22/09/15

In memoria di Emmanuel Ratier




L’abbiamo già detto e scritto in diverse occasioni: i complottisti e i cosiddetti “teorici della cospirazione” di solito, fatte salve alcune rare eccezioni, sono di una superficialità e di un pressapochismo senza pari. Attingono le notizie dalla Rete, ma si guardano bene dal verificarne le fonti. In tal modo finiscono col produrre solo false notizie o informazioni distorte inservibile per qualsiasi causa, ma assai utile ad alimentare la grancassa mediatica della disinformazione globale di cui anche la cosiddetta “destra radicale” è  spesso vittima. Non parliamo poi della “destra istituzionale”, caratterizzata da un alto indice di rozzezza culturale e che ormai da diversi anni procede a colpi di retorica, luoghi comuni, slogan, semplificazioni e falsità belle e buone.  
Dove stiano di casa i “nostri”(?) maestri del pensiero non appare più chiaro a nessuno, visto le transumanze a cui da tempo questi ultimi ci hanno abituato. Dove siano finiti ad esempio i Domenico Fisichella, i Gianfranco Miglio, i Giano Accame, tanto per citare qualche nome di peso, nessun di noi lo sa. E così oggi siamo nelle mani dei cabaret Voltaire alla Pietrangelo Buttafuoco (simpatico, intelligente e brillante, per carità!)  e dei “principi delle Crociate” alla Franco Cardini, entrambi ben avviati, ormai da diversi anni, sulle strade spianate del successo mediatico e del conformismo anticonformista (dal nostro punto di vista, il più odioso e ributtante) insieme ai vari omologhi di sinistra, Pansa e Luzzato.
Tanto per dirne una, stiamo ancora aspettando che qualcuno di questi nostri nobili intellettuali afflitti da vanità crescente,  si accorga della scomparsa di un Thomas Molnar avvenuta ben cinque anni orsono. Una distrazione e una noncuranza che non ci saremmo aspettati  dai Marco Tarchi, dagli Alessandro Campi  e dai Marcello Veneziani. E invece neppure da costoro è giunta la benché minima notizia. Niente di niente, solo il silenzio più sepolcrale.
Analoga sorte per i Jean Phaure, i Serge de Beketch e i Jean Parvulesco che nessun “editore d’area” ha mai pensato di pubblicare, neppure quando questi erano ancora in vita. Pensiamo a ragion veduta che nello stesso oblio verrà precipitato  Emmanuel Ratier  scomparso il 19 agosto u.s. e di cui ci è giunta notizia solo da alcuni siti di cattolici controrivoluzionari. 
Ratier era un personaggio assai noto in Francia e ben conosciuto e amato negli ambienti del Front National. Lo ha stroncato un arresto cardiaco all’età di appena 57 anni. I suoi nemici e avversari ideologici lo definivano “il bibliotecario di estrema destra”. Chi ebbe in sorte di conoscerlo, lo descriveva come un uomo tranquillo, equilibrato e assolutamente pacifico, quindi come l’esatta antitesi del “teorico della cospirazione”. Ratier era animatore della storica libreria “Facta” (una realtà simile alla nostra “Libreria Europa” di Roma o alla Libreria Ritter”  - ex “Bottega del Fantastico” - di Milano), uno dei centri più importante di diffusione del pensiero anticonformista dell’intera Parigi e, oltre ad essere un instancabile “operatore culturale”, era anche un serio e documentato studioso di “sette”. Dirigeva con impegno la rivista quindicinale "Faits et documents", dove la “complottistica” era affrontata, se Dio vuole, con piglio storico e scientifico. In questo senso Ratier, più che “teorico della cospirazione”, è stato, come ha scritto il suo illustre amico Louis de Bonald, “un rigoroso teorico della verificazione”.
Tra i vari ritratti biografici sempre dettagliatissimi di personalità di spicco dello scenario politico internazionale, ricordiamo quelli di Peter Dennis Sutherland, Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, Anders Fogh Rasmussen. Indagare su questi come su altri personaggi protagonisti della scena internazionale dovrebbe essere non solo un dovere morale, ma anche un obbligo civico tanto per uno storico come per un giornalista investigativo. Obbligo che Ratier ha assolto egregiamente e per il quale, io credo, dobbiamo essergli grati. 
A.L.F.

