Ringrazio gli amici Aldo La Fata e Antonello Colimberti per aver
sollecitato il mio modesto parere su Raphael.
Leggo ininterrottamente il Periodico Vidya sin dal 1978 e nella
mia libreria compaiono tutti i volumi pubblicati dalle edizioni Asram Vidya. Da
ciò si deduca quanto apprezzi il lavoro di divulgazione di Raphael, che ha
contribuito non poco a rendere accessibile all’Occidente l’Advaita Vedanta di Sri Shankaracharya.
Una quindicina di anni fa ebbi pure il piacere e l’onore di
incontrare Raphael di persona, all’Eremo di Monte Leone, trascorrendo con lui
un pomeriggio.
Ne trassi l’impressione di una grande armonia, unita ad
intelligenza, gentilezza, mancanza totale di sicumera. Mi disse in sintesi le
uniche parole degne di essere dette o ascoltate: “Morire all’ignoranza [che
essenzialmente è identificazione nell’apparenza, dispersione nella nescienza] è
la sola realtà da meditare”.
Quando, a trent’anni, al ritorno definitivo dal mio ultimo viaggio
indiano, cominciai a leggere i suoi primi libri (“Di là dal dubbio”, “La
filosofia dell’Essere”, ecc.) rimasi colpito dalla precisione e dalla
profondità con cui le sue riflessioni aderivano alla mia fame di tradurre in
consapevolezza intellettuale quanto avevo vissuto nella Terra dei Bharata. E
dire che il lignaggio dello shivaismo tamilico, a cui appartengo, e quello
vedantico-shankariano non possono definirsi propriamente identici.
Solo in alcune occasioni sono nate in me perplessità; le elenco
sinteticamente:
1 – Nell’edizione del ‘93 di “Autoconoscenza – Psicoenergetica
armonicale”, compare l’appendice (che nelle edizioni precedenti mancava)
“Dinamica di un’evoluzione planetaria (Una crisi mondiale di crescita)”. Come
il titolo stesso indica, in essa si leggono le vicende del mondo in chiave
evolutiva; dalla coscienza individuale elementare, cioé separata, si passerebbe
poco a poco, anche per merito del progresso scientifico, alla coscienza
universale: una sorta di mondialismo coscienziale. Tale visione è in netto
contrasto con quanto sostiene il sapere tradizionale perenne (Sanatana-Dharma):
l’umanità – affascinata dalle facoltà di sperimentare le proprie indefinite
potenzialità distruttive – sta sprofondando nelle barbarie, verso il
capovolgimento completo del Dharma;
una volta che il fondo sarà stato toccato, l’Intelligenza divina interverrà per
restaurare il Rita, l’Ordine cosmico.
La Via della Conoscenza, in particolare, non promuove alcuna acquisizione,
semmai sottolinea la necessità di una radicale purificazione fisica, mentale,
animica, affinché emerga l’in Sé.
2 – Nel pomeriggio che trascorsi con lui incontrai gli sguardi
estremamente intensi di persone impegnate in vari lavori di giardinaggio o di
orticoltura. Negli anni successivi però conobbi altri suoi discenti, i quali,
pur manifestando eccellenti doti mentali, mi parvero caduti nell’ennesima
dualità in nome della non-dualità, separando il mondo Manifesto
dall’Immanifesto. Tale atteggiamento, se assolutizzato, spinge verso un totale
disinteresse nei confronti della dimensione fenomenica, che viene così
consegnata al disastro. Certo si sa come a partire dal discepolo non sempre sia
lecito dedurre la qualità del Maestro. Inoltre, la Via metafisica può
facilmente sfociare in una forma di ateismo sterile e superbo, poiché sembra
attribuire ad Ishvara, Dio, il
principio dell’ignoranza. Per contro, la Tradizione insegna che è soltanto
attraverso la devozione ad Ishvara
che si svela l’Ineffabile. Soltanto attraverso il Sole si può andare oltre il
Sole. Uno tra i milleotto nomi di Shiva è infatti Murtijia, ovvero
Anuttara (il Senza Superiore) che per
Amore assume una forma accessibile all’uomo.
3 – In alcune opere della Collezione Vidya si utilizza il
linguaggio scientifico per illustrare verità spirituali. Secondo me, ciò può
alimentare l’illusione che la “nuova fisica” si avvicini alla metafisica,
finendo col coincidervi, quando invece tra le due vi è un abisso. Il Silenzio è
l’Abisso; per la scienza riconoscerlo significherebbe porgere pranam
all’Ineffabile, ammettendo i propri limiti e ritornare così in seno all’Ordine.
Riferendomi ai commenti, non credo sia necessario leggere in
chiave negativa il disinteresse di Raphael nei confronti del Cristianesimo;
egli semplicemente segue un’altra Via. Del resto c’è da dubitare circa i
buoni risultati raggiunti all’interno del dialogo interreligioso. Anni fa, alla
Cittadella di Assisi, l’antropologo di casta brahminica Dipak Raj Pant, rivolse
pubblicamente a Raimon Panikkar la seguente considerazione: «Lei ha una scarsa
comprensione della nostra Tradizione». Panikkar resta ovviamente un grande, ma
la citazione testé riportata ci spinge a interrogarci sulla possibilità di
essere contemporaneamente hindu e cristiani.
Ritengo altresì che la distinzione tra esoterismo ed exoterismo
permanga all’interno del Cristianesimo, purché non si veda opposizione tra i
due termini, bensì un giusto rapporto gerarchico. Un’exoterismo che non si
lasci guidare ed ispirare dall’esoterismo sfocia nel nulla. L.M.A. Viola
(importante autore delle Edizioni Victrix, del quale inspiegabilmente
quasi nessuno parla) ritiene che il Cristianesimo iniziatico, gnostico, si
sia ritirato ancora nel III sec. Tuttavia, ciò non porta né Viola né Raphael a
svalutare il discorso religioso che, anzi, essi continuano a ritenere
provvidenziale ed essenziale ai fini di un corretto orientamento. In proposito,
L.M.A. Viola ha pubblicato un’opera notevole “La Gnosi Cristica integrale”.
Condivido le precisazioni di “Eremita” sull’"io" del
Liberato in Vita, il quale semplicemente smette di identificarsi ciecamente nel
soggetto contigente. Soltanto un Liberato (o un destinato alla Liberazione)
riconosce un Liberato; agli occhi di un profano egli appare il più delle volte
come una persona normale o un pazzo.
E infine, coglie nel segno Aldo La Fata laddove scrive che in Oriente la
pratica spirituale tende a predominare sulla dottrina, mentre invece in
Occidente la pratica si deve adattare alla dottrina. Ne deriva, tra l’altro,
una minore o maggiore distinzione tra ortodossia ed eterodossia. In India
incontrare un autentico Maestro e praticare la sadhana che egli ci suggerisce è fondamentale, in Occidente lo è
meno.
Certo, oggi viviamo in tempi assai bui ed è difficile trovare
punti di riferimento sicuri. Persino le principali Religioni sono lacerate da
dissidi interiori – dottrinali, esegetici, etici – che ne offuscano la luce.
