12/10/11

Malapunta: un nuovo apocalittico e suggestivo romanzo gotico

Malapunta
di Morgan Perdinka
a cura di Danilo Arona
Edizioni XII

354 pagine – € 17,50

la recensione di Miriam Mastrovito

Dimenticate di avere un romanzo per le mani perché l’esplorazione di Malapunta non si ridurrà a una semplice lettura, sarà una vera e propria esperienza onirica o un sogno lucido, se preferite. Situata tra la Corsica e l’arcipelago toscano, quest’isola fantasma si erge sul mare come una specie di torre acuminata, una “malapunta” che si protende verso il cielo e che non figura su alcuna carta geografica. Un regno del nulla in cui la solitudine impera sovrana e il cui silenzio perfetto è interrotto solo, durante le ore notturne, dal canto delle berte. Ma è qualcos’altro a renderla tanto straordinaria: a Malapunta si sogna e i sogni lì generati ricalcano tutti la stessa impronta. L’ingegnere Nico Marcalli, distrutto dalla perdita della moglie a causa di un incidente stradale e tormentato dai sensi di colpa, sceglie di trasferirsi su questo fazzoletto di terra spinto da un desiderio di morte e di oblio. Solo altre cinque le persone con cui si ritrova a spartire l’isola: le due guardie forestali Pietro e Serena, il gestore del posto di ristoro Carmine, il pescatore Gionata e il pastore Hasani. Presenze discrete che comunque non interferiranno con la sua solitudine fino a che un inspiegabile delitto non spingerà Nico a interrogarsi sui misteri dell’isola e dei suoi abitanti. A quel punto l’uomo scivolerà in un sogno condiviso nel quale passato, presente e futuro si ritroveranno a convergere seguendo la logica di un tempo circolare. Le immagini della sua personale storia d’amore e morte, si sovrapporranno a quelle dello sterminio dei Druidi avvenuto a Malapunta all’epoca dei romani e all’assassinio di Serena, finendo per incastrarsi nella rete di un “gioco” perverso architettato da un’organizzazione segreta, quella dei Redivivi. Esiste un disegno o una spiegazione razionale per fenomeni che sembrano inquadrarsi entro i labili confini della follia? Questo il vero arcano da svelare, ammesso che sia possibile. Leggendo ci accorgeremo di come Malapunta sia in realtà un non luogo, un territorio inesplorato della mente, l’emblema di un inconscio collettivo ma anche una sorta di crocevia da cui si dipartono sentieri ucronici. La stessa struttura narrativa ci appare labirintica in senso spazio-temporale. Ripetutamente la storia sembra incanalarsi in una certa direzione e giungere a un punto risolutivo per porci, invece, di fronte a un muro e costringerci a una repentina svolta. L’effetto straniante è tale, da provocare continue sorprese e tenerci costantemente sulla corda. Più ci addentriamo tra le pieghe del romanzo e più si consolida la sensazione di essere davvero in una dimensione altra, complice anche uno stile incalzante in grado di suscitare attraverso le parole sensazioni visive, olfattive e tattili assolutamente realistiche. Dov’è la verità? Ovunque e da nessuna parte, o piuttosto nel punto di convergenza di infinite prospettive. Un punto che, lungi dal chiudersi su una risposta, si allarga su un orizzonte sempre più vasto. Quel che accade o non accade a Malapunta, si inserisce infatti in un contesto molto più ampio e si ricollega alle profezie sull’imminente Apocalisse. Sull’isola si sogna, dicevo all’inizio, ma è anche vero che dell’isola si sogna in svariate parti del globo. Sono elaborazioni oniriche comuni e catastrofiche, come il sogno dell’Onda, che si accompagnano al dilagare di spaventosi eventi forieri della fine del mondo: l’aumento dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche, gli tsumami, le tempeste elettromagnetiche, i suicidi delle balene, lo scioglimento delle calotte polari… Eventi non riconducibili a una concatenazione causale ma che rimandano al concetto di sincronicità e che potrebbero trovare una chiave interpretativa nella risonanza di Schumann. Danilo Arona, attraverso Morgan Perdinka, ci consegna infine una storia in cui, ancora una volta, realtà e finzione ci appaiono come carte interscambiabili di uno stesso mazzo. Inquietante proprio perché verosimile nella sua assurdità. Sconvolgente, perché chiunque siano gli attori posti in scena dal genio letterario, alla resa dei conti, ce ne sentiamo tutti protagonisti. Ormai da diverso tempo e in diversi ambiti si parla del 2012 e dell’approssimarsi della fine del mondo. Questo romanzo non fa eccezione ma ci illustra un’ipotesi fuori dal coro e che, a mio parere, risulta la più plausibile tra tutte. Terrificante e magnifica allo stesso tempo.

Fonte: http://strepitesti.blogspot.com/2011/09/malapunta.html

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