E’ allo scopo di meglio chiarire la
posizione del Corriere metapolitico sulla controversa vicenda di
Medjugorje che abbiamo deciso di scrivere quanto segue. L’argomento si
presterebbe a innumerevoli altre valutazioni che per ragioni di spazio rimandiamo ad altra occasione.
La Chiesa
Per quanto riguarda la posizione
ufficiale della Chiesa, si sono dovuti attendere una decina d’anni per un primo
responso (ricordiamo che la prima apparizione risale al 1981). Il 10 aprile
1991 i vescovi dell’allora Jugoslavia, riuniti a Zara, emisero la seguente
dichiarazione: “sulla base di quanto finora si è
potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni
e rivelazioni soprannaturali”. Vent’anni dopo, esattamente nel marzo 2010, la
Santa Sede istituisce, per volontà di Benedetto XVI, una “Commissione
internazionale di inchiesta” per indagare sui fatti, composta da vescovi,
teologi ed altri esperti e presieduta dal cardinale Camillo Ruini. I lavori
della Commissione sarebbero terminati già un anno fa, ma stranamente ancora non
se ne sa nulla.
I Papi
I tre papi che si sono succeduti sul
trono di Pietro dalla fatidica data della prima apparizione non hanno, come
d’altronde è prassi, dichiarato pubblicamente la loro posizione, anche se è
confermato da testimoni autorevoli che in via privata e confidenziale Giovanni
Paolo II si dicesse certo della sua autenticità. C’è,
tra l’altro, una distanza temporale di poco più di un mese tra l’attentato
cruento del 13 maggio a Sua Santità e la presunta apparizione del 24 giugno. E’
sicuramente possibile che la coincidenza non sia del tutto casuale, ma non nel
senso immaginato da Antonio Socci secondo il quale “le apparizioni
iniziarono all’indomani dell’attentato al papa, come per accompagnare e
sostenere la seconda fase del suo pontificato”. Nell’ipotesi
che le apparizioni, come noi riteniamo, non siano vere ma “artefatte”, anche la
scelta della data deve rispondere a una logica umana di pura convenienza.
Tornando a Giovanni
Paolo II, non si può non ricordare che
“Totus Tuus”, “Tutto Tuo”, era il motto apostolico del suo pontificato,
espressione efficace della sua fortissima devozione mariana. Questa “passione” per la Madre di Gesù e
della Chiesa, lo rendeva forse meno obiettivo e distaccato nei confronti del fenomeno delle
“apparizioni”, quasi sempre assai difficili da discernere. Per lo stesso motivo
si convinse di essere lui il misterioso personaggio descritto da Lucia di
Fatima nella famosa visione apocalittica, contro l’evidenza di una descrizione
che poteva anche far pensare ad altro. Il
“riconoscervi il suo proprio destino” (Il
messaggio di Fatima, Congregazione per la dottrina della fede, giugno 2000)
finì con lo svuotare di ulteriori significati quella visione che così sarebbe
stata presto dimenticata e messa da parte. Quel che accadde in seguito lo
sappiamo: Medjugorje prese in tutto e per tutto il posto di Fatima senza più
nessuno a impedirlo (lo schema adottato fu il seguente: A e B procedono dalle
stesse cause, ma siccome B viene dopo A, allora B che deve contenere per forza
qualcosa di più di A, sostituisce definitivamente A).
Per quanto riguarda la
posizione di Benedetto XVI, non risultano indiscrezioni, né confidenze
fatte a Tizio o a Caio. Socci riteneva e forse ancora ritiene, che anche lui
sia segretamente convinto dall’autenticità delle apparizioni, ma nulla nelle
sue azioni e nelle sue parole sembra farlo pensare. L’unica cosa certa è che a
lui si deve la creazione della Commissione d’inchiesta. A nostro avviso, il
vero scopo della Commissione, lo diciamo a tutti i medjugurjani entusiasti, non
è certo quello di pronunciarsi in modo definitivo sulla natura delle
apparizioni (cosa tra l’altro impossibile dal momento che a dire dei “veggenti”
le apparizioni non sarebbero ancora terminate), ma solo un modo “pastorale” per
cercare di recuperare una situazione ampiamente sfuggita di mano e per poterla
in seguito gestire e governare dall’alto. Lo si vedrà.
