07/10/15

Caso Charamsa. Don Dariusz Oko; il vero problema è l’“omoeresia” diffusa nella Chiesa


La Chiesa è infiltrata pesantemente da una potente lobby gay, che decide nomine e promozioni attraverso un meccanismo di ricatti e omertà. È questa la tesi sostenuta da don Dariusz Oko in un articolo pubblicato originariamente sulla rivista polacca Fronda (n. 63, pp. 128-160) e successivamente sulla rivista teologica tedesca Theologisches, suscitando molto rumore in tutt'Europa. Roberto Marchesini ha intervistato don Oko in esclusiva per La Nuova Bussola Quotidiana.

Don Oko, quando e come, storicamente, si è affermata la lobby omosessualista all'interno della Chiesa?
Esistono diversi tipi di lobby, e da secoli esistono in tanti ambienti. Questo non è un aspetto specifico della Chiesa cattolica. Dopo il Concilio vaticano II, ai tempi della rivoluzione sessuale del 1968, la teologia cattolica morale ha cominciato ad accettare le idee che prima erano considerate estranee al Magistero della Chiesa e alla morale tradizionale. Uno degli esempi può essere l'insegnamento del prete cattolico americano Charles Curran, che difende l'uguaglianza degli orientamenti omosessuale ed eterosessuale. In questo modo l'omosessualità smise di essere considerata contro la legge naturale e contro la Rivelazione. Questo modo di considerare la sessualità umana è si è infiltrato in tanti seminari e monasteri nel mondo. In conseguenza, in molti seminari diocesani e abbazie di tutti i continenti hanno cominciato a sostenere l'idea che esistono due orientamenti sessuali equivalenti: eterosessuale ed omosessuale. Così si chiede ai chierici esclusivamente la castità, considerata come l'astinenza da atti impuri, e la capacità di vivere il celibato, senza entrare nel merito del loro orientamento o tendenze sessuali. In questo modo l'omosessualità come tendenza e tipo di personalità ha finito di essere un ostacolo all'ordinazione sacerdotale. Negli anni Settanta e Ottanta del Ventesimo secolo i sacerdoti con tendenze omosessuali hanno cominciato a creare molti problemi in tante diocesi ed abbazie nel mondo. Lo scandalo degli abusi sessuali su minorenni, esploso negli anni '80 negli USA, è in gran parte dovuto a preti gay e nel 2002 questa situazione ha portato a un vero e proprio terremoto. Nel 1989, don Andrew Greeley, scrittore e sociologo cattolico, ha scritto sul settimanale americano National Catholic Reporter di Kansas City a proposito della “mafia lavanda” [locuzione che indica la lobby gay all'interno della Chiesa cattolica] in un articolo che ha indignato alcuni e ha trovato d'accordo altri. Secondo Greeley il sacerdozio stava diventando sempre più gay, e non era più rappresentativo della Chiesa universale.

A questo proposito, lei parla di omoeresia. Quali sono le caratteristiche?
L'omoeresia è un rifiuto del Magistero della Chiesa cattolica sull'omosessualità. I sostenitori dell'omoeresia non accettano che la tendenza omosessuale sia un disturbo della personalità. Mettono in dubbio che gli atti omosessuali siano contro la legge naturale. I difensori dell'omoeresia sono a favore del sacerdozio per i gay. L'omoeresia è una versione ecclesiastica dell'omosessualismo.

Quali reazioni ha suscitato, in ambienti ecclesiastici, il suo articolo? Come è stato accolto?
Le reazioni sono state soprattutto positive e hanno fatto gioire i miei amici che hanno partecipato alla nascita del mio lavoro. Queste voci hanno dato soddisfazione anche a tutti i credenti fedeli alla Santa Sede. Ci sono state così tante citazioni su diversi media che non è possibile ricordarle tutte. È sempre più difficile trovare un sacerdote in Polonia che non conosca il mio articolo. Tanti laici e sacerdoti mi hanno ringraziato, mi hanno fatto i complimenti per le mie conoscenze e il mio coraggio, mi hanno dato informazioni nuove e più dettagliate a sostegno delle tesi del mio testo. Tante persone hanno sottolineato quanto sia importante toccare questo tema perché la degenerazione morale dei sacerdoti distrugge qualcosa di particolarmente importante per la Chiesa, la colpisce al cuore. Ho ricevuto queste risposte soprattutto dagli educatori dei seminaristi.
Vescovi, abati e rettori di seminari mi hanno detto che questo articolo è un strumento molto utile per il loro lavoro, perché da una parte ricorda e raccoglie i punti chiave del Magistero sul divieto di ordinazione per le persone di tutte le tendenze omosessuali; dall'altra aiuta la riflessione e a risolvere i dubbi sull'argomento, anche se qualcuno potrebbe averne ancora.
Accolgo con particolare piacere l'opinione molto positiva di questo articolo da parte di un certo numero di suore, insegnanti, amici da una varietà di istituzioni laiche e religiose; in particolare i due sacerdoti che vengono considerati correttamente come quelli con la più alta autorità spirituale e morale della Chiesa polacca: don Edward Staniek e don Mark Dziewieckiego. Entrambi sono persone coscienziose libere dalla dipendenza dal giudizio altrui; persone di grande amore per la Chiesa, con una conoscenza particolarmente vasta ed approfondita su di Essa.

