24/05/15

Sri Dharma Pravartaka Acharya: il vedismo all'occidentale




Sri Dharma Pravartaka Acharya è il nome hindù di Frank Morales, nato a New York City nel 1963, ma di origini italo-spagnole. La sua passione per l’India e per la tradizione vedica comincia all’età di 10 anni quando scopre e legge assiduamente la Bhagavad -Gita. In seguito si guadagnerà una laurea in filosofia presso la Loyola University di Chicago e un’altra in storia delle religioni presso l’Università del Wisconsin-Madison .Già al principio dei suoi studi accademici il nostro afferma: " io non voglio solo studiare la storia delle religioni, io voglio fare la storia delle religioni". Dopo la laurea, coerentemente, lascia il mondo accademico è si dedica esclusivamente all'insegnamento spirituale e alla restaurazione del Sanatana Dharma .in Occidente. Oltre a guidare lezioni, seminari e conferenze, Sri Acharyaji scrive libri. Al momento ne ha ben nove al suo attivo. 

-         Sanatana Dharma: The Eternal Natural way
-         The Sanatana Dharma study guide
-         The vedic way of knowing God
-         Living Dharma:The Teachings of Sri Dharma Pravartaka Acharya
-         Radical Universalism
-         The shakti principle: Encountering the feminine power of god
-         Taking Refuge in Dharma: the ISDS initiation Guidebook
-         The Art of Wisdom: affirmations for Boundless Living
-         The Dharma Manifesto: a new vision for global transformation

22 commenti:

  1. Buongiorno. Mi domando se sia il caso di parlare di questi personaggi molto egocentrici e poco credibili. E' solo un occidentale sconosciuto che gioca a fare il guru. " Io voglio fare la storia delle religioni" è un'affermazione un po' idiota.

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  2. La domanda, gentile Signore, è più che legittima. Le nostre segnalazioni infatti, non sono né casuali né estemporanee. Il sig. Morales non è affatto uno sprovveduto “molto egocentrico e poco credibile” come Lei pensa, anche se a vederlo dà questa impressione. I suoi libri, inoltre, sono scritti con intelligenza e cultura e si collocano nella corrente del perennialismo a là Schuon e dell’interculturalismo a là Panikkar. Tra l’altro, Morales, ha studiato dai Gesuiti e la sua formazione ne risente fortemente, tanto che qualcuno lo ha già accusato di cripto-gesuitismo. Un altro valido motivo per segnalarlo (si badi bene che la nostra è appunto una semplice segnalazione e non un “santino”) è che egli gode di buona stampa presso gli ambienti della ND francese che lo suggeriscono già come autore di riferimento e che hanno cominciato a pubblicarne i libri, così come è apprezzato dagli ambienti neopagani e indoeuropeisti. Insomma, il tizio fa parlare di sé e anche dal nostro punto di vista merita attenzione.

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    1. D'accordo...ma è stato un pessimo allievo di certi maestri. Panikkar e Schuon sono 20 spanne sopra questo ignoto figuro...

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    2. caro Aldous la leggo sempre con piacere ma lei sa che in america non è mai nato nessun maestro spirituale esiste una geografia spirituale......volevo un suo consiglio su un testo da leggere di Panunzio mi dicono Metafisica del vangelo eterno...ma su internet ho letto di Atlantide di etimologie improbabili e paradisi artici.....ancora con queste fesserie esoteriche... spero un suo chiarimento.......saluti