Veniamo infine a Papa
Francesco che, com’è noto, ha anche lui una grandissima devozione per la figura
della madre di Gesù. Di Francesco I è documentata sia la venerazione per la
Tilda, l’immagine della “Lupita” o Madonna di Guadalupe, sia per l’icona di Maria Salus Popoli
Romani attribuita a San Luca e custodita nella basilica romana di Santa
Maria Maggiore, a cui il Papa porta i fiori al ritorno di ogni suo viaggio. Non
risulta invece alcuna devozione per la Madonna di Medjugorje (“Gospa” in lingua croata), anzi. Qui ricordiamo solo
alcune sue “battute” del tipo “la madonna non è un postino” e il “ma dove sono
i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del
pomeriggio?”.
Gli intellettuali cattolici
Veniamo alla posizione
degli intellettuali cattolici più in vista, relativamente al nostro paese. Vittorio
Messori, ad esempio, ha parlato di una “catastrofe”, addirittura di un pericolo
“scisma” nel caso in cui la citata Commissione si pronunci sulla non
autenticità delle apparizioni (è quello che nel gergo dei disinformatori si
chiama “lo schema del pendio scivoloso”: un fatto deve essere per forza vero, perché
se non lo fosse le conseguenze sarebbero terribili). Un intervento il suo, che
è sembrato a molti osservatori quasi un ricatto o comunque un tentativo di
forzare la mano alla Chiesa, cercando di orientarla verso un giudizio positivo.
Ora, come apologeta, scrittore cattolico e “storico delle apparizioni”, Messori
ha senza dubbio dei grandissimi meriti che non vanno dimenticati e di cui gli
siamo debitori, ma certi suoi ragionamenti che costringono la Madonna dentro
uno schema quasi obbligato di “rivelazioni progressive” e scadenzate a noi
francamente sembrano del tutto fuori luogo. Perché non ammettere invece la
possibilità che la Madonna non si curi delle false apparizione (come ha sempre
fatto), o che smetta di manifestarsi per un lungo periodo di tempo? Non si possono
rinchiudere dentro uno ragionamento umano, per quanto logicamente e
teologicamente cogente, i “disegni di Dio”! In questo senso, sembra che in
Messori ci sia un eccesso di razionalizzazione del mistero mariano che proprio
a partire dalla dottrina cattolica è inaccettabile.
Altra autorevole voce
molto ascoltata nel mondo cattolico è quella del già citato Antonio
Socci. Sul tema il nostro ha scritto un libro-inchiesta dal titolo
“Mistero Medjugorje”. Socci sostiene ormai da qualche tempo che mentre a Medjugorje si avverte una sicura presenza dello Spirito, a Roma ormai è la
catastrofe. Quindi giù critiche a non finire al Papa e alla Chiesa di Roma (e
ben vengano, per carità, se sono giuste e ben ponderate), ma totale acritica
accondiscendenza rispetto a tutto quello che proviene da Medjugorje. Il 17
agosto 2014 il veggente Ivan rende noto che la Madonna chiede di “pregare per
l’amatissimo Santo Padre”, di pregare “per la sua missione, la missione
della pace” (quindi prendiamo atto che il papa non è più un pastore di anime,
ma…un pacifista!). Questa aberrazione teologica e spirituale messa in bocca
alla Madonna non disturba per niente il defensor medjugorjae Antonio Socci, che, contro il parere della voce che lui reputa autentica
della Madre di Dio, mantiene ferma la sua posizione “anti-Bergoglio”. Quindi,
delle due l’una: o Socci fa “orecchie da mercante”, oppure pensa che il
veggente, almeno in questa occasione, abbia mentito. Tertium non datur.
In tutte e due i casi Socci è messo piuttosto male e se fosse intellettualmente
onesto dovrebbe come minimo prendersi una lunga pausa di riflessione. Ma
niente, Socci va avanti come un treno tra articoli e libri venduti in tutto il
mondo. The show must go on.
In verità, di altri intellettuali
cattolici non c’è molto da dire. Franco Cardini, ad esempio, non sembra
interessato neanche un po’ a Medjugorje (ne deduciamo che non ci creda). Massimo Introvigne invece, da buon sociologo delle sette,
si limita genericamente a “mettere in guardia dai falsi veggenti” e si affida
al verdetto della Commissione, ma anche lui non sembra per niente convinto.
Cosa pensi infine un Maurizio Blondet francamente non l’abbiamo ancora capito.
Il nostro pur non pronunciandosi si chiede: “può il diavolo consigliare digiuno
e preghiera”? Quindi per lui l’evento straordinario c’è e si tratta solo di
stabilire se viene dal Diavolo o da Dio. Esclude quindi la frode di origine umana.
