«Lazzaro vieni fuori!». Fu l’urlo di Gesù di
fronte al sepolcro dell’amico di Betania. Non sappiamo quanto tempo sia passato
da quell’urlo e il momento in cui Lazzaro uscì dalla tomba, ancora avvolto
dalla fasce con cui l’avevano deposto. Possiamo provare a immaginare
l’atmosfera: l’attesa fiduciosa delle sorelle di Lazzaro, lo sguardo indagatore
dei giudei, un tempo sospeso aperto verso l’eternità.
Ma la risurrezione di Lazzaro è ancora nulla rispetto a quella del Cristo, segno di una vita nuova in Lui di cui
noi possiamo solo balbettare profondità e larghezza. Infatti, Lazzaro è uscito
dal sepolcro in cui giaceva da quattro giorni, ma è stato anche colui che ha
vissuto la singolare esperienza di morire due volte, di vivere per due volte lo
straziante strappo dell’anima dal corpo. Sarà la risurrezione del Cristo che
spalancherà definitivamente la porta alla vera vita, quella eterna, che
comprende anche la naturale riunione dell’anima con il nostro corpo, anche se
completamente rinnovato. Saranno cieli e terra nuovi.
La Chiesa ci dà un segno forte di questa nuova realtà, specialmente con la proclamazione del dogma dell’Assunzione della
Beata Vergine Maria nella gloria celeste in corpo e anima. Così Maria, come
titola un interessante libro appena edito da Cantagalli, potrebbe davvero
essere stata colei il cui cuore «non ha mai smesso di battere». Gli autori,
Federico Catani e Florian Kolfhaus (Il cuore che non ha mai smesso di
battere. Perché la Madonna non è morta, pag. 132), indagano proprio il
come possa essere avvenuto il passaggio tra questo mondo e la gloria celeste
per l’Assunta. Maria è morta e poi risuscitata? Oppure non ha mai subito la
separazione tra anima e corpo?
Si tratta di domande che a prima vista potrebbero interessare solo
teologi e addetti ai lavori, ma
francamente sono quesiti rilevanti per chi è in cerca di speranza seria su cui
appoggiare il proprio peregrinare in questo mondo. Gli esperti si dividono tra
mortalisti, la Madonna avrebbe subito la separazione di corpo e anima per poi
essere risuscitata, e gli immortalisti, coloro che, invece, ritengono che la
Vergine avrebbe raggiunto i Cieli senza conoscere il frutto amaro della morte.
Cioè il suo cuore non avrebbe mai smesso di battere.
«Insigni mariologi», scrivono Catani e Kolfhaus, «hanno avuto la
preoccupazione di elencare e
spiegare gli argomenti a favore della non-morte di Maria, segno che non si
tratta di una questione fantasiosa e risibile, bensì di un tema da prendere sul
serio e che ha le sue buone ragioni». Certo, il momento finale di Maria è
avvolto nel mistero, generalmente si parla di dormitio, cioè Maria si sarebbe
come addormentata, ma di solito non si parla espressamente di morte. Non
mancano studiosi (san Giovanni Paolo II compreso) che non escludono la
possibilità della morte, anche perché la glorificazione di Maria è comunque il trionfo
di Dio, sia che sia avvenuta attraverso la morte e risurrezione, sia attraverso
il non-morire.
La Madre di Dio, preservata dal peccato originale in vista dei meriti del
Cristo, può essere ragionevolmente
considerata una creatura assolutamente speciale agli occhi di Dio e, pertanto,
è lecito ritenere che il suo cuore non abbia mai smesso di battere. L’esorcista
Francesco Bamonte, citato nel libro, ricorda un esorcismo praticato un 15
agosto, festa dell’Assunzione. «Che profumo, che profumo che emana! Che
schifo, che schifo!», fu la voce del demonio durante l’esorcismo. Avendogli
ordinato, nel nome di Gesù, di dirmi cosa fosse quel profumo, dice Bamonte, con
tono di rammarico e pronunciando una sola volta il nome di Maria, disse: «Quel
profumo proviene dall’anima e dal corpo di Lei. La sua anima non ha mai
lasciato il corpo, la vostra lo farà, la sua non l’ha mai fatto. Da quando
quell’anima è entrata in quel corpo non l’ha mai lasciato e con quel corpo è stata
assunta. Lei e solo Lei, solo Lei, Lei per prima, dopo suo Figlio. Suo Figlio è
morto ma s’è portato via il corpo, così come ha fatto Lei. Lei però non ha
avuto bisogno neanche di morire. Lei ha chiuso gli occhi e ha sentito che suo
Figlio stava venendo a prenderla e Lui è sceso insieme agli angeli e l’ha
abbracciata, e l’ha portata con sé, e le ha detto: “Come tu mi hai portato su
questa terra, Io ti porto nel regno del Padre nostro”».
É difficile dire qualcosa di certo su un mistero così immenso, che incrocia
la vita e la morte, Dio e una
creatura sublime. E mentre rimandiamo alle conclusioni di Catani e Kolfhaus per
approfondire il tema, noi ci limitiamo a una considerazione semplice, semplice.
Per un attimo, cari lettori, provate a pensare che nella storia del mondo ci
sia stata una creatura il cui cuore non ha mai smesso di battere.
di Lorenzo Bertocchi
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