.... come sempre.

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  13. Caro Arvo,
    una cosa è l’efficacia terapeutica della psicanalisi su cui si può discutere, altro è la psicanalisi come teoria e come ermeneutica. Sono due cose diverse. La prima ha una certa validità “medica”, la seconda appartiene a un armamentario in disuso, squalificata da tempo non solo dalla filosofia ma anche dalla scienza. Oggi abbiamo i Ricoeur e gli Hillmann che hanno raccolto una parte di quell’eredità facendone un’altra cosa. Sono autori di cui si può fare tranquillamente a meno, come si può fare a meno di tante altri autori, ma comunque fanno parte della cultura umana. Non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca! Che poi la cultura psicanalitica abbia prodotto dei danni anche importanti non discuto, ma mi pareva che non fosse questo il punto. Quanto a Reich è un dinosauro morto e sepolto di cui nessuno più parla da anni.

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  14. Meno male che circa l' antropologia freudiana siamo sostanzialmente d'accordo. Quanto alle pratiche,che ho potuto osservare ben da vicino e che conosco piuttosto bene nei risultati,si potrebbero dire mille cose. Ma credo non sia questo il luogo. Mi limito allora ad osservare che oggi,per fortuna,si può liberamente accedere a tutt'altre pratiche ben più efficaci in senso terapeutico e soprattutto prive dei pericoli costituiti dall' attivazione imprudente del materiale psichico che giace opportunamente nella latenza di ogni essere umano.

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  15. Mi scusi, Arvo, quali sono queste pratiche più efficaci della psicanalisi?

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  16. Principalmente prive di proiezioni, transfert e simili ma soprattutto non basate sulla rievocazione del proprio vissuto,col rischio di restare impantanati in una "detente" psichista che spesso regala disturbi nuovi di zecca che uno non sospettava neanche di avere. Terapie energetiche dei meridiani e simili. Ma nell' ambito della stessa psicologia convenzionale si può spaziare dal cognitivo comportamentale alla psicologia positiva driblando i rischi summenzionati o riducendoli alquanto.
    Per la precisione non attribuisco quasi alcuna efficacia alla psicanalisi, dunque il resto lo reputo migliore anche se non sempre funziona. Naturalmente è la mia opinione.

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  17. anche il tomismo può esser una gnosi spuria dove uomo si illude di poter comprendere spiegare e dare quasi dimostrazione della fede con il suo esito inevitabile cioè il rogo di eretici , la logica e il principio di non contraddizione diventa il biberon per bambini impauriti dal reale o peggio l'arma per sempre nuove dittature dove gli altri non devono Contraddire la santa dottrina ufficiale .

    preferisco quasi lutero e heidegger a queste persone che parlano di Dio su Dio ma non sanno nulla rovinando le persone con discorsi complicati finti razionali a vuoto.

    la presenza maligna verrà sconfittà? si sogna ancora un futuro senza morte malattie ingiustizie peccati ecccc ? non sarebbe ora di una visione matura e tragica dell'esistenza dove nirvana è samsara e samsara è nirvana il che non significa non combattere.

    saluti Aldous

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  18. Caro Costa,
    il problema è che esiste un tomismo senza San Tommaso o con un Tommaso dimezzato, sminuito, incompreso. La grandezza di San Tommaso è ancora oggi difficilmente comparabile e la sua opera rimane un punto di riferimento sempre attuale e piena di stimoli, non solo intellettuali. Un cristiano che abbia interessi culturali non dovrebbe prescinderne. Tra gli interpreti autentici il padre Garrigou-Lagrange (stella di prima grandezza), ma anche un Raimondo Spiazzi (il domenicano che conobbe e apprezzò Mordini) o una Sofia Vanni Rovighi. Personalmente ricordo anche il memorabile Padre Tomas Tyn che conobbi negli anni Ottanta, purtroppo scomparso troppo presto, ma il cui volume “Metafisica della sostanza. Partecipazione e analogia entis” lessi con autentica voracità.
    A proposito di certi presunti cattolici che parlano il linguaggio del veleno, del disprezzo e del dileggio, Le dirò che allora preferisco di gran lunga certi teosofisti di un tempo alla Decio Calvari.
    Un caro saluto

