06/04/16

Il cuore di Maria non ha mai smesso di battere

«Lazzaro vieni fuori!». Fu l’urlo di Gesù di fronte al sepolcro dell’amico di Betania. Non sappiamo quanto tempo sia passato da quell’urlo e il momento in cui Lazzaro uscì dalla tomba, ancora avvolto dalla fasce con cui l’avevano deposto. Possiamo provare a immaginare l’atmosfera: l’attesa fiduciosa delle sorelle di Lazzaro, lo sguardo indagatore dei giudei, un tempo sospeso aperto verso l’eternità.
Ma la risurrezione di Lazzaro è ancora nulla rispetto a quella del Cristo, segno di una vita nuova in Lui di cui noi possiamo solo balbettare profondità e larghezza. Infatti, Lazzaro è uscito dal sepolcro in cui giaceva da quattro giorni, ma è stato anche colui che ha vissuto la singolare esperienza di morire due volte, di vivere per due volte lo straziante strappo dell’anima dal corpo. Sarà la risurrezione del Cristo che spalancherà definitivamente la porta alla vera vita, quella eterna, che comprende anche la naturale riunione dell’anima con il nostro corpo, anche se completamente rinnovato. Saranno cieli e terra nuovi.
La Chiesa ci dà un segno forte di questa nuova realtà, specialmente con la proclamazione del dogma dell’Assunzione della Beata Vergine Maria nella gloria celeste in corpo e anima. Così Maria, come titola un interessante libro appena edito da Cantagalli, potrebbe davvero essere stata colei il cui cuore «non ha mai smesso di battere». Gli autori, Federico Catani e Florian Kolfhaus (Il cuore che non ha mai smesso di battere. Perché la Madonna non è morta, pag. 132), indagano proprio il come possa essere avvenuto il passaggio tra questo mondo e la gloria celeste per l’Assunta. Maria è morta e poi risuscitata? Oppure non ha mai subito la separazione tra anima e corpo? 
Si tratta di domande che a prima vista potrebbero interessare solo teologi e addetti ai lavori, ma francamente sono quesiti rilevanti per chi è in cerca di speranza seria su cui appoggiare il proprio peregrinare in questo mondo. Gli esperti si dividono tra mortalisti, la Madonna avrebbe subito la separazione di corpo e anima per poi essere risuscitata, e gli immortalisti, coloro che, invece, ritengono che la Vergine avrebbe raggiunto i Cieli senza conoscere il frutto amaro della morte. Cioè il suo cuore non avrebbe mai smesso di battere.
«Insigni mariologi», scrivono Catani e Kolfhaus, «hanno avuto la preoccupazione di elencare e spiegare gli argomenti a favore della non-morte di Maria, segno che non si tratta di una questione fantasiosa e risibile, bensì di un tema da prendere sul serio e che ha le sue buone ragioni». Certo, il momento finale di Maria è avvolto nel mistero, generalmente si parla di dormitio, cioè Maria si sarebbe come addormentata, ma di solito non si parla espressamente di morte. Non mancano studiosi (san Giovanni Paolo II compreso) che non escludono la possibilità della morte, anche perché la glorificazione di Maria è comunque il trionfo di Dio, sia che sia avvenuta attraverso la morte e risurrezione, sia attraverso il non-morire.
La Madre di Dio, preservata dal peccato originale in vista dei meriti del Cristo, può essere ragionevolmente considerata una creatura assolutamente speciale agli occhi di Dio e, pertanto, è lecito ritenere che il suo cuore non abbia mai smesso di battere. L’esorcista Francesco Bamonte, citato nel libro, ricorda un esorcismo praticato un 15 agosto, festa dell’Assunzione.  «Che profumo, che profumo che emana! Che schifo, che schifo!», fu la voce del demonio durante l’esorcismo. Avendogli ordinato, nel nome di Gesù, di dirmi cosa fosse quel profumo, dice Bamonte, con tono di rammarico e pronunciando una sola volta il nome di Maria, disse: «Quel profumo proviene dall’anima e dal corpo di Lei. La sua anima non ha mai lasciato il corpo, la vostra lo farà, la sua non l’ha mai fatto. Da quando quell’anima è entrata in quel corpo non l’ha mai lasciato e con quel corpo è stata assunta. Lei e solo Lei, solo Lei, Lei per prima, dopo suo Figlio. Suo Figlio è morto ma s’è portato via il corpo, così come ha fatto Lei. Lei però non ha avuto bisogno neanche di morire. Lei ha chiuso gli occhi e ha sentito che suo Figlio stava venendo a prenderla e Lui è sceso insieme agli angeli e l’ha abbracciata, e l’ha portata con sé, e le ha detto: “Come tu mi hai portato su questa terra, Io ti porto nel regno del Padre nostro”».
É difficile dire qualcosa di certo su un mistero così immenso, che incrocia la vita e la morte, Dio e una creatura sublime. E mentre rimandiamo alle conclusioni di Catani e Kolfhaus per approfondire il tema, noi ci limitiamo a una considerazione semplice, semplice. Per un attimo, cari lettori, provate a pensare che nella storia del mondo ci sia stata una creatura il cui cuore non ha mai smesso di battere.

di Lorenzo Bertocchi

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