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    3. Gentile Amico,
      intanto la ringrazio per il Suo gentile contributo. Sul fatto che in America (immagino Lei si riferisca all’America del Nord) non sia nato mai nessun maestro spirituale non mi trova completamente d’accordo. Tra i nativi mi vengono in mente Alce Nero (Lakota-Sioux) e la santa cattolica Kateri Tekakwitha (mohicana). Sono solo due esempi ovviamente, ma si possono individuare anche tra i non cattolici e i non convertiti al cristianesimo diverse figure se non altro interessanti anche sotto il profilo sapienziale. Il fenomeno del mormorismo ad esempio si rivela come degno di considerazione. Certo, poi dipende da come si giudicano certe cose e da quale punto di vista ci si pone. In America c’è sicuramente molta superficialità, ma vi si trova anche molto fervore spirituale più di quanto non si trovi attualmente nella nostra Europa. E poi vale sempre ciò che dice la Bibbia nel libro dei Proverbi: “la sapienza grida dai crocicchi e dagli angoli delle strade”.
      Circa l’Atlantide, non mi sembra sia il caso di definirla una “fesseria esoterica” a meno che Lei non consideri Platone un fesso. Certo, sono argomenti sui quali si sono effettivamente scritte innumerevoli corbellerie, ma quello dell’Atlantide resta un “mito” che resiste rispetto ad altri che sono irrimediabilmente tramontati e forse una ragione anche profonda c’è.
      Infine, quale lettura consigliarLe di Panunzio. Se non l’ha già letto, sicuramente “Contemplazione e Simbolo”. In seconda battuta “Metafisica del Vangelo Eterno”. Ma si ricordi che Panunzio fu scrittore cattolico, ma anche a modo suo genio ecumenico e uomo di immaginazione creativa. Sulle etimologie che Lei trova improbabili, Le dirò che possono a volte anche esserlo da un punto di vista filologico, ma che non lo sono mai da un punto di vista speculativo e sapienziale.
      Un cordiale saluto

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    4. alce nero fu cattolico catechista e il suo libro una patacca del solito venditore di fumo la figlia di alce lo voleva denunciare....molti testi religiosi pellerossa sono falsi o contaminati con il nuovo credo cristiano ..comunque è una espressione del sacro degna di note.....sui mormoni sono un invenzione ridicola quasi uno schiaffo all'intelligenza ,ovvio che ci siano persone serie e buona fede......l'unica cosa positiva sono quei gruppi di invocazione dello spirito santo che hanno influenzato quelli cattolici portando buoni frutti....Platone usava i miti per la conoscenza dopo l'esoterismo dell'800 ci si crede a quei miti come storia senza arrivare a nessuna verità ....l'apocalisse ne tratta di quelli che staranno sempre ad imparare senza arrivare alla verità........saluti

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    5. Confesso che pur possedendo il libro non ho mai letto “Alce nero parla”, ma ricordo di aver letto un articolo di Massimo Introvigne dal titolo “Alce nero parla davvero” apparso sulla rivista di Alleanza Cattolica “Cristianità”. Conosco dunque la critica cattolica all’ “operazione Alce nero” e il fatto che Schuon avesse passato sotto silenzio la di lui conversione. Cosa può dire un non-europeo e per giunta appartenente a una Tradizione senza scrittura circa il cristianesimo? Suppongo ben poco o quasi nulla. Lascio però a lei l’espressione “patacca” attribuita a quel libro.
      I Mormoni sono stati accusati, credo a ragion veduta, di grossolano antropomorfismo. Tuttavia, l’idea che Gesù abbia “visitato” i nativi americani dopo la sua Resurrezione a me è sempre piaciuta (ma capisco bene che non si tratta di faccende che possono risolversi sulla base dei propri gusti) e anche l’idea della Rivelazione come “processo continuo”. Poi ci sono i collegamenti con la Massoneria, l’affiliazione di Joseph Smith a una loggia massonica, ecc. ecc. Insomma, il quadro è certamente assai controverso e problematico, ma il modello di vita dei mormoni, la centralità della famiglia e il loro antimodernismo non sono da buttar via, anzi. Gli americani sono dei faciloni, ma forse proprio per questa faciloneria alle volte dimostrano più fede (siamo d’accordo in qualunque cosa) e fantasia ideativa rispetto a noi europei così carichi di storia e di cultura e che per habitus mentale tendiamo ormai all’ateismo pratico oltre che teorico.
      Sull’Atlantide, mi spiace, ma non condivido. Platone credeva alla realtà storica dell’Atlantide e non ne parlava affatto come di un mito. Semmai e dopo Platone che si può parlare di un “mito di Atlantide”. Un mito che sopravvive, ma che certamente non serve alla conoscenza o alla Verità che sono questioni di tutt’altro ordine. Qui si tratta però di restituire a questa faccenda il suo ruolo di “problema” o rompicapo per la storiografia ufficiale. A me sembra che questo ruolo non molte realtà del passato possano averlo e che non sia saggio buttare, come si suole dire, “il bambino con l’acqua sporca”.
      Infine, mi ha stupito la Sua citazione poco accorta della Scrittura: l’Apocalisse non c’entra, l’ha scritto San Paolo. In questo, come pure in coerenza e fedeltà, i Mormoni, ahinoi, ci superano.