Nel suo articolo lei valorizza i laici nella lotta per la purificazione della Chiesa. Quale può essere il loro ruolo?
Vorrei focalizzare l'attenzione su due cose concrete. La prima riguarda il modo in cui i laici devono reagire nei casi di rapporti sessuali su un minorenne negli ambienti ecclesiastici, da parte di sacerdoti, animatori di gruppi di preghiera, insegnanti, scout, ecc. In questi casi, purtroppo, esiste una vera e propria congiura del silenzio. C'è la necessità di maggior coraggio ed impegno da parte dei laici.
La seconda riguarda i seminari. Purtroppo i laici hanno poca o nessuna conoscenza di come i futuri sacerdoti sono formati. Eppure nei seminari si decide in modo determinante il futuro della Chiesa. C'è bisogno di un maggior coinvolgimento dei laici al fine di non permettere l'ordinazione degli omosessuali. Tutti, clero e laici, dobbiamo sostenere gli sforzi di Papa Benedetto XVI il quale, invece della divisione tra l'omosessualità attiva e quella passiva, nei documenti ufficiali introduce una distinzione tra tendenze omosessuali transitorie, che accadono nel periodo dell'adolescenza, e quelle profondamente radicate. Tutte e due le forme di omosessualità, e non più soltanto l'omosessualità attiva, costituiscono un impedimento all'ordinazione sacerdotale. L'omosessualità non è conciliabile con la vocazione sacerdotale. Di conseguenza, non è solo rigorosamente vietata l'ordinazione di uomini con qualsiasi tipo di tendenza omosessuale (anche se transitoria), ma anche la loro ammissione in seminario.

Lei ipotizza soluzioni per aiutare la Chiesa ad uscire da questa crisi. Ma cosa si può fare per aiutare i sacerdoti con tendenze omosessuali? E per i sacerdoti gay?
Gli uomini con tendenze omosessuali già ordinati diaconi, preti e vescovi conservano la validità delle ordinazioni, ma sono obbligati ad osservare tutti i comandamenti di Dio nonché di tutte le disposizioni della Chiesa. Così come gli altri preti, devono vivere in castità e cessare ogni azione contro il bene della persona umana e della Chiesa, qualsiasi attività di carattere mafioso e soprattutto atteggiamenti di rivolta contro il Santo Padre e la Santa Sede. I sacerdoti afflitti da disturbi del genere sono fortemente indirizzati ad intraprendere al più presto una terapia adeguata.


CHI E' DON DARIUSZ OKO
Don Dariusz Oko, nato nel 1960 ad Oswiecim, è stato ordinato sacerdote nel 1985; è prete dell'arcidiocesi di Cracovia, dottore di ricerca in filosofia ed in teologia, professore al Dipartimento di Filosofia dell'Università Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia. I principali settori delle sue ricerche scientifiche sono: metafisica, filosofia di Dio, teologia contemporanea, zone di confine tra filosofia e teologia, critica dell'ideologia atea. Per sei anni ha studiato in diverse università in Germania, Italia e negli Stati Uniti. Dopo l'ordinazione sacerdotale, insieme al lavoro scientifico, ha sempre svolto quello di ministro cattolico come sacerdote residente in diverse parrocchie europee ed americane. Per sedici anni è stato direttore spirituale degli studenti e dall'anno 1998 è direttore spirituale dei medici nella sua diocesi. Nel corso di studi, congressi scientifici e pellegrinaggi con i medici ha visitato circa quaranta Paesi di tutti i continenti. In Polonia è conosciuto come editorialista e i suoi articoli sono stati spesso accolti con riconoscimento ed hanno dato origine a discussioni e dibattiti a livello nazionale.

