08/03/15

Emmanuel d’Hooghvorst, un alchimista del XX secolo


Cenni Biografici

Emmanuel van der Linden Barone d’Hooghvorst, nato a Bruxelles il 30 Aprile 1914, fu il maggiore tra sei fratelli e sorelle. Completò i suoi primi studi (formazione greco-latina) al collegio "Cardinal Mercier di Braine-l’Alleud", poi studiò Filosofia all'Università di Louvain.
Dopo aver realizzato un giro di Spagna in bicicletta accompagnato dal suo amico Nicolas de Stael, trascorse un anno nell'ex Congo Belga, come prospettore di miniere d'oro.
Durante la guerra civile spagnola, lo ritroviamo corrispondente di guerra nelle linee franchiste per il quotidiano belga "La Libre Belgique".
Sposò nel 1939 la Contesse Elisabeth de Marnix de Sainte Aldegonde, da cui ebbe quattro figli.
Durante l'occupazione è arrestato ed imprigionato due volte dalla Gestapo, poi liberato. È a partire da questo momento che comincia a dedicarsi allo studio delle lettere classiche.
Nel 1949, grazie ad una critica di René Guenon apparsa ne' "Etudes Traditionnelles sur Le Message Retrouvé", recentemente ripubblicata, entra in contatto con Louis Cattiaux con il quale manterrà una relazione epistolare fino alla scomparsa di quest'ultimo nel 1953.
Gli dobbiamo diversi scritti in relazione a "Le Message Retrouvé".
Ricercatore infaticabile, decide di mettersi alla scuola di un rabbino al fine di imparare l'ebraico e l'aramaico. Studia anche l'arabo all'Università di Bruxelles. Insegna dunque l'ebraico ad un gruppo di amici con l'intenzione di studiare ed approfondire i commentari dei Maestri della Kabala Ebraica.
La sua fecondità letteraria comincia a manifestarsi soprattutto a partire dal 1977, periodo durante il quale pubblica numerosi articoli ne' "La Tourbe des Philosophes", nella rivista belga "Le Fil d’Ariane" e nella rivista spagnola "La Puerta".
Una parte di tali pubblicazioni, molto apprezzate in ogni angolo d'Europa da quanti hanno avuto la fortuna di accedervi e l'umiltà di leggerle senza preconcetti, sono state riunite nei tre volumi de "Le Fil de Pénélope".
Gli "Aforismi del nuovo mondo" (inediti in Italia), rappresentano la quintessenza estremamente densa e concentrata del suo pensiero.
Di Emmanuel d'Hooghvorst si potrebbe dire, parafrasando l'Evangelista: "... tante altre cose disse, scrisse e fece, ché non basterebbe una biblioteca intera per contenerle tutte ...", al punto che, incontrandosi, quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e frequentarlo in qualche modo, non di rado esclamano nel loro argomentare: "In relazione a questo punto, una volta EH disse ....", alla maniera della più pura tradizione rabbinico-cabalistica.

Egli spezzò e versò tra noi, come un ignorato sacerdote dell'Ordine Eterno, il Pane ed il Vino prudentemente celati ne' "Il Messaggio Ritrovato" del suo amico Cattiaux. Insegnò l'Alchimia della Parola, preludio imprescindibile alla Parola Alchemica, cioè al Verbo che s'incarna. Rifece la Scuola, ma solo il tempo ed una nuova generazione di ricercatori potranno porre nella giusta luce e prospettiva un tale, unico connubio di saggezza, umiltà e carità, esempio sempre vivente per chiunque intenda rinunciare alle illusioni di questo mondo ed inoltrarsi seriamente lungo il sentiero dei figli di Ermete.

Il vicario ha ricevuto la rivelazione del segreto signoriale come un santo sacramento, che porta adesso nel suo cuore, ed egli brilla anche per i ciechi che vengono a lui da tutte le parti. Il Signore visita i suoi veri preti e li illumina con i suoi preti veri. Colui che riceve scopre colui che dona, e tace. 

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2 commenti:

  1. Molto interessante. C'è un motivo particolare per cui è stato scelto di commemorarlo in questo periodo?

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  2. In realtà era già da molto tempo che avevamo intenzione di rievocare la luminosa figura del Barone d’Hooghvorst. Speriamo così che qualche serio ricercatore o qualche saggio editore si apprestino a intraprendere qualche iniziativa editoriale. Tutto qui.

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