6 commenti:

  1. Ottimi spunti che condivido completamente, sopratutto su quelli che sono considerati gli ultimi intellettuali di una destra pensante e anticonformista, come Buttafuoco e Cardini. Gli altri tre in circolazione sembrano invece essersi sistemati e pur seguendoli meno direi che non offrano analisi e riflessioni in grado di indicare una strada.
    So di non essere originale, ma il mio parere è di uscire dalle secche delle categorie destra/sinistra. Non per questioni di una loro equivalenza o altro, ma per una nostaglia per la prima repubblica (e direi anche per tutto il '900) che ha una sua ragion d'essere. Quando si era democristiani, repubblicani, liberali, socialisti, azionisti, socialisti, perfino monarchici o anche fascisti, comunisti ( e si badi che a parte per questi ultimi la distinzione destra/sinistra rimaneva, nel senso che un liberale o un democristiano poteva qualificarsi di destra o di sinistra) si aveva anche un'idea di stato e di società. Banalmente, il liberale voleva la tutela dei diritti dell'individuo e del mercato, il socialista era più attento alla laicità e ai diritto sociali e civili, il democristiano voleva la democrazia occidentale ma aveva anche un'idea di stato che promuovesse il bene comune. Mi rendo bene conto che sullo sfondo pesava più di tutti la divisione del mondo a blocchi. Però, per l'idea che mi sono fatto io, con il muro sono venute giù quei laboratori della politica in grado di formare classi dirigenti sulla base di una visione del mondo. Col berlusconismo, e così ancora oggi, la destra e la sinistra sembrano due cani che si abbaiano ma che non offrono nessuna capacità di analisi e di proposta per lo sviluppo dell'Italia. Solo macchine per il consenso, senza nessuna visione della società, del diritto, dell'economia.
    In questo senso, non si può non notare come gli ultimi due partiti nati dal basso e in grado di proporre un'idea forte oltre che battere sui temi protestari, siano stati la prima Lega Nord (federalista , e c'erano leghisti di destra e di sinistra) e, seppure vedo molto più confusionarietà, il Movimento 5 stelle (per la democrazia diretta digitale, e ci sono grillini di destra e di sinistra).
    Insomma secondo me la destra e la sinistra esistono e probabilmente ci saranno sempre grandi coalizioni di centro-destra e centro-sinistra, ma sarebbe molto più salutare se le persone e i partiti si riconoscessero prima su altri temi fondanti, per poi eventualmente mettersi assieme. Altrimenti si resta sempre al nulla attuale del pensiero politico.
    Scusate la lunga digressione, sono forse off-topic. Ringrazio Aldous per averci presentato Emmanuel Ratier che non conoscevo, così come altri autori (Phaure, de Beketch) su cui mi informerò.

    cordiali saluti

    Paolo C.

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  2. Grazie davvero Paolo per il lungo commento che lascio alla riflessione dei nostri lettori.

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  3. PARTE 1
    Mi scuso in anticipo se scriverò un papiro ma un'esposizione incompleta causa fraintendimenti.

    A mio parere in questa fase "terminale" del sistema capitalista e democratico, ragionare in termini di destra e di sinistra è un ostacolo ad una miglior comprensione della situazione.
    Già Tarchi fu molto lucido a cercare di disfarsi di questa divisione, divenuta ormai inutile all'indomani della caduta del muro di Berlino e del sistema dei blocchi.

    Oggi non esiste più il pericolo del comunismo violento, totalitario e ateo che spinse i conservatori, i democristiani ma anche, implicitamente, la destra post-fascista ad allinearsi al blocco occidentale americano o almeno a considerarlo come il male minore.
    L'analisi profetica di Del Noce è fondamentale per comprendere lo scenario odierno del mondo post-comunista.