17 commenti:

  1. Questo è il momento della verità. I sostenitori pelosi di papa Bergoglio, el papa, Scalfari Pannella Bonino Micromega&Co, si aspettano prese di posizioni libertarie dall'attuale pontefice in materia omosex. Cosa farà el papa? Continuerà nel pressapochismo pastorale e dottrinario, lasciando disorientati i cattolici, continuerà a ciurlare nel manico al motto "Chi sono io per giudicare?", dimentico che dovrebbe soltanto difendere la dottrina? La Rivelazione divina non muta con le epoche, non può essere storicizzata. O la Bibbia è considerata ispirata da Dio, e allora non va cambiata nemmeno una virgola, oppure è soggetta a interpretazioni infinite a seconda della cultura dominante di ogni tempo.
    Da bambinetto, frequentavo tutti i giorni l'Oratorio (oggi sono semi deserti a Viterbo), giocavo socializzavo pregavo. Tra seminaristi e sacerdoti, qualche "femminiello" si mostrava, a volte ci provava con noi ragazzi, ma lo respingevamo con sdegno, senza per questo rinunciare alla frequentazione della Parrocchia. Il fenomeno omosessuale tra i chierici si è allargato a macchia d'olio, in questi ultimi decenni, come del resto tra laici. La causa va trovata nella diffusione di ideologie degradanti, genitori deboli, confusi nell'educare i propri figli. C'è una centrale mondiale di finocchieria ed altre depravazioni, molto efficiente, che opera indisturbata. La Chiesa a furia di aprirsi al mondo, al nuovo che avanza, è diventata mondana, ha recepito filosofie, sociologie, ideologie che nulla hanno a che vedere con l'insegnamento di Cristo. L'ultimo baluardo al mondo moderno, la Chiesa cattolica, sta scricchiolando. Le guide cedono, noi fedeli siamo frastornati. Prego ogni giorno affinché lo Spirito Santo ci illumini, ma noi abbiamo il dovere di difenderci contro il male. A tutti i costi.
    Questa mia tirata, sarà ritenuta tradizionalista, retrograda, poco me ne cale. Conta serrare le fila e seguire il Vangelo.

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  2. Caro Angelo,

    capisco bene la tua posizione e anche quella degli amici “tradizionalisti”, o quella dei poco amici “sedevacantisti”, ma non condivido l’avversione nei confronti di questo Papa. Papa Francesco non è per niente un innovatore (così vorrebbero che fosse i progressisti che cercano di tirarlo per la giacchetta dalla loro parte, e così lo propongono i media all’opinione pubblica), ma un autentico conservatore. Prova ne è che nei due anni e passa di pontificato nulla ha modificato sul piano dottrinario. Le sue presunte aperture, come tu stesso riconosci, sono solo di carattere “pastorale”. Al concistoro sulla famiglia ha ribadito la posizione “non democratica” della Chiesa. Il bello, bravo, bamboccione “prete gay” che ha fatto coming out, non se l’è, come diciamo noi romani, “filato di pezza”. Ecc. ecc. Poi, potranno non piacere certi suoi atteggiamenti buonisti e certi suoi discorsi pauperistici (che però hanno un senso preciso e fanno parte di una necessaria “strategia” pastorale), ma non si può giudicare un pontificato sulla base di questi elementi che sono solo accessori e di contorno. Papa Francesco è un gesuita. Dovrebbe bastare questo a qualificare la sua posizione. Un gesuita che nella migliore tradizione del religioso “ordine nero”, ha accettato, rischiando tutti i giorni la pellaccia, di mettersi al servizio della Chiesa e di fungere da “braccio armato” di papa Ratzinger. Ma, ovviamente, questa è solo la mia personalissima opinione.

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  3. Accessoria è la croce quando el papa la copre per non offendere e imbarazzare certi interlocutori. Accessoria è la Presenza del Santissimo, quando sempre el papa non gli si inginocchia (dicono perchè soffra di mal di schiena). Accessoria... La pellaccia caro Aldo, la rischia il padre di famiglia tutti i giorni per portare il magro salario a casa; la pellaccia la rischiano, soprattutto i martiri cristiano ogni secondo in Siria, Iraq e in Africa e che vengono sistematicamente dimenticati da un clero che è affaccendato a ospitare migranti, maomettani in primis, e ricevere bei soldini da uno Stato idiota e corrotto. Già, ma questa è carità cristiana, dimenticavo. Non mi scandalizzo ormai per i finocchi (fra poco potrei essere denunciato per usare tali epiteti) presenti tra i chierici e che hanno una vita parallela di relazioni schifose e contronatura. Già, ma chi sono io per giudicare? Direbbe el papa. Che cosa ci fa più scandalizzare, ormai? Il timoniere naviga a vista, e da "buon" gesuita farà naufragare tutto il bastimento. Solo Cristo salva.

