03/05/16

E’ l’ora del Rogate!


La metapolitica della Rogazione evangelica e gli Apostoli degli ultimi tempi


 di Giuseppe Maddalena

1.     Leggere i segni dei tempi

     “Quando viene la sera dite:  Sarà bel tempo, poiché il cielo rosseggia;  e la mattina:  Oggi ci sarà burrasca, poiché il cielo è rosso cupo.  Sapete, sì, giudicare dall’aspetto del cielo, ma non sapete discernere i segni dei tempi” (Mt, 16,2-3). Con queste parole  Gesù rimprovera i farisei e i sadducei, che chiedono un segno dal cielo ed esorta tutti noi a interpretare la storia che si svolge sotto i nostri occhi:  attraverso l’osservazione della realtà , se  la ragione può prevedere  lo svolgersi degli eventi naturali, l’intelletto illuminato dalla grazia non solo può comprendere il significato del proprio tempo, ma anche leggervi i germi dei tempi nuovi che si approssimano:  se il cielo stasera  rosseggia,  domani sarà bel tempo;  se il cielo è rosso cupo, nel corso della  giornata ci sarà burrasca. Dunque bisogna sforzarsi di comprendere il presente e di intuire la direzione che prende la storia. Tutta la vita della civiltà cristiana, infatti, si realizza nella storia e si sviluppa tra due poli: la nascita di Gesù e il suo ritorno.   E in questo tratto di storia è compito  dei cristiani annunciare il Regno e prepararne l’ Avvento, proclamare che siamo entrati in una nuova dimensione della storia, che avrà il suo culmine e compimento  nel ritorno di Gesù, e  edificare hic et nunc,  giorno per giorno, nel luogo in cui siamo, il Regno di Dio, con opere di giustizia e di carità. A tale impresa è chiamato ogni cristiano e per essa riceve luce e forza  dall’Iniziazione sacerdotale, regale e profetica ricevuta con l’incorporazione a Cristo e ulteriormente incrementata col sigillo dello Spirito nella Confermazione.   E’ anche vero, però, che ciascuno di noi deve fare i conti non solo  con la fragilità della natura e con la resistenza alla grazia, ma anche con  i limiti dell’intelligenza , se non il suo offuscamento, che può alterare la giusta percezione della realtà .  A compensare queste deficienze Dio si fa presente nella storia, per rischiararci il cammino,  soprattutto con due ordini di interventi: le manifestazioni della Madre Divina e l’opera e la parola illuminata dei suoi Santi.  Ci occuperemo qui brevemente dell’apparizione della  Vergine presso il villaggio di La Salette in Francia e dell’opera di un Santo di recente canonizzazione, Sant’Annibale M. Di Francia:  per volontà della Divina Provvidenza le Comunicazioni Celesti affidate  alla semplice e rude pastorella Melania e le opere ispirate del colto e nobile  canonico messinese si sono incrociate,  si sono fecondate e ci hanno lasciato, tra le altre cose, un messaggio di  portata escatologica. Il punto di vista che abbiamo assunto – che non è l’unico possibile e che non esaurisce la ricchezza spirituale del messaggio di La Salette e dell’opera di Sant’Annibale M. Di Francia – è quello della Metapolitica, nella duplice e convergente prospettiva dell’ Escatologia civile, che studia le forme delle  istituzioni politiche e sociali e delle idee che le ispirano, in relazione alla tensione provvidenziale verso la restaurazione ultima dell’ordine naturale, e dell’Escatologia religiosa, che cerca di cogliere  nel dinamismo della storia politica e religiosa i segni della preparazione dell’avvento del Regno Universale di Cristo Re.   
           