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    6. riguardo alla citazione ho peccato di hybris pensavo ad un'altro riferimento all'apocalisse........i Mormoni ed altri ci superano è vero......la verginità prematrimoniale in alcune comunità americane ci si prova ancora poi nei fatti non lo so......per non dire sul voto il fattore religioso è fondamentale con le conseguenze e strumentalizzazioni che conosciamo........ora la lascio volevo sapere in futuro un suo parere sul filosofo Dugin io sento puzza di zolfo cerca alleati di qualunque colore ,esoteristi,alchimisti massoni ,destra e sinistra estrema vecchie sue simpatie passate per la mano sinistra forse ecccc odio verso l'america ma anche verso il cattolicesimo poco ecumenico diciamo così alla faccia della tradizione.....

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    7. Dughin ha fatto conoscere il "pensiero tradizionale" ai Russi ed è un formidabile "operatore culturale, temo però che si muova in modo troppo disinvolto. L'idea metapolitica del "fronte della Tradizione" è certamente suggestiva, ma può attrarre solo militanti e soldati politici o comunque ambienti fortemente caratterizzati in senso ideologico.

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    8. ma in questo sito non c'è nessun prete monaco strano che ormai a parlare di queste cose siano i laici mentre i preti parlano solo di poveri ed immigrati.....sto leggendo Tradizione Romana di DE Giorgio interessante migliore di Evola anche se noto diversi errori come assenza di peccato,monismo svalutazione dell'umano esaltazione ingenua del paganesimo ma non è da buttare......

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    9. Da tempo il sacerdozio vive in una profonda crisi di identità, ma i sacerdoti "veri" non mancano. Diciamo però che proprio per il loro stato non possono sempre esprimersi come vorrebbero. A noi laici invece è consentito di parlare di tutto, senza il rischio di incorrere in qualche sanzione "disciplinare". Comunque, Le posso assicurare che sacerdoti e monaci che ci seguono non mancano e che di tanto in tanto fanno anche sentire la loro voce. Per quanto riguarda il de Giorgio, fu a modo suo un mistico e un..."iniziato", ma i suoi libri vanno letti e goduti come testi "spirituali".

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  3. Caro Aldo,
    capisco le perplessità dell'Anonimo. Di guru o presunti tali ne sono sbocciati a centinaia dal dopoguerra ad oggi. Già Vivekananda ai primi del '900 aveva esportato un po' di Vedantismo annacquato in Occidente, con risultati apprezzabili sul piano divulgativo. Ora c'è da chiedersi una cosa: la dottrina vedantina è mai stata trasmessa da noi, così com'è, senza interpretazioni e adattamenti? Solo Panunzio, grazie alla sua sensibilità metafisica, è riuscito nell'impresa, alla luce di Cristo paradigmatico. Ho letto e studiato autori e maestri di saggezza indù, da Aurobindo (troppo imbevuto di evoluzionismo) alla fantareligione di Yogananda, Ramana Maharshi, fino all'iconoclasta anarcoide Krishnamurti ed ho scoperto, non ci voleva poi molto, che tutti mediavano, adattavano, inventavano. Eccezioni pur ve ne sono. Il già citato Silvano Panunzio, Giuseppe Tucci, mai dimenticato esploratore dello spirito, lo stesso Guènon non è così puro nel trasmettere la dottrina, anzi. Morales, per tornare al tema, non lo conosco ancora. Certo, il sospetto è sempre quello: un altro paraguru.

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    1. Non mischiamo fango e cioccolata. Yogananda è stato ha propagato un po' di fanta-yoga. Aurobindo è forse più serio, ma l'evoluzionismo ha deformato ciò che di buono aveva da dare...

      Ramana Maharshi, invece, è perfettamente Tradizionale ed è stato un grandissimo Maestro, forse uno dei pochi veri dell'ultimo secolo...

      Krishnamurti solo un filosofo...

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    2. Maharshi è astratto, inutilmente filosofico. Ho letto e cercato di capire i suoi libri. Magari ha sperimentato ciò che insegna, lo spero, poi vanno fatti i conti con ciò che ha conseguito.

