27/08/10

E' morto Raimundo Panikkar

E' con profonda commozione e umano dispiacere che diamo la notizia della scomparsa di Raimundo Panikkar. Il grande studioso indo-catalano che ci onorò della sua personale amicizia e che fu collaboratore della nostra rivista “Metapolitica”, aveva 91 anni.

Nel suo ultimo libro "Vita e Parola" (Jaka Book, aprile 2010) aveva scritto: “nel mondo moderno solo i mistici sopravviveranno. Gli altri saranno soffocati dal 'sistema', se vi si ribellano, o affogheranno nel sistema, se vi si rifugiano”. Una lezione cristiana e metapolitica da non dimenticare.


9 commenti:

  1. Panikkar è sempre stato un uomo scomodo. Ancora più scomodo come teologo. La Chiesa teme i santi, i mistici, insomma, tutti coloro che conoscono l'abisso e manifestano lo spirito. San Francesco ne è un esempio fulgido. Perché, mi domando, l'Istituzione teme, quando non perseguita, chi cerca Dio senza se e senza ma? Molte le strade, unica la vetta. O no?

    RispondiElimina
  2. Caro Angelo, non mi risultano “provvedimenti disciplinari” nei confronti di Panikkar, a cui invece mi risulta siano state concesse diverse “libertà” e promossi i libri in ogni occasione utile. Nessun timore dunque e nessuna particolare censura nei suoi confronti. Non credo che la Chiesa tema i Santi: la Chiesa è “la fabbrica dei Santi”. Il timore semmai è per l'eresia e per l'errore. Perché mai poi la Chiesa dovrebbe legittimare le “vie” che non le competono e di cui non è neppure tenuta a sapere? Semmai essa deve limitarsi a proteggere il proprio “depositum fidei” dalle sempre possibili deformazioni e storture e se ci riesce (cosa oggi assai difficile) ha già compiuto uno dei suoi più importanti doveri. Non credi?

    RispondiElimina
  3. Sarò paranoico, ma potrei citarti i problemini che padre Pio ha avuto con Roma, grazie a padre Gemelli con l'acquiescenza di papa Giovanni XXIII. Basterebbe questo esempio. Vedi, l'eresia è un'arma a doppio taglio per la Chiesa. Credo che un Rahner non sia un ortodosso eppure è studiato nei seminari più di san Tommaso. Troppi teologi, oggi, professano una loro religione/teologia, che poco o punto è in linea col Magistero, eppure continuano indisturbati a insegnare e propagandare la loro scienza. per i super tradizionalisti di Sodalitium, Panunzio era un eretico insieme a Guènon e Zolla. Per Blondet, poi, quasi tutti puzzano di zolfo. Gli eretici non stanno fuori. Caro Aldo, sarò un mangiapreti (non più di tanto), ma a titolo di esempio, la tesi di Bonaiuti secondo cui un sacerdote in grave peccato, perde le sue peculiarità, soprattutto quando celebra la Santa Messa; ebbene, non è poi così sballata. Un prete che violenta un bambino - ti faccio esempi estremi - credo che non abbia più alcuna autorità spirituale, se dovesse celebrare la Messa, questa risulterà non valida, e così via. L'eresia ha un confine assai sottile. Il deposito della fede, è assicurato più che dagli uomini - fallaci e traditori - dai santi martiri, con o senza altare. C'erano pure catari degni, come cristiani infami. Siamo tutti peccatori, ma ad un grande potere è richiesta una maggiore responsabilità. Anziché puntare il dito su chi la pensa diversamente da noi, guardiamo dentro casa nostra. C'è molto lavoro nella vigna del Signore. Scusa se questo mio è un commento sconclusionato, ma lo ho scritto di impeto.