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  4. Caro Angelo, c’è una contraddizione in quello che dici. Da una parte pretendi che un papa manchi di rispetto alla sensibilità dell’islamico e dall’altra lamenti la persecuzione dei cristiani nei paesi islamici. Ma un papa che mancasse di rispetto all’Islam nuocerebbe gravemente alla salute dei cristiani in quei paesi, non trovi? Non direi inoltre che un padre di famiglia rischi la vita tutti i giorni. Un basso salario non implica un rischio di morte, ma solo dei sacrifici. Direi che tra le due cose c’è una grande sproporzione. Martin Luther King, John Kennedy, il Mahatma Gandhi sono stati assassinati e lasciamo andare con quali motivazioni e da chi. Questi ultimi non sono certo santi del mio paradiso, ma comunque erano leader che “remavano contro” e disturbavano gli interessi di qualcuno. Idem un Giovanni Paolo II. Se un papa scende nell’agone politico rischia consapevolmente la vita e questo papa che tu ed altri ritenete con tutta evidenza un anticristo, sta OGGETTIVAMENTE rischiando la vita. E non sta rischiando la vita per trasformare la chiesa in una grande loggia massonica, ma per traghettare la cristianità in un’epoca piena di insidie ma anche piena di nuovi e imprevedibili fermenti. Il suo scopo è proprio quello di restituire vigore allo spirito evangelico e di rinnovare la vita religiosa. E’ un ansia di rinnovamento salutare e direi anche provvidenziale. Oggi il papa chiede alla sua chiesa di ospitare i migranti esattamente come Pio XII sollecitava la protezione degli ebrei perseguitati dai nazisti. Io penso che aiutare il prossimo non sia mai una scelta dissennata anche quando questo prossimo può, a conti fatti, mancare di riconoscenza.
    Caro Angelo, “i soldini” che la chiesa riceve dallo Stato direi che sono ben spesi o vogliamo dimenticarci il grande e tradizionale servizio sociale svolto in particolare da religiose e religiosi soprattutto negli ambiti della sanità, dell’educazione, dell’accoglienza, del tamponamento delle emergenze alimentari, abitative, psichiche, ecc. ecc.? Come pensi che questo “servizio sociale e caritatevole” si possa portare avanti senza l’aiuto dello Stato? Certo non con quei quattro soldi che si raccolgono la domenica a messa. Sui sacerdoti gay e sui gay in generale mi sembra che il papa abbia pronunciato parole sagge condannando i comportamenti ma non le persone (il famoso e tanto vituperato “chi sono io per giudicare?”). Mi pare che nel suo discorso ai vescovi americani abbia detto che “perseguiterà” i preti pedofili in ogni sede possibile. E dunque?
    Un’ultima considerazione sul tuo “solo Cristo salva”. E’ evidente che tu immagini un Cristo senza Chiesa. Mio caro Amico, un tale Cristo non esiste e non esisterà mai. Un tale Cristo è un ectoplasma ideale del tutto privo di efficacia salvifica e i tuoi, temo seriamente, siano solo pregiudizi e stereotipi privi di valore storico e metafisicamente infondati. Anche tu se continui a ragionare in questo modo rischi di seguire la corrente del mondo senza alcuna possibilità di invertirne la rotta. La mia ricetta? Meno televisione, meno giornali, meno anticonformismo conformista, meno pessimismo, più studio, più preghiera, più comunione, più carità. Solo così Cristo salva e salva davvero.