Non solo mettere a confronto diverse Tradizioni tra loro (il che
implica conoscerle e viverle dall’interno), ma innanzitutto orientarsi nel
labirinto contemporaneo è “missione quasi impossibile”; in ogni caso non c’è la
benché minima saggezza nel disperare ed è un’imperativo insistere con onestà,
sincerità e modestia, avvalendosi dei mezzi validi a nostra disposizione, nel
perseguire il Supremo Bene.
ringrazio Gorlani per il suo parere su Rapahel vorrei aggiungere però che non è questione di disinteresse di Raphael verso il Cristianesimo ma di giudizio tipo da una sua intervista ...Ci sono stati due eventi principali, il primo fu il Cristianesimo che volutamente cercò
RispondiEliminadi oscurare la filosofia occidentale, solo il Cristianesimo ha i Piccoli Misteri e non i
Grandi Misteri
su Viola è l'ennesimo che fa letteratura esoterica da salotto sul suo rispetto della religione cattolica ....Occorre comprendere adeguatamente la funzione catabasica, limitativa e oscurante, che la chiesa della fede doveva esercitare sull’Occidente europeo, nel Mediterraneo, una funzione che, dalla sede originaria della sua diffusione, doveva poi estendersi al Mondo, per dar corpo al necessario sviluppo degradante della processione universale, nel ciclo della presente umanità...
e mentre lui scrive molti Cristiani silenziosamente anche in Italia o sul monte athos sperimentano Dio
2 nomi interessanti sono Swami Matthias Matthias Vereno e Masterbee che sono in linea con questo blog
Credo che la funzione dissolvente (catabasica) di cui Viola incolpa la chiesa psichica, colpevole di aver sovvertito il mondo romano e di aver cercato di sottomettere il mondo distruggendo ogni altro culto, non tenga conto dello stato di decadenza raggiunto dal mondo antico e della funzione restauratrice che ha svolto l'exoterismo cristiano nel medioevo.
RispondiEliminaLa sovversione destinata a provocare l'inizio della decadenza finale di questa epoca si è verificata più tardi. Non a Nicea ma piuttosto con il rogo dei Templari un millennio dopo.
Ringrazio moltissimo Giuseppe delle sue sempre sagge e competenti parole in tema di tradizione indù. Ho un'unica riserva: anch'io, come Costa ed Eremita, che mi hanno preceduto, nutro riserve infinite circa L. M. A. Viola. Conosco e ho davanti a me le sue due introduzioni ad altrattanti fondamentali testi del filosofo "guenoniano" Georges Vallin ("La prospettiva metafisica" e "Via di gnosi e via d'amore"). Più che introduzioni sono due sproloqui (la prima è di 80 pagine!), che rimandano sempre e soltanto alle proprie opere come criterio ultimo di verità, mentre massacrano letteralmente non solo Vallin stesso, ma, ad esempio, Giuseppe Cognetti, l'unico e miglior interprete italiano di Vallin nel suo eccellente volume intitolato "Oltre il nichilismo". La capitale nozione di "rinnovamento nella tradizione" tanto cara a Panunzio e a tutti quelli che quest'ultimo chiamava "intermediari ecumenici", oltre se stesso, (Panikkar, Vannucci, Barsotti), a Viola è, a dir poco, completamente estranea...
RispondiEliminaAnch’io ringrazio molto Giusepe Gorlani per le sue sempre ben ponderate e mature riflessioni di ordine spirituale e metafisico.
RispondiEliminaSui temi sollevati da Costa ed Eremita dirò quanto segue.
Personalmente non ho mai creduto alla netta distinzione tra essoterismo ed esoterismo, né mi sono mai posto il problema di quando la tradizione cristiana sia caduta in disgrazia, se dopo il concilio di Nicea come asserito dal Guénon, o dopo la persecuzione dei Templari come sostenuto da altri. La storia del cristianesimo (i “secoli cristiani”) nelle sue diverse espressioni e componenti è strettamente legata alla vicenda della civiltà europea e della razza bianca (da qui grandi pregi, ma anche altrettanto grandi difetti). Ora, ci sono diversi modi di considerare questa vicenda sospesa tra Cielo e Terra. Il mio modo prescinde dalla storia contingente e guarda più alla “storia” spirituale e alle vicissitudini dell’anima umana nel suo rapporto con il divino. In questo senso, il cristianesimo è uno dei “luoghi” privilegiati della Presenza e dell’azione divina. Da qui la necessità per chi vi è stato introdotto per nascita e per “destino” di permanervi. Certo, il cristianesimo pre-industriale mi sembra per molti aspetti migliore rispetto a quello post-industriale; ugualmente mi appassiona di più il cristianesimo delle origini o anche quello medievale rispetto al moderno; ecc. ecc. E non voglio certo negare che il raffronto faccia nascere in me dei dubbi e anche degli interrogativi a cui non sempre riesco a rispondere. Tuttavia, ringraziando Dio, la fede, per quanto forse affaticata da troppe letture di ogni genere (stramaledetta curiosità!), ancora mi assiste e mi fa procedere nella direzione di sempre e nella fedeltà alla Chiesa gerarchica che a me sembra imprescindibile e insostituibile persino quando ho la netta impressione che deragli. Da qui la mia presa di distanza dai tradizionalismi cattolici e ipercattolici di tutte le marche e di tutte le provenienze.
Condivido le riserve di Antonello su L.M.A. Viola e ringrazio Costa per aver rievocato il nome dell’illustre amico e collaboratore della rivista “Metapolitica” Matthias Vereno, studioso e religioso (si era fatto monaco benedettino) di prim’ordine e sfortunatamente poco noto al grande pubblico.
La questione della distinzione fra esoterismo ed exoterismo nel cristianesimo rimanda ancora alla solita domanda sui sacramenti.
RispondiEliminaI sacramenti erano di certo l'iniziazione cristiana e avevano quindi una valenza esoterica, questo non è negato da nessuno, ma ora che valore hanno?
Ora che la Chiesa è tendenzialmente tutta exoterica i sacramenti sono ancora in rapporto alla loro influenza spirituale e quindi garantiscono ancora un'iniziazione virtuale oppure hanno perso il carattere iniziatico e questo spiega l'esistenza di iniziazioni specificamente legate al mondo cristiano come massoneria, templari e fedeli d'amore?
Perché mai però, secondo la versione di Guénon, dovrebbe essere stato ritirato il carattere iniziatico dei sacramenti in seguito al divenire del cristianesimo una religione di massa quando lo stesso autore garantisce ancora la virtualità dell'iniziazione massonica nonostante la massoneria sia spesso diventata qualcosa talvolta di antitradizionale e antireligioso?
Se però i sacramenti mantengono ancora, pur segretamente, il loro carattere iniziatico e l'operatività dell'influenza spirituale è mantenuta allora perché esistevano iniziazioni cristiane parallele?
Insomma la Chiesa divenuta di massa era una "tariqa" che ha perduto il proprio carattere ed è divenuta una chiesa degli psichici oppure il velo del tempio è squarciato e le vecchie distinzioni non si applicano?
Eremita il Cristianesimo non nasce esoterico ma da persone ignoranti in tutti i sensi che incontrarono Cristo e divennero i suoi servi inutili ....la Massoneria e i Fedeli d'amore non hanno nessun valore iniziatico perchè se il Primo della Catena non è un Cristo o Buddha è solo letteratura mentale o peggio passano influenze infere ...sui Templari non stiamo a Voyager e comunque quasi sicuramente erano pienamente Cattolici niente di parallelo o esoterico e nulla di misterioso ...
EliminaContinuerò a leggere Viola tenendo conto delle vostre osservazioni. Nessuno tiene in tasca le chiavi della Verità ultima.
