15/04/15

Pietrangelo Buttafuoco: chiamatemi pure Giafar


Chi lo ha detto che il proprio nome lo scelgono gli altri? Qualcuno se lo dà. Da solo. Voi lo conoscete come Pietrangelo Buttafuoco. Ma lui si chiama anche Giafar al-Siqilli, in onore all'emiro di Sicilia. E alla sua religione. Sì, perché Buttafuoco è musulmano. È una notizia, ma non è una totale sorpresa. Lui che per primo - se ne vanta - ha scritto un romanzo islamico in lingua italiana. E poi, non pago, ne ha scritto pure un altro. Lui, pensatore (guai a chiamarlo intellettuale, si inalbera) assolutamente disorganico, libero esploratore di tutte le zone traffico limitato del pensiero scrive così nel suo ultimo libro, Il feroce saracino: «Io di mio ho un nome saraceno. Sono Pietrangelo Buttafuoco e mi chiamo Giafar al-Siqilli».
Buttafuoco-Giafar ha dato alle stampe un pamphlet - bellissimo - che affronta fuori da ogni etichetta la questione islamica. Dall'immigrazione al terrorismo, dalla Sagra di Giarabub intonata dalle camicie nere in Libia al Turco Napoletano di Totò. È un affresco inedito e tridimensionale di un mondo dipinto attraverso una prospettiva differente.Nei capitoli finali di questo nuovo volume parla, per la prima volta, del suo viaggio in direzione di Mecca, delle ironie e dei sospetti che gli hanno riservato amici e detrattori, della preghiera e del Corano che gli fa compagnia durante i suoi viaggi. È il racconto intimo, delicato e a tratti ironico, di un cammino spirituale controvento. È, per dirla nella lingua degli inglesi che Buttafuoco non ama, un coming out . Una conversione che diventa un «ritorno» alle origini della sua terra, la Sicilia, e di quella fenditura di acqua tiepida sulla crosta terrestre che è il Mediterraneo. Il viaggio da una sponda all'altra del Mare Nostrum, per Buttafuoco, è naturale. Senza traumi. E la barbarie dei tagliagole del Califfo? C'è anche quella nel libro di Buttafuoco, anzi ne è la sostanza. Non svicola, ma ne fornisce una spiegazione dall'interno. Senza risparmiare critiche acuminate all'Occidente che con i suoi interventi diplomatici e militari - dall'Afghanistan alla Libia, passando per la Siria di Assad - ha contribuito a destabilizzare il Medio Oriente. Ma per lui - e questo è il punto più sottoposto a critiche - è principalmente una questione musulmana, interna all'islam e alla sue molte sfaccettature.
La vicenda biografica viene fuori sommessamente e da ultimo, come se fosse una nota a piè di pagina. Prima c'è il tentativo di spiegare - tramite un numero sterminato e coltissimo di citazioni - che cosa è realmente l'islam. Oltre i cappucci dei boia, i video in alta definizione delle decapitazioni e oltre la paura. Prima di tutto questo, per l'autore, c'è l'islam dei libri sacri e del sufismo, della tolleranza e della cultura. Buttafuoco tratteggia un'Arabia felix raffinata e profumata di gelsomini che sembra rapita dalla strofa di una canzone di Franco Battiato, non a caso citatissimo conterraneo dell'autore. Perché la conversione per Giafar-Buttafuoco è anche una questione di Tradizione e di origine: «L'identità di Sicilia, come già Leonardo Sciascia aveva sottolineato attraverso la maschera di Giufà è sfacciatamente islamica. Ogni mercato è una casbah, ogni circolo è una trasfigurazione del codice sociale arcaico e se vale il principio di lunga durata, è il saraceno che perdura ancora». Senza perdere l'ironia: «Grazie a Dio ho conosciuto l'islam prima di conoscere i musulmani».
È una versione diversa, buttafuochesca, italiana, sicilianissima e pure musulmana, di quell'ombra mostruosa che si allunga su di noi. E che ci terrorizza. Il racconto di un islam buono che combatte la sua battaglia più complessa: quella contro i suoi nemici interni, contro la fitna - la faida, la discordia insanabile - che lo sta lacerando. Chiusa la quarta di copertina cala sul lettore una sorta di tranquillità, ma basta riaprire un giornale per crollare nella cronaca plumbea di violenze e torture bestiali. E il libro di Buttafuoco è sembrato un miraggio. Speriamo che abbia ragione Giafar.