    Come Del Noce aveva profetizzato il vero nemico, questa incarnazione finale dei tempi moderni, non è il comunismo storico realizzato nei paesi dell'est ma piuttosto la fase terminale del capitalismo che stiamo oggi vivendo.
    Questo capitalismo non ha niente a che vedere con quello cui si opponevano quei comunisti nel secolo scorso: non ci sono proletari, non ci sono classi.
    Questa fase terminale del capitalismo è ciò che più di ogni altra cosa si avvicina al regno della quantità descritto da Guénon.
    Le logiche di mercato, di riduzione a quantità ed eliminazione di ogni determinazione qualitativa, sono piuttosto evidenti: la famiglia è in via di scomparsa, le relazioni personali e affettive sempre più precarie e meno durature, caste e classi non esistono. Popoli, culture e identità vengono spazzati via dall'omologazione diffusa dai media, l'immigrazione di massa viene chiamata multiculturalismo ma in realtà ha come scopo il nonculturalismo e la creazione di una massa amorfa e completamente alienata di individui soli e ridotti a "quantità".
    Tutti i punti di stabilità vengono distrutti, non possono più esistere localismi e differenze: si deve parlare la stessa lingua in tutto il mondo, guardare gli stessi idiotissimi reality show, vestire gli stessi abiti di marca, lavorare negli stessi grattacieli, sfogare gli istinti con la stessa animalesca pornografia. Niente posto fisso, niente partner fisso, niente nazione fissa: tutti devono migrare o cambiare azienda in base a dove porta il mercato, cambiar partner di continuo per soddisfare i più bassi istinti.
    Corollario inseparabile di questa logica economica è una democrazia di facciata che offre solo false alternative e una cultura "liberalsocialista" nichilista di natura totalitaria (il pensiero unico politicamente corretto).

    È evidente che di fronte a questo nuovo nemico la definizione destra-sinistra che abbiamo in mente non significa nulla.
    Esistono certamente delle differenze culturali significative fra la cultura di destra e quella di sinistra ma ciò è irrilevante visto che la gran maggioranza di entrambe sono schierate, consapevolmente o meno, in favore di questo capitalismo terminale globalizzato.
    Sostenere la globalizzazione mercatistica nel nome del commercio o quella internazionalistica in nome di un patetico umanitarismo (parodia dei valori cristiani) è la stessa cosa: entrambi portano acqua al mulino del sistema che ci vuole atomizzati e informi.

    -Eremita

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  4. PARTE 2
    Se il sistema è economicamente liberista (quindi di destra) è la sinistra ad essere il suo migliore alleato.
    La sinistra di oggi non è sovversiva e non comporta nessun pericolo per il sistema economico liberista e allo stesso tempo supporta le battaglie culturali nichiliste che sgretolano i legami comunitari, identitari, localistici, religiosi e familiari che sono l'ultimo ostacolo al capitalismo globalizzato.
    La maggior parte della sinistra supporta l'estinzione etnica di tutti i popoli nel meticciato globale, il laicismo fondamentalista illuminista antireligioso, la libera degenerazione sessuale.
    Stigmatizzano ogni patriottismo o identitarismo come razzismo, ogni moralità come bigotteria e omofobia, ogni devozione come fondamentalismo e superstizione.
    Je suis Charlie ma tu sei un fomentatore di odio contro le persone sbagliate, quindi taci.
    Il bispensiero e il fanatismo più cieco dominando le menti degli inquisitori del politicamente corretto (tutte le leggende nere e i più biechi stereotipi sull'inquisizione se non furono veri storicamente si applicano però alla perfezione contro questi sedicenti "tolleranti).
    Indistintamente tutto ciò cui loro si oppongono è fascismo, anche cose fra di loro contraddittorie (tipo Putin "fascista" che combatte i fascisti in Ucraina?)