RispondiEliminaIn realtà non possiamo nemmeno affermare di possedere delle tasche. Ciononostante non siamo abbandonati o sprovvisti di “mezzi”. Per gli uomini di buona volontà il Cammino illuminativo è sempre aperto. E i tempi procellosi sono per alcuni aspetti più favorevoli rispetto a quelli sereni.
“Sperimentare Dio”? Lo si può certo dire: le parole – che pure siamo costretti ad usare – sono per loro natura duali; l’importante è utilizzarle nella consapevolezza della loro limitatezza. Tuttavia, nell’intimo intuiamo come non si tratti di “sperimentare”– il che implica l’assurdità di un Assoluto posto fuori di sé a guisa di oggetto – bensì di risvegliarsi ad un Bene Ineffabile nei confronti del quale la mente si sente costretta al silenzio.
Giuseppe Gorlani
caro Gorlani si può e si deve leggere tutti ma solo i realizzati possono parlare di spiritualità e in occidente sono SOLO i Cattolici e Ortodossi il resto è letteratura anche piena di intuizioni importanti ma non si possono paragonare alle vere Tradizioni....sperimentare Dio ...non si dovrebbe cadere nell'errore opposto che fanno molti amanti dell'oriente nel pensare che l'Assoluto esista solo dentro di noi cadendo in una forma sottile di idolatria del Se annullando tutte le differenze la 1 con Dio la 2 con tutto e tutti ma sono opinioni di parte queste e come lei saggiamente ha scritto la meta è il silenzio
RispondiEliminaSiamo Forza che dà Forma alla Luce. Oppure non siamo nemmeno polvere. Ecco, tra queste due opzioni, ci giochiamo tutto. Terribile gioco è la Vita ma se possiamo parteciparvi ringraziamo Dio che ci ha creati (mi dispiace ma Sartre aveva torto marcio). Cristo mi ha indicato la prima possibilità, l'arte della Redenzione.
RispondiEliminaHo studiato Panikkar e non mi convince con le sue comparazioni e sintesi, troppi artifici ed esibizionismo mediatico. Raphael sembra essere un altro importatore di esotismi filosofici che riempiono la mente al contrario degli intenti sbandierati della sua scuola. Siamo invasi da scuole spirituali, rimasticamenti indù, nomenclature esotiche. Non mi permetto di giudicare le persone, il pensiero certamente sì. Ho acquistato tempo fa diversi testi della casa editrice di Raphael, che vanno dalla psicologia umanistica spiritualeggiante della Poggio Gilot a curiosi accostamenti tra monachesimo e induismo, che direi forzato. Ottima la traduzione di Raphael dello Yogadarsana di Patanjali se confrontato con altri. Insomma, ho l'impressione che vi sia un tentativo onesto di indicare vie senza che si diano strumenti e siccome il Cielo si trova molto in alto e molto in profondità, senza Gesù non si va da nessuna parte.
Ringrazio di cuore tutti gli amici per gli approfondimenti. Peccato che Raphael si sia definitivamente sottratto al confronto e che non possa intervenire in prima persona in questa discussione che lo riguarda. Comunque, mi sembra che siamo più o meno tutti d’accordo nel riconoscere: 1) la sua sostanziale incomprensione del cristianesimo; 2) la dubbia validità “tradizionale” della sua scuola. Allo stesso modo conveniamo sul fatto che conosca assai bene la materia che divulga e che sia anche un sanscritista di talento e un eccellente traduttore di scritture hindù. E d’altronde, se così non fosse, dubito seriamente che la Bompiani avrebbe accettato di pubblicarlo.
RispondiEliminaAll’amico Eremita che ripropone lo schema guénoniano, vorrei solo ricordare che la natura dei sacramenti è immutabile e che pertanto non è suscettibile di un più o di un meno. Ergo quello “schema” è da respingere con decisione e senza tentennamenti.
Sul povero Panikkar che volle essere cristiano-hindù, temo che abbiano ragione sia Gorlani che Angelo Ciccarella (concordo sull’esibizionismo mediatico). Tuttavia, ritengo che il suo enorme lavoro intellettuale tra oriente e occidente debba essere riconosciuto e valorizzato.
Personalmente io non sostengo lo schema Guénoniano ma ho comunque un dubbio sul perché esistessero anche iniziazioni cristiane se il valore dei sacramenti è immutato.
RispondiEliminaCirca la legittimità tradizionale della scuola di Raphael bisognerebbe conoscere il suo guru e la linea di trasmissione corrispondente, in ogni caso è chiaro che non ha fatto da solo.
Caro Eremita,
RispondiEliminaquali sarebbero le organizzazioni esoteriche cristiane? I Templari? I Fedeli d’Amore? La Massoneria? E dove sono le prove che lo fossero realmente? Francamente io penso che se mai è esistito nell’ambito del cristianesimo un “esoterismo formale” (ma in realtà se ci riferiamo alle organizzazioni succitate, ripeto, non ne abbiamo la prova certa), questo non poteva essere di un livello superiore alla religione tradizionale e soprattutto non poteva prescindere dall’approvazione e dal controllo delle gerarchie istituzionali. Certe forme di “iniziazione cristiana” sono semmai riconducibili ai cosiddetti sacramentali. L'ermetismo cristiano mi sembra invece una faccenda più complessa.
Per quanto riguarda la legittimità tradizionale della scuola di Raphael (può una scuola di "metafisica realizzativa" fare del proselitismo?), dubito fortemente che l’ortodossia hindù la approverebbe e questo comunque a prescindere dal guru di Raphael di cui tra l’altro non si sa nulla (per quanto mi riguarda posso pure pensare che si sia trattato di un teosofista o simile e non di un hindù tradizionale). Mi sembra invece che siamo di fronte a un sincretismo di marca occidentale che confonde la metafisica hindù con la psicologia transpersonale e con la fisica quantistica.
Un caro saluto a tutti e soprattutto ad Aldous per il suo prezioso lavoro. Poche righe: VV = Vangelo Vedanta, questa la formula suprema sintetizzata da Panunzio. Il Vedanta, il ramo più metafisico dell'india illumina con la sua luce dei primordi il Vangelo, ma nel Cristo il compimento e la Parola finale e ultima. Questa mi pare la Via suprema indicata da Panunzio, questa la via finale dopo così tanti decenni di studio e meditazione. Shankara ovviamente rappresenta il polo più elevato del Vedanta. Buona cosa quindi la traduzione di tali "gemme" orientali al di là di secondarie questioni. Quanto a Raphael, potrebbe chiamarsi Mikael, o Gabriel e nulla cambierebbe poiché il fine ultimo per l'advaita vedanta è l'unione con il Brahma supremo, lì dove ogni dualità, ogni distinzione scompare. E quindi ritorna sempre la vexata quaestio, l'antica questione in merito al rapporto Oriente - Occidente: dottrina degli stati molteplici dell'Essere in Oriente, distinzione fra Creatore e creatura (che sussume l'aurea dottrina della partecipazione di ascendenza platonica) per l'Occidente cristiano. E' qui mi pare la questione veramente "decisiva", il vero e autentico "dramma" metafisico fra le due supreme dottrine d'oriente e occidente. Qui forse si gioca il nostro Destino...
