05/03/10

Zolla: gli arcani del potere

Nel passaggio dagli archivi zolliani alle mani della curatrice, i sessanta scritti riuniti ne Gli arcani del potere sono venuti ad assumere quasi spontaneamente una configurazione di tipo taoista, e il titolo stesso del libro ne dà la prima avvisaglia coniugando due parole ampiamente compromesse con la sfera esoterica, quali che siano le angolazioni del potere osservato in astratto e nelle sue espressioni tangibili. E se è vero che Zolla non ha mai dedicato un’opera a sé stante al tema del potere, è altrettanto vero che questa sfinge dai mille volti lo ha attratto da sempre, con curve di attenzione che rispecchiano gli andamenti di un pensiero in cui essoterico (rapporti tra tradizione e modernità, critica sociale, morfologia dei processi storici) ed esoterico (archetipi politici, mitologie, mistica comparata, misteri) s’intrecciano alla maniera taoista in un nodo indissolubile.

Se si esplora la bibliografia dello scrittore dalla metà degli anni Quaranta del Novecento (con gli iniziali e acerbi Saggi di etica e estetica) fino a Discesa all’Ade e resurrezione (2002), passando per l’opera narrativa, le introduzioni a libri d’altri autori, gli scritti di «Conoscenza religiosa» e le centinaia di articoli ed elzeviri sulle maggiori testate in Italia e altrove, ci si avvede che non c’è quasi pagina in cui un problema etico o filosofico, un argomento letterario, antropologico, religioso o un caso di stretta attualità non sollecitino riflessioni che lacerando gli strati epidermici, scrutano il problema alla radice portandone alla luce implicazioni nascoste e spesso intollerabili. Bastava dunque selezionare saggi e articoli, brevi o di medio taglio in cui gli aspetti espliciti e arcani del potere fossero inseguiti nel terreno di caccia che è il marasma stesso della vita, e adagiarli in una struttura bivalve. Nella raccolta «esterna» intitolata, non per caso «Reti kafkiane nella società coatta », sono prospettate talune aberrazioni, assurdità e stoltezze negli usi e abusi del potere in rapporto alle tecniche di persuasione occulta e alla manipolazione ideologica nella società massificata moderna. Seguono venticinque componimenti dove credenze, mitologie e dogmi retti sulla volontà di potenza hanno determinato svolte e snodi fatidici nella storia antica e moderna di Occidente e Oriente. E ora che la sfinge è messa sotto assedio, e i suoi venefìci sono stati smascherati insieme al circolo vizioso che l’esercizio mondano del potere instaura nella psiche individuale e collettiva, diventa inevitabile per chi ragiona in modo filosofico risalire dagli effetti alle cause scrutando il Potere nelle sue interfacce umane e cosmiche, e può azzardarsi a farlo solo uno sguardo «di potere», capace di scrutare la realtà sia alla luce delle leggi che reggono l’universo fisico, sia di quelle che presiedono all’immaginazione letteraria e all’esperienza mistica secondo matematiche non meno ardue da decifrare. Il blocco di nove testi della sezione «Posse ipsum: dove tutto è il potere stesso», dischiude orizzonti di conoscenza che aiutano a far scendere la mente nel cuore volgendola al proprio cielo – come esortano gli illuminati cui Zolla dà voce nei suoi inner teachings e in Martirio e potenza, lo scritto di congedo (1964) che li corona.
estratto dalla Introduzione di G.Marchianò “Il gran teatro di Oklahoma”
(Elemire Zolla, Gli arcani del potere, BUR, 2009, euro 10)

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