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  5. Condivido tutto, anche LE VIRGOLE, delle considerazioni veramente ispirate e salutari per tutti di Aldous. Non lo dico per adulazione, ma sincera profonda e vera adesione alle parole e soprattutto allo spirito che c'è dietro di Aldous.
    Di certo ogni "passaggio di testimone" è difficile, a volte traumatico e può esporre i fedeli a paure e disorientamenti.
    ma per quanto siano alte le onde, la barca di Pietro non naufraga e non naufragherà mai fino alla fine del mondo perché retta da Cristo e dal suo corpo mistico, la Chiesa.
    La situazione che viviamo oggi per quanto paradossale potrebbe essere davvero provvidenziale: nel silenzio della cella, nella grotta del cuore, Papa Benedetto, monaco santo che sostiene con la preghiera il mondo e la Chiesa; nel mondo la forza, il dinamismo e la dinamite spirituale di Papa Francesco; un gesuita che ha rinnovato la Chiesa e il mondo, primavera dello Spirito. l'autunno - inverno di Benedetto, la primavera- estate di Francesco. Il carisma mendicante e "pellegrino" di Francesco che raccoglie il testimone del carisma monastico, mistico e sapienziale di Benedetto. Lo Spirito soffia dove vuole e nessuno sa da dove viene. Lo Spirito ci sorprende sempre, lo Spirito ci condurrà, pur fra prove e tribolazioni, alla Gerusalemme Celeste tanto desiderata e anelata.

    Un abbraccio a tutti,

    Lohen







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  6. Ho sentito spesso dire, in maniera un po' superficiale, che l'omosessualità nella Chiesa tutto sommato c'è da sempre e che molte "vocazioni" venivano utilizzate per evitare alle famiglie l'imbarazzo di un figlio gay.
    Questo è sicuramente vero ma chi conosce un minimo la situazione sa, come dice Angelo, che "Il fenomeno omosessuale tra i chierici si è allargato a macchia d'olio, in questi ultimi decenni".
    Ho sentito storie raccapriccianti su seminari interamente gay con tanto di reclutamento di "carne fresca". Seminari dove le vocazioni genuine di eterosessuali vengono scoraggiate.

    Non si tratta solo di gay che, per imbarazzo, coprono le loro tendenze con il sacerdozio, anche perché al giorno d'oggi l'orientamento sessuale non è più una cosa inconfessabile.
    C'è una vera e propria lobby gay con forti legami "di letto" fra chi ne è parte.

    Lasciando da parte cupole e complotti umani non è difficile vedere dietro questa tendenza alla lobby gay ecclesiastica un'ispirazione infera.
    È chiaro che, non solo all'interno della Chiesa ma nella nostra società, l'omosessualismo è il grimaldello principale per scristianizzare definitivamente l'Europa o quantomeno per imporre alle Chiese (e i protestanti si sono già da tempo piegati) di corrompere la propria dottrina immutabile.