RispondiEliminaLohen
Ho letto alcune pagine dell’Introduzione di Viola alla “Prospettiva Metafisica” di Vallin. In tutta sincerità non mi pare trattarsi di uno “sproloquio”. Si può non essere d’accordo con le sue conclusioni, ma personalmente non posso fare a meno di apprezzarne l’acume e la capacità di scendere in profondità. Per esempio, quanto dice sui limiti della metafisica vedantica (che si occupa di anabasi ma non di catabasi) è senz’altro valido e trova riscontro nella critica rispettosa e costruttiva che il prof. Kamalakar Mishra, nella sua opera tradotta in italiano “Tantra – Lo Shivaismo del Kashmir”, porge al Vedanta, dando voce alla veduta tantrica e, in particolare, al Trika di Abhinavagupta. Gli orientali sono portati a considerare più la complementarità tra le dottrine, che la loro opposizione.
RispondiEliminaNella medesima Introduzione, trovo inoltre notevole la critica che Viola elabora intorno alla figura e al pensiero di Aurobindo, una specie di mostro sacro, intoccabile, nell’ambito di quell’hinduismo annacquato che sta avendo tanto successo in Occidente. E infine, mi sembrano addirittura illuminanti le sue riflessioni sul Buddhismo, Via di silenzio che, secondo lui, comincia laddove finiscono le altre Vie. (C’è da stupirsi che abbia 500 milioni di seguaci!)
Concordo sostanzialmente con quanto precisa Costa, tuttavia, pur ritenendo importante il lavoro di smascheramento della confusione insita in buona parte della cosiddetta spiritualità orientale, non mi sentirei di essere altrettanto categorico nel negare validità a qualsiasi approccio illuminativo non incluso nel cristianesimo romano od ortodosso.
Giuseppe Gorlani
Ringrazio Lohen per la rievocazione del punto di vista di Silvano Panunzio e del suo tentativo di conciliare il Vangelo con il Vedanta. Senza nulla togliere al grande Shivaita Shankara (traduciamo la sua posizione come “monismo assoluto”), Panunzio propendeva invece per il meno radicale e meno conosciuto in Occiedente Ramanuja (Vishnuita, traduciamo la sua posizione come “monismo differenziato” o anche “non dualismo qualificato” o mitigato). Qui però non mi sembra sia il caso di addentrarsi nelle complesse posizioni di entrambi, ma chi vuole può farsene un’idea vaga cercando notizie sul web o meglio leggendosi qualche buon libro.
RispondiEliminaPer quanto riguarda invece la “vexata quaestio” del difficile rapporto oriente-occidente, mi viene da dire che mentre l’hinduismo ha fatto in questi ultimi decenni degli importanti passi avanti nella comprensione dell’incarnazionismo cristiano, non mi pare si possa dire altrettanto per la teologia cristiana nei confronti dell’hinduismo. Rare eccezioni: Panikkar, Henri Le Saux, Bede Griffiths, Jules Monchanin, il nostro Silvano Panunzio e pochissimi altri. Ora, a me sembra che sia proprio la mancata assimilazione e comprensione delle dottrine hindù a rendere difficile il confronto. Da qui – e vengo all’amico Gorlani - la conseguente incomprensione della spiritualità hindù spesso confusa con le sue contraffazioni e deformazioni occidentali.
Sulla questione di Viola lascio la parola ad Antonello che credo ne sappia più di me.
Tuttavia, ringraziando Dio, la fede, per quanto forse affaticata da troppe letture di ogni genere (stramaledetta curiosità!), ancora mi assiste e mi fa procedere nella direzione di sempre e nella fedeltà alla Chiesa gerarchica che a me sembra imprescindibile e insostituibile persino quando ho la netta impressione che deragli. Da qui la mia presa di distanza dai tradizionalismi cattolici e ipercattolici di tutte le marche e di tutte le provenienze.
RispondiEliminaFracamente, non ho ancora capito quale sia l'argomento di chi, "per fedeltà alla Chiesa gerarchica", rimane ostile ai "tradizionalismi" cattolici. Un argomento teoretico, non del tipo: il papa è Francesco, quindi può dire quello che vuole. Si guardi a quello che è, al di là degli abusi, la nuova messa. Si guardi alle recenti aperture più o meno a tutto. Si guardi ai rapporti tra la stragrande maggioranza delle gerarchie "a cui si deve rimanere fedeli" (anche se contraddicono la dottrina di Cristo?) coi poteri forti.
Mi permetto anche di avanzare una mia impressione: chi critica il "tradizionalismo", che certo ha le sue pecche, molto spesso lo fa perché non ne ha mai frequentato gli ambienti, confermando la tesi di una educazione solo libresca. In genere, ad es., ho notato che i guénoniani italiani, se non sono massoni o musulmani, si tengono "operativamente" su di un piano di "indifferenza" pratica. Io, per esperienza, negli ambienti del "tradizionalismo" ho trovato solo rigore dottrinale e carità.
Posto che le tesi di Guénon sul Cristianesimo sono inaccettabili, come ben diceva Aldous, rimane il fatto che l'unica via praticabile per un occidentale, a parte eccezioni, forse, e conservando con qualche riserva l'ipotesi di un passaggio all'ortodossia (più facile a dirsi che a farsi), è questa. Non mi si venga a dire che un "esoterista" o "metapolitico" o "gnostico" (in senso buono) può stare nella chiesa di Francesco, turarsi il naso come se stesse al seggio a votare suo malgrado la DC e poi fare discorsi (io sono il primo) sull'iperuranio. Un esempio per tutti: qualcuno sa che tra gli organizzatori del cd. "family day" vi erano personaggi che hanno aperto all'"aborto umanitario", distinguendolo da quello "libertario"?
Grazie.
Grazie Aldo. In verità, non sono un lettore, tantomeno un esegeta delle opere (pare numerosissime ) di Viola. Mi sono solo imbattuto nelle sue due introduzioni a pregevoli opere di Georges Vallin, trovandovi tutt’altro che, non me ne voglia l’amico Giuseppe Gorlani, “acume e capacità di scendere in profondità”. Qualche altra “gemma” dall’introduzione alla “Prospettiva Metafisica”, dopo quanto indicato già da Costa? <> (pag 31). Vi risparmio il seguito, infarcito di tutti i luoghi comuni del cosiddetto Movimento Tradizionale Romano. “Sproloquio” o “conclusioni con cui si può non essere d’accordo”? A ciascuno la sua risposta, ma, a farla breve, penso di tratti di uno di quei fenomeni denominati con precisione “invenzione della tradizione”, sociologicamente interessanti da studiare, ma certo da non prendere sul serio…
RispondiEliminaE, detto con una formula, “rovesciate Viola e troverete Panunzio”. Io sto con Panunzio.