2.     Carattere del profetismo cristiano

     Per rendere più chiara la riflessione che svolgeremo sarà bene considerare  un tratto fondamentale del profetismo cristiano.  Come è noto, il ruolo svolto dai profeti nell’Israele biblico è stato assunto nel corso del bimillennio cristiano  dalla Vergine. Le apparizioni della Madre di Dio hanno origini antichissime, ma se n’ è avuta  una  intensificazione a partire  dalla prima metà dell'Ottocento,  precisamente dal 1830 con l'apparizione a Santa Caterina Labouré e con  il dono della Medaglia Miracolosa, che apre il ciclo, non si sa se concluso, dei grandi richiami della Madonna. Ciascuna delle apparizioni ha una sua specificità di significati, che si esprimono non solo  attraverso le parole pronunciate dalla Vergine, ma anche mediante il ricchissimo simbolismo delle immagini e con gli eventi e le azioni che accompagnano l’apparizione. E’ possibile, però, ricavare, al di là delle differenze, un messaggio comune a tutte:  l'avvertimento sui danni che l'uomo può fare a se stesso, e soprattutto  la promessa e l’annuncio di una rinascita spirituale dell’umanità e di un rinnovamento universale sia nel rapporto con il creato sia nella vita sociale.  In primo luogo il rinnovamento della natura.  Nella cosiddetta Medaglia Miracolosa affidata a Santa Caterina Labouré  l’Immacolata è ritratta ritta con i piedi sulla terra , segno di dominio sul mondo, mentre schiaccia la testa del serpente, simbolo dell’opera demoniaca e del nostro psichismo inferiore. E’ un’immagine di materna regalità, che sembra annunciare quel  Regno di Maria, profetizzato da San Luigi Grignon di Montfort, che dovrà precedere il Regno di Cristo.  Il Regno di Maria è di natura essenzialmente spirituale, ma non bisogna trascurare che  consiste nel trionfo dell’Immacolata,  di Colei che non è stata toccata dal peccato originale e che con la sua persona incorrotta è la promessa di un nuovo Eden. Il primo annuncio è, dunque, il rinnovamento della natura che tornerà immacolata.  Ce lo rivela il simbolismo delle apparizioni, nelle quali il fuoco del sole roteante a Fatima, le acque miracolose di Lourdes,  la terra nella grotta delle Tre Fontane,  e  l’aria che  si respira in questi luoghi sono l’annuncio di una  Palingenesi. Ora la rigenerazione universale promessa non ha nulla delle fumose utopie mondane, prodotte da una fantasia svincolata  dalla sana ragione e  guastata dal rifiuto della struttura del reale. Tratto caratteristico della profezia cristiana è che ciò che è annunciato, è  in qualche modo già qui,  presente e verificabile. Per avvertirlo basta andare  in certi santuari mariani o nei luoghi delle manifestazioni della Vergine, dove la leggerezza e la trasparenza dei quattro elementi sembra essere sul punto di rivelarne la quintessenza.  A proposito di Lourdes, così scrive Vittorio Messori: “Solo l’esperienza diretta (“vieni e vedi” dice Gesù a chi fa domande astratte) può far capire il significato dell’espressione sapiente detta, com’è ovvio, da un semplice. Replicava, quel tale, a chi gli chiedeva, beffardo, perché tornasse periodicamente a Lourdes.  “Perché” rispose “quello è un posto molto sottile.” Un posto, cioè, dove sembra davvero “assottigliarsi” lo spessore che divide Cielo e Terra; dove si fa “sottile” il confine fra realtà concreta e quotidiana ed Enigma invisibile ed eterno”. (Introduzione a R. Laurentin, Lourdes. Cronache di un mistero, Mondadori, pag. XXX della Presentazione). Dunque nessuna fuga dalla realtà, perché la realtà della presenza divina è già qui: vieni e vedi!.  Se  una Restaurazione radicale è possibile, ed anzi annunciata,  nel nostro rapporto con la natura, che è stata affidata alla nostra cura e ad un uso ragionevole e rispettoso, per l’impronta, che in essa vi scorgiamo, del suo Creatore, lo è anche un Rinnovamento radicale nell’altro ambito in cui si svolge la nostra vita e che ci tocca costruire:  la società. Anche qui una Rifondazione della vita associata, sulla base di una vita spirituale realmente vissuta, non è utopia: possiamo vederlo in atto in qualche esperienza reale. Guardando solo ai nostri tempi, possiamo osservare, a titolo di esempio,  l’esperienza delle Cittadelle del Movimento dei Focolari, dove si vive in spirito di comunione di beni materiali e spirituali o della Nomadelfia di Don Zeno Saltini, dove è perfino abolito l’uso del danaro. Sono gocce in un oceano, che non hanno alcuna possibilità di soppiantare i modelli attuali di società. E’ inimmaginabile che possano, col solo esempio, per uno speciale effetto di contagio, cambiare granché nel mondo di oggi. Ma sono realtà vive, la cui ragion d’essere è, oltre che nella santificazione di coloro che vi partecipano, nella loro funzione di testimonianza profetica di quel che potrà essere. Ricordano un po’, con le dovute differenze,  le comunità agricolo-pastorali preconizzate da Silvano Panunzio, quali fasi iniziali di una società ritornata alla semplicità e autenticità della vita, anche se destinata nel tempo a organizzarsi in forme più complesse. Giuseppe Palomba, economista di fama internazionale, esperto di dottrine metafisiche e altresì condirettore per qualche anno della rivista “Metapolitica” e amico personale di Panunzio, le definì una “bella favola”. Ma non sono solo una bella favola, perché sono già qui fra noi. “Vieni e vedi!”.