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  19. Comunque don Ennio Innocenti lo vedo tra luci, ombre e confusioni.Al contrario,allora, di altri lettori del sito, penso faccia bene a organizzare una difesa contro le derive individualiste, razionalizzatrici, relativiste ecc.. all'interno della Chiesa o a ciò che ne rimane oggi.E dunque parliamo di ontologismo, liberalismo, trascendentalismo e così via. Ma i suoi pesanti limiti sono quelli dell'esclusivismo apologetico un pò miope,col quale il finto Islam contemporaneo diviene il pericolo islamista e la finta gnosi moderna viene riallacciata a quella antica; e a quest'ultima si contrappone una pretesa ortodossia cattolica che per quanto condanni il liberalismo, è intimamente democratica e scientista (psichiatria, biologia ecc..).Nulla di nuovo sotto il sole :una Chiesa ferita, in agonia, senza guida,senza più mordente, mentre osserva passivamente lo scorrere di questo inizio secolo.....in attesa che succeda qualcosa. Si può contare, temo, solo sullo "spirito che soffia dove vuole".

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  20. Analisi impietosa, ma in parte centrata. La Chiesa annaspa è vero, ma c’è una sorgente viva (fonte perenne) a cui si può sempre attingere, ma “intender non la può chi non la prova”. Circa le luci e le ombre in Don Ennio, quelle le vedo anch’io.

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  21. caro Aldous come lei ha giustamente ricordato San Tommaso andrebbe riletto nella sua totalità ricorda anche un giudizio sulla sua genialità da parte di Panikkar che non mi sembra fosse tomista ma ribadisco che a sentire i tomisti sembra ascoltare Piero Angela che parla di biologia senza nessun rispetto per il mistero mai un incertezza ,sui domenicani basta leggere i loro siti sono dei fondamentalisti ingenui dove si evoca ancora terremoti come castigi ma non voglio offenderli tutti ma sarebbe anche ora di fare i nomi di chi ha fatto del male alla chiesa o vogliamo aspettare secoli per riabilitare presunti eretici e dopo secoli di intolleranza religiosa poi si dice che è stato un scherzo un errore adesso facciamo il dialogo finalmente con tutti ad Assisi ,dialogo osteggiato da molti di questi presunti difensori della tradizione.

    saluti con stima

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  22. Riguardo a Jung, credo che un suo grande merito (a parte la riscoperta del simbolismo, che appartiene anche ad altri) sia stato quello di portare aspetti della visione cosmo-psicologica della civiltå tradizionale nel campo più familiare, e perciò più comprensibile, all'uomo contemporaneo: quello della percezione del proprio io empirico. Jung ha interpretato e descritto i rapporti tra io e inconscio negli stessi termini delle relazioni dinamiche tra yang e yin.
    In altri termini fa cogliere e percepire sul piano della coscienza psicologica individuale il ritmo che regola la vita del creati. Analogo discorso si può fare per un'altra grande intuizione junghiana: il processo di individuazione, attraverso il quale la personalità viene riorganizzato intorno a un centro - non ben definito da Jung, ma reale - cui si perviene con una progressiva disidentificazione dalle maschere pirandelliane dell'io e dalle immagini del subconscio. Stesso discorso per l'esperienza delle coincidenze, di cui riconosce la natura non casuale. Non vanno trascurati anche gli apporti fondamentali alla critica letteraria.

