27/11/12

Ordo dracul, Ave Dracula

Spiriti e vampiri al centro della spiritualità dei teenager

Quattromila studiosi al congresso dell'American Academy of Religion di Chicago sullo stato dello studio scientifico delle religioni


CHICAGO, mercoledì, 21 novembre 2012 - Dagli Stati Uniti all'Europa i teenager di oggi rappresentano la prima generazione dove chi si dichiara cristiano è in minoranza, ma gli atei sono ancora meno numerosi che tra gli adulti.
Al contrario, questi teenager «post-cristiani» hanno un gran numero di credenze, non sempre coerenti tra loro, di tipo spirituale o religioso. È quanto emerge dai lavori del congresso sullo stato dello studio scientifico delle religioni organizzato dall'American Academy of Religion, cui partecipano oltre quattromila specialisti di tutto il mondo e che si conclude oggi a Chicago. 
Nella sua attesa relazione, lo storico delle religioni americano J. Gordon Melton ha notato il grande ritorno dello spiritismo e come un buon terzo dei teenager statunitensi seguano o anche cerchino di riprodurre esperienze medianiche di contatto con i defunti o con entità di vario genere.
«Noi studiosi siamo in ritardo - ha detto Melton - pubblichiamo tanti libri sullo spiritismo, ma su quello dell'Ottocento e sui suoi addentellati politici, per esempio sul fatto che in Italia era spiritista Garibaldi o che quella che possiamo chiamare l'estrema sinistra della politica statunitense alla fine del secolo XIX era composta quasi tutta da spiritisti. Ma in questi libri diamo l'impressione che lo spiritismo sia una cosa dell'Ottocento, e che oggi non ci sia più. È il contrario. La parola spiritismo forse è passata di moda ma non ci sono mai stati tanti giovani interessati agli spiriti come oggi».
Il sociologo torinese Massimo Introvigne ha, a sua volta, presentato una sua ricerca sul caso esemplare brasiliano del Vale do Amanhecer, una cittadina a un'ora di automobile da Brasilia dove vivono ventimila medium, che oggi è al centro di un movimento mondiale di mezzo milione di persone. 
Altre relazioni hanno mostrato come molti teenager derivino la loro spiritualità dai film di vampiri. I sociologi americani hanno coniato il neologismo «fampiro» per indicare le migliaia di ragazzi che, tra i milioni di giovani che si appassionano ai film di vampiri semplicemente come momento di evasione, vanno oltre, ne fanno il centro della propria vita e ne derivano anche idee «religiose».
«Con la saga di Twilight - commenta Melton - è emersa una comunità di "fampiri" composta principalmente da ragazzine, mentre prima a prendere sul serio i vampiri erano soprattutto gli adolescenti maschi». «Il successo di spiriti e vampiri - prosegue Introvigne - mostra che i teenager, anche quelli che non si considerano più cristiani, continuano a farsi molte domande sulla morte e l'immortalità. Non serve, come fanno i fondamentalisti protestanti e anche qualche cattolico ultra-conservatore, demonizzare questa subcultura giovanile dichiarandola semplicemente dominata dall'occulto e dal demoniaco».
«Qui a Chicago - conclude - abbiamo sentito menzionare interessanti esperienze, anche di sacerdoti cattolici, che cercano di entrare in dialogo con questi giovani e capire che cosa vogliono davvero. In quello che per la Chiesa Cattolica è l'Anno della fede, mi 
sembra francamente la strada più giusta».
di Massimo Introvigne

10 commenti:

  1. Penso che il punto sia "cosa vogliono i giovani oggi". Con l'età adolescenziale enormemente dilatatasi, dall'alto dei miei ventotto anni, mi sento ancora preso in causa quando si parla di giovani, anche se non dovrei più ormai(o forse no?). Ma in fondo 'giovane' lo ero fino a ieri e forse lo sono ancora, inoltre la figura del vampiro mi ha sempre interessato da adolescente, per cui mi sento in dovere di dire la mia.

    Oggi il vampiro vive attraverso Twilight, fino a dieci anni fa erano i vampiri di Ann Rice (da cui scaturirono due film Intervista col vampiro, La regina dei dannati) a tenere in vita il mito vampiresco, che nella modernità vive da Bram Stoker in poi.