Sembra che Blondet, almeno una volta sia stato in pellegrinaggio a
Medjugorje e che non voglia ferire la sensibilità di tutti quelli (e sono
moltissimi) che ci credono. Una posizione che
francamente non riusciamo proprio a condividere e che, a conti fatti, fa
il paio con quel tipo di ragionamenti che giustificano il male perché vi
intravedono la possibilità di un bene maggiore. Insomma, il tradizionale fine
che giustifica i mezzi. Cosa che può funzionare fino a un certo punto quando si
parla della politica di uno Stato, ma che non funziona affatto nell’ambito di
una religione e soprattutto della religione cristiana dove mezzi e fini devono
coincidere sempre. Sennò, tanto vale tornare al paganesimo e già che ci siamo,
reintrodurre pure il sacrificio rituale.
Chiudiamo l’orizzonte
con l’opinione dello storico cattolico Alberto Melloni. Invitato a una puntata
del noto programma “Il tempo e la storia” condotto con brillante intelligenza
da Massimo Bernardini dedicata alla storia delle “apparizioni”, fa capire
chiaramente di non credere al carattere soprannaturale di considerarle fenomeni
folkloristici o al più di religiosità e devozione
popolare, un po’ sulla falsariga di un Ernesto de Martino, degni di rispetto e attenzione sì, ma senza che gli si
debba attribuire eccessiva importanza. Il Vangelo, dice, è una cosa molto più
seria e soprattutto più impegnativa per un cristiano rispetto a dei “messaggi”
che devono per soprammercato essere interpretati con la massima prudenza dalla
stessa Chiesa. Per quanto riguarda Medjugorje,
preconizza “un giudizio prudente” del Magistero, aggiungendo che
secondo lui la Commissione capeggiata da Ruini indicherà “una soluzione a più
livelli, articolata” e insomma, politically correct.
René Laurentin e i “segreti”
Per completezza, qui non possiamo
astenerci dal riferire la posizione di uno studioso cattolico autorevole che fu
anche amico e lettore della rivista “Metapolitica”, il famoso mariologo padre
René Laurentin. Il padre è stato sempre ben disposto verso il presunto miracolo(1),
ma qualche dubbio è venuto anche a lui. Per esempio, in un suo documento degli
anni Novanta si stupiva delle dichiarazioni poco convincenti della veggente
Mirjana Dragicevic (la seconda veggente a vedere la Vergine Maria nella
prima apparizione del 24 giugno e oggi sicuramente la più istruita del gruppo e
anche quella più in vista) a proposito dei cosiddetti “dieci segreti”. Fin
dal 1984 infatti, la nostra aveva predisposto in tutta fretta un loro piano di
rivelazione pubblica, come se di lì a poco, gli avvenimenti in essi predetti
dovessero avverarsi. Tuttavia, fino al 1990 non era ancora accaduto nulla e
allora il P. Laurentin si domandava giustamente in modo alquanto perplesso
“come mai?”. [R. Laurentin, Dernières nouvelles de Medjugorje, n° 9.
Vers la révélation des 10 secrets?, O.E.I.L., Paris, 1990, p. 18].
Ora, tanto per rimanere sul tema dei
segreti, non ci sono solo le contraddizioni di Mirjana, ma anche quelle degli
altri veggenti. Nel “diario” di Vicka Ivankovic-Mijatovic (1964),
la più grande dei veggenti e la più disponibile al pubblico, leggiamo: 27
agosto 1981: “Le (alla Madonna) abbiamo chiesto del segno e Lei ha
detto: Presto, ve l'ho promesso”; 29 agosto 1981: “Ivanka ha chiesto se
ci avrebbe lasciato presto il segno. La B.M.V. ha detto: Ancora un po' di
pazienza”; 30 agosto 1981: “Ma Jakov ha chiesto subito del segno e lei ha
detto: Ancora solo un po' di pazienza”; 3 settembre 1981: “Jakov ha
chiesto di nuovo del segno e la Madonna ha ripetuto: Ancora solo un po' di
pazienza”. In seguito molte persone chiederanno del “segno”, ma Vicka,
evidentemente imbeccata, farà dire alla Madonna un tranchant “si saprà quando sarà necessario”. Tre anni dopo toccherà
a Mirjana riprendere l’argomento, affermando che “il momento è
vicino”. Trascorrono altri due anni e il 30 novembre 1985, dopo una
presunta apparizione straordinaria, incentrata sul primo segreto, la stessa
veggente, incalzata dalle domande dei presenti, buttare lì un: “Accadrà tra
poco tempo”. Evidentemente la Madonna non ha idea di cosa significhi per noi
“poco tempo” e le sue risposte sembrano solo espedienti psicologici per
alimentare la curiosità di quanti sono disposti a crederle. Cattolicamente siamo
alla parodia dell’Apocalisse.
