L’ 8 dicembre di settant’anni fa, non lontano da quella che allora si chiamava ancora Leningrado, e in una sorta di macabra onoranza al ventennale della rivoluzione, veniva fucilato Pavel Florenskij, uno dei più grandi intellettuali russi di ogni tempo, matematico, filosofo, scienziato, teologo e sacerdote, ribattezzato da qualcuno il Leonardo da Vinci russo. Il suo destino fu quello normale per milioni di altre vittime del totalitarismo comunista: una fossa comune di cui solo per caso conosciamo la collocazione; la sua figura si staglia invece su questo sfondo tragico con una dimensione del tutto eccezionale, che ancora a fatica cerchiamo di apprezzare nella giusta misura e secondo una complessità che ogni volta rischiamo di ridurre.
"Figlioli miei carissimi... abituatevi, imparate a fare tutto quel che fate con passione, ad avere il gusto del bello, dell’ordine; non disperdetevi, non fate niente senza gusto, a qualche maniera. Ricordatevi che, nel 'pressapochismo' si può perdere tutta la vita, e al contrario, nel compiere in maniera ordinata, armoniosa, anche cose e opere di secondaria importanza si possono fare tante scoperte, che poi vi serviranno come sorgenti profondissime di nuova creatività... E non solo. Chi fa 'a qualche maniera', impara a parlare nel- lo stesso modo, e la parola trascurata implica poi di conseguenza anche un pensiero confuso. Figlioli miei carissimi, non permettete a voi stessi di pensare in maniera trascurata. Il pensiero è un dono di Dio, richiede che ce ne prendiamo cura. Essere chiari e responsabili nel proprio pensiero è il pegno della libertà spirituale e della gioia del pensiero.
Era tanto che volevo scrivervelo: guardate più spesso le stelle. Quando provate dolore nell’anima, guardate le stelle oppure l’azzurro del cielo. Quando vi sentite tristi, quando qualcuno vi offende, quando non vi riesce qualcosa oppure vi sopraffà la tempesta interiore, uscite fuori e rimanete a tu per tu con il cielo. E allora la vostra anima si placherà.
Non rattristatevi e non datevi pena per me. Se sarete lieti e coraggiosi, ne sarò confortato anch’io. Sarò sempre con voi nell’anima, e se il Signore lo permetterà verrò a voi di frequente per vegliare su di voi. La cosa più importante che vi chiedo è che facciate sempre memoria del Signore e camminiate al Suo cospetto. Con questo, vi ho detto tutto quello che ero in grado di dirvi. Il resto non sono che particolari secondari. Ma questo non dimenticatevelo mai".
(Fonte: «La nuova Europa», n. 6/2007)
Nessun commento:
Posta un commento