    -Eremita

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  7. Caro Aldo, di sermoncini ne sento tanti, dal “premier” Renzi ogni sera su Rai 1 fino ai pistolotti del papa, tutti i santi giorni; se ti ci metti pure tu, fai la figura del conformista, baciapile clericale, offendi la tua indubbia intelligenza. Per carità, i gusti non si discutono e ognuno si sceglie la frusta per le terga sue. Tu non mi conosci abbastanza per scrivere una mia biografia in quattro righe, tranciando giudizi a dir poco avventati. Non sono così importante, anzi, sentirsi “nessuno” in un mondo dei “qualcuno”, mi fa sentire più libero. Ti facevo più prudente. Forse ho grattato dove ti prudeva. Mi consigli meno tivvù? Meno giornali? Ma per favore. Dall'età di 10anni ad oggi, ho letto studiato riletto migliaia di libri, a scuola, in biblioteca, quando molti miei coetanei si masturbavano durante la lezione, o si facevano le canne e mi sfottevano perché bazzicavo la parrocchietta. Ho frequentato sin da piccolo la parrocchia dei Giuseppini; iscritto all'Azione Cattolica per 20 anni; a Napoli son stato seguito da una guida spirituale dell'Ordine dei Gesuiti; infine, oggi ho l'onore e il piacere di confrontarmi con un sacerdote domenicano, Dottore in Filosofìa e Teologia, Docente di epistemologia teologica e filosofia teoretica. Ma non sono i titoli accademici che fanno l'uomo, infatti, lui è soprattutto un buon cristiano, in più ha dottrina sufficiente per discriminare. Lavorando (in qualità di socio fondatore e imprenditore) presso una cooperativa di servizi “Mario Fani” di Viterbo, ho avuto contatti con parroci di tutta la provincia nonché con la Curia cittadina, mi son fatto le ossa, a volte rompendomele, col mondo della politica, con le brighe, gli impicci, gli imbrogli di chi detiene il potere, ma ho anche conosciuti preti onesti, forti, di fede provata, insieme a pederasti, affaristi che nella Chiesa sono diffusi. Oltre a mia madre e mio padre, a cui devo la trasmissione di certi valori (la cultura del lavoro e il senso del dovere), ebbi dal 1971 fino al 1980, un incontro, diciamo così, pericoloso, liminare, sconvolgente, con un saggio-folle che gestiva una bottega ortofrutta. Mi insegnò ad amare la Natura e che la Vita non è fatta a caselle e l'uomo è un miracolo che si rinnova ogni giorno, tale nella sua complessità vissuta come un insieme. Gli autori che mi hanno formato, son stati diversi ma tosti. I cattolici, in ordine sparso, Fulton Sheen e Chesterton, Carretto, Pascal, dalle Confessioni del santo d'Ippona all'Itinerario del Bonaventura, santo anch'egli, Merton e Barsotti fino a Panunzio; i filosofi pochi ma compatti, Platone, Boezio, Vico, fino al compaesano Lorenzo Giusso. Ma non finisce qui. Galeotto fu un incontro con un amico di Julius Evola, orientalista un po' avanti con gli anni, che mi aprì tutto un mondo, tellurico a volte, ma pure folgorante di autori invisi dalla cultura ufficiale come Guènon, Schuon, Coomaraswamy. Vedi caro Aldo (ti stimo e ti voglio bene pure se mi fai le ramanzine), ho 57anni e se posso dire di aver vissuto tanto e con intensità, lo debbo alla mia fissa principale: cercare Dio e servire il prossimo. Ho una incrollabile fede in Gesù e nei Vangeli, che gli anni e le diverse e controverse esperienze non hanno scalfito. Sono però anche mosso da una inguaribile curiosità, sete e fame che mi spingono a sperimentare vie non conformi, ma che salgono comunque, quindi convergono. C'è spettacolo più bello dell'uomo orgoglioso della sua forza e della sua collaudata destrezza, che si inginocchia davanti alla Bellezza illuminata dai raggi del Divino?

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  8. Se è vero che un Cristo senza Chiesa... non ha Corpo...
    è pur vero che una Chiesa senza Croce, è una Chiesa senza Cristo...
    Nascondere la Croce è mettere da parte Cristo perché potrebbe scandalizzare. Qualunque sia l'intento, questo è il messaggio che passa, e il risultato.
    Se si vuol dialogare con l'Islam o con il Popolo Ebraico, lo si deve fare come Chiesa, Chiesa Cattolica di Gesù Cristo Signore, che come Tale ha i suoi Simboli.. e non come una qualsiasi altra simpatica o filantropica organizzazione di "carità" umana. Altrimenti non è più un dialogo alla pari, ma sottomissione e negazione della propria identità.
    I cristiani continuano e continueranno ad essere sgozzati, perché non ci può essere alcun dialogo con i terroristi, che il Papa copra il Crocifisso o meno. E la carneficina continuerà perché non esiste più un "laicato" e una "cavalleria" che difende i propri Fratelli di Fede e il proprio popolo.
    Dire al Fratello che muore "preghiamo per te", senza fare niente, è ipocrisia bella e buona.
    Questo è l'Occidente oggi: filantropo, ipocrita, senza Fede. Un laicato che aiuta lo straniero e dimentica il concittadino, e che senza Fede non si può riconoscere come Fratello di chi viene ucciso e torturato. E con una Chiesa che si sta trasformando in organizzazione umanitaria, anziché Corpo di Cristo, Chiesa di Dio, Casa di Preghiera. Papa o non papa.
    (sui soldi e sui diritti degli omosessuali, s'è già detto abbastanza..)

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  9. Grazie Lohen per il convinto e appassionato sostegno. Ricambio l'abbraccio

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  10. Caro Eremita, effettivamente i gay sono una presenza assai scomoda tra le fila dei chierici e il fatto che si stiano decidendo a venire allo scoperto, se non altro, aiuta il discernimento. Conosco bene la situazione scandalosa che è diventata un vero e proprio cancro per la Chiesa, più che da curare, da estirpare. Francamente però non so come si possa intervenire così radicalmente. Forse dovrebbero fare tutti come p. Charamsa e consentirci di prenderli tutti a pedate, metaforicamente parlando s’intende.