Un ultima parola su Aurobindo. Sarei molto cauto nell’esprimere su di lui giudizi affrettati. Guénon stesso si interessò molto a lui, stimandolo molto, e nutrendo qualche perplessità semmai sul suo entourage. Ed “Etudes Traditonnelles” pubblicò Aurobindo a più riprese…
Gentile Sig. Marco,
RispondiEliminanessuno dice che i “tradizionalisti cattolici” siano delle cattive persone. Di solito sono delle buone persone, ma conversare con loro è già faccenda assai complicata. Dissentire poi, non ne parliamo. Hanno ragione, hanno torto? Possono aver ragione su alcune questioni e torto su altre, come tutti d’altronde. Personalmente penso che il tradizionalismo sia una forma di neo-fariseismo e che un atteggiamento settario non sia in linea con l’universalità e l’universalismo della Rivelazione. Penso che questo non sia un argomento di poco conto. C’è poi modo e modo di considerare il “rigore dottrinario”. Si può essere rigorosi senza essere rigoristi e rigoristi senza essere rigorosi. A volte poi è anche questione di “tonalità” dei discorsi. Se la vera Chiesa fosse quella dei tradizionalisti e l’altra Chiesa (quella di tutti i papi post conciliari) non fosse altro che una sua parodia, come alternativa in Occidente non resterebbe altro che il nichilismo attivo alla Evola o il buddismo a-religioso. E che ne sarebbe poi della “comunità cristiana” nel suo complesso? A me pare invece che il cristianesimo sia qualcosa di molto di più della “religione che è venuta a predominare in Occidente” e che forse bisognerebbe rileggere con maggiore attenzione la sua bimillenaria storia (senza tralasciare nessun periodo storico) e avvicinarsi con maggior intimità spirituale alle figure dei suoi grandi santi (S.Tommaso d’accordo, ma anche S. Bonaventura e S. Agostino, tanto per fare dei nomi). E’ un compito a cui gli amici “tradizionalisti” non dovrebbero sottrarsi, non solo per rendere migliore e più efficace la loro testimonianza di fede, ma anche per evitare irrigidimenti dottrinari che rendono un cattivo servizio alla verità dei mistero cristiano. Ho l’impressione invece che ci si fermi al concilio di Trento o al Sillabo o al catechismo maggiore di Pio X. In questo modo non si rende un buon servizio alla Religione, ma solo ad una delle sue possibili e circoscritte interpretazioni. E qui entriamo nel campo dell’eresiologia.
Gentile Signor Aldo,
RispondiEliminaconversare con loro è già faccenda assai complicata. Dissentire poi, non ne parliamo.
Qui lei, mi pare, dimostra di non frequentarli: io non solo converso spesso con loro, ma quasi altrettanto spesso dissento da certe loro tesi. Non mi è mai successo niente: nessuno mi ha tolto i sacramenti.
Personalmente penso che il tradizionalismo sia una forma di neo-fariseismo e che un atteggiamento settario non sia in linea con l’universalità e l’universalismo della Rivelazione.
Questo non è un argomento. E' un suo giudizio morale, rispettabile anche se, secondo me, un poco temerario (soprattutto se, come mi pare, lei non frequenta questi ambienti). Io potrei ad esempio rispondere che -- sempre che la sua opinione sia corretta: ciò che non credo-- Gesù diceva, in riferimento ai farisei, di far quel che essi dicevano, ma non quel che essi facevano. Quindi dicevano cose buone. Ma Gesù sapeva quel che facevano: noi invece non stiamo nel cuore di questi presunti neofarisei, che invece, nella mia limitata esperienza, possono essere definiti in tanti modi, ma non in questo. Per questo ho detto che sono rigorosi e misericordiosi: per dire che non sono, in genere, rigoristi. E, si badi, la misericordia è praticata: quante persone fanno esercizi spirituali o alloggiano nei loro priorati senza che nessuno chieda loro nulla!
Se la vera Chiesa fosse quella dei tradizionalisti
Nessun tradizionalista (Fraternità San Pio X e simili) ha mai detto o pensato questo. Questo lo pensano i folli di Palmar di Troia, o qualche antipapa statunitense. Sarebbe una eresia, oltre che una assurdità.
A me pare invece che il cristianesimo sia qualcosa di molto di più della “religione che è venuta a predominare in Occidente” etc.
Su questo sono d'accordo, anche se la invito, se vorrà, a frequentare questi ambienti per notare come la loro testimonianza "reale" (non libresca: non è che uno avrà la visione beatifica per aver letto, ed eventualmente compreso, Panunzio o Guénon. O no?), almeno ad Albano e Rimini, sia esemplare. Io li conosco da circa 6 anni: non mi è capitato neppure una volta di vedere un sacerdote della San Pio X che alzava la voce o che rispondeva male o che dava segni di impazienza, anche avendone tutte le ragioni. Le ricordo, come saprà, che questa è gente che fa migliaia di km al mese per dire messa, senza percepire alcuno stipendio. Basterebbe che passassero alal San Pietro per averne uno, oltre a mille altri vantaggi: ma, tranne rarissimi casi, non lo fanno.
Ho l’impressione invece che ci si fermi al concilio di Trento o al Sillabo o al catechismo maggiore di Pio X.
A parte che ciò non mi risulta, anche se fosse sarebbe infinitamente meglio di quel che ci propina il buon Francesco: cui però si deve essere fedeli per rispetto della gerarchia(e Cristo?). Ma fedeli in cosa? Il mistero rimane. Ma forse sono io che sono troppo prevenuto o duro di comprendonio.
In questo modo non si rende un buon servizio alla Religione, ma solo ad una delle sue possibili e circoscritte interpretazioni. E qui entriamo nel campo dell’eresiologia.
Qui purtroppo noto un ulteriore errore. I canoni di Trento e quanto cita di S. Pio X sono dogmatici, non sono una interpretazione possibile del dettato cristiano. E' chi esce da questi canoni che è eretico, tant'è che si formula l'anathema sit al termine dei canoni predetti. Questo non lo dico io: lo dice esplicitamente la Chiesa che, converrà, ha una autorità superiore alla mia e, credo, anche alla sua. Sarebbe più coerente dire: non credoai canoni di Trento, e solo allora trarne conseguenze.
Con stima.
Saluti,
Marco
Concordo pienamente con Aldo. Del resto, Panunzio aveva già chiarito tutto con consueto rigore ed amabilità. Speriamo di poter far tornare in stampa al più presto due illuminanti scritti in proposito: "Dall'Alfa all'Omega: o il Cristianesimo ultimo" e "Traditio et Renovatio"(ora in "Metapolitica. La Roma Eterna e la Nuova Gerusalemme",vol.II).
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RispondiEliminaGentile Sig. Marco,
siamo un po’ fuori tema (l’argomento era Raphael), ma riconosco di esserne in parte io il responsabile. E’ vero, ammetto di non aver mai frequentato i “tradizionalisti cattolici”, ma ho l’abitudine di leggere i loro blog e per anni di aver ricevuto e letto le loro riviste. Forse i sacerdoti e le comunità religiose di Albano e Rimini sono composte per lo più di pie persone, ma confermo l’alto livello di litigiosità dei “tradizionalisti cattolici”. Anche Lei, caro Marco, quando è intervenuto la prima volta su questo blog, lo ha fatto, per usare una metafora calcistica, a gamba tesa. E non è stato il solo. Sovente mi tocca censurare i commenti di questi cattolici tutti di un pezzo, che suonano, a dir poco, offensivi quando non anche calunniosi. Ma forse sono io ad essere sfortunato e ad essermi imbattuto in personaggi di cui invece Lei sembra ignorare del tutto l’esistenza.
Convengo che il mio sia un “giudizio morale”, ma allora lo è anche il Suo e quello dei suoi amici ultraosservanti su papa Francesco o sulla chiesa post-conciliare.