Autore:  Francesco Maria Del Vigo

5 commenti:

  1. Buttafuoco è un fascista elegante, colto, filoislamico sin da subito. Conosco la sua parabola verso la mezzaluna di Maometto. Uso l'aggettivo "fascista" non in senso denigratorio, ma oggettivo, tanto che lui non ne ha mai fatto mistero. La destra italiana del dopoguerra non ha avuto tanti "pensatori" di livello, ma pochi di ottimo livello e Buttafuoco è uno di questi; già il battutista disoccupato Veneziani, tanto considerato in certi ambienti, è sotto di una spanna buona. Detto questo è giusto secondo me fare alcune precisazioni su quanto sostenuto dal siculo. L'Isis non ha niente a che vedere col movimento sufico, né con Rumi o Avicenna. I barbari maomettani del califfato che siano un epifenomeno della Cia poco importa ora: questi scannano i cristiani in nome di Allah e sempre in nome dell'Altissimo tagliano la testa ad altri islamici non in linea tribale. Ora che i nostri politici del nulla glissano sulla matrice islamica di tale mattanza, che lo stesso papa si guarda bene da etichettare l'Isis (che siano mormoni travestiti?), ciò non toglie che viviamo una guerra di religione, solo che l'Occidente fa finta di niente, troppi interessi economici, troppi segreti custoditi, troppe complicità, per sguainare la spada e difendersi. Il ventre molle del mondo è proprio l'Occidente, gonfio di boria, idolatro, uccisore di popoli, traditore di Cristo e allora un signore intelligente, bravo, onesto come Buttafuoco si butta tra le forti braccia saracene. Che dire di più? I Templari sono esiliati, ci rimangono poverinoi Renzi Merkel Draghi Obama e la cricca oscura che governa il mondo: io sto con Gesù, comunque vada.

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  2. Grazie Angelo per il commento. Sul Buttafuoco sono completamente d'accordo, anche se a volte mi sono trovato a non condividere le sue posizioni (quella ad esempio che lo vede sostenitore o consigliere politico di Salvini che a suo dire sarebbe un potenziale grande leader della destra italiana) o a storcere il naso di fronte a certo suo esibizionismo e presenzialismo mediatico (sia televisivo che cartaceo). Sul Papa che non avrebbe il coraggio di qualificare l’ISIS sarei invece più prudente. Recentemente l’ambasciatore iracheno presso la Santa Sede ha dichiarato senza essere smentito che il Vaticano appoggerebbe il governo iracheno negli sforzi che sono in atto per fermare questi cialtroni del califfato di Al Bagdadi. Senza contare che costoro considerano il Papa un loro obiettivo. Mi sembra che Sua Santità abbia detto più di una volta che “uccidere in nome della religione” è una barbarie e un’aberrazione. Scendere nel dettaglio, nominando l’ISIS credo sia superfluo e finirebbe anche per dare importanza a una sigla che alla fine è solo una buffonata propagandistica. Per conto mio questi signori dell’ISIS sono dei farabbutti e dei mercenari che vilipendono il nome di Dio ogni volta che lo nominano. Si dovrebbero cancellare dalla faccia della terra senza un’ombra di pentimento, altro che “vie diplomatiche”!
    Un abbraccio.

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    1. Chi chiama forti le braccia saracene, dichiara i discendenti dell'egiziana superiori alla Pura stirpe di Sem caro Angelo, e così non è né mai sarà.

      L'unico modo per essere cristiani è rimanere ebrei e rimanere romani. Buttafuoco è un traditore nell'uno e nell'altro caso.

      saluti

      T.

