Ricevo da un amico sacerdote la seguente
lettera, a commento del mio articolo “Pietro Romano?”:
(http://corrieremetapolitico.blogspot.it/2013/09/pietro-romano.html)
Caro Giuseppe,
ho letto con molto
interesse il tuo articolo, davvero suggestivo e sotto certi aspetti
inquietante.
Due osservazioni:
1. quando scrivi: "In
verità, neanche come simbolo religioso della pace l’olivo sembra avere una
qualche attinenza col suo pontificato" in riferimento a Benedetto
XVI come 111° papa c'è da dire il contrario e cioè che l'olivo come simbolo
religioso della pace ha attinenza col suo pontificato. E' risaputo che scelse
il nome di Benedetto perché voleva essere come Benedetto XV costruttore di pace
in un tempo di sconvolgimenti.
2. circa l'idea di un
pontificato in America latina. Quando studiavo ecclesiologia il professore ci
diceva sempre che la sede romana è parte "essenziale" del pontificato
ovvero non esiste pontificato se non a Roma perché qui è morto Pietro. Che
l'asse del cristianesimo si sia spostato in America Latina questo è certo ed è
già avvenuto da tempo e sempre di più avverrà. Io, dunque, interpreterei
la profezia in maniera ancora più radicale e parlerei forse di una scomparsa totale
del papato con le relative conseguenze disastrose, ma bibliche. Sappiamo
infatti che la Chiesa seguirà la sorte del suo Signore e dunque scomparirà per
poi risorgere come dono che scende dall'alto, come nuova Gerusalemme
Catechismo Chiesa
Cattolica 677 La Chiesa
non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella
quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione [Cf Ap 13,8 ]. Il
Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Cf Ap
20,7-10 ] secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio
sullo scatenarsi ultimo del male [Cf Ap 21,2-4 ] che farà discendere dal cielo
la sua Sposa [ Cf Ap 20,12 ]. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà
la forma dell'ultimo Giudizio [Cf 2Pt 3,12-13 ] dopo l'ultimo sommovimento
cosmico di questo mondo che passa [Cf Dn 7,10; Gl 3-4; 677 Ml 3,19 ].
Non sono mai stato, per
fede, carattere e formazione, un millenarista catastrofico, ma certo qualcosa
di strano sta avvenendo e come dici tu alla fine la nostra forza è nella
preghiera con Maria.
Un caro saluto.”
La lettera contiene
osservazioni che mi sembrano molto interessanti. L'identificazione di Benedetto
XVI con il “de gloria olivae” ne risulta semplificata. D'altra parte le due
interpretazioni potrebbero essere entrambe valide, riferendosi ad aspetti che
hanno caratterizzato il pontificato di Ratzinger. Ma, in definitiva, quel che
conta è che la possibilità di riconoscere in Benedetto XVI il 111° papa della
profezia di S.Malachia ne risulta ora, e per altra via, confermata. Se
Benedetto XVI è il “de gloria olivae” ne consegue che papa Francesco è Pietro
Romano. Importante anche la conferma, da parte di chi ha conoscenza diretta ed
esperienza missionaria, del ruolo centrale che già da tempo va assumendo, nella
vita della Cristianità, l'America latina. Ma il punto più interessante è
l'ultimo: l'essenzialità del legame tra Roma e il Pontificato e la futura
scomparsa di quest'ultimo, nella prospettiva di un passaggio dalla Chiesa al
Regno. Siamo dunque vicini ad una svolta radicale, che prepara un Venerdì Santo
storico-cosmico. Se c'è una corrispondenza, come insegna il Catechismo della
Chiesa Cattolica, tra la vita della Chiesa e quella di Gesù, gli eventi ultimi
narrati nel Vangelo offriranno anche una chiave di lettura per comprendere i
tempi difficili in gestazione.
Giuseppe Maddalena
Credevo di essere di ''fuori'', ma vedo che sia il Catechismo della Chiesa Cattolica, che uomini autorevoli e più dotti di me confermano che siamo vicini al Venerdi santo della Sposa, tra la festosa acclamazione di popolo della domenica delle palme e l'incombere del Getsemani...
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