Un stele di pietra chiara, alta un metro, proveniente dal mar Morto con iscrizioni in ebraico e, soprattutto, datata dagli studiosi qualche decennio prima della nascita' di Gesu' sta alimentando nuove polemiche tra gli archeologici e i biblisti: il testo sembra parlare di "un Messia che resuscitera' tre giorni dopo la sua morte". E' quanto scrive il sito web del New York Times secondo cui se le analisi confermeranno l'autenticita' del manufatto e il contenuto delle 87 righe di testo avremmo la prova che la figura di un messia assimilabile a Cristo faceva gia' parte dell'antica cultura ebraica. La maggior parte del testo, e' una visione dell'apocalisse trasmessa dall'arcangelo Gabriele, basata sul vecchio testamento, specialmente sui racconti dei profeti Daniele, Zaccaria e Haggai, scrive il Nyt.
(Fonte: New York Times; New York, 6 luglio)Addendum di Aristide Malnati
D i fronte a un reperto d’indubbia complessità esegetica e già foriero di polemiche tra studiosi, appare non inutile proporre semplici considerazione paleografiche ed epigrafiche, visto che per prima cosa siamo in presenza di una stele scritta in una determinata scrittura. Da paleografo greco – ma i principi dell’analisi grafica possono essere applicati a testi in qualsiasi altro alfabeto – mi sento di affermare l’impossibilità di stabilire una datazione sicura al decennio unicamente sulla base di elementi di scrittura. Per i papiri redatti in corsivo, e ancor più per epigrafi scolpite in lettere maiuscole, si è soliti proporre una datazione dell’ampiezza di un secolo; se poi nel testo, come nel caso della stele in questione, vi è la presenza di un personaggio storico, in grado di fornire un elemento di datazione extra- grafico, bisogna pensare che detto testo sia potuto essere vergato in un momento fino a 50- 60 anni successivo al periodo, in cui il personaggio di riferimento è vissuto. Su queste basi nulla vieta che la nostra epigrafe, che si riferirebbe a tal Simone a capo di una rivolta antiromana appena posteriore alla morte di Erode il Grande ( 4 a. C.), sia stata redatta negli anni 50 del I sec. dell’era cristiana; dunque ben dopo che il concetto di Messia fosse stato elaborato con riferimento proprio a Gesù.
Anzi in quest’ottica potrebbe rappresentare il tentativo da parte di qualcuno della comunità giudaica di riappropriarsi di una simile idea- cardine e di ricondurla nell’alveo della religione- madre in aperta polemica con il cristianesimo oramai affermato; e così questo sarebbe addirittura un nuovo reperto capace di confermare la formazione della neonata religione e la sua capacità di incidere fin da subito.
Impossibile una datazione al decennio solo sulla base della scrittura. E se l’epigrafe risalisse al 50 d.C., sarebbe un segno dell’ascesa cristiana.
(Fonte: Avvenire, 08/07/2008)
D i fronte a un reperto d’indubbia complessità esegetica e già foriero di polemiche tra studiosi, appare non inutile proporre semplici considerazione paleografiche ed epigrafiche, visto che per prima cosa siamo in presenza di una stele scritta in una determinata scrittura. Da paleografo greco – ma i principi dell’analisi grafica possono essere applicati a testi in qualsiasi altro alfabeto – mi sento di affermare l’impossibilità di stabilire una datazione sicura al decennio unicamente sulla base di elementi di scrittura. Per i papiri redatti in corsivo, e ancor più per epigrafi scolpite in lettere maiuscole, si è soliti proporre una datazione dell’ampiezza di un secolo; se poi nel testo, come nel caso della stele in questione, vi è la presenza di un personaggio storico, in grado di fornire un elemento di datazione extra- grafico, bisogna pensare che detto testo sia potuto essere vergato in un momento fino a 50- 60 anni successivo al periodo, in cui il personaggio di riferimento è vissuto. Su queste basi nulla vieta che la nostra epigrafe, che si riferirebbe a tal Simone a capo di una rivolta antiromana appena posteriore alla morte di Erode il Grande ( 4 a. C.), sia stata redatta negli anni 50 del I sec. dell’era cristiana; dunque ben dopo che il concetto di Messia fosse stato elaborato con riferimento proprio a Gesù.
Anzi in quest’ottica potrebbe rappresentare il tentativo da parte di qualcuno della comunità giudaica di riappropriarsi di una simile idea- cardine e di ricondurla nell’alveo della religione- madre in aperta polemica con il cristianesimo oramai affermato; e così questo sarebbe addirittura un nuovo reperto capace di confermare la formazione della neonata religione e la sua capacità di incidere fin da subito.
Impossibile una datazione al decennio solo sulla base della scrittura. E se l’epigrafe risalisse al 50 d.C., sarebbe un segno dell’ascesa cristiana.
(Fonte: Avvenire, 08/07/2008)
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