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  23. Il suo limite ė invece nell"assenza d uno sfondo metafisico. Per lui l'Altro è sempre una proiezione psicologica di sé. Chi cercasse nel suo pensiero una interpretazione generale della vita andrebbe fuori strada. Per questo comprendo l"irritazione di chi vede maltrattato uno studioso da cui ha tratto dei tesori culturali , ma anche di vi vede, per il suo fascino, un pericolo. Considerarlo peggiore di Freud mi sembra però eccessivo.

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  24. "Il problema dell'esistenza di Dio è uno dei problemi più stupidi che ci si possa porre"
    (Carl Gustav Jung)
    Un genio,non vi pare?
    Forse glie lo hanno spiegato gli spiriti durante le sue pratiche medianiche.
    Che dire poi dell' identificazione della gnosi antica con l' esercizio e la proiezione del contenuto psichico comune a tutta l'umanità?
    "Una dimensione spirituale non può esistere,non essendo altri che una proiezione psichica idealizzata".
    Se lo dice lui...

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  25. Caro Arvo,
    come Lei sa è sempre un errore giudicare un autore e in questo caso uno studioso di valore come Jung semplicemente “estrapolandone” delle frasi dall’opera. Se è per questo, Jung ha anche scritto che la proclamazione del dogma dell’Immacolata Conzezione era il più importante evento religioso dai tempi della Riforma (se non ricordo male, in “Risposta a Giobbe”). Ed era un “protestante” a dirlo! E a proposito di “sedute spiritiche”, sapesse quanti “tradizionalisti” le hanno praticate e frequentate prima di mettere la testa a partito. Se questo è il nostro metro di giudizio, allora non si salva nessuno. Guénon è stato vescovo della Chiesa Gnostica (sic!) ed Evola era un noto tombeur de femmes, ma questo non ci dice proprio nulla sul merito delle rispettive produzioni intellettuali. Jung non fu certo un tradizionalista, ma quanti spunti interessanti e validi nei suoi libri! Non c’è dunque bisogno di farne un santo, ma neppure di considerarlo un demone, mettendo all’indice le sue opere. Poi naturalmente ognuno è libero di leggere quel che vuole.

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  26. Con un po' di umiltà, una sufficiente preparazione dottrinale e una certa esperienza è possibile affrontare anche qualche lettura un po' spericolata e trarne vantaggio. Gesù ha detto: "Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome....... prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno". Non è un invito ad essere imprudenti, ma a maturare nel discernimento.

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  27. Si, ma è del tutto fuori luogo paragonare aspetti transitori marginali e totalmente superati di certi autori di percorsi culturali e spirituali ad aspetti centrali che hanno caratterizzato tutto l'iter ed il curriculum vitae dello psicologo svizzero, informandone l'azione, il messaggio e la "direzione d'efficacia" nel mondo della cultura.Come piace dire a Lei :"ci rifletta".

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  28. Caro Arvo,
    personalmente mi sono sempre attenuto alla regola aurea di San Paolo, il quale ha scritto con saggezza: «Vagliate tutto e trattenete ciò che vale». Che poi il messaggio dello psicologo svizzero abbia inguaiato l’umanità o la cultura moderna è faccenda che francamente non so giudicare. Ma forse Lei in questo è più bravo di me.

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  29. Ringrazio Aldo per la bella intervista a don Innocenti. In poche righe risalta il carattere "tradizionalista" di Innocenti, quello per cui se non si è tomisti non si è ortodossamente cattolici. E questo credo sia uno dei limiti di una Chiesa che già col neo-tomismo del primo '900, cercava di porre rimedio ai malanni del pensiero moderno. Che si condividano o no tutti i contenuti, le categorie di don Innoncenti credo siano comunque utili per diagnosticare i mali del pensiero moderno, e avvicinarsi un pò alla verità. Non ho mai letto di psicanalisi, ma in questo mi fido del grande Karl Kraus che vide nascere questa disciplina a Vienna, e che la combattè con tutto sé stesso. Una delle critiche più contemporanee era quella indirizzata a Freud e ai suoi allievi che avevano il brutto difetto di "psicanalizzare" le persone a distanza, finendo per distruggerne la reputazione. Un pò come il giornalismo, l'altro grande nemico di Kraus. Dico contemporanea perché recentemente uno psichiatra italiano ha psicanalizzato Macron a distanza, diagnosticandogli debolezze comportamentali dovute allo "stupro" subito quando era minorenne. Ne ha scritto anche Gambescia, con più competenza di me. Certo si può trarre insegnamento anche da Freud e Jung, ma per dirla col nostro Maestro "dai frutti li riconoscerete".