    Mi è capitato in due occasioni di vedere gli adattamenti cinematografici dei romanzi della saga di Twilight. Mi sono accostato ad essi con curiosità, nel capire cosa i giovani d'oggi, nati dopo di me, vi trovassero e vi cercassero. Durante l'adolescenza, per me la figura del vampiro (a cui attinsi dai romanzi della Rice),
    era figura di 'diverso', di eterno giovane (che quindi perpetuava il mito dell'eterna giovinezza e longevità) di essere soprannaturale potentissimo ma in fin dei conti, maledetto e dannato. Per quanto fosse una figura affascinante era altrettanto tenebrosa, la mia 'identificazione' non scaturì mai in desiderio di raggiungere quello status.
    La Rice scrisse la figura del vampiro, lontana da riferimenti satanici, ma dando un resoconto onesto e completo di questa figura, evitando di crearne attorno una fascinazione da cui scaturisse l'immedesimazione totale (e quindi non evitando gli aspetti scomodi).
    I vampiri della Rice furono altresì figure letterarie che mi permisero di usare lo status vampiresco come pretesto per riflettere sul mito dell'eterna giovinezza, dell'immortalità vista come longevità (anche i vampiri pur essendo 'morti' possono ulteriormente morire), sull'attrazione verso i poteri 'soprannaturali', commisurando però questi 'premi' ad altrettante 'maledizioni'. In breve della mia fascinazione vampiresca, non rimase che un interesse, potremmo dire, letterario o filosofico, poichè, in breve, non potei che ritenere pura follia ed eterno
    tormento l'idea che l'immortalità si riducesse ad un 'samsara' di giovinezza senza fine e senza progresso (per usare un espressione cara al buddhismo). un samsara, aggiungo, oltretutto ancor più alimentato dalla 'sete' vampiresca, nettamente superiore a quella frutto degli appetiti' semplicemente umani.

    Accostandomi a Twilight invece mi sono accorto di trovarmi di fronte ad una saga che pone come tema centrale non il'vampirismo', ma semplicemente un melenso triangolo amoroso, fra due ragazzi e una ragazza (che si trova a scegliere fra uno dei due), triangolo che viene diluito in ben cinque libri/film e da cui scaturiscono gli altri eventi della saga.

    Il vampirismo si alterna al licantropismo (questi i due contendenti di Bella, un vampiro e un licantropo) ma rimanendo centrale ed identificando
    il personaggio principale della saga, (dopo Bella, la protagonista) cioè colui che rappresenta il bello e tenebroso della vicenda di cui Bella si innamora, Edward il vampiro (interpretato da Robert Pattinson).

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  2. Il vampiro viene così svuotato di tutte le sua caratteristiche interessanti ma scomode. Alla fine della saga può persino stare alla luce del sole, dei tormenti da essere dannato che non gode nel rinunciare alla sua umanità e alla sua anima
    pur di vivere in eterno, qui ci si scorda, o comunque ci si concentra in minima parte. La cosa che mi ha colpito di Twilight è l'imborghesimento della figura di vampiro, la sua normalizzazione, al punto che alla fine della saga mi è sembrato che i vampiri di Twilight non siano altro che, in fondo, una semplice metafora dei ragazzi alternativi che amano illudersi di essere fuori dal sistema (con la sola differenza però che qui sono borghesissimi e pieni di soldi!), dentro al cui contenitore si radunano dark, metallari, emo e chi più ne ha più ne metta.
    Al posto di un vampiro che si accorge forse troppo tardi di aver pagato un prezzo altissimo per l'eterna giovinezza (al punto che non ne valeva la pena) il mito del vampiro qui, (oltre ad essere piatto e privo di mordente) non insegna più nulla.
    L'amore adolescenziale e vagheggiato come eterno fra Edward e Bella, è al centro di tutti i loro desideri, che non sono certamente solo platonici o epistolari ma sono chiaramente carnalli nell'ottica di un rapporto completo.
    L'eternità passata insieme si trasforma in un romanticismo terreno, che sfocia poi nella passione carnale fra due superesseri.
    Il massimo desiderio di chi diventa vampiro, sembra infine quello di vivere una vita borghese col proprio partner, non ci sono altri ambizioni o tormenti. L'unico conflitto vero è quello vissuto da Edward è rappresentato dall'impossibilità di vivere una relazione normale con Bella (e grazie al cavolo direi io, sei un vampiro!) impossibilità di conciliazione
    fra nature così diverse come quella vampiresca e quella umana. Problema che alla fine si risolve con la vampirizzazione di quest'ultima (cioè di Bella).

