Secrets of Ancient America,
Archaeoastronomy and the Legacy of the Phoenicians, Celts, and Other Forgotten
Explorers
In questo libro l’archeologo indipendente Carl
Lehrburger racconta la storia inedita della “scoperta” delle Americhe che
sarebbe avvenuta ben prima del famigerato 1492. Il testo scritto nella tanto
detestabile quanto egemone lingua inglese, si avvale però di una ricca
documentazione fotografica e di disegni che è senz’altro il caso di prendere in
considerazione: dalle presunte rune celtiche scoperte nel New England alle altrettanto
presunte iscrizioni gaeliche in Colorado; dalle presunte iscrizioni in
ebraico nel Midwest ai numerosi simboli presuntamene asiatici sparsi
soprattutto in diversi siti del Mesoamerica. Di grande interesse la
reinterpretazione di alcuni luoghi di indubbio valore archeologico come ad
esempio il Serpent Mound, un geroglifico a forma di serpente che si
snoda lungo l'Ohio Brush Creek nella contea di Adams in Ohio; o anche lo
Stonehenge americano nel New Hampshire di cui tutt’ora si ignorano le origini.
Discorso analogo per la Collezione privata del Padre Carlo Crespi in Ecuador. Suggestive
anche se un po’ forzate le presunte influenze hindù in Mesoamerica con la ricca
messe di simboli sessuali ivi presenti.
Orbene, diciamo sinceramente che questo
genere di studi non ci convincono del tutto e che per alcune interpretazioni noi
non saremmo andati oltre il semplice nesso analogico. Tuttavia, rimane il
merito di chi, andando controcorrente, costringe a rivedere ipotesi e
conclusioni storiche che sovente vengono fatte passare per definitive e che
tali non sono. Ciò che a noi sembra indiscutibile è la provata capacità degli
antichi popoli marittimi di affrontare anche lunghi viaggi per mare e quella
altrettanto sorprendente dei popoli della terra ferma di attraversare territori
vastissimi aspri ed accidentati. Da qui il motivato sospetto, a questo punto ipotesi
di lavoro seria, che le “antiche genti” del mondo abitato siano riuscite a spingersi
fino alle lontane Americhe lasciando più di qualche indizio della loro presenza
o anche qualche traccia del loro pur fugace passaggio.
A.L.F.
Testo molto interessante! Ringrazio Aldo per la segnalazione. Non sia mai che vinca
RispondiEliminain qualche modo la mia atavica resistenza/pigrizia nell'esercitare la lingua inglese, magari proprio per conoscere meglio le tesi espresse da questo testo.
Mi sembra di capire che la tesi espressa verta sulla compresenza di diversi popoli indo-europei ed estremo-orientali, passati lungo i territori americani, ben prima della scoperta di questi luogi da parte di Colombo.
Questo tema, fa per me da pretesto, per chiedere una cosa che non mi è mai stata troppo chiara, circa il modo in cui andrebbe "riscritta" la storia dei popoli nel mondo.
L'umanità primordiale, di spiritualità elevatissima, che avrebbe avuto sede nel centro iperboreo del mondo (se non erro l'Antartide) e poi fuggita e "divisasi" (mi scuso con i più esperti per questa estrema banalizzazione) in diversi popoli sparsi per il mondo (da qui la comparsa di vari ceppi considerati spiritualmente più "puri" come gli indoeuropei) avrebbe provato a riconsolidare un nuovo centro "iperboreo" in quella che fu la mitica e scomparsa Atlantide (successivamente scomparsa a sua volta).
Sia l'umanità primordiale (situata nella cosìdetta Età dell'Oro) sia la "seconda" umanità atlantidea (situata nella cosìdetta Età dell'Argento) furono entrambe sconvolte da cataclismi di diversa natura.
Finita la premessa per riassumere un pò il discorso, la mia domanda verte sulla "natura" di questa prima umanità primordiale iperborea avente sede nell'Antartide. Oltre ad essere spiritualmente evoluta, era un umanità, già situata nel piano "fisico", oppure trattandosi dell'Età dell'Oro, la loro era una realtà in cui umano e divino erano fusi insieme, al punto da vivere una vita più vicina a qualche cielo angelico, piuttosto che simile alla nostra realtà terrena? Era insomma un umanità fuori dallo spazio e dal tempo, priva di "sesso", o un umanità fatta di carne ed ossa? Nel caso di un umanità fuori dallo spazio e dal tempo, come fece ad essere travolta da un cataclisma? O il cataclisma è da intendersi come l'ennesimo simbolo?
E' un aspetto che si fonde nel mito e mi rendo conto che non sia un argomento
facilmente districabile per sua stessa natura! Ma se qualcuno ha voglia e tempo di darmi qualche delucidazione in merito, è ben accetto.
Grazie
Caro Fabrizio,
RispondiEliminapurtroppo il tema che tu sollevi, pur essendo di grande interesse, non può essere delucidato che per sommi capi, nell’impossibilità di una qualsiasi verifica storica. L’unica certezza che abbiamo è che esiste un’ampia letteratura sull’argomento e ahinoi solo ed esclusivamente a quella possiamo riferirci. Che in generale il Mito abbia a che fare con fatti storici concreti è cosa probabile e in parte anche dimostrabile. Ne hanno parlato diffusamente i grandi storici delle religioni e i mitologi di fama. Più difficile è dimostrare che, invariabilmente, tutti i miti del passato possano spiegarsi in tal modo. Le chiavi di lettura come sai sono molteplici e tutte ugualmente valide.