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  11. Caro Angelo, trovo francamente eccessiva la tua reazione e penso che dovresti rileggermi con più attenzione. Ma siccome ti voglio bene, la finisco qui. Mi limito a constatare che su questo argomento siamo, con tutta evidenza, su due fronti opposti. Peccato non si tratti di una questione da tifoseria, ma di una faccenda molto ma molto più seria. Un abbraccio

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  12. Caro Miles Armatus,
    personalmente come cattolico non mi sento affatto sminuito dal gesto del papa di coprire la croce in un contesto dove essa è considerata indubbiamente offensiva. E d’altronde non si può pretendere che il papa dialoghi con le altre religioni e nello stesso tempo che si comporti come un “crociato”. Aggiungo, caro Miles, che fornire ai musulmani fondamentalisti altri pretesti per rappresaglie contro le comunità cristiane non mi sembra saggio e direi anzi che sarebbe da irresponsabili. Che poi i suddetti fanatici non abbiano bisogno di pretesti è altro discorso.

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  13. Buongiorno a tutti,
    vorrei dire la mia molto brevemente. E' vero che questo Papa per come si sta muovendo difficilmente potrò amarlo senza condizioni, anche quando non parla ex cathedra, e cioè nella sua veste di dottore privato. Interviste, gesti, strategie a volte mi lasciano perprlesso. Però non è che io sia un S. Pio o un mistico in grado di giudicare la sua azione pastorale. Sulla base di che poi? Confrontandola con cosa? Con i papi che più mi piacciono del passato? O con qualche altra "tradizione religiosa" come fanno i "poseur" occidentali Buttafuoco e Battiato? Personalmente non ho nessun "grado" teologico per giudicare le tante uscite mediatiche che mi lasciano perplesso. Posso solo ricordare, come fa Aldo, che nonostante i crocefissi a forma di falce e martello, i flirt con i giornalisti notoriamente più anticristiani e le dichiarazioni secondo cui Dio non è cattolico (!) , il Magistero non è cambiato di una virgola.
    Allora mi limito a sopportare questi duri colpi per la mia "equazione personale", e a sottolineare come in altre occasioni le sue parole vengano fraintese o oscurate dai media, che approfittano - questo possiamo dirlo serenamente - del suo linguaggio a volte poco preciso. Altre volte invece pur essendo l'espressione linguistica precisa e semplice è stata palesemente manipolata. Un esempio su tutti è quello ormai arcinoto che anche Angelo riporta più volte - "Chi sono io per giudicare?" - e che sono certo tutti i commentatori a questo post conoscono nella sua integrità e che fa così "se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?". Ora alcuni amici cattolici su fb si divertono a usare contro Francesco la frase nella sua forma opportunamente tagliata dai media, che stravolge completamente il senso del pensiero del Papa. Se cadiamo in questo tranello stravolgendo completamente la frase manifesto (fin'ora) di questo papa, chissà in quante altre occasioni ci siamo irritati per frasi riportate nella forma manipolata. O ancora chissà quante volte non ci siamo sentiti confortati da altre espressioni che non vengono riportate o vengono riportate con poca enfasi?
    Pur con difficoltà seguo l'insegnamento di Msr. Livi, che mi pare anche quello di Aldo, di staccare un pò la televisione e il pc, e sopratutto staccarci da noi stessi e dalla nostra "equazione personale" e cercare di sentire il soffio dello Spirito.

    saluti
    Paolo C.

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  14. Ringrazio molto Paolo per l'equilibrio della sua riflessione che condivido e a cui non ho nulla da aggiungere.