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  3. La cosa che è cambiata dai miei 'tempi' a quelli di Twilight, mi verrebbe da dire, è l'imborghesimento del vampiro che lo svuota
    di quei caratteri essenziali che lo rendono sì affascinante, ma anche dannato e pericoloso e quindi un mito in grado di insegnare qualcosa.

    Twilight in fondo è un' enorme fantasia adolescenziale mal scritta, dove i giovani non bramano altro che restare per sempre giovani
    con il loro amante e magari essere dotati di poteri sovrannaturali. L'idea della tenebra vampiresca è così attenuata di risultare
    una semplice 'ombra' che identifica il fascino per il bello e tenebroso, nulla più(ed in cui i vantaggi sembrano comunque superiori agli svantaggi.
    A mio parere avrebbe avuto più senso scrivere una storia in chiave fumettistica alla X-men, dove non ci sono vampiri, ma giovani dotati di poteri
    straordinari che li rendono però invisi e diversi ai più (poichè il potere degli X-men porta con sè anche lati spiacevoli), perchè è il potere
    sovrannaturale e l'eterna giovinezza alla fine ciò che interessa a Twilight.

    Che cosa interessi ai giovani d'oggi quindi? A me viene da rispondere, le stesse cose che sono interessate a tutti i giovani da sempre: essere potenti, non invecchiare mai, essere bellissimi. Solo la crescita personale può facilmente sorpassare questi miti facendoli apparire come deliri di onnipotenza adolescenziali. Non sono invece così sicuro che a fomentare l'interesse per Twilight ci sia un reale interesse per l'occulto. Sicuramente c'è un desiderio e un bisogno di fantasia e fantastico per uscire da un mondo che ci appare sempre più grigio.

    L'importante secondo me è evitare di comprare questa 'fantasia' a basso costo, rivolgendosi almeno a chi evita di usare il fantastico o il sovrannaturale come pretesto per vendere le proprie storie.

    Scusatemi per aver intasato i commenti.

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  4. Si vede che al caro Fabrizio l'argomento dei vampiri interessa molto!!!.
    E poi come poteva parlar male dei vampiri il vampirologo Introvigne? E allora perchè poi demonizza la massoneria oppure, peggio ancora, l'islam?
    Quanto a Twilight , ero iper scettico, poi, su pressanti richieste, alla fine l'ho visto e mi è piaciuto molto per le ambientazioni, la storia d'amore fra i due (fra l'altro reale, nota importante) le belle melodie etc. E' chiaro che il tema del vampirismo viene trattato in modo leggero, ma va capito il contesto generale del film.
    Io, quando ero teen ager, ho sognato ad es. con Titanic...
    Insomma non c'è niente di male, anzi per fortuna i giovani sognano ancora e c'è un'età per ogni cosa che diavolo...
    A 13 anni potevo capire Kubrick? certo che no, e allora il cinema deve anche adattarsi all'età cui si rivolge.
    I sentimenti nella vita, e qui mi discosto nel profondo dal mio maestro Guenon, sono fondamentali, il cuore ha bisogno di sognare, come l'ossigeno.
    In conclusione, per alleggerire un pò, non credete che anche Monti sia un vampiro che succhia il sangue ai poveri italiani?ehehehe.
    Un caro saluto

    Renè










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  5. Caro Renè, come hai giustamente affermato, i vampiri mi interessano molto :-) o meglio la figura vampiresca letterariamente e filosoficamente parlando.

    Sono quindi d'accordo con te su Twilight e sul bisogno dell'anima di 'sognare' ed anche che c'è un età per ogni cosa (come poi dice il Qoelet/Ecclesiaste).

    Per me ad esempio il fenomeno Twilight dei giovani d'oggi sono stati i fumetti di supereroi Marvel, che ancora oggi occupano gran parte dei miei momenti di svago rubando spesso tempo alle letture più serie.

