10/11/12

Jean Borella: Le sens du surnaturel


LE SENS DU SURNATUREL
suivi de Symbolisme et réalité
Genèse d'une réflexion sur le symbolisme sacré
Ed. L’Harmattan, 2012


Questa terza edizione riveduta e aumentata di Le Sens du Surnaturel di Jean Borella, autore da noi apprezzato e seguito fin dai suo esordi, tenta di rispondere a una domanda cara anche all’attuale pontefice Benedetto XVI: come conciliare Fede e Ragione, Grazia e Libertà? Da più di tre secoli teologi e filosofi si rifiutano di stabilire una continuità tra Natura e Soprannatura, ma la difficoltà di questa conciliazione forse potrebbe essere superata ricorrendo all’aiuto di una differente ermeneutica basata non più sul linguaggio ma sul Simbolismo o Simbolica Sacra. Una Scienza quest’ultima di cui ancora oggi si deve riconoscere la maestria di un René Guénon e di uno Charbonneau-Lassay. Solo una intellettualità fondata sul Simbolo può salvarci dalla inevitabile deriva della ragion pura. E’ una proposta quella di Borella che difficilmente sarà ascoltata dalle Gerarchie Vaticane, ma è l’unica in grado di restituire vigore, purezza e verità a una religione che ogni giorno di più va spegnendo tutte le sue Luci. 
A.L.F.

5 commenti:

  1. Sono costretto ad essere critico. Non esiste una gerarchia vaticana, che il Pastore supremo abiti in Vaticano non significa un bel niente: potrebbe abitare anche a Brasilia. Parliamo piuttosto di Gerarchia ecclesiastica. E se proprio vogliamo passarla al setaccio del simbolismo, non abbiamo bisogno né di Guénon né di Borella, abbiamo già tutto e meglio in casa nostra. Ci provo: ad una lettura attenta e profonda dei testi sacri, scopriamo che essi pullulano di Pesci… fin dai tempi del Diluvio (i quali, nel Diluvio, non perirono, ma si salvarono), tanto che potremmo intendere il Cristianesimo come l’iniziazione sacerdotale dei mistici Pesci. Quali pesci? Quei pesci della marea delle Genti che in grazia del diluvio, salgono più in alto di quei monti sui quali i sacerdoti delle origini s’illudevano d’essere più vicini a Dio, l’Altissimo (El Elyon).
    I Pesci quando sono molti indicano i cristiani (i mistici “ixtuoi”), quando sono due indicano il Diacono della Parola ed il Sacerdote del sacrificio consecratorio. Il Diacono è rappresentato da Ia-Kobos (Giacomo) ed indica il Pesce-grande Voce; il sacerdote eucaristico, che vicaria Gesù Cristo, è rappresentato da I-Oannes (Giovanni) ed indica il Pesce-potente Fiamma (in relazione allo Spirito Santo). C’è poi il grande “Ixtus” rosso grondante sangue e sappiamo chi è; e sappiamo anche che il Vescovo o Sommo Sacerdote deve mascherarsi da Pesce: ecco la mitria… e che i due corni della mitria indicano il potere regale ed il potere sacerdotale, lo insegnava già il buon vecchio Melitone di Sardi nel II sec. È questo esoterismo? No, non lo è. Occultismo? No. Cos’è allora? Insegnamento riservato.
    Cordiali saluti, Padre Danilo.

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  2. Caro Padre Danilo,
    la “vera religione” di cui tu sapientemente parli, quella dei Padri Apostolici, si è ritirata letteralmente nelle Catacombe e ai “veri fedeli” non rimane altro che riunirsi in luoghi appartati per poter seguitare a pregare e ad adorare. Duole dirlo, ma è così. Credo che sia lecito e doveroso informare gli intellettuali cattolici e gli studiosi (solo a questi ultimi indirizziamo i nostri consigli di lettura) che oltre all’esegesi cosiddetta scientifica, esiste un’esegesi simbolica di cui non si sa più nulla e che personalità come Guénon e oggi Borella, tra gli altri, hanno contribuito e contribuiscono a rivitalizzare. Probabilmente sono luci fioche rispetto a quelle fulgide di cui tu parli: piccole lampade sotto il moggio, ma a noi non sarebbe perdonato se contribuissimo a spegnerle.

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  3. In punta di piedi:
    questo interessante Simbolismo a cui si rifà Padre Danilo e che gentilmente ci propone ha come obiettivo/portata quello di "stabilire una continuità tra Natura e Soprannatura"? A me i piani sembrano diversi ma potrebbero arricchirsi a vicenda. Un tentativo a mio avviso operato da Borella e ricco di spunti di meditazione.
    Per quanto riguarda Guénon, un riferimento ad una teologia simbolica del Sacerdozio Eucaristico, forse davvero "insegnamento riservato", è ciò che probabilmente più di tutto gli è mancato, ma la sua opera non smette di istruire anche i Cristiani da un punto di vista metafisico in relazione al tema Natura/Soprannatura richiamato da Aldo, ad esempio rileggendo i primi magistrali capitoli di Simboli della Scienza Sacra, quelli scritti ancora da "cattolico" per intenderci.
    Un cordiale saluto,
    Paolo Mosso

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  4. Caro Aldo,
    è tanto che non mi faccio vivo, ma mi capita molto spesso di passare dal glorioso Corriere. Vorrei chiederti, se ne avrai possibilità e voglia, di ampliare la tua recensione al libro di Borella, di cui studiai con profitto anni addietro Esoterismo guénoniano, anche se non mi convinse fino in fondo la sua avversione un po' a priori per la trasmissione di dottrine cosmologiche in seno ad altre tradizioni e la sua opinione verso la mistica. Immagino avrai molto da fare, ma ho notato che hai dedicato più spazio a quel libro da pseudo-conventicola (Chrux Christi...), e così tentar non nuoce.
    Approfitto dell'occasione per dire che quanto ogni tanto viene scritto dal grande P.Danilo è Traditio Symboli, basata sullo studio del Testo, che per noi è -passatemi la definizione- metà Tradizione; ho notato che le reazioni che suscitano quelle cose sono piuttosto spiazzate o tiepide o amare. Ciò dipende solo dal fatto che non siamo educati e formati ai simboli cristiani e alla loro interpretazione, e credo proprio che in questo consista la denuncia forte di P.Danilo. Il Guénon può aiutare a predisporre il discente alla comprensione delle modalità comunicative del simbolo (perché di fatto non si insegna la filosofia di Platone); P.Danilo ci mostra che il simbolo è ancora tràdito. A mio modestissimo parere, Aldo, hai perfettamente ragione a difendere quel che si può ancora masticare, però sarebbe bene intendere in fondo le parole del Padre, anche se sembra di cattiva digestione. (Ap. 10, 9)

    Un davvero cordiale saluto e ringraziamento a entrambi,
    Francesco

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  5. Caro Francesco,
    cercherò senz'altro, appena possibile, di dedicare più spazio alle tesi di Borella e ai suoi libri e anche di ritornare sulle indicazioni e sul magistero iniziatico del nostro insostituibile Padre Danilo. Grazie a te per il commento che come al solito fa riflettere.
    Un abbraccio

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