05/12/08

Scritti di storia e politica internazionale di Emilio Betti

Gli scritti raccolti in questo libro rappresentano una parte poco nota ma molto significativa dell’imponente bibliografia di Emilio Betti. Il dato unificante di quelli che Betti stesso definì «Scritti di storia e politica internazionale» è l’analisi della politica estera negli anni Venti del secolo scorso. La linea metodologica è nella connessione tra storia e politica internazionale: l’autore svolge, tra l’altro, una critica serrata della Società delle Nazioni, e mette in discussione il modello di democrazia anglosassone, il suo apparente disinteresse, la sua pretesa infallibilità politica. Tali interventi rappresentano un campo d’interesse cui Betti si dedicò con grande passione, svolgendo un percorso originale che si interseca per molti aspetti agli altri.
Questo volume vuole essere anche un contributo a una migliore conoscenza della biografia di Emilio Betti, in particolare attraverso lo studio di documenti di archivio che illustrano la drammatica vicenda del giudizio di epurazione cui il grande giurista fu sottoposto, e i suoi tormentati rapporti con Piero Calamandrei, nel quadro di un dibattito, breve ma intenso, sul rapporto tra politica, storia e insegnamento.

(Emilio Betti, Scritti di storia e politica internazionale, a cura di Lucia Fanizza, Casa editrice "Le Lettere", Firenze 2008).

Lucia Fanizza insegna Diritto Romano nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. I suoi studi riguardano la storia delle istituzioni giuridiche antiche, quelle romane in particolare. Tra le sue pubblicazioni: Giuristi crimini leggi nell’età degli Antonimi (Napoli, 1982), L’amministrazione della giustizia nel principato (Roma, 1999), Senato e società politica tra Augusto e Traiano (Roma-Bari 2001), Autorità e diritto. L’esempio di Augusto (Roma. 2004). In questa collana, Emilio Betti. Continuità e imperium nella storia costituzionale romana (Firenze 2007).

Emilio Betti (Camerino, 20 agosto 1890 – Camorciano di Camerino, 11 agosto 1968) è stato un giurista italiano, uno dei più valenti del XX secolo.
Fratello del poeta e drammaturgo Ugo (di lui più giovane di due anni), si laureò a 21 anni in giurisprudenza presso l'Universita' di Parma, a 23 anni in lettere classiche presso l'Universita' di Bologna (con una tesi sulla Crisi della repubblica e la genesi del principato in Roma), insegno' per un anno Lettere al Liceo classico di Camerino e nel 1915 vinse il concorso per la Libera docenza presso l'Università di Parma. Trascorse lunghi periodi di studio all'estero avendo vinto varie borse di studio nelle piu' prestigiose universita' europee (Marburgo, Friburgo e altre). Nel 1917 divenne professore ordinario all'Università di Camerino. Nel 1923 - 1924 insegnò all'Università di Messina, ed ebbe tra i suoi allievi Giorgio La Pira e Tullio Segrè. Nel corso della sua attività accademica ha insegnato tutti i rami del diritto, in particolare il diritto romano, civile, commerciale e processuale.
Per il suo sostegno intellettuale al fascismo fin dal 1919, alla Liberazione fu messo agli arresti nel 1944 a Camerino e imprigionato per circa un mese per decisione del CLN. Nell'agosto del 1945 venne sospeso dall'insegnamento e sottoposto a giudizio di epurazione. Il procedimento lo prosciolse da ogni imputazione.
Le sue scelte politiche comunque non hanno compromesso il pregio e l'importanza delle sue opere. Le sue opere principali sono: Teoria generale del negozio giuridico, Teoria generale delle obbligazioni, Teoria generale dell'interpretazione. Ha fatto parte delle commissioni ministeriali che hanno redatto il codice civile del 1942.

Nessun commento:

Posta un commento