01/12/15

REZA SHAH-KAZEMI, Dalla spiritualità del jihad all'ideologia del jihadismo

Un’importante definizione di taṣawwuf è riportata nel libro di ʿAlī al-Hujwīrī (m. 456/ 1063), Kashf al-mahjūb (Svelamento di ciò che è velato), uno dei più importanti manuali antichi del Sufismo classico: «Oggi, il Sufismo è un nome senza una realtà; prima era una realtà senza un nome». In altre parole, si ritiene che i valori propri del Sufismo esistessero già al tempo del Profeta e dei suoi compagni, dove tale realtà veniva vissuta, invece che etichettata. Dopo averci fornito questa definizione, al-Hujwīrī aggiunge che coloro che rifiutano il Sufismo stanno di fatto rifiutando «l’intera legge sacra dell’Apostolo e le sue qualità tanto elogiate».
Ora, potrebbe stupirci il fatto che un rifiuto del Sufismo sia allo stesso modo considerato un rifiuto della legge divina nella sua totalità. L’accento, però, dovrebbe essere posto proprio su questa “totalità”; perché se l’Islam viene ridotto a un’osservanza meccanica di regole esteriori, allora non sarebbe una religione nel pieno senso del termine. O per lo meno sarebbe una religione senza una vita interiore: per questo vediamo il grande al-Ghazālī chiamare la sua opera principale "Rivivificazione delle Scienze della Religione"; ed è chiaro dai suoi scritti che i valori spirituali propri del Sufismo forniscono questa vita interiore della religione.
Inoltre, sono sempre i Sufi, tradizionalmente, coloro che assimilarono in modo più profondo l’universalità propria al messaggio del Corano. Non sorprende il fatto che i più alti rappresentanti del Sufismo erano quelli più sensibili alla sacralità della vita umana, all’innata santità dell’essere umano, qualsiasi sia la sua religione; e non ci stupisce neanche che i più ostili al Sufismo sono coloro che mostrano un disprezzo sconvolgente per l’inviolabilità della vita umana.Sta diventando sempre più ovvio per chi osserva con intelligenza il mondo islamico che i più inclini alla violenza sono membri di un takfīrī deviato, diramazione di diversi movimenti radicali che non solo sono puramente “ideologici”, ma sono anche i più ostili al Sufismo e a tanti valori considerati tra i più sacri nella tradizione spirituale dell’Islam.
REZA SHAH-KAZEMI, Dalla spiritualità del jihad all'ideologia del jihadismo
in (S.H.Nasr, J.L. Esposito, R. Shah-Kazemi), L'ISLAM E LA VIOLENZA (Irfan Edizioni, prossima uscita)

3 commenti:

  1. Ottima segnalazione, caro Aldo. A mia volta segnalo di questo importante autore un saggio e un libro, ambedue reperibili sul web.
    Il saggio: "Jesus in the Quran: an Akbari Perspective".
    Il libro: "Paths to Transcendence According to Shankara, Ibn Arabi, and Meister Eckhart".

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  2. Grazie a Aldo e Antonello per le segnalazioni di grande interesse e attualità

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  3. Grazie ad entrambi.
    Grande abbraccio

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