Donatella Di Cesare, Grammatica dei tempi messianici, La Giuntina, 2011, pp. 80, euro 8
I costruttori della torre di Babele volevano assicurarsi fama eterna, garantirsi eternità, farsi un nome. Ma dovevano rivelarsi tanto poco padroni del tempo quanto del linguaggio. Come finirà allora la sfida del loro nome contro il Nome di Dio? Potrà la diaspora delle lingue trovare nei tempi messianici la via della redenzione? Seguendo il filo dell'ermeneutica ebraica questo libro ricostruisce, con il ritmo avvincente di un racconto, le profezie sull'istante messianico che segnerà la fine. Nell'unisono con cui verrà invocato, sarà il Nome di Dio a irrompere nella storia per sovvertirla, a invertire il tempo nell'eternità. Nel doppio futuro di Dio - «Sarò colui che sarò» (Es 3, 14) - affiora il nesso tra linguaggio e redenzione. Vocativo assoluto, Parola dell'incontro, Nome della speranza messianica, il Tetragramma è la possibilità di oltrepassare il tempo nel tempo, di fare della memoria l'inizio della redenzione. Sarà il Nome a porre il sigillo della fine.
Donatella Di Cesare è professore ordinario di Filosofia del linguaggio alla Facoltà di Filosofia dell'Università "La Sapienza" di Roma. Fra i suoi libri ricordiamo "Utopia del comprendere" (Il Nuovo Melangolo, 2003) e "Ermeneutica della finitezza" (Guerini e Associati, 2004).
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