I
quattro Veda sono considerati i più antichi documenti in forma scritta.
Si ritiene che fossero
già formati in forma orale circa 6000 anni fa, il più antico essendo il Rig Veda. Tale antichità era affermata dai Bramini, la
casta degli uomini sacri in India, all’inizio
del diciassettesimo secolo, come notato dai viaggiatori inglesi, vedasi Foster
(1985). Nell’ottocento gli studiosi britannici ne abbassarono l’età al primo millennio
AC, anche per motivi politici, ma ora studiosi indiani come Kak et al (1995),
ne anno ristabilito la grande antichità.
Nei Veda e in altri testi collegati, come i
commenti detti Upanishad o nei testi semi-storici detti Purañas, quasi
tutti ancora disponibili
solo oralmente, sono citate quattro età dette Yuga. Alla durata di
queste età
si assegnano valori ancora maggiori di quelli visti sinora. Inoltre tali valori
non sono
sempre gli stessi, ma appaiono in due versioni.
Sotto
diamo gli Yuga con i loro valori. La differenza fra le due classi può
essere dovuta
a una doppia trasformazione, con variazione dei valori dall’una all’altra del venti
per cento, il venti essendo un numero speciale relazionato a Giove e Saturno o
al periodo vero di Nibiru. Si afferma che il Kali Yuga, finisce, o forse
inizia, con l’anno 3103 AC. Questo sarebbe l’anno della morte di Krishna, il
grande dio dalle caratteristiche umane che combatté nella guerra del Mahabharata.
Di lui è ben noto lo straordinario dialogo con l’arciere Arjuna, contenuto
nella sezione del poema nota come Bhagavagita. L’anno 3103 corrisponde a una sessantina di
anni dopo la fine del diluvio noachide, che noi datiamo al 3161 AC, sulla base
di considerazione che qui non possiamo presentare.
E’
inoltre una data, vedasi Spedicato (2010a), prossima a quel 3114 AC che costituisce,
secondo quanto presentemente accettato, l’inizio del lungo computo dei Maya. Tuttavia nel Mahabharata la morte di Krishna
appare precedere il Diluvio.
É quindi possibile che il tradizionale 3103 debba essere corretto, forse nel 3203,
un problema che non siamo in grado di analizzare in questa sede. Qui utilizziamo
per default la data del 3103.
I
due più recenti Yuga, nella nostra decrittazione, sono relazionati a discontinuità da catastrofe
presentate in altre tradizioni (Platone, i Maya....). I due più antichi sembrano
riferiti a eventi assai più antichi, ignoti in altre tradizioni a conoscenza di chi
scrive, e ne proporremo il significato solo tentativamente. Un’eco di tali tempi antichissimi
si trova tuttavia in una affermazione di Africano, secondo cui i fenici proclamavano
una loro antichità di tre miriadi di anni, ovvero 30.000 anni. Potendosi arguire,
vedasi Spedicato (2010b), che i fenici sono relazionati con i navigatori indiani
detti Pani, e quindi che probabilmente mantennero informazioni sull’India antica,
potremmo associare le tre miriadi di Africano all’ inizio del più antico Yuga.
I
quattro Yuga appaiono nei Veda ed in altri testi, fra cui Mahabarata
e Ramayana. I loro nomi e le loro durate in anni sono le seguenti,
partendo dai più antichi:
SATYA
o KRTA Yuga 1.728.000 anni
Yuga
associato a un tempo di felicità per la gente, chiamato l’età dell’ oro.
TRETA
Yuga 1.296.000
anni
Yuga
corripondente all’età dell’ argento, meno felice.
DVAPARA
Yuga 864.000 anni
Yuga
corrispondente all’età del bronzo, quando si cominciò a costruire templi per il
culto degli dei.
KALI
Yuga 432.000
anni
Questo
Yuga è tempo di violenza e ipocrisia.
