Alcuni amici ci hanno chiesto
di provare a sintetizzare in poche battute i caratteri principali dell’opera di
Silvano Panunzio. Per accontentarli abbiamo riesumato un articolo a lui
dedicato di Sergio Sotgiu e apparso su “Il Giornale” del 21 maggio 1998 con il
titolo “Una vita contro il cattocomunismo” che ne celebrava l’ottantesimo
compleanno. Qui di seguito uno stralcio del testo che ne riassume il pensiero e
l’opera in tre punti.
1.
La metapolitica.
Come altri studiosi Panunzio concepisce la modernità come decadenza, la quale
comporta lo scompaginamento di categorie politiche come destra/sinistra,
conservazione/rivoluzione ecc., alle quali non è più possibile rifarsi. Da qui
la ripresa della Metapolitica, intesa come la metafisica della politica, vale a
dire quel livello in cui metafisica e cosmologia si incontrano per nutrire e
sostanziare la dimensione della politica. E’ qui implicita una lezione di
Platone: il modo migliore per capire le cose è ricondurle alla loro forma
ideale.
2.
La tradizione.
Di fronte a chi, pur con stile suggestivo, propone (e irretisce) con un’idea
astratta e in definitiva meramente intellettualistica della tradizione.
Panunzio ricorda che essa è un patrimonio vivente, che non può essere confusa
con la cristallizzazione in una sua forma storicamente prodotta, che il
patrimonio universale che essa custodisce può essere colto solo da chi sappia
viverne una sua manifestazione.
3.
Il cristianesimo. Non è solo una religione storica particolare, nata e divulgata in
precise condizioni storiche: esso è una religione paradigmatica, l’inverarsi
nella forma più compiuta di quei segmenti di verità già presenti nelle altre
dottrine religiose. Ciò porta Panunzio a riconoscere il valore delle altre
tradizioni e a coglierne il riflesso nel cristianesimo. Dello stesso
cristianesimo Panunzio valorizza l’impronta escatologica e spirituale, e ne
denuncia il drammatico travisamento qualora lo si intenda come banale strumento
di “promozione umana” (non si parli di promozione dei concerti rock…).
Insomma, se
Heidegger constatava che l’uomo non poteva raggiungere da solo la salvezza e
dichiarava che “ormai solo un dio ci può salvare”, Panunzio ricapitola e
precisa meglio: solo Cristo ci può salvare.
Sintesi ispirata carissimo Aldous , 3 punti di vitale importanza non solo per gli studi e le ricerche ma soprattutto per la Vita. Un fraterno abbraccio in Cristo, Lohengrin
RispondiEliminaGrazie Lohengrin!
RispondiEliminaAbbraccio,
Aldous