Giuseppe Palomba (1908-1986) |
di Antonello
Colimberti
«Si dice che
l’economia pura sconosce il problema morale; che, poi, nella realtà esiste e
che, quindi nell’azione concreta deve esser preso in considerazione. È appunto,
la metafisica economica che lascia affiorare il problema morale».
Metafisica economica? Un’espressione siffatta avrà già fatto sobbalzare più di un lettore nel trovare accostati due termini comunemente ritenuti appartenere a mondi lontani ed inconciliabili, ma ancora più sorprendente sarà la scoperta dell’autore dell’espressione: Giuseppe Palomba (1908-1986), uno dei massimi economisti italiani del secolo, allievo di Luigi Amoroso e professore universitario per lunghi anni a Catania, Napoli e Roma.
Metafisica economica? Un’espressione siffatta avrà già fatto sobbalzare più di un lettore nel trovare accostati due termini comunemente ritenuti appartenere a mondi lontani ed inconciliabili, ma ancora più sorprendente sarà la scoperta dell’autore dell’espressione: Giuseppe Palomba (1908-1986), uno dei massimi economisti italiani del secolo, allievo di Luigi Amoroso e professore universitario per lunghi anni a Catania, Napoli e Roma.
L’occasione di
tornare ad occuparsi di una figura così importante della cultura novecentesca
italiana ci è data da un dittico di fresca pubblicazione, a cura di Antonio
Dentice d’Accadia.
Il primo volume,
dal titolo L’economista
Giuseppe Palomba. Metafisica dell’economia (Bonanno editore), è
dedicato alla ricostruzione del pensiero scientifico di Palomba, ai suoi
innovativi tentativi di introdurre rispettivamente nella trattazione economica
la geometria non euclidea e la meccanica quantistica, e nella trattazione
sociologica il “ragionamento intenzionale”, che integra il puro ragionamento
scientifico-razionale con la valutazione delle intenzioni morali a fondamento
dell’intera fenomenologia umana, e i “quattro universi” (solare, lunare,
venereo, saturnino) nei quali ogni attività umana va a collocarsi.
Ma la scrupolosa
ricerca di Dentice d’Accadia non si ferma qui. Ed ecco quindi un prezioso
secondo volume dal titolo Giuseppe Palomba tra scienza ed esoterismo
(Tipheret editore), nel quale ci viene mostrato il lato più nascosto del
poliedrico professore.
Infatti, se le
attestazioni di stima di René Guénon nei riguardi della “metafisica economica”
erano note ai cultori del celebre esoterista francese, meno conosciuta è
l’iniziazione nel 1948 di Palomba all’islamismo “perennialista” di
Frithjof Schuon.
E anche se negli
anni successivi il professore prese le distanze dall’”orientamento
tradizionale” di Guénon e Schuon per tornare nel seno della cattolicità romana,
non smise per questo di partecipare a svariate vie iniziatiche presenti in
particolare nella Napoli del dopoguerra, dalla Massoneria di Rito scozzese
antico e accettato all’Ordine Egizio – Collegio dei sacerdoti del Tempio di
Iside, uno dei più segreti e misteriosi ordini iniziatici di tutti i tempi.
Fra perennialismo,
cattolicesimo ed ordini esoterici, su Palomba resta senz’altro valida la
considerazione del suo allievo ed assistente universitario Ferdinando Ventriglia,
divenuto nel corso degli anni direttore generale del Banco di Napoli e
protagonista per molti anni dell’economia italiana: «Provava una profonda
angoscia interiore, perché, come cercava di farmi capire, non riusciva a
trovare la via dell’iniziazione. Si interrogava. Era inquieto».
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