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  3. stimo molto Buttafuoco, certo non è perfetto e santo, chi può dire di esserlo, ma è una benedizione averlo , anche nei media, perché così può, pur fra mille scogli, veicolare certe idee tradizionali. perché deve essere considerato traditore? il vero Giuda è chi tradisce lo Spirito, chi rinnega lo Spirito e non mi pare proprio sia il caso di Buttafuoco che nei suoi libri, pur fra temi più leggeri e varie boutades, esprime sempre una tensione, veramente encomiabile al giorno d'oggi, per lo Spirito.
    "l'unico modo per essere cristiani è rimanere ebrei e rimanere romani" dice l'anonimo T.; ma non condivido per niente poiché le vie del Signore sono infinite, ed uno può giungere a Cristo lungo le rive del Gange o del Tamigi o sulla via di Damasco. Cristo è veramente universale e non può essere ridotto a categorie, per quanto elevate siano quelle di Roma o di Israele.
    Un caro saluto,


    A.

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    1. In realtà caro amico , sappiamo bene che i peccatori più gravi saranno probabilmente in paradiso prima di noi, e tralasciamo il "dove" ed il "quando". Ma parliamo di peccatori giust'appunto, ossia di uomini, ossia di persone che possono avere in realtà una relazione molto più sincera verso Dio di noi, nella loro limitatezza, giacché d'altronde non è né il conoscere né il volere né la sperimentazione quel che in Dio conta, visto che se si fosse in-con-per Lui , sarebbe il "medesimo diverso" per tutti allo stesso diseguale modo.
      Peccatori la cui ignoranza, la cui volontà coatta, i condizionamenti nel corpo porteranno a giustificazione, se avranno un afflato verso lo Spirito, come dite.

      Buttafuoco è però uno spovveduto? Io suppongo di no. Ergo è un'apostata perché chi non riconosce che il Verbo si è fatto carne trasgredisce i 3 punti per avere un peccato mortale. Non sarà salvato e sarebbe da pregare per lui.
      Nel caso in cui sia uno sprovveduto, lo spero per lui in un certo senso, ma anche no, in un'altro, il suo proprio giudizio sull'individuo è da rivedere del tutto. D'altronde cos'è questa fantomatica Tradizione? Mi permetto poi di far presente infatti che le idee tradizionali sono un costrutto posticcio , in questo un Evola quando dichiarava che certe esperienze mondane possono pur ricondizionare l'uomo verso Dio non aveva poi tutti i torti.
      Forse il discorso sulla Legge andrebbe compreso meglio, giacché d'altronde sarebbe ispiegabile come molti guru con poteri debbano marcire nella Geena ed un povero idiota dell'epoca possa superarlo di granlunga, oggi proprio, come ieri.

      Ora io ho scritto che bisogna rimanere cristiani, presupponendo che il cristiano è l'unico vero adoratore di Dio, come da sempre la Santa Chiesa ha detto di sé e come sempre - secondo l'intolleranza di cui viene spesso accusata, e ce ne vantiamo - si è relazionata in tutto l'orbe, in termini del tutto scissi da ogni particolarismo che non sia il particolare più particolare di tutti, ossia il singolo, l'uomo.
      Non ho scritto che il Signore sia limitato e non abbia alti modi e vie, dichiaro che esse sono aperte indirettamente, mentre il cristianesimo è istituito da Dio stesso.

      Chi apostata da Cristo, è in termini romani ed in termini ebraici, qualcuno che Dio , il nostro Dio, non esisterà a ripudiare con sdegno.
      Se si scandalizza di queste parole, ignora l'utilità di questo attegiamento da parte di Dio verso l'anima interessata affinché negli eoni possa purificarsi bruciandosi visto che Dio si mostra come è utile.
      Perché le astuzie retoriche le conosciamo tutti, più o meno, tant'è che l'indeità suprema continua ad essere un miraggio per molti che non comprendono l'ignoranza di ciò, ed è un tipico esempio di ideologia che nega la Santa Trinità che è l'unico dogma realmente necessario affinché il Tutto possa darsi come Nulla, Essere e Divenire senza ammettere discontinuità ed al contempo permettendo la limitazione e la diversità ontica.

      saluti T.

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