    E il sistema della globalizzazione alienante intanto prospera grazie alle loro battaglie nichiliste. E l'uomo si avvicina sempre più a una bestia nei comportamenti, nelle azioni e nel modo di pensare.

    Quanto alla destra "moderata" essa è completamente inutile, quasi sempre è vittima in misura minore dello stesso pensiero unico, in altri casi pavida e disinteressata. Sempre pronti al compromesso i conservatori non hanno conservato mai niente, essi sono semplicemente i progressisti di ieri che preservano le bestialità già approvate in passato (aborti oggi e adozioni gay domani).

    Tutto ciò che è veramente alternativo viene dipinto come fascista, "ultradestra", pazzi pericolosi e ineleggibili, gente che non dovrebbe neanche votare, estremisti folli.
    Nel caso siano individui di sinistra ad opporsi a ciò vengono demonizzati come rossobruni o fascisti rossi (è il caso di Diego Fusaro e del suo maestro Costanzo Preve che non a caso si basa molto su Del Noce nella sua analisi del capitalismo terminale).

    Non ha senso distinguere in destra e sinistra se queste stanno dalla stessa parte a favore del regno della quantità.
    Allo stesso modo, non ha senso distinguere fra quei pochi che sono alternativi al pensiero unico solo perché 70 anni fa saremmo stati fascisti o comunisti in una vecchia guerra che non ha più niente a che vedere con il mondo di oggi.

    -Eremita

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  5. Infine, due piccole considerazioni.
    Ho letto numerose analisi che, partendo dai punti di vista più distinti, descrivono il mondo contemporaneo. Analisi della destra post-fascista, analisi del cattolicesimo "reazionario", analisi di sinistra (Preve), analisi di anarco-libertari americani.
    Ebbene, ognuno di loro esprime ciò che ha visto secondo il proprio linguaggio e le proprie mappe mentali eppure le visioni combaciano.
    Pur essendo costoro persone prive di conoscenze metafisiche ciò che hanno descritto si inserisce perfettamente nell'opera "Il regno della quantità e i segni dei tempi" di Guénon.

    Per quanto riguarda gli uomini tradizionali o aspiranti tali, ciò che ognuno di noi dovrebbe fare è distaccarsi dal sentire di un'epoca, dalle correnti di pensiero, dalla partigianeria di chi è immerso negli eventi del proprio tempo.
    Dovremmo fare tutti qualche passo "mentale" indietro e osservare le divisioni di questa epoca da un lontano orizzonte da cui la visione d'insieme diventa possibile.
    Ciò non significa considerare questo sistema maligno alla pari di chi vi si oppone ma di poter scrutare la Verità al di fuori dei condizionamenti di cui noi stessi siamo vittima. Ci permette di liberarci da tutti gli errori contingenti che inevitabilmente subiamo se siamo osservatori interni degli eventi.

    La mia stima a chi sarà giunto al termine di questi miei tre lunghi post, e le mie scuse per la logorrea.

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  6. Sig. Eremita, le faccio i miei complimenti per la lunga e profonda analisi (che ho letto tutta) rinnovandole la stima che lei riserva ai lettori del suo scritto.

    Difficile non essere d'accordo con la sua analisi. Per quanto non penso sia molto in linea con il tema di questo post, ritengo anch'io che a livello globale oggi il nemico possa insciversi nelle forme di quel "capitalismo assoluto" che Diego Fusaro non perde occasione di denunciare.

    E' chiaro che in quest'ottica i blocchi contrapposti di destra e sinistra appaiono vetusti e sorpassati da questa nuova forma del potere che non si schiera mai con nessuno dei due schieramenti, ma anzi li usa per i propri scopi.

    Immagino anche lei segua il giovane filosofo Diego Fusaro. Io lo stimo e rispetto molto, ritengo che oggi sia una delle poche voci, insieme a pochi altri, davvero controcorrente rispetto al vociame di regime.

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