    Paolo C.

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  30. Grazie Paolo per il lucido commento. Essendo un estimatore di Krauss faccio fatica a dissentire. Ho cercato di distinguere la psicanalisi come teoria generale e visione del mondo (questa sì da combattere), dal metodo di cura che in molti casi si è rivelato efficace e persino risolutivo. Una critica alla psicanalisi che non distingua con nettezza i due ambiti è profondamente sbagliata. Così come ci piacerebbe una medicina che prescindesse dalla farmacopea industriale, così ci piacerebbe una psicologia di stampo tradizionale. In assenza dell’una e dell’altra non possiamo che: a) rassegnarci all’esistente; b) rivolgerci alle cosiddette “terapie alternative” che però sovente si rivelano fallimentari (per non parlare dei ciarlatani che le praticano); c) avere il fegato di andare a “scuola dello stregone”. Ergo, è solo una questione di lucido e disincantato realismo. Circa il valore o il disvalore di certe teorie, esso risiede anche nell’imprevedibilità dei loro esiti e nelle altrettanto imprevedibili migrazioni da un’idea all’altra che le medesime possono suscitare. Vedi il caso Jung-Eliade o Freud-Breton o altri simili. E’ la legge della Bilancia che non manca mai di realizzarsi a tutti i livelli del reale. Il ché non significa che si debbano sposare le tesi degli uni e degli altri, ma solo evitare di giudicarle sub specie ideologiae.

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  31. Grazie ad Aldo. Sono d'accordo. A me pare che tramite Panunzio si possa giungere ad una sintesi pregna di significato.

    Paolo C.

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  32. L'ultimo commento è forse l'ennesimo avatar di Mario-Luigi-Armando, ma certo non il mio.
    Credo che finché si rimane nell'ambito della psicoanalisi i metodi di guarigione che si possono trarre dalla sua teoria siano poco d'aiuto al paziente. Personalmente se dovessi aver bisogno di cure in ambito psichico cercherei fra psichiatri cattolici. Magari mi rivolgerei proprio all'associazione di psichiatri cattolici di cui parla don Innoncenti nell'intervista. Credo infatti che una persona di buona dottrina e sicura fede sia in grado di separare il grano dal loglio, magari trovando del buono anche nella psicoanalisi e ancor di più nei filosofi classici che prima e meglio della psicologia hanno trattato molte delle questioni della psicologia moderna. Di sicuro non mi metterei mai nelle mani di un freudiano, di un lacaniano o di un hillmaniano cercatori di archetipi. Ci tengo alla mia salute mentale!

    saluti
    Paolo Ciccioli

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  33. Una buona psicanalisi non ha quasi mai ucciso nessuno.E' in fondo una confessione laica. E ci aiuta a capire che Dio non è altri che una gigantesca proiezione del nostro io negli spazi infiniti dell'universo. Quando si mette in comune i propri "inconsci",le convinzioni recondite degli analisti non potranno mai influenzare il paziente, così come gli inconsci degli spiritisti non saranno mai responsabili della produzione dei fenomeni.
    Quanti pazienti, alla fine, hanno aperto gli occhi!
    Altro che Martin Seligman e la sua psicologia positiva.Noi siamo per il negativo.
    Meteorite, dove sei?