Che il fariseismo in sé non sia stata una realtà perniciosa pure ne convengo, ma le conseguenze di quella mentalità molto rigorista, molto elitaria e poco misericordiosa le conosciamo: andavano dalla lapidazione alla crocifissione. Misure repressive che si ritenevano necessarie per difendere gli oneri tassativi dell’ortodossia. Gia. Ma erano altri tempi, Lei mi dirà. I “tradizionalisti” di oggi sono gente per bene, educati, pacifici, amorevoli. Sarà. Ma non ve ne sono pure tra i non tradizionalisti? E allora?
Per ultimo, Lei afferma che “i canoni di Trento e quanto cita di S. Pio X sono dogmatici, non sono una interpretazione possibile del dettato cristiano”. Dogmatici? Ecco, appunto, un ortodossia così angustamente intesa e congelata io la considero eretica. Più eretica del presunto eretico papa Francesco.
La saluto nel dissenso, ma con stima e simpatia
Perfetto. Ma allora il problema non sono i tradizionalisti, ma il cattolicesimo. Le cose ora sono più chiare.
RispondiEliminaAnche Lei, caro Marco, quando è intervenuto la prima volta su questo blog, lo ha fatto, per usare una metafora calcistica, a gamba tesa.
Mi sono scusato. Credevo la questione fosse stata regolata una volta per tutte.
ma allora lo è anche il Suo e quello dei suoi amici ultraosservanti su papa Francesco o sulla chiesa post-conciliare.
No. Non c'è nessun giudizio morale su Francesco o sulla chiesa conciliare. Il giudizio è sempre dottrinale. E, anche ove vi fosse disprezzo, converrà che paragonare qualche parola fuori posto alle immense responsabilità della gerarchia è poco misurato. Considerare la chiesa di Francesco, dal punto di vista dottrinale (ovvero della credibilità) "superiore" a quella di Trento mi pare difficile, tanto più se si è letto Schuon (tutti i suoi accoliti cattolici erano e sono sedevacantisti!) e Guénon. Anche perché, di fatto, la prima, una dottrina, non pare averla più.
Cordiali saluti e auguri di ogni bene
consiglio ai lettori di questo blog di leggere l'articolo in rete di Gorlani In difesa della “persona” per farsi un'idea su chi da Tradizioni diverse scrive cose serie e condivisibili senza inventarsi tradizioni inesistenti
RispondiEliminasu Raphael come disse qualcuno li riconoscerete dai frutti per il momento è un punto di riferimento in Italia per chi segue l'Advaita e a differenza dei suoi facili giudizi sul Cristianesimo noi possiamo guardare ai tempi lunghi e non dare giudizi definitivi su di lui.
Caro Marco,
RispondiEliminanon volevo rinvangare il passato, ne accusarla di niente, ma solo farLe notare che d’abitudine siete un po’ litigiosetti. Tutto qui.
Prendo per buono il fatto che si tratti di “giudizi dottrinali”, anche se certi appellativi alquanto coloriti che voi “tradizionalisti” affibbiate al Papa a me sembrano tutt’altro (il Suo “ove vi fosse disprezzo” è una conferma di quanto vado dicendo). Cosa significa la “chiesa di Francesco”? La Chiesa non è proprietà di nessun Papa e poi non è che questo Papa abbia riformato chissà che. La domanda dovrebbe essere semmai cosa ha a che fare la chiesa post-tridentina con quella di Trento. Tutto, poco o niente? Si può ragionare anche a lungo su questo argomento. Questione di punti di vista. So bene che Schuon non aveva molta considerazione per il Vaticano II e che involontariamente ha trascinato tutti o quasi i suoi estimatori (amerikani per lo più) verso il sedevacantismo. Ma Schuon non era cattolico e neanche Guénon che io sappia. Un discepolo non asservito a Schuon e neanche a Guénon come Giuseppe Palomba è rimasto cattolico e ha guardato con simpatia anche al Vaticano II. Idem Silvano Panunzio.
Sul fatto che il cattolicesimo non abbia più una dottrina non convengo. Ce l’ha ancora eccome. Solo che non ha più quel profilo giuridico-formale di Trento.
Pace e bene
Condivido totalmente l'impostazione generale di Aldous, anche se il tema in questione era Raphael.. e pure le ottime , come sempre, analisi di Antonello.
RispondiEliminaE' vero che Le Saux, Monchanin e Griffiths (tangenzialmente pure Panikkar) oltre ovviamente al grande Panunzio, siano i punti di riferimento più autorevoli per il dialogo con l'India. Shantivanam non è sincretismo, come qualche ignorante pensa in malafede, ma un'opera veramente provvidenziale, una sintesi "interna", dello Spirito che riunisce le differenti tradizioni (ovviamente in primis quella indù, privilegiando il filone più metafisico del Vedanta) al vertice, ovvero al Cristo Universale. Di tali pensatori e mistici ( nel senso più alto del termine) abbiamo bisogno, non certo di neo fariseismi che soffocano anziché liberare. e Lo Spirito , si sa, è proprio Pneuma, Vento che soffia dove vuole e "libera". Ovunque si coglie il soffio vitale dello Spirito, lì si cela il Dio vivente, il resto è prigione di morte e pura ignoranza. Avidya in una parola.
Un caro saluto, Lohengrin
Mi permetto di fare qualche integrazione bibliografica sul tema Cristianesimo/Induismo. Innanzitutto studio davvero d'eccezione: "Doctrine de la Non-Dualité(Advaita-Vada)et Christianisme. Jalons pour un accord doctrinal entre l'Eglise et le Vedanta". L'autore, che si firma come Moine d'Occident, è il monaco trappista Elie Lemoine (Frère Elie), che ha scritto per anni su "Etude Traditionnelles" numerosi e magnifici saggi poi raccolti in "Theologia sine metaphysica nihil." E poi non dimenticherei neppure gli ottimi stimoli del "nostro" Nicola Dalla Porta Xidias, in particolare in "Dai Veda ai Vangeli. Alla ricerca del Reale".
RispondiEliminahttp://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/il-papa-elogia-napolitano-e-la-bonino-sono-tra-i-grandi-dell-italia-di-oggi-_2159176-201602a.shtml
RispondiEliminaContenti voi...
Volevo aggiungere un ultimo punto alla discussione sull'esoterismo cristiano, pur essendo un po' fuori tema la cosa si ricollega al giudizio di Raphael.
RispondiEliminaIn primo luogo le "persone ignoranti" da cui nasce il cristianesimo una volta illuminati dall'alto hanno scritto pagine della più alta metafisica nel Nuovo Testamento, anche senza scomodare San Giovanni è evidente che i testi degli altri evangelisti e delle lettere hanno questo contenuto che non può essere afferrato dall'esegesi letterale o puramente devozionale. Esiste indubbiamente un significato esoterico del Nuovo come del Vecchio Testamento che in nulla contrasta con gli altri significati (letterale, allegorico, ecc...)
In secondo luogo, sulla questione dei sacramenti ho pensato che la cosa migliore fosse rileggere lo Pseudo Dionigi che in effetti, scrivendo dopo la presunta exoterizzazione di Nicea, sembra confermarci che il valore iniziatico dei sacramenti è ancora assolutamente valido al contrario della tesi di Guénon.
Quello che sembra indubbio però è che la consapevolezza del significato superiore e dell'esoterismo del cristianesimo si affievolisce sempre più mano a mano che la Chiesa diventa di massa (per salvare, non per corrompere i popoli dell'Impero!)
Forse è proprio per questo che lo Pseudo Dionigi scrive sotto le mentite spoglie di un'autorità sub-apostolica: per ricordare a tutti i significati metafisici più elevati che una parte della gerarchia stava dimenticando.