3.     La Salette

     Sull’apparizione della Vergine a La Salette, sul suo aspetto e sulle parole da Lei pronunciate  abbiamo l’ampio resoconto di Melania Calvat, che è ricco di sollecitazioni e  può essere interpretato secondo diverse prospettive.  Noi scegliamo   del testo quei contenuti che ci sembrano particolarmente significativi per il punto di vista che abbiamo qui assunto, quello, come si è detto, dell’escatologia civile, che ha come oggetto la restaurazione della società secondo l’ordine naturale, e dell’escatologia religiosa, che riguarda una radicale rinascita spirituale dell’umanità, una vera e propria palingenesi alla fine dei tempi.  Già  alcuni anni fa Maurice Dubois, (Melania!, articolo apparso sulla rivista “Metapolitica”)  aveva  segnalato l’eccezionale importanza delle apparizioni di La Salette e la sua originalità rispetto ad altre: la Vergine aveva preannunciato un periodo di pace e di radicale risveglio spirituale, durante il quale i nuovi  Re sarebbero tornati ad essere il braccio destro della Chiesa. In verità, analizzando l’intero messaggio ci si accorge che la Madonna di La Salette non ha soltanto preannunciato il rinnovamento delle  due massime istituzioni, Sacerdotium e Regnum. Nel suo colloquio con Melania, la Vergine, riferendosi  con linguaggio semplice e popolare  al mondo rurale della Calvat, ha imputato alla cattiva condotta dei contadini la scarsità e la rovina del raccolto e ha indicato con immagini vivaci  la via  per la fecondità delle attività creative e produttive: “  se  si convertiranno,  le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate per  i campi”. Infatti “se il raccolto va male, la colpa è vostra. Ve l’ho dimostrato l’anno passato con le patate: voi non ne avete fatto caso; anzi, quando ne trovavate delle guaste, bestemmiavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire, e quest’anno a Natale non ve ne saranno più…Se avete del grano non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che verrà, cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa , i bimbi al di sotto dei sette anni saranno colti da tremore e morranno tra le braccia di coloro che li terranno.  Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci diventeranno cattive e le uve marciranno”.  La notizia dell’apparizione e la propagazione del messaggio produssero fervore religioso e ebbero inizio i pellegrinaggi sulla montagna di La Salette. E’ probabile che, data la larghezza della misericordia di Dio, molti mali furono attenuati. Ma di uno di questi abbiamo notizia documentata,  con precisione addirittura scientifica: nel 1847, l’anno successivo all’apparizione,  un parassita  detto “mal bianco”, proveniente dall’America, si diffuse tra le vigne  della Francia, danneggiandole seriamente;  nel 1868 la fillossera mandò in rovina la metà dei vigneti francesi, provocando un calo di produzione pari a due terzi; nel 1878 fu il turno della peronospora, che,  proveniente anch’essa dall’America, aggiunse altri danni (cfr. V.Messori, Pensare la storia, pag. 274).  Quali gravi colpe hanno mai commesso i contadini di La Salette e dintorni? Eccole, nelle parole della Vergine: “Io vi ho donato sei giorni per lavorare, me ne sono riservato il settimo, e non me lo volete accordare.. .…. Coloro che conducono i carri non sanno parlare senza mettere il nome di mio Figlio in mezzo. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto le braccia di mio Figlio”. Dunque, la bestemmia e la mancata santificazione della festa. Erano queste le uniche colpe dei contadini? Considerata la debolezza della natura umana, ci sarebbe da pensare che  abbiano combinate anche altro, ma non ne abbiamo molte testimonianze. Quel che è certo è che la Vergine indica proprio queste due e le mette in relazione al cattivo e scarso raccolto. Un significato e un insegnamento debbono esserci.  