    Mi scuso ancora con i lettori del blog per aver sproloquiato per ben tre post di commento e mi scuso anche per il proprio non corretto 'italiano' adottato...scusate ma ho scritto anche a getto e avevo tanto da dire che sarebbe stato più opportuno scrivere un articolo per un blog!

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  6. Ringrazio Fabrizio per il lungo commento-recensione al film “Twilight” e anche il buon René che ci ricorda che non bisogna soffocare o inibire nei giovani il bisogno-diritto di sognare. Anche i fumetti in questo senso svolgerebbero una funzione ausiliaria o d’appoggio rispetto ai tradizionali libri di
    favole. E d’altronde, anch’io in gioventù fui un appassionato lettore di Marvel e C. Lessi “Dracula” di Stoker quando avevo 13 anni e subito dopo il “Frankestein” della Shelley. In seguito seppi della filiazione rosicruciana (in senso “occultista”) di Stoker e approfondii il simbolismo della sua (?) creatura letteraria. La mitologia vampirica è vastissima e copre più secoli della nostra storia, ergo è senz’altro meritevole di studio. In questo senso posso capire l’interesse di Introvigne e non lo biasimo. Certo, il contatto anche semplicemente culturale e letterario con questo “tema” demonologico non è esente da rischi e se ne deve raccomandare la più accorta e prudente fruizione.

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  7. Ciao Aldo, non pensavo fossi stato anche tu un lettore Marvel!

    Non pensi però che il contatto con questo tema 'demonologico' non sia a volte d'aiuto per conoscere il nemico? Ad esempio io non ho mai letto nè leggo Crowley, perchè non mi piace ed ho paura della sua influenza 'nefasta', però sui vampiri la penso un pò diversamente. A volte secondo te la figura del vampiro non può essere qualcosa che mette in guardia da ciò che è sbagliato e basta? O forse si necessita prima ancora di avere contatti culturali di questo tipo di avere le giuste difese 'spirituali'?

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  8. Confermo il consiglio di Aldo sui rischi di "contaminazione" e aggiungo: si può rischiare di essere contaminati anche ascoltando i peccati altrui (noi preti siamo protetti dal Rito). Sto portando avanti una battaglia solitaria, e già persa, contro quei sacerdoti che vanno in TV a parlare del Diavolo e affini; non si può! Ma la scienza del serpente non è tutta esoterica, cioè riservata, riservatissima? (Così insegnano Origene e Evagrio il Pontico, e tanti altri). è pericoloso anche "sventrare" le tombe fenicie, puniche, romane, medievali, come stanno facendo anche qui vicino; ho messo in guardia alcuni archeologi... i quali hanno sempre la scusa del loro lavoro scientifico: ma la scienza dipende pur sempre dalla Sapienza, e dalle Scienze sacre, o no? Il rito funebre è come un sigillo che protegge la dimora del defunto. Ecc. ecc.
    Per quanto riguarda la vampirologia: si tratta di favole fantastiche... ho letto qualche processo canonico anti-vampironomi... in Vaticano.
    Bisognerebbe aprire il discorso anche sui residui psichici e sugli elementi sottili che possono permanere e che possono essere incanalati e usati a scopo di magia nera da parte di stregoni tradizionali. Qui ci sono ancora degli stregoni tradizionali, uomini scelti, per il patto nefasto, per cui non vengono battezzati, e poi ne fanno di cotte e di crude... In conclusione stiamo lontano, e cerchiamo di vivere il cristianesimo integralmente all'esterno e all'interno.
    Cordiali saluti, Padre Danilo.

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    1. "Stregoni tradizionali, uomini scelti, per il patto nefasto " ?? Può spiegare ulteriormente ?

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  9. La stregoneria tradizionale è un'arte diabolica trasmessa oralmente da maestro a discepolo e ha lo scopo di nuocere al prossimo, mediante simboli e riti invertiti (a volte di usa anche il veleno). Di solito tale arte viene trasmessa ad un figlio o ad un nipote. Il designato stregone non verrà mai portato in chiesa per l'istruzione religiosa o per i sacramenti. Dopo aver appreso tale arte, viene sottoposto al patto col Diavolo: si tratta di un rito invertito, di cui era a conoscenza anche Ippolito romano. Altro non si può dire. Cordiali saluti, Padre Danilo.

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