Quarta di copertina
La Lettera
dottrinale valentiniana fu scritta in greco attorno alla metà del II secolo
dopo Cristo, ma è giunta a noi tramite Epifanio di Salamina che l’ha riportata
nel suo Panarion. Essa rappresenta un vero e proprio caso: è stata fin
qui quasi completamente trascurata, pur costituendo uno dei rari documenti in
lingua originale relativi allo gnosticismo antico. Lo studio di Giuliano
Chiapparini ricostruisce le vicende di questa lettera, ne indaga le
caratteristiche e ne analizza i contenuti così da motivare la sua
valorizzazione. La lettera si presenta come una rivelazione esoterica di una
dottrina gnostica valentiniana molto peculiare. L’anonimo autore illustra con
precisione le ‘modalità’ della manifestazione del sommo dio, riorientando per i
propri scopi una terminologia e un bagaglio concettuale derivati dal contesto
medioplatonico e soprattutto dagli scritti neotestamentari, in particolare
quelli di estrazione paolina. Propone, quindi, una rilettura della dottrina di
Valentino, uno dei più noti maestri gnostici del tempo, caratterizzata, pur in
un contesto protologico di natura dualistica, dalla tendenza a intendere il
divino sommo in maniera molto compatta; in questo modo prende le distanze da
altre interpretazioni diffuse fra i seguaci di Tolomeo, continuatore di
Valentino, che sembravano inopportunamente accentuare l’ipostatizzazione delle
differenti ‘modalità’ con cui il divino si è voluto mostrare ‘senza veli’.
Il saggio propone per la prima volta in forma autonoma il testo greco originale
di questa lettera, eliminando le deformazioni accumulatesi ad opera di
improvvidi interventi filologici e correggendo in sede di traduzione alcune
diffuse ed erronee interpretazioni. Inoltre viene stabilita con una certa
precisione la datazione (150-160 d.C.) di questa fonte, finora oggetto di varie
e contrastanti ipotesi, valorizzandola ai fini dello studio del dibattito
teologico in atto a metà II secolo nella Chiesa di Roma. Il commento al testo e
l’ampia analisi storico-religiosa guidano il lettore alla conoscenza di una
forma particolare di gnosticismo, che si inserisce, per altro, in una
ricostruzione innovativa della storia del valentinianesimo.
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