I
valori decrittati, sempre dividendo per 180 i numeri di sopra, sono i seguenti,
dove va notata la differenza di 2400 anni fra due numeri successivi:
SATYA
o KRTA Yuga 9600 anni
TRETA
Yuga 7200 anni
DVAPARA
Yuga 4800 anni
KALI
Yuga 2400
anni
Il
totale di anni per i quattro Yuga è di
4.320.000 anni, o, decrittato, 24.000 anni. Questo totale si chiama divya-Yuga. Si dice che un giorno di Brahma vale un divya-Yuga
(per gli studiosi talmudici, e in uno dei salmi, un giorno del Signore vale
mille anni, con riferimento in particolare ai sette giorni della creazione di
cui al Genesi). Possiamo anche notare che 24.000 è un numero vicino al periodo
di precessione dell’ asse terrestre, come ora stimato (sotto ipotesi che in
passato potrebbero non essere state valide).
Nel Brahmanda Purana, i valori
degli Yuga sono differenti, ovvero:
SATYA-KRTA 1.440.000 anni
TRETA 1.080.000 anni
DVAPARA 720.000 anni
KALI 360.000 anni
Si
osserva che, aumentando questi numeri del 20%, si ottengono i valori
precedenti. Si direbbe quindi che sia stata applicata una doppia
trasformazione, usando il sacro numero 20, da noi associato con le congiunzioni
di Giove e Saturno o con il possibile periodo di Nibiru.
Ora
cerchiamo di collegare i numeri degli Yuga con il calendario occidentale. In
molti testi è affermato che lo Dvapara Yuga finì e il Kali Yuga iniziò con la
morte di Krishna. Questo evento è datato al 3103 AC, o stando ad altre stime,
al 18 febbraio 3102, causa un incidente di caccia (curiosamente la stessa
ragione della morte dell’ eroe iraniano Rostam...). Krishna allora tornò al
regno celeste di Vaikuntha. Qui ribadiamo la possibilità di una data
alternativa per la morte di Krishna al 3203 AC, in quanto Krishna non dovrebbe
essere ancora vivo al momento del diluvio, che può essere datato al 3161 AC.
Se
quanto sopra è corretto, allora il Kali Yuga, da noi stimato di una durata di
anni 2400 anni, sarebbe finito verso il
600 AC, o verso il 700 AC se è corretto spostare all’ indietro di un secolo la
morte di Krishna. Si noti che l’anno 700 AC corrisponde a generalizzati cambiamenti
di calendari, mentre il 600 AC si riferisce a un periodo speciale nella storia
umana. Infatti attorno a questo tempo l’umanità sperimentò importanti
cambiamenti istituzionali e religiosi, dovuti, nello scenario sviluppato da
Velikovsky (1950), De Grazia (1981), Ackerman (1996a,b) et al., al
raggiungimento da parte del sistema solare dello stato attuale dopo i
precedenti millenni con fondamentali variazioni. Ricordiamo con riferimento ai
cambiamenti di cui sopra che verso il 600 AC si ha la nascita del razionalismo
in Grecia con Talete, del Buddismo e Jainismo in India, dello Zoroastrianismo
in Iran, della religione Shinto legata al culto dell’ imperatore in Giappone;
inoltre Manasse re del regno di Giuda abbandona il monoteismo e uccide i grandi
sacerdoti nel regno di Giuda, etc.
Tuttavia
se potessimo considerare la morte di Krishna come la fine del Kali Yuga, allora
i numeri sarebbero più significativi. Infatti:
-
il
Kali Yuga inizierebbe verso il 5500 AC, il tempo della “creazione” delle sette
coppie nel Kharsag-Giardino dell’ Eden. In Spedicato (2003) il Giardino
dell’Eden è identificato con la valle di Hunza, nel Karakorum, parte del
subcontinente indiano, dove i quattro fiumi dell’Eden hanno le loro sorgenti
nel massiccio del Pasu. Si ricordi che
il calendario bizantino partiva dal 5508 AC, quello etiopico dal 5500 AC (la
differenza di otto anni è solo dovuta all’errore di otto anni fatto dal monaco
Dionigi il Piccolo nel datare l’ anno di nascita di Gesù)
-
lo
Dvapara Yuga inizierebbe verso il 10.300 AC, ovvero pochi secoli dopo la data
dell’ impatto recentemente scoperto di uno sciame meteoritico sul Canada.