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  34. Cari Amici,
    ho ancora l’impressione che ai critici della psicanalisi senza se e senza ma sfugga qualcosa di molto serio e cioè che ci sono persone malate seriamente e che non saprebbero a che santo votarsi se non esistessero le figure professionali di cui stiamo parlando (psichiatri, psicologi e psicoanalisti). All’amico Paolo faccio notare che a essere messe in causa non sono le persone “sane di mente” che possono risolvere i loro conflitti interni rivolgendosi alla filosofia classica, alla mistica religiosa o all’esoterismo; sono invece le persone con problemi che nel migliore dei casi vanno dalle fobie ai raptus psicotici! Certo un bel meteorite porrebbe fine ai loro problemi e alle loro sofferenze (come a quelle di tutti), ma chi ragiona così, come Nibbio, dovrebbe per coerenza dare il buon esempio e …spararsi! (scherzo, ovviamente! L’amico Nibbio mi sta molto simpatico e l’immagine di morte che ho appena evocato, sia ben chiaro per fini retorici, mi fa orrore). La psicoanalisi è una concezione generale dell’uomo visto sotto un’angolazione psicologica. Punto. Che poi esiste anche una “cultura psicoanalitica” che pretende di ergersi a verità assoluta è altro discorso. E su questo fronte è perfettamente legittimo e direi anche doveroso condurre una battaglia culturale di contrasto anche forte. Ma vorrei far notare di nuovo che a ridimensionare di molto la “religione psicoanalitica” è stata in primis proprio la Scienza. Quella Scienza che molti tradizionalisti senza conoscerla disprezzano.
    Buona Domenica!

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  35. Caro Aldo, non mi ascrivo alla categoria dei critici della psicoanalisi senza se e senza ma. Nel precedente commento infatti ho scritto che un buon psichiatra/psicologo potrebbe trovare "del buono anche nella psicoanalisi". L'identikit perfetta dovrebbe essere: un buono psichiatra (meglio chi ha studiato 6 anni medicina + 4 di specializzazione in psichiatria, di uno psicologo), un buon cattolico (di quelli che a differenza di Nibbio sappia la differenza sostanziale fra seduta psicanalitica e confessione), un buon conoscitore della filosofia classica. E ovviamente un buon conoscitore della psicologia moderna, psicanalisi compresa. Ad un professionista così idel-tipico, in grado di "vagliare tutto e trattenere ciò che vale" affiderei le cure di chi soffre di gravi disturbi psichici. Per la cultura psiconalitica, come per molte altre cose, non posso che affidarmi a letture di seconda mano e all'istinto, oltre che auspicabilmente al consiglio dello Spirito Santo, non aspirando ad essere esperto di tutti i campi dello scibile.
    Ricambio gli auguri! Pace a voi

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  36. La "psicoterapia" non è altro che la riformulazione della "confessione dei pensieri", non dei peccati: si tratta, quindi, di una traslazione "laica" della paternità spirituale, e non del sacramento della confessione.
    Purtroppo, il cortocircuito vaticanosecondista-francofortese-psicoanalitico ha distrutto definitivamente Occidente. La teoresi di un Panunzio è culturalmente significativa (anche se a tratti confusionaria e incoerente), ma sul piano dell'incidenza sui plessi e sulle linee di svolgimento diacronico-teoretico risibile.