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  15. Anche io seguo l'equilibrio e moderazione di Paolo C.
    Allo stesso tempo ho letto con interesse la storia di Angelo e la rispetto e guardo con attenzione il suo ricco cammino. Unico appunto che mi sento di fare: basta con la solita storia di Guenon ghettizzato: Adelphi , grazie a Calasso, e con buona pace dei Vassallo e compagni..., ha tradotto quasi tutte le opere e quindi la questione non si pone più. anche Coomaraswami è studiato e rispettato in ambiente accademico (pur con le solite e naturali sfumature dei singoli approcci). Pure Schuon , nonostante presenti qualche ambiguità maggiore di Guenon, è stimato e rispettato. su tutti basti pensare che lo cita Nasr, uno dei più grandi islamologi viventi al mondo che insegna alla Washinghton university. L'unico sui cui ancora pende una damnatio memoriae è J. Evola, ma d'altra parte è un po' naturale visto il suo innegabile coinvolgimento "politico" , mentre tutti gli altri rappresentanti della sophia perennis ( Guenon ,schuon, coomaraswami etc) non hanno mai avuto rapporto con la politica, ma la loro priorità assoluta era la realizzazione spirituale. Sfido chiunque a sostenere il contrario.
    Quindi basta piangerci addosso, è un atteggiamento che trovo assurdo e irritante, ma andiamo avanti consapevoli delle preziose opportunità di questo tempo post- ideologico e assai attratto dai temi spirituali( pur cadendo spesso in varianti new age ahimè...).
    Concludendo credo che in questa provvidenziale "tribuna" ci ritroviamo tutti, pur fra differenze e sfumature. L'importante è guardare a Cristo, vera Stella Polare e alla Sua Chiesa, al Suo Corpo mistico. Impegnarci in prima persona a pulire con amore e responsabilità il giardino celeste-terreno, spesso insozzato dai peccati, della Chiesa.
    Ripuliamo il giardino della Chiesa, così come ripuliamo le strade sporche e sozze di della Città Eterna. Allora vi sarà all'orizzonte Speranza, laddove ancora una volta, Impero e Chiesa si abbracciano in vista dei tempi ultimi e della reintegrazione finale. Un abbraccio a tutti i pellegrini in ricerca

    Lohengrin

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  16. Anche stavolta devo ringraziare sentitamente tutti gli amici che sono intervenuti per le loro sempre interessanti e stimolanti riflessioni, anche naturalmente il nostro eterno bastiancontrario Angelo Ciccarella che al di là delle critiche anche al sottoscritto (e ben vengano, per carità!), è uomo di fede e di coraggio. A lui vorrei dire che la mia non era né una critica, né un giudizio sulla persona (non mi permetterei mai), ma una valutazione delle sue parole che, a mio modo di vedere, in questo caso ricalcavano i soliti stereotipi messi in giro dai media su questo papa. Il consiglio di spegnere la televisione e gli altri strumenti tecnologici più o meno diabolici che adoperiamo tutti i giorni era poi indirizzato a tutti, anche a me stesso. Detto questo, non certo per giustificarmi, ma solo per amore di chiarezza, vorrei chiudere la discussione facendo presente a tutti che quelli che stiamo vivendo sono tempi in cui assai spesso la finzione risulta più verosimile della realtà. La distorsione mediatica dei fatti incide sempre più fortemente sulle percezioni e sulle nostre capacità di interpretare correttamente la realtà. E così finiamo col credere a un papa immaginario, difforme dall’originale, e insomma, a una sua caricatura inesistente. Quello che ho cercato di dire è che in questo caso specifico le vittime di questo circo mediatico non sono solo i “progressisti illuminati” alla Scalfari e alla Marco Pannella, ma anche i nostri amici “tradizionalisti” e gli intellettuali cattolici alla Vittorio Messori e alla Antonio Socci (tengo fuori i “sedevacantisti” che avrebbero da ridire anche se al soglio pontificio sedesse Gesù in persona).
    Il problema è che detrattori e sostenitori, ovvero i partigiani del “ci piace” e del “non ci piace”, si limitano a estrarre, neanche fossero numeri a lotto, frasi, battute, discorsi e comportamenti del papa isolandoli quasi sempre dal loro contesto e spiegandoli alla luce delle loro personalissime impressioni e convinzioni. Niente di più sbagliato e arbitrario. Diciamolo con chiarezza: le immagini del papa veicolate dai media sono interessate a proporre e ad imporre un papa fatto a loro immagine e somiglianza, quindi moderno, alla mano, poco autorevole, democratico, riformista, semplificatore e sempliciotto. La proposta mediatica è quella, insomma, di un papa con la tradizionale sveglia al collo. Poi magari qualcuno si accorge con grave ritardo che il papa che si era immaginato non è per niente “il grande puffo” che piace a tutti e che può prestarsi a diventare anche l’idolo delle masse, ma un uomo dalla tempra d’acciaio, dalle forti convinzioni e dall’irremovibile fede. Il che non vuol certamente dire che sia un santo e che non abbia, come tutti noi, i suoi umani difetti.
    Quanto al futuro della Chiesa – e lo ricordo soprattutto allo sfiduciato Angelo – non credo che dipenda da Pietro, ma unicamente dal Signore (altrimenti la Chiesa sarebbe finita da un pezzo) e aggiungo che quand’anche il Papa fosse l’anticristo in persona la barca di Pietro non affonderebbe.


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  17. Parole indiscutibili, caro Aldo.

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