Sul mito dei primordi e sulla razza o superrazza delle origini si sono scritte molte cose, ma sono tutte indimostrabili congetture. A me sembra evidente che l’uomo delle origini non fosse semplicemente un cavernicolo o un bifolco, ma che avesse qualità e capacità intellettive e spirituali di molto superiore alle nostre attuali. E’ un dato antropologico più che un dato storico. Faccio un esempio. Noi sappiamo che un Gesù (che sia sempre benedetto!) è stato possibile (semmai la fede spirituale non fosse sufficiente a crederlo) perché abbiamo la testimonianza di santi, anche contemporanei, che dimostrano straordinarie capacità, straordinarie virtù e altrettanto straordinari poteri. Sono qualità che in potenza posseggono tutti gli uomini. Non si vede la ragione di dubitare che uomini del passato possedessero in ugual guisa queste medesime qualità. Anzi, in regime di minor condizionamento mentale e sociale, tali virtù potevano elevarsi all’ennesima potenza.
Che l’umanità delle origini possedesse un corpo eterico anche non possiamo dimostrarlo, ma che il corpo eterico sia qualcosa di reale ce lo dice l’esperienza degli uomini spirituali di ieri e di oggi. Poco importa poi che ci sia chi non sia disposto a crederlo (possiamo solo dire “peggio per lui!”). Certo, spiegare la scomparsa di una presunta umanità “immateriale” è cosa davvero impossibile e non ci arriveremo certamente con dei ragionamenti. Qualche delucidazioni si può ricevere forse interrogando il proprio Angelo custode che in sogno può fornirci qualche elemento di verità in forma di “visione”. Non c’è da sottovalutare per niente questa Fonte, anche se bisogna sempre rammentare che l’Angelo non è né un mago né un fattucchiere e che il rapporto con lui presuppone sempre la pratica delle Virtù e un atteggiamento mentale puro e non semplicemente curioso.
Altro non saprei dire, ma ti ringrazio di aver affrontato la questione. Aspettiamo che qualche volenteroso lettore dica di più.
Abbraccio
Ciao Aldo! Grazie come al solito per la risposta, come sempre gentile, puntuale ed equilibrata.
RispondiEliminaGrazie anche per le indicazioni e i consigli che hai offerto, davvero ben accetti.
Un saluto e a presto
Solo una precisazione importante: l'Artide, non l'Antartide è la vera sede primordiale in quanto il Nord è la vera patria originaria. (sede polare - iperborea, Thule). su tutto il resto, come sempre, condivido le riflessione equilibrate e ponderate di Aldous. Un caro saluto, Alberto
RispondiEliminaGrazie Alberto per la precisazione. Aggiungo solo una curiosità. I popoli del sud America considerano l'estremo Sud come il loro Nord e quindi l'Antartide come terra primordiale. D'altronde la nota affermazione secondo la quale «l'Artide dove risiede il polo NORD è un mare ghiacciato circondato da lembi di continenti, mentre l'Antartide, dove risiede il polo SUD è un continente ricoperto da ghiaccio e circondato dal mare ghiacciato" aiuta la tesi di una vera e propria "terra dei primordi" collocata a Sud.
RispondiEliminaLa presenza in America di elementi simili a quelli di altre tradizioni antichissime di per se non implica necessariamente contatti con l'Asia e l'Europa quando un'origine comune e primordiale.
RispondiEliminaCiò comunque non impedisce che vi siano stati, ed è probabile, contatti precedenti al 1492; basti pensare a Vinland.
Ciò che sembra indubbio è che nei popoli americani si possono ritrovare elementi provenienti sia dalla tradizione indoeuropea che da quella "rossa" o "atlantidea"
È possibile, e alcune ricerche genetiche sono molto interessanti in tal senso, che i popoli nativi americani siano discendenti di due diverse migrazioni: una di popoli proto-indoeuropei e l'altra, forse successiva, di popoli asiatici siberiani.
Fino ad oggi la scienza ufficiale ha sempre considerato solo quest'ultima più recente datandola intorno al 10000 a.c.
Tuttavia simboli appartenenti alla tradizione "polare" indoeuropea sono innegabilmente presenti assieme agli altri, citerò solo la presenza dello swastika negli "indiani" e nei centoramericani o il nome "Tula" delle più importanti rovine dei Toltechi.
Gentile Amico,
RispondiEliminala comune origine del genere umano è faccenda troppo remota per spiegare certe concordanze. Direi che la teoria delle migrazioni - o anche semplicemente quella dei “viaggi esplorativi” - sono ad oggi le spiegazioni migliori e anche quelle storicamente più verosimili. Le presunte implicazioni “atlantidee” le lascerei per il momento da parte, non essendoci alcuna certezza circa l’esistenza reale del mitico continente. Diciamo che certe concordanze e parallelismi linguistici - ma anche simbolici - sono la prova empirica di antichi contatti tra civiltà e gruppi umani differenti. Il discorso naturalmente è assai complesso e le mie considerazioni sono solo delle rudimentali semplificazioni. La ringrazio comunque molto per il suo commento.