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  37. Al solito Lei non sa di cosa parla, ma vuole dare l’impressione di un sapere che in realtà non possiede affatto (un tipico vizio “guénoniano”). Inoltre, Lei interpreta la storia con l’ermeneutica cristiana esattamente come il buon Ennio Innocenti. La “psicoterapia” può essere messa in analogia con la “paternità spirituale” ma non è affatto una sua “traslazione”. In realtà il tema della “cura degli affetti” ha un’origine che precede il cristianesimo di qualche secolo è ha a che vedere più con la Tragedia greca e la taumaturgia dei tempi di Esculapio che con i metodi dei Padri del Deserto.
    Anche per quanto riguarda il “cortocircuito vaticanosecondista-francofortese-psicoanalitico” - che ricorda molto da vicino il famigerato complotto demo-pluto-giudaico-massonico - che avrebbe distrutto definitivamente (ma se la cosa è definitiva, romanamente che ne parlamo a fà?) l’Occidente, Le dirò che si sbaglia. In realtà cause e concause sono molteplici e inseparabili, ma se Lei è alla ricerca di qualche capro espiatorio gliene posso indicare a dozzine.
    Infine, sulla teoresi di Panunzio che “sui plessi e sulle linee di svolgimento Bla-Bla” sarebbe “risibile” è evidente anche qui la sua scientifica e metodica ignoranza. Nel senso che Lei di Panunzio nulla sa, nulla ha letto e se qualcosa ha letto, evidentemente nulla ha capito. L’incoerente e il confusionario dunque è Lei. Si applichi e studi di più e soprattutto la smetta di riempire la mia casella di posta con interventi rancorosi e sciocchezze da ritardato mentale. Magari vada più spesso a giocare a pallone o a prendere aria in qualche pubblico parco (Roma ne è piena!) o vada a bersi qualche birra con gli amici. Insomma, faccia qualcosa di salutare! Gliel’avrebbe consigliato di cuore anche il solitario di Sils-Maria.
    Quanto a me, La saluto, o se preferisce fredianamente La riverisco, naturalmente sperando di non risentirLa mai più. A meno che Lei non si decida a rinsavire e a tornare ad essere una Persona cristianamente civile.

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  38. Signori mi pare chiarissimo che l'intervento di Angelo Nibbio sia tutto in chiave ironica. Se tale è il senso allora lo condivido in pieno. Chiaro che la "confessione laica" non sarà altri che una parodia di quella rituale cattolica. E questa interpretazione altri non è che quella guénoniana che tanto spaventa il nostro amico Aldous. E infatti la comunicazione inconscia subliminale accomuna, sempre secondo questa visuale, spiritisti e psicanalisti.
    Se questo è il senso che ha inteso dare il nostro interlocutore, allora anche qui condivido in pieno.
    Quanto ai timori perfettamente comprensibili di fronte alla patologia psicologica, ho già detto che le alternative esistono,sono praticabili, molto più sicure, meno irte di possibili conseguenze e meno dispendiose in termini psicologici ed energetici. Ma anche economici...il che non guasta. Per i casi di bassa o media gravità c'è l'autoanalisi che non prevede alcun ricorso ad esterni se non in modo saltuario. Al limite l'autoanalisi transazionale. Poi ci sono gli approcci positivi di Seligman che possono anche sconfinare nel "pensiero positivo" o nel training autogeno. Nella psicologia canonica c'è la gestalt e per es la psicologia della personalità che si concentra su quest'ultima invece che sul cosidetto "inconscio". Allora c'è Viktor Frankl e la sua logoterapia. C'è la psicosintesi di Roberto Assagioli che introduce anche il concetto di Sé superiore, anche se a me non convince affatto. Poi le terapie Kinesiologiche, il Peat, l'Eft, la Logosintesi, il Tat di Tapas Fleming,le istruzioni BSFF ("be set free fast" per la "mente subconscia")di Larry Nims, l'EMDR che è molto in voga ed è utilissima per es per i trattamenti post traumatici e potrei continuare. Essere fossilizzati solo sulla psicanalisi vuol purtroppo dire solo che c'è da aggiornarsi, a meno che all'amico Aldous non piaccia in particolare restare steso sul lettino e farsi qualche bella costosa pennichella. Anche questa scelta, di questi tempi, può essere rispettabile.

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  39. Naturalmente spero che la battuta finale,fatta solo per alleggerire,sia stata presa per quello che è e non abbia offeso nessuno. In caso contrario porgo senz'altro le mie scuse. Magari tutto quanto abbiamo detto fino ad ora potrà essere utile od interessante per alcuni. I meteoriti,invece,direi di lasciarli da parte per ora. Verrà anche il loro momento.Ma più avanti.