Per i contadini di La Salette, per la Francia, per l’umanità. Cerchiamo di capire. La bestemmia, dice il Catechismo della Chiesa cattolica, “consiste nel proferire contro Dio – interiormente o esteriormente – parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio”. Parole di odio e di rimprovero: sono un implicito atto di accusa a Dio, considerato responsabile delle proprie contrarietà e sofferenze,  l’esatto contrario della più tipica e più bella forma di preghiera cristiana: la preghiera di lode e di ringraziamento. Nell’Invitatorio che introduce le Lodi mattutine si recita il salmo 94, che comincia così: ”Venite, applaudiamo al Signore,//acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.//Accostiamoci a Lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia”. Lodare e ringraziare Dio è riconoscere in Lui il Creatore potente e santo, giusto e misericordioso che si prende cura della sua creatura.  La bestemmia in sé (prescindendo da considerazioni sulle componenti psicologiche della impulsività delle reazioni, sulle cattività abitudini, sull’influenza dell’ambiente culturale, ecc.)  è l’espressione della recisione di questo legame di amore e di fiducia radicale. Sulla Messa domenicale non ci sono da spendere molte parole, perché è evidente la sua relazione con i giorni lavorativi: l’uomo deve provvedere alla sua vita con il sudore della fronte, ma non deve trasformare il lavoro in schiavitù, convertire  il giusto desiderio  di benessere in avidità. Il rispetto del giorno festivo è un recupero del rapporto dell’uomo con Dio, è un  ritrovare nello scorrere dei giorni il fondamento extratemporale della sua esistenza. E’ questa la pedagogia di Maria: parole semplici, che trasmettono la profonda e misteriosa verità del rapporto dell’uomo con la natura:  dal comportamento dell’uomo, dalla sua comunione con il Creatore, per ragioni non spiegabili con la pur valida scienza moderna, ma non ignote alla cosmologia antica, dipendono in gran parte lo stato della natura e la sua fecondità, il lavoro dell’uomo e i suoi frutti. Il piccolo mondo rurale di La Salette può essere assunto, perciò,  come esempio particolare di tutta quella varia e differenziata  realtà produttiva e creativa necessaria alla vita, di tutte quelle attività per le quali gli uomini si associano, come osservava Platone nella Politeia, per poter soddisfare le esigenze  dell’esistenza. Dunque, se consideriamo il messaggio di La Salette nel suo insieme vi possiamo leggere l’esortazione a  ricostituire il legame, troppo spesso spezzato, tra la Terra e il Cielo e la promessa del rinnovamento della società umana attraverso la restaurazione della Sacra Triade: Sacerdotium – Regnum –Ars.  Il messaggio ci dà anche qualche barlume essenziale sul futuro svolgimento della storia umana, che vedrà un passaggio dalla corruzione dilagante nel presente a un’era di pace della durata di venticinque anni (reali o simbolici?), cui farà seguito un periodo di appannamento spirituale e il nuovo e decisivo scatenarsi delle forze della dissoluzione; e infine il rinnovamento universale.  La Vergine a conclusione della lunga descrizione dei mali che tormentano l’umanità in questa fase problematica promette, preannuncia:  tout sera renouvelé. Parole queste ultime che ricordano uno dei versi iniziali dell’antico Inno Akathistos, dedicato a Maria: Ave, per Te si rinnova il creato.  L’Inno si riferisce, in verità,  al rinnovarsi del mondo alla nascita di Gesù, il messaggio di La Salette a un momento conclusivo. Così con le parole assai simili della Vergine,  la fine si congiunge col principio e un ciclo si chiude, per spalancarsi di nuovo su una realtà rinnovata e non immaginabile. Ma prima che ciò avvenga, ci annunzia il messaggio di La Salette, appariranno gli Apostoli degli ultimi tempi.
(I PARTE)

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