Impatto che terminò l’era di Clovis, e iniziò lo Younger Dryas, che è stato il
periodo finale molto freddo dell’ ultima glaciazione. E’ una data che potrebbe essere associata
all’inizio della civiltà di Atlantide,
che finì verso il 9450 AC con l’evento catastrofico che terminò l’ultima
era glaciale, vedasi Spedicato (2010b).
-
il
Treta Yuga inizia verso il 17.500 AC, un tempo in piena era glaciale. Attorno a
questo periodo inizia l’era magdaleniana, caratterizzata da un salto nelle
conoscenze tecnologiche e da una importante attività artistica, specie nelle
grotte di Francia e Spagna, le cui pareti iniziano ad essere affrescate con
disegni di complessa interpretazione, vedasi Cottles e Lewis-Williams (2001)
-
il
Satya Yuga inizierebbe verso il 27.100 AC, una data interpretabile ancora nello
scenario di Cardona o associabile al dominio finale dell’homo sapiens sull’uomo
di Neanderthal. Si noti che questo numero è assai vicino alle tre miriadi di
antichità che i Fenici proclamavano per la loro storia, come riporta Africano,
che giudica assurda la loro affermazione. È anche vicino ai 30.000 anni che
Igino da per il supplizio inflitto a Prometeo, incatenato sul Caucaso con
un’aquila che gli divora il fegato (poi uccisa da Eracle). Il mito di Prometeo,
che insegna all’uomo come conservare il fuoco, potrebbe dare una spiegazione di
una superiorità tecnologica relativa al fuoco dell’Homo sapiens rispetto all’Homo
Neanderthalensis, che potrebbe avere contribuito alla scomparsa di questo.
Attorno a questo periodo pare collocarsi la scomparsa dell’uomo di Neanderthal,
presente fra penisola iberica e regione afgana; in Chiarelli (2012) si da per
la scomparsa il 27.000-28.000 AC. Una data che corrisponda all’inizio del
dominio dell’Homo sapiens, eliminato il pericoloso contendente Neanderthal,
avrebbe certo senso come inizio della prima della età Yuga.
Esiste
una vastissima letteratura sugli Yuga, a partire da millenni fa. Fra gli
studiosi recenti citiamo il guru indiano Sri
Yukteswar Giri, nato nel 1855 e morto nel 1936. Tale studioso è stato il
maestro di Yogananda Paramahansa, il primo yogin indiano a.D. iniziare
l’insegnamento dello yoga in America. Un altro suo allievo, incontrato dal
grande sufi Gabriele Mandel e sua moglie verso il 1960, i quali ne
fotografarono la performance, aveva la dote, considerata realizzata da
pochissimi asceti, di un corpo
trasparente alla luce, quindi senza ombra. Inoltre usava meditare seduto sulle
acque del Gange. Nel libro The holy
science, Sri Yukteswar Giri dichiara che la durata totale dei quattro Yuga
è di 24.000 anni, come da noi affermato. Tuttavia divide tale periodo in due
sottoperiodi di 12.000 anni ciascuno, con separazione verso l’anno 500 A.D., e
relative durate di ogni Yuga ottenute per divisione per due. Quindi per il Kali
Yuga del primo sottoperiodo avremmo un inizio nel 700 AC circa, periodo
significativo come sopra indicato; per il Dvapara Yuga corrispondente il 3100
AC, data vicina alla morte di Krishna ed al diluvio; per l’ inizio del Treta il
6700 AC, data vicina a quella dell’impatto su Giove che avrebbe generato Venere
oltre a.D. altri effetti, fra cui spostare Giove su un’orbita più lontana, vedi
Spedicato (2012a); per il Satya avremmo l’11.500 AC, tempo separato di qualche
secolo dall’impatto sui Grandi Laghi corrispondente alla prima delle quattro
catastrofi Maya, vedi Spedicato (2012b). Partendo invece dalla data separatrice
dei due sottoperiodi, ovvero il 500 A.D., osserviamo innanzitutto che il 500
A.D. non è molto lontano da quel periodo 536-540 A.D. in cui nella regione
mediterranea infierì la cosiddetta peste di Giustiniano, che in Cina portò a
carestia e suicidio dell’imperatore. Avremmo allora per la fine dal Kali Yuga
il 1700 A.D., dove non appaiono particolari catastrofi, ma che per l’India fu
un periodo in cui perse l’indipendenza e la prosperità passando sotto il
controllo degli inglesi. Saremmo ora nel Dvapara Yuga, che terminerebbe nel
lontano 4100 A.D.…. Ammesso sempre che la cronologia standard dopo Cristo,
risalente inizialmente a Scaliger, sia corretta, e non errata di circa 600
anni, come sostiene la scuola di Fomenko in Russia, con l’appoggio di altri
studiosi, come Gunnar Heinsohn dell’Università di Brema.