Ma il problema di fondo è che, in mancanza di un "esoterismo formale", anche se i sacramenti mantengono l'influenza spirituale e il carattere iniziatico come si può attualizzare effettivamente l'iniziazione senza una guida?
Non esistendo tariqa come può un cristiano comprendere i più alti misteri?
I nostri grandi santi o dottori medievali d'occidente che hanno raggiunto l'unione dell'anima con Dio hanno tutti approfondito l'esoterismo del cristianesimo che non sembra essere separato dall'aspetto exoterico come nelle altre religioni. Ma, in assenza delle doti straordinarie di Bernardo, Eckhart, Tommaso, Cusano e via dicendo come possono essere imitati?
A differenza della Chiesa Ortodossa sembra che gli starec non siano palesi in occidente, neanche nel medioevo.
Credo però che l'esistenza di questi fosse implicita, sebbene non palese formalmente, all'interno dei monasteri come testimoniano i piccoli testi operativi che ci sono giunti (ad es. la Nube della non Conoscenza). I nostri "starec", come l'autore della Nube, esistevano ma non avevano titoli e non li si poteva riconoscere da questo.
Ma per i laici cosa fare?
Qui entrano in gioco le iniziazioni di mestiere, la cavalleria templare, i Fedeli d'Amore e probabilmente altre che non hanno lasciato traccia nella storia. Fino al 1648 il "grado" di Rosacroce poteva essere raggiunto per loro mezzo (si veda Panunzio al riguardo).
Il quadro sembra essere quello di un esoterismo sempre presente ma mai formalmente delimitato come avviene nelle altre religioni.
I sacramenti conferiscono a tutti un'iniziazione virtuale che doveva poi essere attualizzata nei monasteri o nelle iniziazioni per laici sopra nominate.
Poi lentamente, in coerenza con la degenerazione di fine ciclo, molti monasteri hanno dimenticato, le iniziazioni sono state distrutte talvolta dalla Chiesa stessa e la massoneria è diventata uno strumento anti-tradizionale.
Noi, in assenza di un esoterismo formale, di Tariqa in cui recarci, siamo rimasti a cercare tastando nel buio a caso.
gli evangelisti illuminati dalla grazia non scrissero nulla di propriamente metafisico a parte Giovanni ma rimandano appunto ad una lettura interiore anagogica e non solo letterale ma nessun sapere esoterico sconvolgente .
EliminapseudoDionigi forse pagano neoplatonico Damascio un grande ma veramente credi che gli apostoli ed ebrei credessero a queste cose complesse..
Rosacroce sono un falso storico incomincio a condividere quasi l'inquisizione di fronte a questi imbrogli
nessun esoterismo purtroppo e tariqa nel sufismo poi non c'è quasi nulla di islamico o pensi che Maometto capirebbe i discorsi di Ibn ARabi ahahahahaa solo messa sacramenti rosari e molte letture metafisiche e teologiche dei padri della chiesa che erano NEOPLATONICI se i greci fossero stati buddisti ci sarebbe stato altre teologie ...
bisogna rassegnarsi ad accettare il cristianesimo per quello che è storicamente poi dopo si può rinnovare nella tradizione usando fonti varie ma discutibili trova un monaco ispirato nei nostri monasteri e fidati di lui anzi cerca Masterbee vive in Italia e vedi se ti insegna la preghiera del cuore .....
scusa Aldous se vado fuori tema e per i molti post puoi anche cancellare il post
Che lo PseudoDionigi fosse un pagano è una tesi di origine soprattutto luterana.
EliminaCiò che scrive è nobile e ortodosso a prescindere dal nome apocrifo, a testimonianza di ciò la rilevanza in cui lo hanno tenuto i grandi dottori della Chiesa incluso Tommaso D'Aquino.
Quanto alla metafisica degli evangelisti mi sembra innegabile.
Non possiamo fingere che il camminare sulle acque, ad esempio, abbia anche quel significato così come centinaia di altre immagini ed espressioni.
Sono eventi reali, storici, sono insegnamenti morali, ma sono anche simboli delle superiori realtà metafisiche.
Che gli apostoli fossero persone semplici è chiaro, di qui la scienza infusa.
Quanto ai Rosacroce io mi rifaccio alla visione di Panunzio in Metafisica del Vangelo Eterno, non mi riferisco alle montature delle società rosicruciane del seicento e del settecento che erano certamente composte da impostori.
Mette un po’ tristezza questa segnalazione di Luca, per giunta con quel commento “contenti voi…”. Tra l’altro, se si volesse entrare nel merito della motivazione dell’apprezzamento di papa Francesco per Napolitano e la Bonino, quasi quasi non ci sarebbe nulla da ridire. Ma volendone prescindere, mi chiedo davvero cosa centri tutto questo con le nostre osservazioni critiche sui “tradizionalisti cattolici”. Noi non critichiamo di certo i “tradizionalisti cattolici” per fare il filo ai “progressisti”. Anzi, per noi gli uni e gli altri pari son. Quindi di che cosa dovremmo essere contenti?
RispondiEliminaPer quanto riguarda l’intervento di Eremita – e lo ringrazio per lo sforzo sincero di approfondimento – e le sue legittime domande, dirò quanto segue.
Viviamo tempi difficili e bui e a pochissimi credo sia data la possibilità di penetrare i santi misteri. Il cristianesimo propone la via della santità che consiste nella pratica delle virtù, nella preghiera, nella partecipazione ai sacramenti e, per alcuni, anche nello studio assiduo delle verità di fede. Chi si muove in questa ricerca con sincerità e onestà troverà di sicuro la sua guida (anche invisibile), senza bisogno di andare a cercarla in qualche conventicola pseudo-esoterica.Non credo si possa o si debba volere e pretendere di più. Io suggerirei di prendere ad esempio i maestri cristiani del nostro secolo (su questo blog ne abbiamo indicati tanti) e di mettersi sulle loro orme. Un confronto poi anche con i maestri di altre religioni non guasterà. Anzi. Infine, evitare come peste contagiosa il pensiero unico anche nelle sue varianti cristianiste.
"Il cristianesimo propone la via della santità che consiste nella pratica delle virtù, nella preghiera, nella partecipazione ai sacramenti e, per alcuni, anche nello studio assiduo delle verità di fede. Chi si muove in questa ricerca con sincerità e onestà troverà di sicuro la sua guida (anche invisibile), senza bisogno di andare a cercarla in qualche conventicola pseudo-esoterica": parole di Aldous chiare, sicure, che ci indicano la Via giusta.
RispondiElimina"Io suggerirei di prendere ad esempio i maestri cristiani del nostro secolo (su questo blog ne abbiamo indicati tanti) e di mettersi sulle loro orme. Un confronto poi anche con i maestri di altre religioni non guasterà": altra preziosa riflessione e indicazione pratica. Un esempio fra tutti, il "nostro" Silvano Panunzio, insieme ad altre straordinarie figure ( come ad es. Attilio Mordini, Le Saux, Griffiths, Panikkar, i due Danielou, i nomi citati da Antonello, ovvero Dalla Porta e il monaco Elie Lemoine, Coomaraswamy, Mircea Eliade, Rudolf Otto etc. Insomma, con nomi di tale calibro non sarei così pessimista. Certo i tempi sono difficili (ma quando non lo sono stati, ma vi immaginate cosa voleva dire vivere durante il nazismo o il comunismo?).Anzi un certo pessimismo è proprio da esecrare e contrario allo spirito cristiano che vede la Speranza sempre, anche laddove vi sia tanto buio, poiché la Verità, in quanto tale, non può mai spegnersi. Un caro saluto a tutti, Lohen
Bella discussione, grazie a tutti. Mi auguro soltanto che Padre Danilo intervenga (o venga sollecitato a intervenire) per spiegare cosa è l'esoterismo cristiano, lui che ha tanto studiato. Magari lui ci toglierebbe pure qualche dubbio anche sulla cultura degli apostoli.