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  4. Caro Angelo,
    grazie per la tue riflessioni sempre utili e puntualizzanti. A mio modo di vedere la questione va posta sul piano delle idee e non sul piano ideologico o dottrinario. Quindi non mi pongo il problema del comportamento di Morales, né mi preoccupa o sconvolge il suo abbigliamento e neanche la sua capigliatura. Men che meno importa la sua scelta religiosa per la tradizione hindù, ammesso e non concesso che si possa parlarne in questi termini. Quello che a me interessa e credo debba interessare chi ci segue, è il tentativo di intermediazione culturale che il signor Morales con i suoi libri mette in atto. La sua proposta di vedismo all’occidentale in fondo non è diversa da quella –servata distantia- di un Panikkar o appunto di un Panunzio o ancora di un Dalla Porta Xdias. Secondo me si tratta di accoglierla, di elaborarla e di farla nostra. I distinguo vengono dopo e anche le prese di distanza se necessarie.

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  5. Su Ramana Maharshi sono d'accordo. Anche sul fatto che Schuon e Panikkar siano certamente di livello superiore. Ma come ho già detto, quello che qui interessa è di valutare i contenuti dei libri di Morales ovvero le sue "proposte" ideali e non la sua "statura spirituale". Se le sue idee e i suoi libri fossero spazzatura non ce ne saremmo certamente occupati.

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    1. Schuon è un autore che ben formula le sue idee, che ritiene però conformi alla Tradizione, cosa assai difficile da incasellare entro certi confini. E' più portato verso la mistica, al contrario del suo mentore Guènon, perdutamente innamorato d'Oriente da non vedere i tesori in Occidente. Su Morales hai ragione caro Aldo, va valutata la sua metodica e dottrina. Parto però dal concetto secondo il quale bisogna prima provare sulla propria pelle il cammino spirituale e poi, se è il caso, farlo conoscere a tutti. Panikkar è ottimo studioso e fusionista religioso, come il suo Ordine raccomanda da un po' di tempo. Non mi esalta più di tanto. Lo trovo pesante come tutti i prof universitari, esclusi alcuni. I piacioni li trovo insopportabili, preferisco chi divide per conoscere.

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  6. Non credo che Ramana Maharshi possa definirsi un filosofo in senso stretto e non è neanche un autore di libri. Il suo linguaggio è conforme al linguaggio della scuola Vedanta e la sua statura spirituale e universalmente riconosciuta. Non si può certamente definire un santo alla maniera cristiana, ma visse con assoluta coerenza e a me sembra con autentica profondità le proprie convinzioni. Il mio personale giudizio su di lui si ferma qui. Quanto a Panikkar, effettivamente devo riconoscere anch'io che nei suoi libri si esprime come un professore universitario e non come un vero sapiente. Tuttavia, si deve riconoscergli una capacità di scavare in profondità e con visione ampia nell'ambito del fenomeno religioso. Se un cristiano oggi volesse cercare di capire l'Oriente e le sue dottrine, dovrebbe rivolgersi necessariamente anche ai libri di Panikkar. In questo senso egli ha svolto bene il suo compito di intermediario ecumenico.

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  7. Ramana Maharshi è stato un grande mistico, un grandissimo maestro, uno che viveva la condizione di Liberato in vita. Ciò è testimoniato e riconosciuto a livello universale. Con tutti i vari Yogananda, Aurobindo , Sai Baba ( per carità..) non c'entra nulla. Non ha fatto concessioni al modernismo, al teosofismo , alla new age. Ha fatto concessioni solo alla Non dualità.

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  8. Grazie del commento. Anch'io come Lei ammiro e stimo molto Ramana Maharshi, ma non saprei dire in tutta sincerità se si trattò per davvero di un "liberato in vita". Certo si avvicino di molto a quella condizione. D'altronde abbiamo ben pochi termini di paragone nell'India del secolo scorso per poter giudicare. Tra tutte le figure che noi occidentali siamo arrivati a conoscere di quel mondo a noi così lontano, Ramana è certamente il più grande.

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  9. Constato che nessuno ha annoverato Bhaktivedanta Swami (acharya fondatore della iskcon)? Da quanto ne so Dharma Pravartaka è in qualche modo imparentato con le interpretazioni personalistiche del Vedanta.

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  10. Lo swami Bhaktivedanta era senza dubbio un sant'uomo, ma anche lui affetto da manie di proselitismo all'occidentale. La diffusione della Bhagavad gita fuori dall'India si deve in gran parte a lui e in questo senso anch'io gli sono molto riconoscente.

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