E’ solo un esempio tra i tanti, ma
questo modo di fare non può non suscitare una reazione indignata in ogni
cattolico degno di questo nome. Ma i medjugurjani sono davvero cattolici?
La Scienza
Forse su questo fronte può bastare
il parere di Marco Margnelli (Milano,1939-2005),
il noto medico neurofisiologo e psicoterapeuta che fu tra i pochissimi ad
occuparsi dei presunti veggenti da un punto di vista scientifico. La sua prima
conclusione, diciamo a caldo, fu che ci si trovasse di fronte a soggetti in buona
fede pur se, aggiungeva, “è ancora molto azzardato trarre conclusioni” (in “Il
corpo e l’estasi”, Ed. Segno, 2003). Sempre nello stesso documento troviamo la
seguente dichiarazione: “lo studio andrebbe ripetuto meglio perché non si è
raggiunta una certezza sufficiente a trarre conclusioni decisive”. Pare,
infatti, che durante i controlli le presunte “estasi” fossero – ma guarda un po’!
- di brevissima durata (un minuto o poco più: 75, 49 e 60 secondi) tanto da non
lasciar capire veramente se si trattasse di una simulazione. Ma la conclusione
definitiva di Margnelli, che per un lungo periodo ha evitato di ritornare
sull’argomento, ce l’ha fornita il giornalista Giancarlo Bocchi in un suo
valido articolo apparso su “Il Manifesto” del 27 giungo 2015, intitolato
“Medjugorje, la fabbrica delle sante illusioni”. Bocchi riferisce che Margnelli
era un po’ stufo di essere chiamato in causa come “lo scienziato che aveva
accreditato Medjugorje” e che in realtà l’unica conclusione a cui era giunto
era che si trattasse (bontà sua!) di un “fenomeno di autosuggestione”.
Questo lo stato
dell’arte.
Conclusioni
Ora, quanto su esposto
può fornire solo una vaga idea di ciò di cui si tratta, ma noi riteniamo che
comunque sia più che sufficiente per inquadrare correttamente la questione.
Francamente troviamo
stupefacente che un Antonio Socci o anche un Vittorio Messori che reputiamo
persone intelligenti, scaltre e preparate, si siano bevute le favolette mal
raccontate di questi presunti veggenti. Davvero si può credere che Gesù bambino
in una visione “strizzi l’occhiolino al veggente per compiacerlo” come abbiamo
sentito raccontare una volta dal Direttore di Radio Maria? Davvero si può
credere a Vicka quando ci racconta che qualunque cosa le
racconti la Madonna, “bella o brutta che sia” a lei viene sempre da ridere - in
contrasto con la veggente Mirjana a cui invece viene sempre da piangere?
Davvero si può credere al racconto di una Madonna che va incontro ai veggenti
perché sono in ritardo all’appuntamento fissato? Davvero si può credere che in
Paradiso ci sia una porticina d’ingresso, rigorosamente di legno e
ovviamente chiusa, che la Madonna apre con una chiave per farvi entrare i
veggenti? Davvero si può credere che San Pietro se ne stia davanti a quella
porta a ricevere le anime con in mano una piccola chiave (evidentemente quella
di Maria è un paspartu), con la barba
incolta, i capelli bianchi arruffati e qualche chilo di troppo? E infine,
davvero si può credere ai veggenti quando ci descrivono un inferno in cui “c’è
fuoco, diavoli e gente bruttissima con le corna e la coda? [Abbiamo pescato a
caso le dichiarazioni dei veggenti dal libro-resoconto di J. Bubalo, Mille
incontri con la Madonna].
E quando Vicka racconta le sue
straordinariamente banali visioni ci si è accorti che recita una parte studiata
a memoria, che ripete sempre le stesse cose, parola per parola, sillaba per
sillaba (con pochissime varianti occasionali), per di più con lo stesso tono e
persino con la stessa mimica facciale?
E vogliamo parlare di quando alla
Madonna i veggenti chiedevano di ritrovare oggetti smarriti, di vaticinare
l’esito di esami scolastici di amici e compagni o di mostrare persone care
lontane e altre simili amenità?