Sul
Treta Yuga, che noi datiamo come inizio al 17.500 AC, osserviamo ancora che
tale data si relaziona all’inizio dell’era Magdaleniana, terminante con la fine
della glaciazione. Una osservazione sorprendente, che devo alla studiosa Anna
Bacchi, specialista del periodo egizio predinastico. Il nome Magdaleniano è
stato dato nel 1863 da Gabriel de Mortillet, studioso del sito detto Abri de la
Madeleine, in Dordogna. Tale periodo si caratterizzerebbe rispetto al tempo
precedente dallo sviluppo di una più avanzata tecnologia di lavorazione
dell’osso, per usi domestici o come arma, fra cui l’invenzione dell’ago di
osso, e dalla sviluppo della pittura rupestre, documentata, per quanto noto,
specialmente in Francia e nella penisola iberica. E’ chiaro che correlare il
Treta Yuga all’ inizio del Magdaleniano, fenomeno essenzialmente europeo,
richiede o che l’homo sapiens sia passato in quel periodo dall’Europa
occidentale verso l’India, o che anche in India allo stesso tempo si sia sviluppata
una simile civiltà, fatto su cui non siamo in grado al momento di
commentare. Ma notiamo che il prof.
Cottles al momento in cui scrivo è proprio nell’India centrale, dove abitano
circa 60 milioni di aborigeni, per studiare gli affreschi nelle caverne locali.
Oppure si potrebbe anche considerare un arrivo in Europa dall’India…
Se
la nostra interpretazione è quella corretta,
l’India ha conservato forse la più antica memoria di eventi riguardanti
l’umanità. Ulteriore lavoro va fatto sui testi indiani, dove la conoscenza
di chi scrive è limitata, molti testi essendo disponibili solo in sanscrito e
tamil. E non possiamo escludere che altri testi antichi, come l’epica di Manas
dei Kirghisi, contengano informazioni di tipo storico risalenti ai primi tempi
degli Yuga, o addirittura a tempi più antichi ….
Emilio
Spedicato,
laureato in fisica a Milano nel 1969, ha anche un dottorato in matematica
computazionale, primo dato in Cina a un non cinese nelle discipline matematiche.
Autore di oltre 500 pubblicazioni, di cui 350 a tema matematico, altre
riguardanti altre scienze, storia antica, biblistica e musicologia. Autore di
tre monografie e curatore di una dozzina di volumi di atti di convegni sta ora
lavorando fra l'altro alla produzione di sei monografie in particolare
attinenti alla analisi delle catastrofi in tempi a memoria d'uomo. Ha
organizzato una quindicina di convegni e scuole internazionali, ha attivato e
ha partecipato a scambi Erasmus. Ha attivato la più intensa collaborazione mai
avutasi in Italia con matematici cinesi e iraniani, da cui è uscito il migliore
algoritmo per sistemi lineari e la classe generale risolutrice del decimo
problema di Hilbert lineare.
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