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  40. Grazie Arvo per le precisazioni. Guardi che io so benissimo che esistono numerose alternative alla classica psicanalisi, ma poi bisognerebbe analizzare i risultati, compararli, ecc., ecc. Quest’ultimo studio lo lascerai fare agli addetti ai lavori. Io poi non ho mai detto di essere un tifoso della psicoanalisi, anzi, Le dirò che non lo sono affatto. Personalmente, come l’amico Paolo, non mi recherei mai da uno psicoanalista! Tuttavia, ne ho conosciuti e qualcuno persino frequentato come amico. Ergo, non sono del tutto ignorante in materia. Per le critiche ai critici “tradizionalisti” della psicoanalisi, ho rimandato agli studi di Emilio Servadio e Claudio Risè. Tra le varie “scuole” Lei ha dimenticato di menzionare la “psicologia transpersonale” (evoluzione della psicosintesi di Assagioli) che in Occidente ha addirittura sposato la teoresi della metafisica orientale (vedi Raphael e l’Asram Vidya). Quindi, nessuna fossilizzazione, stavo solo sul tema oggetto della discussione. Quanto all’impostazione di Guénon, mi trovo spesso d’accordo con lui pur essendone un estimatore critico.

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  41. Non c'è bisogno di scusarsi, Arvo. Lei fa bene a sollevare gli animi con un pizzico di humor: è quello che ci vuole in certe discussioni...

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  42. Allora sarò io a scusarmi: anche se confermo la mia diagnosi su Panunzio. Interessante come riflesso di mutamento sociale, ma metafisicamente irricevibile e rococò.

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  43. Non conoscendo bene i nomi utenti ho ecceduto nel letteralismo con riguardo al commento di Nibbio Angelo. A volte la pennichella me la faccio anch'io, anche senza psicoanalisi.

    saluti
    Paolo C.

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  44. Su psicologia e filosofia perenne offo un consiglio bibliografico: la ricca antologia "Psychology and the Perennial Philosophy" curata da Samuel Bendek Sotillos (si può scaricare online da vari siti web).

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  45. @Paolo C. Nessun problema. Ho lavorato per qualche tempo alla Permaflex e certe cose le comprendo. Spero solo che la psichiatria cattolica non si riveli, alla fine, fuoco amico.
    @Arvo, la eleggo mio interprete ufficioso anche se in metereologia spaziale le consiglio di approfondire.
    @Aldous, Lei aveva subito interpretato correttamente. Ho l'impressione che sappia molto di più di quello che in genere dice. Attendiamo la sua autobiografia a mo' di autoanalisi.
    Un saluto da chi vive da secoli dentro un celebre romanzo.

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  46. A Matteo: Con ogni probabilità Lei giudicherebbe “metafisicamente irricevibile” anche il messaggio originario di N.S. che come tutti sanno non si appoggiò mai a nessuna particolare teoresi. Panunzio teologicamente e filosoficamente è un neoplatonico, ma il suo più grande merito è stato quello di aver introdotto con intelligenza, cultura e sapienza il paradigma cristiano e cattolico nell’inespugnabile cittadella del pensiero tradizionale guénoniano. E’ un merito non da poco, anche perché a partire dalla sua opera, molti italiani transfughi che pensavano esistessero solo il Neopaganesimo, la Massoneria e l’Islam, furono costretti a riprendere in seria considerazione la Via cristiana. E mi creda, non è il suo solo merito.

    Ringrazio Antonello per il consiglio di lettura di un autore che onestamente ignoravo e il manzoniano Nibbio per la distaccata e ironica bonomia del suo ultimo intervento. Non pratico l’auto-analisi, ma l’ignaziana discriminazione da quando avevo vent’anni. La mia vita è “annotata” in numerosi Quaderni che alla mia morte, con ogni verosimiglianza, finiranno giustamente al macero.

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