Cosa dire di quel tal Ivan
Dragicevic, uno dei “veggenti”, che dopo aver arringato la folla dal pulpito
con la solita falsa modestia e invitato come sempre alla preghiera e al
sacrificio (sai che novità!), si allontana facendosi scortare da un valletto che
lo copre con un parasole? (chi scrive lo ha visto in tivù poco tempo fa in un
servizio Rai). Si è a conoscenza del fatto che questo signore ha sposato una
bella ragazza americana (una certa Laureen Murphy, ex miss Massachusetts) e che
vive sei mesi l’anno in una lussuosa villa con tanto di piscina a Boston? E ci
si dovrebbe fidare di un personaggio simile? Capiamo che non sono più i tempi di
Bernadette e di Lucia, ma che distanza abissale da quelle straordinarie umili e
sante figure!
E non entriamo nella faccenda del
business dei pellegrinaggi e dei sovraprezzi documentati per quanti vengono
ospitati nelle pensioni di proprietà dei veggenti e dei loro parenti e
amici più stretti. Quando si dice “riconoscere l’albero dai suoi frutti” che in
questo caso sono indubbiamente pepite d’oro.
Tanto per non farsi mancare niente,
da un po’ di tempo a Medjugorje si parla della scultura in bronzo del Cristo Risorto
che trasuderebbe acqua miracolosa (e già, proprio come l’acqua di Lourdes!). Lo
scienziato di turno ha già sentenziato: “il fenomeno è inspiegabile”, ma chi ha
un po’ di sale in zucca sa che si tratta di un normalissimo fenomeno di
condensa agevolato dalla struttura cava della statua e delle varie
micro-fessure in essa presenti.
E poi c’è il progetto di un futuro
ospedale (sempre per fornire una valida alternativa a Lourdes e magari anche a
San Giovanni Rotondo) per il quale si è iniziata da qualche tempo una raccolta
fondi. Si sono dovute aspettare fatti incresciosi che per carità cristiana
preferiamo non riferire per farsi venire questa magnifica idea. In passato non
ce n’era stato alcun bisogno e i poveri pellegrini con qualche infermità
dovevano affrontare gravi rischi per la loro salute nella pressoché totale
indifferenza dei veggenti (che evidentemente tutto sono fuorché persone
sensibili alle sofferenze altrui) e delle amministrazioni locali.
Un’ipotesi alternativa
Tra il miracolo e l’imbroglio
organizzato da un gruppo di ragazzi, a nostro giudizio, forse esiste una terza
possibilità, quella cioè di un esperimento di “guerra psicologica”. In questo
caso dobbiamo immaginare che, almeno all’inizio, i ragazzi coinvolti fossero
gli strumenti inconsapevoli di una macchinazione. Un anno prima era scomparso
il maresciallo Tito (sotto il suo governo una cosa del genere sarebbe stata
impensabile) e la situazione politica locale era in grande fermento. Difficile
dire chi possa aver organizzato la messinscena, se qualche potenza straniera
occidentale o i servizi segreti o altri gruppi locali.
Una volta inscenato il miracolo e
sottoposti i ragazzi a una qualche forma di suggestione e condizionamento
psicologico, la “regia” è stata probabilmente trasferita ai famigerati
francescani locali tra i quali naturalmente dovevano esserci già degli
infiltrati.
Si trattò di un’operazione “cavallo
di troia” con lo scopo, alla distanza, di destabilizzare la Chiesa cattolica e
inquinarla dall’interno? O l’obiettivo era squisitamente geopolitico? Difficile
dirlo, ma quel che è certo è che ormai la gioiosa macchina da guerra del
miracolo medjugorjano procede a pieno regime e i suoi tentacoli hanno raggiunto
quasi tutti i continenti a presenza cattolica con la complicità e il sostegno
propagandistico di Radio Maria e uno stuolo di scrittori e religiosi a fare da supporter. Sarà dunque il caso di
cominciare ad aprire gli occhi e soprattutto a farli riaprire a quei molti che
sembrano averli chiusi definitivamente.
A.L.F.
(1) Proprio
a Vittorio Messori, il Padre ebbe a dire: “Non so se, all’inizio, la Madonna ci
fosse davvero, a Medjugorje. Ciò che constato, vedendo queste folle devote che
l’hanno invocata e l’invocano da più di trent’anni, ciò che vedo è che ora c’è,
che non può non esserci”. Che però è un cavarsela a buon mercato. A Medjugorje
infatti, non è in gioco la fede (quella non può dipendere né può scaturire
dalla credenza in “fenomeni” veri o presunti), ma l’idea stessa di Chiesa con
una Gerarchia che non conta più nulla e una dottrina ridotta a banalità
insignificanti. Chiediamoci piuttosto se un carismatismo mariolatrico con
venature politiche filoccidentali possa definirsi cattolico.