Apocalisse.
Traduzione e analisi filologica - Alessandro Belano - Collana Alef Omega 1; Anno Edizione: 2013; Casa Editrice:Aracne Editrice – Roma
Draghi
rossi con sette teste. Cavalli infernali che sprigionano fuoco, fumo e zolfo.
Violenti scoppi di tuoni, terremoti, tempeste di grandine. Stelle che
precipitano sulla terra. Isole inghiottite dalla furia del mare. Nugoli di
mostruose cavallette che tormentano gli uomini. Tenebre, piaghe, sofferenze
inaudite. Città che sprofondano, torri e mura che crollano. Stagni di fuoco
ardente… Ci troviamo all’interno dell’ultimo libro del Nuovo Testamento che
sigilla, con il suo enigmatico linguaggio, la lunga serie dei libri che formano
la Bibbia. Si tratta dell’Apocalisse, un testo straordinario quanto difficile,
formato da scene sovraccariche di immagini, metafore e visioni, molte delle
quali si impongono per la loro spaventosa rappresentazione. Ma questo singolare
libro sacro che ha i bagliori di una bellezza severa, da gioiello barbarico,
non deve essere letto come la summa delle catastrofi. Nonostante la stranezza
dei particolari e l’orrore di certe descrizioni, l’Apocalisse è un libro
ispirato da Dio e, dunque, portatore di un messaggio di salvezza e
consolazione. Questo libro infatti è stato scritto in un’epoca particolare:
quella delle prime generazioni cristiane, provate dalle persecuzioni e dalle
sfide delle culture circostanti. Occorreva dare conforto e speranza per non
perdere la fede in Cristo, unico salvatore: l’Apocalisse, con il suo linguaggio
criptico, intende rispondere a questi pericoli che minavano la fede della
primitiva comunità ecclesiale. Le ultime parole dell’Apocalisse — Vieni,
Signore Gesù! — hanno il valore di un eterno presente di salvezza: la storia
umana, nella momentanea e sofferta consumazione, è già inserita nell’eternità
di Dio.
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