RispondiEliminaMi permetto solo un'osservazione sullo Ps.Dionigi, dato che è stato citato a sproposito. Che questi fosse Damascio è una sciocchezza proposta ultimamente da Mazzucchi, ma che è senza alcuna consistenza. La tesi la si può leggere in un articolo ristampato nella edizione "nuova" di Dionigi per Bompiani che, caro Aldo, è, ahinoi, garanzia di un bel nulla. Si legga la recenzione di Emiliano Fiori e ci si tolgano i dubbi sul dilettantismo di quel professore e di quella tesi. Che i Padri fossero Neoplatonici è un'altra semplicioneria. Di quali Padri stiamo parlando?
Io sarei molto più cauto a giudicare con tanta facilità secoli e secoli di storia e di ripensamenti dottrinali, con la pretesa di avere l'ultima parola. Ma se ci si prende la briga di fare a pezzi la dottrina perché si riconosce che in ogni periodo storico essa ha subito l'influsso di altre dottrine, beh allora tanto vale farsi protestanti e pretendere di interpretare le Scritture senza la Tradizione. Il Cattolicesimo dottrinale, che io sappia, si è sempre basato su 1Ts 5,21
Un caro saluto a tutti, Francesco
caro Franscesco per questioni di spazio sono costretto a semplificare su Dionigi ho scritto FORSE Pagano Damascio ma non cambia la sua grandezza sui Padri Neoplatonici quelli più importanti lo erano
RispondiEliminasenza diventare protestanti possiamo accogliere il consiglio di Panikkar e innestare la scrittura su altre 'filosofie' non greche per forza senza rinnegare nulla ..la Tradizione è il ritorno all'Origine non il passato
Buongiorno a tutti. Intervengo anch'io ma con una domanda.
RispondiEliminaIn realtà, alla fine di questa discussione non mi risulta così chiaro se nel cristianesimo, esista o sia esistito un esoterismo, che, parallelamente ai sacramenti ne fosse ad un tratto il compimento ed anche un complemento più profondo.
Ciò che mi pare emerga è che la questione non sia così chiara da dipanare anche per i più esperti.
Devo dire la verità, anch'io faccio fatica a pensare a dei movimenti esoterici in ambito cristiano, così nascosti e segreti, andati avanti per secoli. Il cristianesimo fra le molte religioni esistenti, mi sembra quella che meno di tutte punti sull'esclusivismo, ed anzi invece faccia dell'universalità il suo punto forza.
Riguardo a questo aspetto, l'idea di un cristianesimo con delle frangenti "settarie" a livello di pura immaginazione, ammetto che mi stride un pò. Inoltre anch'io non posso non considerare come gli Apostoli e molti altri martiri e santi della Chiesa siano più legati al concetto di Grazia che discende dall'alto, piuttosto che al concetto di trasmissione dell'influenza spirituale da parte di un Maestro. Chiaramente poi nel caso degli Apostoli, l'influenza di Gesù sarebbe qualcosa di totalmente irripetibile nell'arco di tutta la storia cristiana.
A tal proposito, mi viene da dire quindi, qual'è la differenza fra esoterismo e santità? Perchè mi verrebbe da pensare che nell'universalismo cristiano, tutti sono potenzialmente portati per la santità, mentre davvero pochi lo sono, (da sempre in ogni etnia e popolo) per l'esoterismo e l'iniziazone.
Quindi per questo motivo, la dimensione "esoterica" non dovrebbe essere, ancor più "assente" (per come comunemente la si intende) in ambito cristiano?
Tuttavia va anche detto che io come tutti, ho sempre sentito parlare dei Fedeli d'Amore e dei Templari e penso che anche se in una forma particolare, un esoterismo cristiano debba pur esservi stato. Non potrebbe essere una semplice vita di fede molto molto elevata?
Ricordo anche che Charbonneau-Lassay, l'autore del bellissimo libro enciclopedico: "Il Bestiario di Cristo", mi pare di aver letto fosse legato alla società iniziatica della Stella Interiore, dalla quale venne nuovamente emanata l’anzidetta Fraternità dei Cavalieri del Divino Paracleto, che erano esplicitamente dei movimenti esoterici, attivi dal XV e giunti sino al XX secolo.
Possibile che a tal riguardo nessuno sappia niente? Mi pare che questi movimenti non siano ancora stati citati.
All'ultimo intervento - e ne ringrazio l'autore - rispondo che di esoterismo cristiano hanno parlato diffusamente autori come Silvano Panunzio, P.M. Virio, Jean Borella, Francois Chenique, l'abbé Henri Stephane e altri. Dagli studi di tutti questi autori (non ultimo anche l'amico Claudio Lanzi) emergono visioni differenti, ma alla fine anche abbastanza concordi. Su Charbonneau-Lassay e della Fraternité du Paraclet ha invece parlato diffusamente Pier Luigi Zoccatelli e ai di lui studi la rimando; in particolare la invito a leggere Le Lièvre qui rumine. Autour de René Guénon, Louis Charbonneau-Lassay et la Fraternité du Paraclet.
RispondiEliminaInfine, se proprio vuole la mia opinione, io penso che se proprio si vuole parlare di esoterismo cristiano ci si deve riferire necessariamente e storicamente o agli ordini monastici (e di conseguenza anche ai differenti ordini religiosi) o a certi ordini laicali che hanno avuto il beneficio e la benedizione di avere come “fondatore” una personalità d’eccezione assistita e guidata dal Cielo. Ma non mi si faccia dire a quali organizzazioni in particolare mi riferisco. Il problema di queste organizzazioni formate da un aggregazione di laici, ma sempre accompagnate e guidati dalla Chiesa gerarchica, è che alla scomparsa del loro “fondatore” e in assenza di una trasmissione diretta a uno o più eredi degni e qualificati, la forza spirituale o il carisma che le aveva originate sembra venir meno, con la tragica conseguenza che quello che ne resta è, di solito, una parodistica “conventicola” che si limita al culto della personalità del fondatore o a una scolastica delle sue idee.
L’esoterismo, quello vero e non quello inventato da una certa letteratura dell’ottocento, è, come ha scritto qualcuno, “una questione di fatto”. Ovvero la possibilità di vivere la parte più profonda di una Tradizione senza aver ricevuto un’iniziazione straordinaria. E per “iniziazione straordinaria” intendo non solo l’ordinazione (monastica e sacerdotale), ma anche quella ricevuta, siamo d’accordo, in casi eccezionali e rari, direttamente dall’Alto. Un esempio luminoso è, a mio modo di vedere, quello della piccola Bernadette.
Detto questo, ringrazio davvero tutti per l’interessante e stimolante discussione a più voci. E un grazie speciale all’amico Gorlani che ha accettato di scrivere il post che l’ha suscitata.