    RispondiElimina
  4. Carissimo,
    credo di capire il tuo stato d'animo e anche la passione con la quale difendi le tue idee e la tua attuale posizione rispetto all'Istituzione ecclesiastica. Mi permetterai di dire che si tratta di un atteggiamento abbastanza tipico dei “fuoriusciti” e degli ex-cattolici? Tu sai bene Angelo che la vicenda di Padre Pio è del tutto eccezionale e assai controversa, come lo è altrettanto quella delle apparizioni mariane. Non è questione che si abbia paura dei “fenomeni eccezionali” o che si ricusi l'esperienza mistica. Gli è che ciò che più interessa alla Chiesa è la “santità”. La “santità” Angelo, non i fenomeni che eventualmente la testimoniano, ma che non ne sono certamente né la precondizione né tantomeno la prova. Dobbiamo assolutamente distinguere -chessoio?- un Giorgio Bongiovanni da un Padre Pio, non trovi? P. Gemelli fu indubbiamente ingiusto nei confronti di Padre Pio, ma era assolutamente in buona fede, come lo era Giovanni XXIII. I grandi santi poi non si sono mai sognati di contestare l'atteggiamento prudenziale della Chiesa nei loro riguardi e hanno sopportato con pazienza e umiltà tutte le angherie subite. Questo non vuol dire giustificare o applaudire il comportamento a volte persecutorio della Chiesa nei confronti di certi “carismatici”, ma solo comprenderne le ragioni e accettare l'idea che a volte un tale modo di fare è necessario per far emergere la verità.
    Certo la Chiesa preconciliare aveva delle rigidità dottrinali che effettivamente andavano superate, ma che pure avevano la loro precisa ragion d'essere e diciamo pure una loro provvidenzialità.
    Dopo il Concilio le cose sono cambiate e un Raimundo Panikkar e altri come lui hanno potuto liberamente e senza scomuniche seguire la loro strada. Tanto per fare un nome, penso in questo momento a un Giovanni Vannucci. Quindi in conclusione, caro Angelo, io credo che le tue accuse nel caso specifico, siano fuori bersaglio.
    Temo di capirlo il buon Blondet da te tanto rampognato (riconosco: a volte a ragion veduta): conosco la sua vicenda personale e il sofferto itinerario intellettuale. Forse anche il suo discorso può essere in una certa misura utile, anche se non è né il mio né il tuo. E io non dirò che è “un fratello che sbaglia”, ma mi limiterò a registrare la differenza delle nostre rispettive posizioni e contestare le sue eventuali idee che non dovessi condividere. Infatti, nessuno discorso è perfetto e nessuna idea è esente da errori. Così è. Quindi non pensiamo mai che il nostro punto di vista si erga sugli altri come superiore, ma piuttosto sforziamoci di portare avanti le nostre idee con coerenza e soprattutto con onestà e verità. Di più su questa terra noi proprio non possiamo fare. La pensava così anche il compianto Don Raimundo.
    Sulla questione eresia-ortodossia e la sottile linea di confine che le separa, hai perfettamente ragione. C'è osmosi. Ma forse bisognerebbe ridiscutere il concetto di “ortodossia” che per me cattolicamente significa: “conformità allo spirito del Vangelo” e adeguamento alla sua soprannaturale ispirazione e Verità. Credo che anche la Chiesa dopo il Concilio tanto vituperato abbia cominciato a orientarsi su questa stessa linea. Ciò spiega l'accoglienza a volte acritica alle idee di certi teologi à la Rahner o à la Teilhard de Chardin.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  5. P.S. Dimenticavo: "la tesi secondo cui un sacerdote in grave peccato, perde le sue peculiarità, soprattutto quando celebra la Santa Messa", non è di Buonaiuti ma di Lutero. Forse Buonaiuti semplicemente la riproponeva.
    Su questo in quanto cattolico io sto contro Lutero e con il Concilio di Trento. Ricorderai senz'altro la formula "ex opere operato" che si riferisce al fatto che nei sacramenti il peccato del ministro non può inficiare il risultato dell'azione sacramentale. Era opinione anche di uno Julius Evola, anche se per lui aveva un significato, diciamo così, riconducibile al suo "magismo".

    RispondiElimina
  6. Caro Aldo, apprezzo il tuo equilibrio, il respiro lungo sulle cose e sugli uomini. Le mie sortite, sono tipiche non di un fuoriuscito, animoso, pieno di acredine se non di odio nei confronti di Santa Romana Chiesa; ma di un amante tradito. Le mie esperienze interiori, tormentate fino a quando ho incontrato Cristo, mi hanno permesso di leggere, sentire, vedere che l'assemblearismo cattolico, la socializzazione, la catechesi, non mi portavano da nessuna parte. Con questo non ne voglio fare una regola. Per me, il devozionalismo, il liturgismo, la parrocchia, erano più vincoli, catene, aria pesante. Avevo bisogno di universi, di abissi, di profondità. Avevo bisogno di deserto ove incontrare me stesso, per poi far piazza pulita e ascoltare Dio. Si è fatto attendere, se mi è permesso dirlo.

    P.S. Le mie critiche ad un Rahner o ad un Teilhard, non riguardano ovviamente le loro, diciamo così, intemperanze sessuali (etero il primo, omosex il secondo); non faccio il moralista giacobino. Certi inquinanti ideologici, però, all'interno di un sistema, producono sconquassi più di una setta.

    RispondiElimina
  7. Grazie Angelo. Credo che ci siamo capiti perfettamente. E in conclusione, un abbraccio ci sta tutto.

    RispondiElimina
  8. Cari Angelo e Aldo,
    se mi volete, mi unirei al vostro abbraccio finale e fraterno. Vi sono cose che le parole parole non possono dire, ed il silenzio dei cercatori di Dio amano il silenzio. Penso che siamo in molti a piangere la morte di Raimundo, ma sono anche fiducioso che la sua anima ora sia approdata a lidi migliori, a mondi più elevati del nostro attuale.
    Vi chiedo un aiuto, se potete. Quando avete un po' di tempo guardate quello che penso o balbetto e scrivo: http://tracciolinodellospirito.blogspot.com/
    Sono pensieri dal labirinto. Di un aiuto ho bisogno, il 'guado' è terribile, interminabile... anche una sola parola...
    una mano e ci si regge a vicenda in questto attraversamento della corrente impetuosa.
    Grazie per le vostre parole di saggezza e pietà.
    Franco.

    p.s. Ho proiettato ai miei allievi di 5° liceo i video di Panikkar a cura della TV Svizzera. Avevo imparato ad amarlo fin dal 'Vedic Experience'. Appropriate le parole: "affogheranno nel sistema, se vi si rifugiano". Il mio rischio, per quello che riesco a capire, è di rimanerne soffocato.

    RispondiElimina
  9. Gentile Sig. Franco, la ringrazio per le Sue nobili parole e ben volentieri la stringo in un abbraccio fraterno. Le prometto che leggerò con attenzione
    quel che Lei scrive nel suo blog.

    RispondiElimina